Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
12
maggio 2009
QUATTR’ANNI IN TRIENNALE
Progetti e iniziative
Ormai è un appuntamento fisso. Giunta alla quarta edizione, InContemporanea raccoglie ogni anno, alla Triennale di Milano, associazioni non profit che si occupano dell’arte dei nostri tempi. È stato un lungo weekend. Ne abbiamo parlato con la curatrice Gabi Scardi. Anche per capire se la manifestazione ha un futuro...
di Ginevra Bria
Dall’otto al 10 maggio si è svolta la quarta edizione di InContemporanea, dal titolo Noi siamo qui. Un progetto pluriennale a supporto della produzione e promozione dell’arte contemporanea, nato grazie al sostegno della Provincia di Milano e alla curatela di Gabi Scardi. Un programma di eventi che ha coinvolto l’arte come una risorsa utile al territorio non solo dal punto di vista culturale, ma anche da quello sociale ed economico. Quest’anno InContemporanea ha voluto darsi un titolo propositivo. Denotando da un lato la massima disponibilità da parte delle associazioni partecipanti all’incontro col pubblico, dall’altro il carattere assertivo di un progetto in continuo essere e divenire.
“InContemporanea”, racconta Gabi Scardi, “è un grande progetto che comprende, al proprio interno, iniziative interamente legate alla città, ai suoi luoghi, al tessuto urbano e al territorio, arrivando così a toccare anche gli spazi rappresentativi della Triennale di Milano. InContemporanea è stato creato per essere parte di un tessuto connettivo culturale che evolve per fasi, ma che resta sempre in cambiamento. Addirittura, si potrebbe definire questa manifestazione come un meta-progetto, uno sviluppo di collaborazioni che nascono in rete, secondo una strategia di scambi creata per e con il sostegno della Provincia di Milano”.
Un evento che ha molte sfaccettature e che si è posto compiti e obiettivi importanti: supportare la diffusione artistica, favorire l’accesso del pubblico alle sedi meno conosciute, rendere note le sensibilità contemporanee, avvicinare le conoscenze di base di fondamenti artistici sperimentali e lavorare realizzando cicli d’incontri con associazioni e insegnanti. Il pubblico di InContemporanea, infatti, è sempre molto, e molto eterogeneo. Durante i tre giorni, alla Triennale si sono riuniti i progetti delle dodici associazioni non profit facenti parte della rete, che si occupano di arte e di sperimentazione nel campo della cultura visiva contemporanea, sul territorio milanese e non.
“Come curatrice ho preferito tenermi in disparte”, ribadisce Scardi, “parlando in merito alla selezione degli artisti. Ogni associazione ha compiuto la propria scelta, a prescindere da vincoli imposti a priori per la progettazione delle opere; progetti che, infine, avrebbero dovuto essere il nucleo connotante degli eventi promossi da InContemporanea. Le associazioni, nonostante il lavoro di rete svolto in sincronia e lo stanziamento di un budget comune, hanno mantenuto la loro individualità, scegliendo non solo gli artisti che ritenevano più rappresentativi, ma fungendo anche da piattaforme operative che coordinassero le proprie produzioni artistiche (come, per esempio, la realizzazione annuale di Care/of). Ogni associazione ha svolto il ruolo di fulcro coordinativo di ciascun progetto, mentre a me”, prosegue Gabi Scardi, “in qualità di curatrice, è spettato il compito di armonizzare le differenze tra le diverse sedi, senza creare interferenze fra i parametri operativi. Infine, abbiamo fatto confluire le nostre sessioni critiche in una sorta di Reporting System, per mettere in condivisione ulteriori punti di forza”.
Alcuni esempi di progetti esposti: il Chinatown Temporary Art Museum di freeUndo e Steve Piccolo, realizzato insieme ad artisti e creativi che vivono nel quartiere cinese di Milano, che ha sviluppato un coinvolgente programma di azioni e interventi nella zona, con la complicità dei giovani cinesi di alcune associazioni. Careof, invece, continua la mappatura di Milano con Ritratti. Percorsi video a Milano #3, proponendo quest’anno Meris Angioletti, che scandaglia i sotterranei storici e contemporanei del capoluogo.
E per il futuro, che ne sarà di InContemporanea? “Lavorare in completa sinergia è servito a creare momenti, legami e consuetudini che ci hanno aiutato a trovare strumenti e codici comuni per creare un linguaggio preciso”, dichiara la curatrice. “La rete ha agevolato scambi di notizie, di opere e contenuti che hanno creato una squadra forte. E anche qualora queste relazioni non fossero più patrocinate dall’assessore Benelli, mi auguro vengano sempre sostenute dalla Provincia, nonostante i possibili avvicendamenti politici in dirittura di elezioni. InContemporanea è ormai diventato un universo ricco, interessante, un terreno importante che non solo riceve fondi pubblici, ma che coinvolge anche aziende che supportano le singole associazioni, costituendo una sorta di società che lavora dall’interno della realtà culturale milanese”.
