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14
aprile 2008
fino al 4.V.2008 Buby Durini / Albert Steiner Padova, Civici Museo agli Eremitani / Museo Civico al Santo
venezia
Due modi differenti di intendere la fotografia. Le performance, le azioni e gli incontri di Joseph Beuys immortalati dagli scatti dell’amico Buby Durini. Mentre il paesaggio montano è al centro dell’attenzione del fotografo svizzero Albert Steiner. All’interno dell’ampia rassegna padovana...
La mostra Buby Durini for Joseph Beuys possiede almeno una duplice valenza. In primo luogo si configura come un’occasione per approfondire la conoscenza di Joseph Beuys, l’artista che più significativamente ha legato la sua opera a tematiche ambientali e antropologiche. L’altro aspetto è il suo rapporto con Buby Durini (Merano, 1924 – Praslin, 1994), per cui la mostra diviene anche la testimonianza di un’amicizia e di una collaborazione che non è mai stata mera pratica professionale.
Lo sguardo del fotografo non è quello di un semplice spettatore, piuttosto è un punto di vista che instaura un dialogo attivo nei confronti dell’esperienza beuysiana. “Abbiamo il dovere di mostrare ciò che siamo stati capaci di fare nella nostra vita”, recita una delle citazioni di Beuys che accompagnano le opere. È quindi anche attraverso le immagini fotografiche che all’effimera attività dell’artista è permesso di conservarsi, prolungandone la durata oltre la temporalità definita dell’evento o della performance.
Ripercorrendo gli ultimi quindici anni del suo lavoro, le fotografie Tram Stop (1976), Il Clavicembalo (1978), Fondazione per la Rinascita dell’Agricoltura (1978) si affiancano a opere come Guggenheim Museum. Composta da due tele, vi è riportata una selezione delle immagini scattate in occasione della prima retrospettiva americana dedicata a Beuys. Nei momenti dell’inaugurazione, dell’installazione delle opere, degli incontri (tra cui quello con Andy Warhol) vengono espressi concetti cari all’artista. Il lavoro per l’operazione Grassello (1978-79) comprende, oltre alle fotografie, anche una scultura di Beuys esposta al centro della sala. Il progetto Difesa della Natura, che impegnò l’artista nei suoi ultimi anni di vita, è corredato da un centinaio di fotografie in bianco e nero e a colori.
Spostandosi al Museo Civico del Santo, il protagonista diviene il paesaggio montano dell’Engadina, nell’esposizione dedicata al fotografo svizzero Albert Steiner (Frutigen, 1877-1965). Lungo le pareti delle sale, un’ottantina di scatti in bianco e nero scorrono alternando ampie vedute paesaggistiche a piani più stretti. Se grandiosità e poetica delle piccole cose riescono sempre a esprimere intimità e suggestione, la cifra stilistica tende invece a mutare nel tempo.
L’ispirazione più propriamente pittorialista è riscontrabile nelle opere degli inizi, come Rifugio sullo Schafberg, dove morì Segantini (1927 o ante), che è anche un omaggio al pittore divisionista italiano. In altri casi si denota una maggiore attenzione formale, con i chiaroscuri, le geometrie di laghi, alberi e rocce che assumono un ruolo fondamentale nella composizione. Si riscontra quindi un avvicinamento al neoplasticismo della straight photography, tanto che un’opera come Grande fungo su un tronco ricorda i famosi still life vegetali di Edward Weston.
Nelle opere traspare inoltre una sensibilità affine al romanticismo di Caspar David Friedrich. Delineando un paesaggio giustamente definito “sublime”, in un intreccio fra ricerca stilistica e spiritualità di una natura incontaminata.
Lo sguardo del fotografo non è quello di un semplice spettatore, piuttosto è un punto di vista che instaura un dialogo attivo nei confronti dell’esperienza beuysiana. “Abbiamo il dovere di mostrare ciò che siamo stati capaci di fare nella nostra vita”, recita una delle citazioni di Beuys che accompagnano le opere. È quindi anche attraverso le immagini fotografiche che all’effimera attività dell’artista è permesso di conservarsi, prolungandone la durata oltre la temporalità definita dell’evento o della performance.
Ripercorrendo gli ultimi quindici anni del suo lavoro, le fotografie Tram Stop (1976), Il Clavicembalo (1978), Fondazione per la Rinascita dell’Agricoltura (1978) si affiancano a opere come Guggenheim Museum. Composta da due tele, vi è riportata una selezione delle immagini scattate in occasione della prima retrospettiva americana dedicata a Beuys. Nei momenti dell’inaugurazione, dell’installazione delle opere, degli incontri (tra cui quello con Andy Warhol) vengono espressi concetti cari all’artista. Il lavoro per l’operazione Grassello (1978-79) comprende, oltre alle fotografie, anche una scultura di Beuys esposta al centro della sala. Il progetto Difesa della Natura, che impegnò l’artista nei suoi ultimi anni di vita, è corredato da un centinaio di fotografie in bianco e nero e a colori.
Spostandosi al Museo Civico del Santo, il protagonista diviene il paesaggio montano dell’Engadina, nell’esposizione dedicata al fotografo svizzero Albert Steiner (Frutigen, 1877-1965). Lungo le pareti delle sale, un’ottantina di scatti in bianco e nero scorrono alternando ampie vedute paesaggistiche a piani più stretti. Se grandiosità e poetica delle piccole cose riescono sempre a esprimere intimità e suggestione, la cifra stilistica tende invece a mutare nel tempo.
L’ispirazione più propriamente pittorialista è riscontrabile nelle opere degli inizi, come Rifugio sullo Schafberg, dove morì Segantini (1927 o ante), che è anche un omaggio al pittore divisionista italiano. In altri casi si denota una maggiore attenzione formale, con i chiaroscuri, le geometrie di laghi, alberi e rocce che assumono un ruolo fondamentale nella composizione. Si riscontra quindi un avvicinamento al neoplasticismo della straight photography, tanto che un’opera come Grande fungo su un tronco ricorda i famosi still life vegetali di Edward Weston.
Nelle opere traspare inoltre una sensibilità affine al romanticismo di Caspar David Friedrich. Delineando un paesaggio giustamente definito “sublime”, in un intreccio fra ricerca stilistica e spiritualità di una natura incontaminata.
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Piazza del Santo, 12 – 35123 Padova
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Ingresso: intero € 4; ridotto € 2
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Info: tel. +39 0498204518; fax +39 0498204532; cnf@comune.padova.it; cnf.padovanet.it
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