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Un viaggio a ritroso nel tempo ci porta al 1967 presso l’expo universale e internazionale di Montréal, dove Emilio Vedova (1919-2006) e Alexander Calder (1898-1976) esponevano due opere che si ritagliavano uno spazio particolare nei corrispettivi percorsi artistici. Nell’anno dell’expo di Milano, la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova ha dedicato ai due artisti una mostra di approfondimento storico, suddivisa rispettivamente presso il Magazzino del Sale e lo Spazio Vedova.
Ispirata al libro del 1939 di Antoine de Saint-Exupéry e intitolata “Terre des Hommes/Man and his world”, l’expo di Montréal era l’occasione ideale in cui presentare opere che andassero oltre la produzione artistica consueta, che fossero caratterizzate dalla personale istanza poetica quanto dall’esigenza di sperimentazione tecnica per immergersi in un contesto fortemente caratterizzato dalla partecipazione di un pubblico di massa.
Spettacolarità ed espansione ambientale caratterizzavano l’installazione Percorso/Plurimo/Luce di Vedova, che si estendeva nello spazio grande ed irregolare del raccordo centrale del padiglione italiano. Vedova affidava a quattordici proiettori, caricati ognuno con 8 lastrine di vetro colorato, l’incarico di creare un ininterrotto flusso luminoso di forme geometriche irregolari, colorate e in perpetua trasformazione. L’opera s’inseriva in un complesso processo di dissoluzione delle forme iniziato dall’artista negli anni Quaranta, di cui faceva parte anche l’esperienza di Intolleranza 1960 di Luigi Nono, per cui realizzò i costumi e una scenografia composta da collage di pittura proiettata tramite diapositive dipinte. Assieme alla ricostruzione in proporzioni ridotte di Percorso/Plurimo/Luce sono presenti in mostra alcune delle piastrine originali prodotte in vetro colorato con la collaborazione delle Fornaci Venini di Murano e Pittura-Luce per Montréal, il primo film a colori della RAI realizzato per l’evento. Il brano di musica elettronica Parete 1967 di Marino Zucchi accompagna, come allora, la presentazione dell’installazione, cui seguono nella stanza accanto alcuni dipinti della serie De America ’76, montati sull’impianto di stoccaggio presente nel Magazzino del Sale, secondo il principio della mostra dinamica.
Rispondendo alla commissione della International Nickel Company of Canada (INCO), Calder realizzava Three disques/man, una scultura in acciaio alta 20 e larga 29 metri, collocata all’ingresso dell’Expo nella Place de l’International Nickel. Uno stabiles (secondo la denominazione individuata da Jean Arp) di grandi dimensioni che l’artista volle lasciare naturale, evitando di ricorrere alla tipica verniciatura, e che fu immortalato da Ugo Mulas in una serie di scatti, alcuni dei quali esposti. L’insieme delle maquette di Trois disques e Trois pics e delle altre sculture di dimensioni ridotte, come Six planes escarpé e Four planes escarpé, mostrano le varie fasi di progettazione necessarie per la realizzazione dei grandi lavori di Calder, confrontandosi con Le poisson de huit heures, unico esempio di mobile (definizione coniata invece da Marcel Duchamp) in mostra.
Il legame con la musica contemporanea e la sperimentazione sarà celebrato a partire dal 21 ottobre quando il Magazzino del Sale ospiterà la prima delle quattro serate di Vedova e l’avanguardia musicale, con l’esecuzione in prima assoluta del quartetto GEST di Wolfgang Rihm (Leone d’oro nel 2010) dedicato al pittore veneziano.
Alessandra Franetovich
Dal 06 maggio al 18 ottobre 2015
Frammenti Expo ’67 Alexander Calder e Emilio Vedova
Fondazione Emilio e Annabianca Vedova
Magazzini del Sale
Zattere, Dorsoduro 266
30123 Venezia
Orari: dal mercoledì al lunedì dalle 10:30 alle 18:00