15 novembre 2006

fino al 9.IV.2007 Turner e gli impressionisti Brescia, Museo di Santa Giulia

 
Oceanica e un po’ eccessiva, ma non priva di opere straordinarie. La nuova mostra di Goldin riporta in scena gli impressionisti. Ma anche Turner, la pittura accademica e la scuola di Barbizon…

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A dire il vero 285 opere sono proprio tante, anche il visitatore più volenteroso arriva alla fine stanco e un po’ confuso. È un peccato perché le ultime sale della mostra riservano una vera sorpresa con una sequenza di opere di qualità. Un percorso più sintetico sarebbe stato ugualmente interessante e un po’ più godibile. Il progetto è ambizioso, un avvincente racconto delle origini della pittura impressionista che, come tutti i frequentatori delle mostre-Goldin sanno, ebbe un effetto dirompente sul panorama artistico della Parigi ottocentesca, ma di certo non nacque dal nulla. Questa è una delle possibili interpretazioni di una mostra vastissima che tocca molti temi. Goldin ne suggerisce due: la luce e lo spazio. L’esposizione descrive il passaggio “dalla luce feriale di Constable a quella spirituale di Turner; dalla luce profondamente buia dei pittori di Barbizon fino alla sontuosa magnificenza della luce impressionista” e con un diverso punto di vista l’evoluzione “da uno spazio che è forma ad uno spazio che quella forma viene negando”.
La mostra si apre in Inghilterra con gli oli e gli acquerelli di John Constable e Joseph Mallord William Turner suggerendo un nesso Turner-impressionismo che –come evidenzia il seguito dell’esposizione- non è affatto immediato ma sfuggente e sottile. Gli studi di nuvole di Constable anticipano l’interesse che gli impressionisti avranno per il cielo, anche se le affinità stilistiche sono minime. Le opere mature di Turner si avvicinano alla fluidità di forme dell’impressionismo. In Tramonto sul lago e Venezia Santa Maria della Salute le forme sono appena riconoscibili disfatte nel colore, nella luce che è pulviscolo dorato. L’affinità con l’impressionismo però è più apparente che reale; la pittura di Turner ha una forte componente emozionale e immaginativa che dissolve le forme nella luce.
Joseph Mallord William Turner, Tramonto sul lago, 1840 circa, Tate, Londra
Per l’impressionismo, almeno agli esordi, il percorso luce-forma è esattamente l’opposto. Claude Monet e Camille Pissarro rintracciano nella luce le forme, ricostruiscono le immagini con i guizzi di luce percepiti dai loro occhi. Il punto di partenza non è l’emozione, ma l’esperienza visiva. È invece l’ultimo Monet, quello splendido dei Glicini e delle Ninfee, che allaccia con Turner un dialogo più immediato.
Dopo Turner e prima degli impressionisti la mostra si dilunga –troppo- sulle vicende della pittura accademica dei Salon parigini. Il paesaggio è immagine idealizzata della natura, quinta teatrale per avvenimenti storici o mitologici. Può capitare che i pittori partano da studi en plein air, ma li rielaborano per trasformare la natura reale in immobile opera d’arte.
Con la scuola di Barbizon, Jean-Baptiste Camille Corot e Gustave Courbet il paesaggio acquista fragranza e immediatezza. Molto indovinata l’idea di alternare opere dei barbizonniers e le prime prove impressioniste. Il confronto esalta le caratteristiche dei pittori impressionisti e la loro capacità di dipingere le vibrazioni della luce. La mostra si accende di “luci vere e mattinali” (Goldin), ombre colorate, fiumi scintillanti sotto il sole, neve azzurra, giardini che vibrano dClaude Monet, Pioppi lungo il fiume Epte, 1891 olio su tela, Edimburgo National Gallery of Scotland i colori. Cattedrale di Rouen effetto di sole di Monet è un miraggio disfatto nella luce azzurra, un punto di svolta. Segue un fuoco d’artificio di opere note e meno note –suddivise in immagini di città, porti, giardini, marine- di Monet, Pissarro, Alfred Sisley, Paul Cézanne, Vincent Van Gogh (poco visti e molto belli i suoi paesaggi), Paul Signac. La mostra va oltre l’impressionismo e anticipa gli sviluppi che verranno. Da un lato i paesaggi di Cézanne non sono più uno studio degli effetti di luce ma una riflessione sulla definizione dello spazio. Dall’altro Monet dipinge il suo giardino come una matassa sempre più complessa di colori e dialoga con le alchimie colorate di Turner chiudendo il cerchio di questa mostra che si era aperta proprio con Turner.

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antonella bicci
visitata il 25 ottobre 2006


Turner e gli impressionisti. La grande storia del paesaggio moderno in Europa
Dal 27/10/2005 al 09/04/2006
Museo di Santa Giulia, via Musei 81/b, Brescia –
Info e prenotazioni: 0422.429999; https://biglietto.lineadombra.it ;
Ingresso: intero euro 16; ridotto euro 13 (universitari, over 60, gruppi, TCI); ridotto under 18 euro 10; ridotto scuole euro 8; diritto di prevendita euro 1,50; l’ingresso comprende la visita alla mostra Turner e l’impressionismo, alla mostra su Mondrian, quella su Licini e quella su Pirandello (dal 20 gennaio 2007) e alle altre mostre in Castello; include anche la visita al Museo di Santa Giulia e alla pinacoteca Tosio Martinengo; possibili altre combinazioni di biglietti a prezzi inferiori;
Orari: da lunedì a giovedì 9.00/19.00; venerdì e sabato 9.00/21.00; domenica 9.00/20.00; chiuso 24 25 e 31 dicembre 2006; aperto 1 novembre 2006 9.00/20.00, 1 gennaio 2007 11.00/20.00 la biglietteria chiude un’ora prima
Ufficio Stampa: Studio Esseci www.studioesseci.net
Catalogo: edizioni Lineadombralibri


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