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01
marzo 2009
LA FOTO VA ALLA GERRA
Progetti e iniziative
Un ex albergo in pieno centro, donato al Comune. Un enorme diaframma trasparente, interamente dedicato all’immagine contemporanea. Uno dei progetti culturali più ambiti, ambiziosi e meglio realizzati dalla città di Reggio Emilia...
di Ginevra Bria
Lo scorso 29 aprile è stato inaugurato a Reggio Emilia, in concomitanza con gli eventi della terza edizione di Fotografia Europea, un nuovo palazzo. Un luogo trasparente e lucido, una sede di 500 metri quadri, disposti su tre piani di architettura sperimentale. È stato definito un enorme “diaframma trasparente”, un posto quasi unico in Italia, interamente dedicato alla fotografia e all’immagine contemporanea. Per quanto riguarda lo spiazzamento nel trovare un edificio di sole vetrate dislocato in pieno borgo, è una sensazione paragonabile alla vista della nuova sede di Museion di Bolzano. In merito ai contenuti, invece, tesori che lo spazio intende restituire al pubblico più che custodire, si può provare ad accostarlo allo Spazio Forma di Milano. Sta di fatto che oggi, mettendo da parte i parallelismi, questo stabile sta diventando uno dei progetti culturali più ambiti, ambiziosi e meglio realizzati dalla città di Reggio Emilia: lo Spazio Gerra.
Situato in pieno centro, è nato per sottolineare le potenzialità urbane e architettoniche del luogo, diventando uno snodo che collega due parti della città storica: la piazza retrostante il Teatro Ariosto, a sud, e lo spazio adiacente alla Cavallerizza, a nord. Il risultato è una straniante sezione architettonica che attiva nuovi percorsi e scenari del tessuto urbano, innescando, a catena, anche il progetto di riqualificazione di piazza della Vittoria, nel centro storico. Lo Spazio Gerra, neonato segno dell’identità contemporanea, ha avuto origine dal recupero di un ex albergo. Donato poi al Comune da Anna Maria Gerra, in ricordo del marito, l’artista Marco Gerra, l’edificio si è posto, a partire dall’ideazione della propria struttura, lo scopo di creare un ponte ideale.
Al piano terra si trova subito un’enorme veranda-ristorante che, grazie alla sua copertura trasparente, si pone come elemento di mediazione e di accoglienza fra la piazza e la struttura. L’atrio è caratterizzato da un gigantesco videowall (in collaborazione con il progetto sperimentale BluTu) e da una sala d’incontro e informazione affidata a display multimediali. Al primo piano invece è stata adibita una sala polivalente per conferenze, proiezioni, esposizioni, che si affaccia su una terrazza trasformabile in caffetteria all’aperto. Su questo stesso piano è previsto uno spazio per ospitare giovani artisti, che lavoreranno a progetti organizzati in città. Il secondo piano è stato dedicato a esposizioni temporanee, con laboratori multimediali per le scuole, e a una sala di documentazione sul progetto Fotografia Europea, con possibilità di consultazione degli archivi delle edizioni passate e la messa a disposizione del patrimonio artistico che negli anni è entrato a far parte delle collezioni comunali. Infine, al terzo piano sono previsti ulteriori allestimenti di mostre temporanee e uffici.
Lo Spazio Gerra è ormai simbolo di un dialogo culturale instaurato in maniera permanente con chi vive la città. Diventando così riverbero delle immagini che, come contenitore, esso dovrà riflettere. Con oltre settemila presenze registrate nei tre giorni dell’inaugurazione, quando è rimasto aperto dalle 10 alle 23 con ingresso gratuito, si è fatto notare come luogo che fa diventare l’arte il motore di elaborazione di nuovi modelli culturali.
