26 novembre 2002

fino al 2.I.2003 Franco Pinna – Mammojada 1960 Cagliari, Centro Comunale d’arte Il Ghetto

 
Campanacci e atmosfere barbaricine sfilano a Cagliari, prima per le strade poi nelle fotografie di Franco Pinna. Che raccontano il mistero dei mamuthones in una mostra organizzata dall’Archivio Pinna di Roma, iniziata con una festa...

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Passo severo, pesante e cadenzato, i campanacci suonano all’unisono: è la discesa, è la danza dei Mamuthones. Loro avanzano minacciosi tra la gente incuriosita e i bambini terrorizzati, hanno i volti coperti da maschere deformi, attraverso le quali si intravedono occhi vivi e neri. La sagoma è quella umana sì, ma bestiale e primitiva. E’ un’invasione aliena? No, è una festa! I Mamuthones attraversano le vie di Castello, non per accontentare il pubblicitario della campagna Tiscali, bensì per celebrare l’inaugurazione della mostra fotografica di Franco Pinna.
Si tratta di un reportage degli anni sessanta, realizzato a Mammoiada e costituito da 25 immagini che hanno come protagonisti proprio le maschere Franco Pinna tradizionali mamoiadine. Questo nucleo fa parte dello straordinario lavoro che vide la luce nel 1961 con il fotolibro “Sardegna una civiltà di pietra ” e che ora, per la prima volta, vede un allestimento nell’isola.
Di quel rito apotropaico, nessuno è in grado di dare spiegazioni precise: forse ha origini nuragiche, forse è la rappresentazione del bene e del male, tutto è in forse. Di sicuro sappiamo che ogni anno la discesa deve essere rinnovata, e che i Mamuthones e gli Issohadores devono attraversare le strade di Mammoiada ripetendo gesti e movimenti uguali da sempre. Gli amanti delle tradizioni popolari, semplici appassionati o curiosi qualunque, giungono da tutte le parti del mondo per assistere al carnevale mamoiadino, un carnevale che inizia il 17 gennaio – festa di S. Antonio – per replicare altre quattro volte nell’arco di un anno.
Franco Pinna “il fotografo di Fellini ” non si è fatto mancare l’incredibile esperienza dei Mamuthones. Lui, sardo di nascita, ha voluto documentare su pellicola momenti e situazioni del bizzarro carnevale triste. Un’esperienza che volle intraprendere da solo, come ricorda l’antropologo Franco Cagnetta, in seguito alla spedizione lucana che vide Pinna al fianco di De Martino.
Le fotografie in bianco e nero presenti al Ghetto di Cagliari sono serene, raccontano la gente e l’atmosfera, le bambine vestite a festa, i campanacci, la mastruca e ancora gli attori alle prese con i costumi, oppure in posa sui muretti a seccoFranco Pinna intenti ad agitare il lazzo. Pinna non mette in evidenza la coralità scenografica della processione, quanto i suoi protagonisti, attori o comparse che siano, non rinunciando ad inediti formalismi come per esempio l’astratta composizione dei campanacci.
Il Maestro Pinna è un fotogiornalista in giro per il mondo, grandi settimanali quali Life, Stern, Vogue, Epoca, Espresso, e Panorama pubblicarono le sue immagini, ma lui viene ricordato soprattutto come fotografo di scena di Federico Fellini , del quale fu grande amico. Il Museo delle maschere del Mediterraneo e il Comune di Cagliari, lo ricordano con questa mostra. Anche Potenza, in contemporanea, lo celebra con un’ampia retrospettiva dal titolo Con gli occhi della memoria. La Lucania nelle fotografie di Franco Pinna fino al 31 gennaio.

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Franco Pinna – Mamuthones 1960, fino al 2 Gennaio 2003, Cagliari, Centro culturale d’Arte Il Ghetto (Ex Caserma S. Carlo), Via Santa Croce 18, dal martedì alla domenica, orario: 10.30/13.00 – 18.00/22.00, ingresso intero € 4.00 ridotto € 2.60
comprensivo della visita al Museo delle Torri e dei Castelli di Sardegna, telefono 070 6402115, e-mail ghetto.im@libero.it


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