19 giugno 2007

fino al 30.VI.2007 Robert Pettena Matera, Fondazione SoutHeritage

 
Matera sotto osservazione. La città diventa campo d’indagine del rapporto tra arte e pubblico in vista del costituendo Museo del Contemporaneo. Questionari, interviste, fotografie e uno stand-fiore…

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Robert Pettena (Pembury, 1970; vive a Firenze) è un artista affascinato dal disvelamento di relazioni profonde e inaspettate tra il corpo e l’ambiente in cui è immerso, tra società e individuo, tra l’apparenza e l’essenza. La sua esigenza di mettere in frizione sistemi codificati per ridisegnarne le regole, per stimolare reazioni inedite, lo rende creatore di eventi in cui il suo ruolo si perde infine in quello dei fruitori, che divengono essi stessi attori-autori di una nuova, paradossale e ludica declinazione dell’arte pubblica, a metà tra antico rito collettivo e moderna performance relazionale. A Matera, però, la situazione che stravolge le abitudini ed è portatrice di nuove prospettive non l’ha innescata nella normale vita cittadina l’artista-regista bensì (udite, udite), l’amministrazione cittadina e regionale con la decisione di restaurare il complesso monastico di S. Lucia in vista della creazione del Centro per le Arti Contemporanee, il primo luogo deputato interamente alla cultura visiva del presente avanzato in Basilicata. La Fondazione Southeritage, osservatorio privilegiato dell’arte contemporanea sul territorio lucano, da sempre interessata a ridurre la distanza tra linguaggi sperimentali e cultura popolare, ha naturalmente colto la carica eversiva dell’evento preoccupandosi di renderne partecipi i cittadini “attraverso un processo democratico d’ideazione partecipata” (Angelo Bianco, curatore della mostra).
È nato così il progetto site specific in progress Under ObseRobert Pettena, Athena Noctua rvation, che ha spinto Pettena a confrontarsi con il corpo estraneo-città così come i materani dovranno farlo con il corpo estraneo-museo, in un gioco di sguardi che non vuole cancellare la diversità di vedute ma farne un proficuo scambio di prospettive. Nella prima fase del progetto, le fotografie esposte nella project room della fondazione erano basate sull’idea di ‘osservatorio’. Nella serie Athena Noctua (Dea Civetta) due calciatori, simboli di una collettività precostituita, s’abbarbicano su alte pertiche come profetici uccelli notturni. Innalzandosi al di sopra di essa, squarciano le tenebre della visione comune così come la civetta, antico simbolo di sapienza, riesce a vedere la luce oltre il buio della coscienza. Osservano la città dal suo passato ancestrale di civiltà rupestre-agraria invece I druidi-galleristi (Angelo Bianco e Roberto Martino) intenti in un rito propiziatorio di buon raccolto (il successo del Centro?) abbracciando in un unico sguardo le memorie sepolte nell’inconscio collettivo e i nuovi riti della tribù contemporanea. Dopo la prima fase d’indagine a lungo campo del territorio, l’artista incontra i cittadini distribuendo questionari, facendo interviste, redigendo statistiche. Emerge l’immagine di una cittadinanza che “è molto difficile coinvolgere in progetti che sviluppino nuovi contenuti per arricchire il tessuto sociale, far emergere la propria identità in un dialogo costruttivo con le nuove esperienze contemporanee” (Robert Pettena). Ma emerge anche la richiesta di un coinvolgimento più diretto nelle scelte culturali, un forte bisogno d’espressione da parte dei cittadini (l’interesse per laboratori e corsi aperti a tutti) e di dialogo (la richiesta di luoghi d’incontro e centri di studio/lettura). Pettena traduce artisticamente questi bisogni con la realizzazione di uno stand informativo nomade (Tubolar bells), una struttura flessibile e giocosa come un mobile-stabile di Alexander Calder che si aprirà come un fiore nelle piazze pubbliche, vicino alle scuole, agli uffici raccogliendo nelle sue ali/petali/vele i desideri, le proposte, le critiche dei cittadini ai progetti del costituendo Centro per le arti. L’artista lo definisce una “sosta salutare”, una boccata d’aria dalla routine quotidiana.
Robert Pettena, I druidi
Ma chissà che non diventi anche un delicato, inaspettato strumento di riappropriazione identitaria e territoriale da parte di una cittadinanza che, nel passaggio improvviso da società rurale a post-industriale, stenta ancora a riannodare i fili perduti della sua storia e ogni giorno ‘recita a soggetto’ nel teatro-spettacolo dei Sassi.

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mostra visitata il 26 maggio 2007


Robert Pettena
Under Observation – dal 10/6/2006 al 26/07/2006
Under Observation #2 – 14/10/2006
Under Observation #3 – dal 26/05/2007 al 30/06/2007
Matera, Fondazione SoutHeritage, Via F.sco Paolo Volpe 6
Orario di visita: dal martedì al sabato 16.00 – 19.30
ingresso libero – a cura di Angelo Bianco
per informazioni: tel. +39 0835 240348 fax +39 0835 336425 – www.southeritage.orgsoutheritagepress@southeritage.org
 

[exibart]


2 Commenti

  1. Un bellissimo progetto, difficile da comprendere, non sapevo esistesse un tipo di arte che si chiama “relazionale”…l’ho scoperto giovedì scorso!

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