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IL MIO MACRO BAROCCO
Progetti e iniziative
Roma è una città che ha molte potenzialità e che da qualche anno si è svegliata rispetto all'architettura contemporanea. Le nuove sale, l'auditorium, le vetrate del ristorante e soprattutto le terrazze: Odile Decq parla del Macro, mentre la nuova ala del museo capitolino, da lei progettata, si sta inaugurando...
di Ginevra Bria
Come conciliare contemporaneità e antichità? Ci parli
dei punti di vista più curiosi e delle difficoltà riscontrati nel progetto del
nuovo Macro.
Non ho nostalgia del passato. Per me il confronto con
l’antichità è il contemporaneo, è la continuità. È la costruzione del futuro
che mi interessa quando si parla di contemporaneo.
Roma è una città d’arte, una città del tempo che fu e
una del tempo che sarà. Cos’è il futuro per una città di questo tipo?
Il futuro di Roma può essere un luogo dove si discute
della contemporaneità, proprio perché è una città prepotentemente storica, è la
città giusta per parlarne. Roma ha una grande potenzialità e per questo deve
inventarsi e rinnovarsi continuamente, evitando così che il passato possa
diventare una catena. Roma è la città dove la storia è dentro il presente e ne
è la continuazione. Grazie ai nuovi edifici di architettura contemporanea, Roma
si è aperta al futuro.
Roma ha un tessuto urbanistico che permette pochi
interventi radicali di architettura. È vero o è falso?
È falso. Penso che sia fondamentale per Roma affrancarsi
dal passato; per lungo tempo la città non si è concessa questa libertà. Negli
anni ’60 l’impianto di piazza Augusto Imperatore ha rappresentato un esempio di
attenzione al contemporaneo; al contrario, negli anni ’70 si è tornati a una
sorta di conservazione diffusa a livello europeo e si è interrotto il processo
di dialogo tra la preesistenza e il contemporaneo. Conservare era la parola
chiave e garanzia di cultura. Oggi le città italiane e in particolare la Capitale
si sono poste l’obiettivo di lavorare sul contemporaneo.
Che cosa “cattura” di Roma il suo progetto? E
cosa le restituisce?
Le piazze e lo spazio pubblico. Lo spazio del museo è la
continuazione dello spazio pubblico della città. Il foyer e la terrazza
rappresentano continuità spaziale tra città e museo, anche grazie a materiali
come il basalto, che è la pietra delle strade di Roma.
Un assaggio dell’intervista non vi sazia? Poco male, è
in distribuzione il n. 66 di Exibart.onpaper, dove le dichiarazioni della
darkitetto proseguono. Insieme alle parole di Luca Massimo Barbero, Pippo
Ciorra, Carlos Basualdo, Roberto Casiraghi, Anna Mattirolo e Margherita
Guccione. Insomma, uno speciale roma coi fiocchi. Exibart.onpaper lo potete
pure sfogliare virtualmente su Exibart.com e soprattutto acquistare in edicola.
Dal 28 maggio.
articoli correlati
Luca
Massimo Barbero quand’era neodirettore del Macro
Didattica
al Macro
Quando
Odile Decq presentava il suo Macro nel 2008
link correlati
www.odbc-paris.com
a cura di ginevra bria e matteo muggianu
[exibart]
qualcuno
sa chi è l’autore
dell’immagine che apre questo articolo?
(il ritratto di donna a toni acidi su fondo nero)
è di joel andrianomearisoa