Una mission che l’economista Pier Luigi Sacco, esperto in Beni Culturali (nonché curatore, assieme allo storico dell’architettura contemporanea Luca Molinari e al critico d’arte Marinella Paderni, della doppia personale We have a dream. Per un realismo visionario, conclusasi alla fine di novembre, con gli interventi site-specific di Marjetica Potrč e Tomas Saraceno), così sintetizza: “Rispetto a ‘Fotografia Europea’, il lavoro dello Spazio Gerra è legato a una programmazione annuale che porta a una declinazione tematica necessariamente molto più articolata e composita. Credo che in una città come Reggio Emilia la possibilità di lavorare contemporaneamente su due canali con queste caratteristiche complementari sia una notevole opportunità di crescita progettuale”.
Situato in pieno centro, è nato per sottolineare le potenzialità urbane e architettoniche del luogo, diventando uno snodo che collega due parti della città storica: la piazza retrostante il Teatro Ariosto, a sud, e lo spazio adiacente alla Cavallerizza, a nord. Il risultato è una straniante sezione architettonica che attiva nuovi percorsi e scenari del tessuto urbano, innescando, a catena, anche il progetto di riqualificazione di piazza della Vittoria, nel centro storico. Lo Spazio Gerra, neonato segno dell’identità contemporanea, ha avuto origine dal recupero di un ex albergo. Donato poi al Comune da Anna Maria Gerra, in ricordo del marito, l’artista Marco Gerra, l’edificio si è posto, a partire dall’ideazione della propria struttura, lo scopo di creare un ponte ideale.
Al piano terra si trova subito un’enorme veranda-ristorante che, grazie alla sua copertura trasparente, si pone come elemento di mediazione e di accoglienza fra la piazza e la struttura. L’atrio è caratterizzato da un gigantesco videowall (in collaborazione con il progetto sperimentale BluTu) e da una sala d’incontro e informazione affidata a display multimediali. Al primo piano invece è stata adibita una sala polivalente per conferenze, proiezioni, esposizioni, che si affaccia su una terrazza trasformabile in caffetteria all’aperto. Su questo stesso piano è previsto uno spazio per ospitare giovani artisti, che lavoreranno a progetti organizzati in città. Il secondo piano è stato dedicato a esposizioni temporanee, con laboratori multimediali per le scuole, e a una sala di documentazione sul progetto Fotografia Europea, con possibilità di consultazione degli archivi delle edizioni passate e la messa a disposizione del patrimonio artistico che negli anni è entrato a far parte delle collezioni comunali. Infine, al terzo piano sono previsti ulteriori allestimenti di mostre temporanee e uffici.
Lo Spazio Gerra è ormai simbolo di un dialogo culturale instaurato in maniera permanente con chi vive la città. Diventando così riverbero delle immagini che, come contenitore, esso dovrà riflettere. Con oltre settemila presenze registrate nei tre giorni dell’inaugurazione, quando è rimasto aperto dalle 10 alle 23 con ingresso gratuito, si è fatto notare come luogo che fa diventare l’arte il motore di elaborazione di nuovi modelli culturali.
Una mission che l’economista Pier Luigi Sacco, esperto in Beni Culturali (nonché curatore, assieme allo storico dell’architettura contemporanea Luca Molinari e al critico d’arte Marinella Paderni, della doppia personale We have a dream. Per un realismo visionario, conclusasi alla fine di novembre, con gli interventi site-specific di Marjetica Potrč e Tomas Saraceno), così sintetizza: “Rispetto a ‘Fotografia Europea’, il lavoro dello Spazio Gerra è legato a una programmazione annuale che porta a una declinazione tematica necessariamente molto più articolata e composita. Credo che in una città come Reggio Emilia la possibilità di lavorare contemporaneamente su due canali con queste caratteristiche complementari sia una notevole opportunità di crescita progettuale”.
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a cura di Amila Ramovic
Spazio Gerra
Piazza XXV aprile, 2 – 42100 Reggio Emilia
Orario: da martedì a venerdì ore 18-23; sabato e domenica ore 10-13 e 16-23
Ingresso libero
Info: tel. +39 0522456764; patrizia.paterlini@municipio.re.it
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