22 dicembre 2017

Fino al 5.I.2018 Ciredez, Residui Varsi, Roma

 

di

Salvo rare eccezioni, potremmo dire che esiste solo un modo per lasciarsi alle spalle il figurativo, dal punto di vista artistico: conoscere la natura a memoria ed avere una formazione classica. Roberto Cireddu, in arte Ciredz (Cagliari, 1981) è nato nella solitaria campagna sarda e si è formato artisticamente nelle storiche aule di scultura dell’Accademia di Belle arti di Bologna, coltivando la passione per la materia naturale e per l’arte povera. Al centro della mostra personale, ospitata nella Galleria Varsi di Roma, il lavoro su un’inaspettata declinazione del concetto di paesaggio. L’elemento naturale è guardato e catturato dall’artista nella sua dimensione di frammento, scarto, elemento marginale. Residui è infatti il nome della mostra, curata da Chiara Pietropaoli, attenta conoscitrice del lavoro dell’artista. Un progetto ispirato al Manifesto del Terzo Paesaggio del paesaggista e scrittore Gilles Clément. “Ciredz nel testo di Clément ritrova il concetto di residui, che l’autore identifica come quegli “spazi indecisi”, non oggetto di una pianificazione e dell’attività dell’uomo, accomunati dall’essere un “rifugio per la diversità” biologica” spiega la curatrice. 
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Ciredz, Residui, vista della mostra, foto blindeyefactory
Questi frammenti, elementi residuali scomposti, grumi di terra e cemento, sembrano trovare un nuovo ordine e aggregazione in una sorta di scrittura geometrica spaziale che l’autore articola sia con il linguaggio della scultura che con la declinazione grafica del disegno a matita e dell’acrilico vinilico. Dalle pareti della galleria sembrano emergere escrescenze di materia che si dispongono come solidi prospettici di erba, terra e cemento, pezzi di memoria dell’artista in cui si ibridano i luoghi di nascita con il vissuto urbano e l’esperienza della pratica street. Oppure si aprono voragini geometriche che conducono al cuore di uno spazio di ricerca astratto e interiore. Il rapporto tra la realtà naturale e quella artificiale, approfondito da Ciredz fin dai tempi della sua formazione, vede al centro i concetti di materia e di segno. La materia è intesa come luogo e lavoro: la terra è “una madre, disposta a sostenere tutto e comunque sempre in grado di riemergere”, mentre il cemento è lo scavo che si prepara per il getto, ricordo del lavoro di muratore del padre. Materia che accoglie, ospita la forma al suo interno, come un ospite desiderato. E poi c’è il segno, che è studio ed esercizio. Lavoro silenzioso e infaticabile che prescinde dal senso e lo produce solo alla fine, in un processo a ritroso. La matita e la vernice vinilica sono gli strumenti che consentono un’operazione pulita e minuziosa, degna di un artigiano o di un chirurgo. Un processo con cui l’artista costruisce quel concetto di spazio mentale, in cui si legano realtà percepita, simbolo e ricordo. Un percorso, quello delle opere esposte in mostra, che appare caratterizzato da una rigorosa coerenza compositiva frutto del lavoro di ricerca realizzato dall’artista a Roma, negli spazi della factory dell’Ex Dogana, che ospiterà un’installazione site-specific dell’artista.
Mariangela Capozzi
mostra visitata il 24 novembre 2017

Dal 24 novembre al 05 gennaio 2018
Ciredz RESIDUI
VARSI
Via di Grotta Pinta, 38 – 00186 Roma
Orario: mar-sab 12-20, dom 15-20
Info: tel 06/68309410
info@galleriavarsi.it   www.galleriavarsi.it

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