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Fino al 30.IX.2002 Magnete – artisti stranieri in toscana Santomato di Pistoia, Fattoria di Celle
toscana
La Toscana come un magnete, capace di attrarre artisti da tutte le parti dl mondo; artisti che da lei prendono e a lei danno. L’ultima mostra della rassegna Continuità, la più complessa e intrigante, ma anche l’unica a presentare, quantomeno in catalogo, un serio tentativo di riflessione e indagine…
Le tre esposizioni sull’arte toscana del dopoguerra chiudono, l’ultima, qualcosa di diverso e complementare, apre. Magnete, un titolo altamente evocativo per una rassegna che si muove nell’ambito delle presenze degli artisti stranieri in Toscana, terra, appunto, “magnetica”, capace di catturare e affascinare ancora come poche altre al mondo. Il colpo basso, si direbbe quasi un “non vale”, è l’ambientazione nella magica Fattoria di Celle, che ospita una delle più prestigiose collezioni di arte. Molti degli artisti invitati hanno infatti qui prodotto il loro capolavoro, pensiamo al labirinto di Robert Morris o ai bronzi di Magdalena Abakanowicz, a Dani Caravan, Sol LeWitt, Richard Serra .
Ma a fianco di loro, nelle strutture espositive offerte dalla fattoria, si aprono al visitatore alcune ricche rassegne temporanee, in un continuo interscambio fra chiuso e aperto. La mostra viene così a strutturarsi in quattro sezioni: Magnete, con opere di artisti attivi a vario titolo in Toscana, da Moore ad Arp, Rauschenberg, Karel Appel, Christo, Bill Viola, Vito Acconci, citando a caso, inoltre i progetti di Santiago Calatrava e, udite udite, il tormentone dell’anno, il progetto per la nuova uscita degli Uffizi di Arata Isozaki; la Collezione permanente nel parco; Rinascimento, che ripropone le opere donate dagli artisti italiani e stranieri alla Galleria degli Uffizi dopo la strage dei Georgofili; Fatti e persone, vastissima documentazione sui centri d’arte in Toscana.
La curatrice Angela Vettese non nasconde le difficoltà della materia, proprio per la vastità dell’ambito che si vuole indagare. Si è concepita così una mostra indiziaria, incentrata su due fili conduttori: i luoghi, ovvero i poli di attrazione (Firenze, Pisa, Prato, Siena, ma anche Carrara e Pietrasanta, o centri d’azione più piccoli come Livorno, San Quirico D’Orcia, San Gimignano e, appunto, la Fattoria di Celle) e gli “attratti”, cioè chi in questa terra è venuto e le motivazioni che li hanno mossi. E così emerge la complessità, e la fertilità, di un quadro assolutamente variegato. Vogliamo riportare a proposito la nota conclusiva del saggio in catalogo della Vettese, che sottolineando il “reticolo labirintico” che emerge, nota come si raccolgano in mostra “tipologie artistiche differenti, sorrette da presupposti estetici sovente incompatibili…La mescolanza di questi generi non deve apparire come una mancanza di presa di posizione critica, ma anzi come la consapevolezza che una definizione univoca dell’arte è impossibile… Per qualsiasi tipologia creativa batta il nostro cuore, non ci è consentito considerare le altre fuori corso ”. Parole sante, da scolpire con il mazzuolo sulla fronte di tanti critici.
All’assessore regionale Mariella Zoppi, infine, che in sede di conferenza stampa ha criticato il complesso dell’operazione “Continuità” come un brutto flop , vorremmo chiedere con tutto il cuore, e alla prima occasione lo faremo, chi ne ha dettato le linee guida, incaricando, ad esempio per la mostra di Pistoia, un curatore che ha candidamente riconosciuto di non aver saputo nulla fino a quel momento dell’arte toscana del periodo affidatogli. E poi è proprio sicura, caro Assessore, che 10.000 visitatori per una rassegna come quella di Palazzo Strozzi siano tanto pochi, considerando presupposti ed evoluzioni? Se ne aspettava molti di più? Un’operazione inizialmente strombazzata come il punto sull’arte toscana dal dopoguerra ai giorni nostri, affidata a critici che, giustamente dal loro punto di vista, appunto, da “critici”, rivendicano la parzialità delle loro scelte, con tutti i problemi di “primadonnismo” che affligono la categoria, senza un raccordo e un momento di riflessione congiunta (o quantomeno, se c’è stato, non si è proprio visto); di una seria disanima storica complessiva nessuna traccia, di una metodologia comune men che meno, ma il metodo, si sa, è merce ben rara per questi lidi. Il momento “scientifico” affidato principalmente al regesto, strumento di ambito strettamente specialistico e di circolazione forzatamente ancor più limitata. Unica eccezione il catalogo di Magnete, dove c’è un primo serio tentativo di indagine su un fenomeno complesso come la presenza degli artisti stranieri in Toscana, con un ricca documentazione di Eliana Principi, che l’autrice stessa indica non esaustiva, ma certo fertile punto di partenza per studi a venire. In anni in cui la massificazione di presunti messaggi culturali porta alla costruzione di cosiddetti eventi (con grande responsabilità e inadeguatezza dei media), con la stessa tecnica con cui si promuove l’ultima marca di chewing-gum, si poteva sperare di più? Per finire, caro Assessore, non è che magari si raccoglie anche quello che si è seminato?
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Valeria Ronzani
3 giugno – 30 settembre 2002; Fattoria di Celle, Santomato (Pistoia); Ingresso Libero; Visite guidate per gruppi: solo su prenotazione; Festivi chiuso; Per informazioni e prenotazioni: fax 0573-479486 e-mail goricoll@tin.it; Catalogo: Montecatini Terme, Artout – Maschietto, 2002, Euro 34
Fino al 30.IX.2002
Continuità. Magnete.
Presenze artistiche straniere in Toscana nella seconda metà del XX secolo
Santomato di Pistoia (pt), Fattoria di Celle
[exibart]