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fino al 31.V.2005 XIV Quadriennale d’Arte di Roma Roma, Gnam
roma
Centododici artisti che interpretano liberamente il “Fuori tema” o dichiarano il proprio omaggio all’Italia: la XIV Quadriennale è anche uno sguardo al passato, ai grandi protagonisti delle prime edizioni. Ma quanti lavori manifestano linguaggi veramente nuovi? Quali sono i messaggi? E alla fine la vera sorpresa è un grande veterano, Luigi Ontani…
Dal 1931, data della Prima Quadriennale –istituita nel 1927 col fine di promuovere l’arte contemporanea italiana– sono passati 74 anni. Grandi artisti parteciparono a quella prima edizione (da Balla a Thayath, da Carrà a Soffici, Wildt, Morandi, Casorati, Arturo Martini, Scipione…), il successo fu storico, i visitatori arrivarono a 200mila. Ed oggi sono queste opere a comporre la sezione Retrospettive della XIV edizione, ad esse si aggiungono anche i lavori di artisti altrettanto innovativi (Severini, Turcato, Prampolini, Afro, Mafai, Cagli, Leoncillo, Dorazio, Consagra, Emilio Greco) direttamente dalla Quadriennale numero cinque… Questo per quanto riguarda il passato.
Conclusa la sezione Retrospettive si passa, o si dovrebbe passare, al presente. Va intanto segnalato che questa rassegna rappresenta l’appuntamento conclusivo dell’Anteprima di Napoli (Palazzo Reale, 2003) e di Torino (Promotrice delle Belle Arti, 2004). La sede espositiva è la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma dove, nelle altre due sezioni (Fuori tema e Italian Feeling), si registrano un totale di centododici presenze. Ma quanti di questi lavori manifestano linguaggi veramente nuovi? Quali i messaggi? Dove rintracciare lo spirito autentico della Quadriennale, ovvero della mostra-palestra che dovrebbe forgiare i migliori talenti nostrani per lanciarli in direzione della Biennale ed alle altre rassegne mondiali?
Nel grande marasma di retorica e di già visto, non sono molte le opere che colpiscono. Il piombo di Anselm Kiefer (di cui la GNAM possiede anche la monumentale Sternenfall) o il coloratissimo viaggio pittorico di Franz Ackermann. Entrambi gli artisti, insieme a Noland, Duff, Fischl, Fonseca, la Goldin, Nashimoto, Martin, Oursler e Rehberger espongono nella sezione Italian Feeling, omaggio dell’Italia agli artisti stranieri “innamorati dell’Italia” e viceversa.
Nell’ambito di Fuori tema, volendo individuare un filo rosso, sono molti i lavori riconducibili all’ambito del quotidiano. Per Elizabeth Holzel è l’immagine fotografica di due tazzine da caffè abbinate ad un lungo tessuto, che due mani munite di forbici si apprestano a tagliare; Massimo Giannoni, invece, in un raptus di horror vacui dipinge l’interno di una libreria usando l’olio in tutta la sua corposità materica. Yumi Karasumuru traccia sulla tela, con un effetto al confine tra serigrafia e cartoon, un gruppo di ragazze giapponesi a passeggio per le vie di Tokyo. Maria Lai mette le sue parole cucite all’interno di Pietre quotidiane, scatole di legno dove è presente anche la natura: i sassi sfondano il limite della scatola per trovare posto anche sul pavimento della sala.
Il quotidiano è anche la visione critica e intricata di Maurizio Cannavacciuolo, dove il fondo bianco della tela è fitto di segni/disegni neri spruzzati di macchie rosse, l’assemblaggio un po’ optical di Alberto Biasi e la copertina strappata di Vanity Fair dove Mimmo Rotella colloca il volto di Penelope Cruz.
E nel pieno del caos dell’inaugurazione capita che l’attenzione venga catturata non dai lavori in mostra ma da una performance involontaria. C’è un uomo con un completo color ciclamino. I capelli raccolti dietro la nuca in un piccolissimo codino. E’ Luigi Ontani posizionato davanti all’opera centrale del trittico a grandezza quasi naturale –Mascherata mirata– in cui si auto rappresenta. Qualcuno chiede al maestro se è uscito fuori dall’opera. “Entro ed esco”, dice lui. Ognuno di noi ha in sé tanti frammenti, tante sfaccettature che si ricompongono e si sfaldano. Ontani riesce a rappresentare questi diversi volti di sé nelle tre stampe –verde, rosso e blu- fotografiche lenticolari, tecnica si facevano santini o figurine. Elegantissimo narcisismo e sospiro di sollievo nel percorso espositivo di questa Quadriennale.
La direzione di Gino Agnese ha dimostrato notevole verve intellettuale e voglia di fare. I risultati migliori sono arrivati tuttavia più dalle iniziative collaterali (editoria, convegni, incontri, archivi) che dalle esposizioni vere e proprie. La mostra della Quadriennale deve essere uno dei maggiori eventi europei e mondiali, deve determinare i flussi turistici, deve catturare pubblico dall’estero. Come la Biennale. E i presupposti ci sono affinché, dopo questa edizione di rodaggio, Agnese ed il suo staff riescano a far quadrare il cerchio nel 2009.
manuela de leonardis
mostra visitata l’8 marzo 2005
XIV Quadriennale d’Arte di Roma
Roma, GNAM
Viale delle Belle Arti, 131
Accesso disabili da Via Gramsci, 73
da martedì a domenica ore 8.30-19.30, chiuso lunedì
biglietto € 8,00 (intero) – € 6,50 (ridotto)
per informazioni tel. 06 9774531
e-mail info@quadriennalediroma.org
catalogo Electa
Fuori Tema/ItalianFeeling € 30,00 (in mostra) – € 35,00 (in libreria)
Retrospettive € 30,00 (in mostra) – € 35,00 (in libreria)
www.quadriennalediroma.org
[exibart]
Di recente ho visitato la gnam e sono rimasto deluso per l’assenza di nomi importanti del panorama artistico nazionale dei primi del 900 e del primo e secondo dopoguerra tant’è che ho lasciato un biglietto alla direzione. Inoltre dai nomi dei partecipanti alla quadriennale, letti su giornali di settore, ho rilevato l’assenza di artisti in vita di fama internazionale.
Soggiungo che non ritengo opportuno indicare i nomi degli assenti, presenti in molti musei di tutto il mondo e molto ricercati dai mercanti d’arte , case d’ste e collezionisti poichè potrebbe creargli un qualche nocumento che invece assolutamente non meritano.
saluti