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25
giugno 2010
fino al 10.VII.2010 Angelo Castucci Napoli, PrimoPiano
napoli
Può l’uomo relazionarsi coi luoghi preoccupandosi solo di collezionare immagini? Mappe e installazioni fotografiche invitano il turista/fruitore a riprendere coscienza dei propri sensi...
La
formazione tettonica di Angelo Castucci (Torino, 1980; vive a Napoli e Roma), architetto
che compie i suoi studi universitari a Napoli, è lucidamente riconoscibile nel
progetto Back to Rome. Tra le foto esposte, gasometri dalla solennità monumentale e scorci
viari ritratti secondo sapienti equilibrismi geometrici.
Della
sensibilità da architetto di Castucci, però, quello che più colpisce è il
particolare interesse che nutre per la convenzione che c’è tra la mappa
cartografica e la fotografia: attraverso l’analisi di vedute
aerofotogrammetriche, l’autore specula sul tema della fruizione mediata dello
spazio, componendo installazioni fotografiche in cui didascaliche vedute di una
Roma extraurbana, quella che si incrocia percorrendo dall’esterno il grande
raccordo anulare e che resta sconosciuta ai turisti, sono rapportate
dialetticamente con stampe di cartografie toponomastiche.
“Sono
partito dalla carta”,
dice Castucci. Una visione anulare e periferica di Roma, elaborata percorrendo
tutti i 72 km del raccordo. Dunque, composizioni in cui immagini che
provocatoriamente propongono una via alternativa al percorso turistico imposto
dall’omologazione mercificante sono relazionate con i pertinenti riferimenti
cartografici. Ne risultano una serie di dittici che Massimo Pastore, responsabile
dello spazio espositivo, descrive come “foto-tracce”.
Celata in
un magico box di legno, invece, è un’altra serie di foto dal gusto empatico,
segnata da cromie geometriche proprie della scuola di Franco Fontana. Le fotografie, aventi per
soggetto eleganti scenari urbani di una Roma ancora una volta poco nota alla
transumanza turistica, sono visibili dalla scatola attraverso peculiari lenti,
e la loro percezione è accompagnata da un contributo audio realizzato da Domenico
De Rosa,
ascoltabile mediante apposite cuffie.
Un
catartico involucro che invita a un percorso turistico-percettivo intimo e alterativo.
L’installazione, difatti, può essere fruita da una persona per volta e, sullo
stampo degli intervalli Rai che negli anni ‘60 propinavano immagini di paesini
ancora poco noti, mostra accattivanti immagini di una Roma alternativa.
Ma in
mostra sono anche una serie di souvenir dell’“altra” Roma, materiale che insieme va a fare
da cornice a una performance studiata per il vernissage, durante il quale
alcuni attori hanno ricreato la situazione casalinga in cui, di ritorno da un
viaggio, i proprietari raccontano con ansia di prestazione il luogo visitato
agli amici (in questo caso ai visitatori della mostra).
Back to
Rome suggerisce
nuovi punti di vista sull’attraversamento delle “città d’arte” e invita,
mediante una prassi interattiva, a una riscoperta dei sensi percettivi. Un
invito a bypassare il lobotomizzante sistema turistico d’oggi, incentrato
sull’atto di scattare acriticamente foto per il mero gusto di collezionare
iconografie, fino al punto da non riuscire a vivere il luogo in maniera
diretta. Col dovuto trasporto emozionale.
formazione tettonica di Angelo Castucci (Torino, 1980; vive a Napoli e Roma), architetto
che compie i suoi studi universitari a Napoli, è lucidamente riconoscibile nel
progetto Back to Rome. Tra le foto esposte, gasometri dalla solennità monumentale e scorci
viari ritratti secondo sapienti equilibrismi geometrici.
Della
sensibilità da architetto di Castucci, però, quello che più colpisce è il
particolare interesse che nutre per la convenzione che c’è tra la mappa
cartografica e la fotografia: attraverso l’analisi di vedute
aerofotogrammetriche, l’autore specula sul tema della fruizione mediata dello
spazio, componendo installazioni fotografiche in cui didascaliche vedute di una
Roma extraurbana, quella che si incrocia percorrendo dall’esterno il grande
raccordo anulare e che resta sconosciuta ai turisti, sono rapportate
dialetticamente con stampe di cartografie toponomastiche.
“Sono
partito dalla carta”,
dice Castucci. Una visione anulare e periferica di Roma, elaborata percorrendo
tutti i 72 km del raccordo. Dunque, composizioni in cui immagini che
provocatoriamente propongono una via alternativa al percorso turistico imposto
dall’omologazione mercificante sono relazionate con i pertinenti riferimenti
cartografici. Ne risultano una serie di dittici che Massimo Pastore, responsabile
dello spazio espositivo, descrive come “foto-tracce”.
Celata in
un magico box di legno, invece, è un’altra serie di foto dal gusto empatico,
segnata da cromie geometriche proprie della scuola di Franco Fontana. Le fotografie, aventi per
soggetto eleganti scenari urbani di una Roma ancora una volta poco nota alla
transumanza turistica, sono visibili dalla scatola attraverso peculiari lenti,
e la loro percezione è accompagnata da un contributo audio realizzato da Domenico
De Rosa,
ascoltabile mediante apposite cuffie.
Un
catartico involucro che invita a un percorso turistico-percettivo intimo e alterativo.
L’installazione, difatti, può essere fruita da una persona per volta e, sullo
stampo degli intervalli Rai che negli anni ‘60 propinavano immagini di paesini
ancora poco noti, mostra accattivanti immagini di una Roma alternativa.
Ma in
mostra sono anche una serie di souvenir dell’“altra” Roma, materiale che insieme va a fare
da cornice a una performance studiata per il vernissage, durante il quale
alcuni attori hanno ricreato la situazione casalinga in cui, di ritorno da un
viaggio, i proprietari raccontano con ansia di prestazione il luogo visitato
agli amici (in questo caso ai visitatori della mostra).
Back to
Rome suggerisce
nuovi punti di vista sull’attraversamento delle “città d’arte” e invita,
mediante una prassi interattiva, a una riscoperta dei sensi percettivi. Un
invito a bypassare il lobotomizzante sistema turistico d’oggi, incentrato
sull’atto di scattare acriticamente foto per il mero gusto di collezionare
iconografie, fino al punto da non riuscire a vivere il luogo in maniera
diretta. Col dovuto trasporto emozionale.
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mostra visitata il 5
giugno 2010
dal 5 giugno 2010 al 10 luglio
2010
Angelo Castucci – Back to Rome
a cura di Viviana Checchia
Primopiano Homephotogallery
Via Foria, 118
– 80137 Napoli
Orario: da
martedì a venerdì ore 16-20; sabato e domenica su appuntamento
Ingresso
libero
Catalogo disponibile
Info: tel +39 08119560649; primopianonapoli@gmail.com; www.primopianonapoli.it
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