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Ogni giorno ci muoviamo veloci e scaltri tra le vie della nostra città, accompagnati costantemente da rumori e chiasso. Il paesaggio a cui siamo abituati è quello urbano, costituito da edifici, costruzioni che si annodano in un gomitolo di strade. Il tessuto urbano appare fitto e caotico per chi vive nella frenesia quotidiana, con il cittadino avvolto dalle sue strette trame. Matteo Nasini, artista romano e musicista di formazione, ha invece realizzato un micro-cosmo di fuga all’interno degli spazi di Operativa Arte Contemporanea.
“Il Giardino Perduto” è fatto di vuoti: è lo spazio determinato dalle sculture che costellano la galleria. Si naviga in modo fluido tra le forme essenziali di sculture rivestite di lana, con anima di legno e ferro. I materiali scelti dall’artista non sono casuali: il tessuto rimanda alla dimensione tattile, il legno e il ferro invece ai primi materiali della civiltà .
Sono forme astratte che ricordano le sembianze dei fusti di colonne classiche striate senza condividere con esse alcun aspetto strutturale. Non supportano alcun peso e non definiscono alcuno spazio, se non quello creatosi dal vuoto intorno a loro. L’artista ci immerge in un enviroment, più vicino al concetto di ambiente che di spazialità. La loro disposizione può apparire simile alle Two Columns di Robert Morris, un artista con cui Matteo Nasini si è confrontato anche nell’ultima mostra a Palazzo Fortuny a Venezia.
Matteo Nasini, Il Giardino Perduto, 2017, installation view presso Operativa Arte Contemporanea, Roma Courtesy: l’artista e Operativa Arte Contemporanea, Roma
Nel piano sottostante è la dimensione onirica a prendere sostanza. La musica di sottofondo invita gli spettatori a stendersi sui materassi disposti ai lati delle pareti, rivestiti dalle coperte realizzate in una delle sue “performance-sleep”. La melodia che accompagna l’esperienza è stata composta automaticamente e involontariamente dalle onde celebrali di una mente addormentata.
Il flusso silenzioso di una mente in riposo prende forma nelle sculture in porcellana come “ritratti del sogno”. Il Dream Portrait è la modellazione delle onde celebrali divenute sculture dalle affascinanti sinuosità grazie all’utilizzo della tecnologia di stampa a tre dimensioni. Matteo Nasini alterna così alla pratica manuale dei filati policromi delle colonne, l’uso delle più avanzate tecnologie, che scolpiscono il sogno.
“Il Giardino perduto” è allora un ritrovare in un percorso sensoriale le forme del nostro inconscio. La nostra mente dormiente produce forme semplici e l’artista ci invita a viverle e a confrontarci con esse.
Un viaggio nel proprio Io più remoto, in una dimensione da cui troppo spesso ci dissociamo presi dal rumore intorno a noi.
Sara Esposito
Mostra visitata il 6 dicembre 2017
Dal 7 dicembre 2017 al 17 febbraio 2018
Matteo Nasini Il Giardino Perduto
Operativa Arte Contemporanea, Roma
Via del Consolato, 10 – 00186, Roma
Orari: da mercoledì a sabato ore 16-19
www.operativa-arte.com | info@operativa-arte.com