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fino al 12.XII.2010 Gabriele Basilico Milano, Fondazione Stelline
milano
Istanbul come città mediterranea di grande sviluppo abitativo. Una foresta di cemento adattata alle vie, ai passaggi, alle situazioni. Una flessibilità che invade i vuoti...
010, a ricordare
le date degli incontri, dei viaggi d’incontro con la macchina fotografica in
due campagne realizzate rispettivamente nel 2005 (per la IX Biennale
Internazionale di Istanbul) e nel 2010 (per Istanbul Capitale Europea della
Cultura), pare difficile riconoscere la città che dà il titolo alla mostra, Istanbul.
Onde di cemento seguono lo
sviluppo del terreno mosso, in alcuni casi con indefinite visioni d’acqua nello
sfondo: per i viaggiatori del Mediterraneo sono tante davvero le metropoli
così, metamorfosi disordinate nel tempo, le tracce della storia (qui poche e
sufficientemente anonime) soffocate dalle forme più diverse di piani rialzati e
balconi, tra residui dimenticati di vecchi edifici ancora abitati (con lenzuola
stese, antenne paraboliche) e alti edifici d’incerta, deprimente modernità.
Una scelta precisa, quasi crudele,
nel sottrarre identità, carattere, unicità a una città straordinaria: solo chi
conosce Istanbul riesce forse, a fatica, a ritrovare con l’immaginazione in una
mappa personale di ricordi ed esperienze, anche quanto è nascosto, reso
segreto, invisibile.
Sì, vero: la fotografia – e Gabriele
Basilico (Milano,
1944) è architetto, precisa la sua attenzione ai volumi, agli spazi, ai ritmi
di sviluppo urbano – può anche dire, ricordare, svelando il macro-visibile,
quanto ancora c’è da scoprire, il passato d’antiche costruzioni, l’animata vita
della gente varia di colori, di volti e d’abiti, il magico mare dello stretto,
arrivi e partenze di uomini e merci. Qui viene negato ogni segno di memoria
turistica e di percorsi più colti. Nelle immagini – una trentina, alcune in
bianco e nero – sono poche le persone per le strade, se non forse unicamente in
un attraversamento pedonale, dove solo alcune bandiere e scritte fanno
ipotizzare d’essere in Turchia.
Protagonisti sono i quartieri di
recente costruzione. Alti edifici molto simili tra loro, ancora circondati
dalla terra smossa, quasi privi di strade per arrivarvi. Oppure casette a
schiera. Tutto ancora come ovunque? Neppure le foto dall’alto della città
sconfinata, distesa nella notte, riescono a restituire, a evocare la
personalità fascinosa di una metropoli ricca di differenze, inquieta, di
confine.
Dunque, una denuncia? O solo, in
nitide immagini, il riconoscimento di un destino delle metropoli in espansione
ovunque nel mondo? “Come si fa a catturare la forma di una città?”, si domanda Luca Doninelli
aprendo, nel catalogo della mostra, il suo scritto introduttivo: ci sono gli
aspetti legati alla conformazione geografica e alla storia, allo sviluppo nel
tempo e all’incontro di popoli…
Cosa si potrebbe dire della forma
di Istanbul osservando le precise, rigorose foto di Basilico?
Basilico
e Piranesi
valeria ottolenghi
mostra visitata il 30 settembre
2010
dal 15 settembre al 12 dicembre
2010
Gabriele Basilico – Istanbul
05.010
Fondazione Stelline
Corso Magenta,
61 (zona Magenta-Cadorna) – 20123 Milano
Orario: da
martedì a domenica ore 10-20
Ingresso: intero
€ 4; ridotto € 3
Catalogo Corraini
Info: tel. +39 0245462111; fondazione@stelline.it; www.stelline.it
[exibart]