Staremo a vedere dopo le elezioni. Augurandoci che la miopia non prenda il sopravvento.
“InContemporanea”, racconta Gabi Scardi, “è un grande progetto che comprende, al proprio interno, iniziative interamente legate alla città, ai suoi luoghi, al tessuto urbano e al territorio, arrivando così a toccare anche gli spazi rappresentativi della Triennale di Milano. InContemporanea è stato creato per essere parte di un tessuto connettivo culturale che evolve per fasi, ma che resta sempre in cambiamento. Addirittura, si potrebbe definire questa manifestazione come un meta-progetto, uno sviluppo di collaborazioni che nascono in rete, secondo una strategia di scambi creata per e con il sostegno della Provincia di Milano”.
Un evento che ha molte sfaccettature e che si è posto compiti e obiettivi importanti: supportare la diffusione artistica, favorire l’accesso del pubblico alle sedi meno conosciute, rendere note le sensibilità contemporanee, avvicinare le conoscenze di base di fondamenti artistici sperimentali e lavorare realizzando cicli d’incontri con associazioni e insegnanti. Il pubblico di InContemporanea, infatti, è sempre molto, e molto eterogeneo. Durante i tre giorni, alla Triennale si sono riuniti i progetti delle dodici associazioni non profit facenti parte della rete, che si occupano di arte e di sperimentazione nel campo della cultura visiva contemporanea, sul territorio milanese e non.
“Come curatrice ho preferito tenermi in disparte”, ribadisce Scardi, “parlando in merito alla selezione degli artisti. Ogni associazione ha compiuto la propria scelta, a prescindere da vincoli imposti a priori per la progettazione delle opere; progetti che, infine, avrebbero dovuto essere il nucleo connotante degli eventi promossi da InContemporanea. Le associazioni, nonostante il lavoro di rete svolto in sincronia e lo stanziamento di un budget comune, hanno mantenuto la loro individualità, scegliendo non solo gli artisti che ritenevano più rappresentativi, ma fungendo anche da piattaforme operative che coordinassero le proprie produzioni artistiche (come, per esempio, la realizzazione annuale di Care/of). Ogni associazione ha svolto il ruolo di fulcro coordinativo di ciascun progetto, mentre a me”, prosegue Gabi Scardi, “in qualità di curatrice, è spettato il compito di armonizzare le differenze tra le diverse sedi, senza creare interferenze fra i parametri operativi. Infine, abbiamo fatto confluire le nostre sessioni critiche in una sorta di Reporting System, per mettere in condivisione ulteriori punti di forza”.
Alcuni esempi di progetti esposti: il Chinatown Temporary Art Museum di freeUndo e Steve Piccolo, realizzato insieme ad artisti e creativi che vivono nel quartiere cinese di Milano, che ha sviluppato un coinvolgente programma di azioni e interventi nella zona, con la complicità dei giovani cinesi di alcune associazioni. Careof, invece, continua la mappatura di Milano con Ritratti. Percorsi video a Milano #3, proponendo quest’anno Meris Angioletti, che scandaglia i sotterranei storici e contemporanei del capoluogo.
E per il futuro, che ne sarà di InContemporanea? “Lavorare in completa sinergia è servito a creare momenti, legami e consuetudini che ci hanno aiutato a trovare strumenti e codici comuni per creare un linguaggio preciso”, dichiara la curatrice. “La rete ha agevolato scambi di notizie, di opere e contenuti che hanno creato una squadra forte. E anche qualora queste relazioni non fossero più patrocinate dall’assessore Benelli, mi auguro vengano sempre sostenute dalla Provincia, nonostante i possibili avvicendamenti politici in dirittura di elezioni. InContemporanea è ormai diventato un universo ricco, interessante, un terreno importante che non solo riceve fondi pubblici, ma che coinvolge anche aziende che supportano le singole associazioni, costituendo una sorta di società che lavora dall’interno della realtà culturale milanese”.
Staremo a vedere dopo le elezioni. Augurandoci che la miopia non prenda il sopravvento.
articoli correlati
La nascita di InContemporanea
ginevra bria
*foto in alto: un momento dell’Electrical Walk di Christina Kubish
dall’otto al 10 maggio 2009
inContemporanea 2009 – Noi siamo qui
a cura di Gabi Scardi
Triennale
Viale Alemagna, 6 (Parco Sempione) – 20121 Milano
Orario: ore 10.30-20.30
Ingresso libero
Info: tel. +39 02724341; fax +39 0289010693; info@triennale.it; www.incontemporanea.it
[exibart]
Altra manifestazione per autoleggitimarsi con una Gabi Scardi oligarca-sistema della prima ora. Un evento fatto solo per care of e viafarini (GB ci ha lasciato in eredità milovan) che si ostinano a proporre le loro artigiane del contemporaneo: galtarossa (sissi concettuale) e meris angioletti (sensibilità ribollita degli anni ’90). Si divertono solo loro.
molto interessante