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fino al 10.IX.2005 Kendell Geers – satyr:ikon San Gimignano, Galleria Continua
toscana
Erotismo esuberante, ludico, aggressivo. E poi la morte, contraltare necessario del piacere. Kendell Geers ama provocare. E per farlo ti costringe a bere dal suo fallo trasformato in calice...
La complessa esposizione di Kendell Geers, satyr:icon, gioca con l’ironia e la provocazione, mescolando terrore, piacere e attitudine teatrale. Due i fulcri del progetto: eros e morte, temi ancestrali per eccellenza. Ricordando Fellini, e l’omonimo capolavoro del ’69.
Ouverture monumentale. Domina l’ingresso un enorme poliedro in ferro e filo spinato d’acciaio, sorta di stella dalle innumerevoli punte, composta da un assemblaggio matematico di corpi piramidali. La fonte iconografica è un disegno di Leonardo inserito nel De divina proportione di Luca Pacioli: la rappresentazione di un solido platonico, espressione simbolica dell’armonia e della perfezione geometrica. Qui tradotta nella fisicità prepotente di un corpo tagliente e minaccioso.
Alle spalle, un neon a parete racchiude nel rosso cardiaco di una luce intermittente l’alternanza dinamica che regola l’esistenza: vita e morte si iscrivono l’una nell’altra, in un unico singulto generativo. Breath come Death, due concetti e una sola parola. La scritta, con un piccolo accorgimento tecnico –una B che diventa D e una R che si spegne- trasforma il respiro nel suo opposto, la cessazione d’ogni pulsazione vitale.
Cambio radicale d’atmosfera, entrando nel raffinato salottino borghese, mix tra design d’appartamento storico e dettagli contemporanei d’ispirazione Seventies.
Sul piccolo mobile finemente decorato, troneggia un vaso con fiori posticci dal lungo stelo. Deliziose sculture di ceramica nera che spezzano l’arredo sobrio con una nota un poco kitsch. Ma a guardarlo più da vicino, l’insolito bouquet altro non è che un mazzo di falli eretti, riproduzioni fedeli di un organo genitale. Quello di Geers, per l’esattezza. Nella stanza impeccabile, regno del conformismo perbenista, si insinua il dettaglio trasgressivo, la nota stonata ma celata, l’accento beffardo, intriso di aggressività erotica e ludica.
Così, la carta da parati sembra una divertente decorazione optical, black & white: è in realtà di un gioco di lettering in cui la parola FUCK si ripete ossessivamente in file orizzontali speculari, come un pattern geometrico subliminale.
Appese al muro le fotografie di un party: gli invitati sorseggiano i loro cocktail da preziosi calici in cristallo, gli stessi che sono esposti come cimeli in una teca di plexiglas. La forma inusuale rivela, anche qui, l’impertinente calco fallico d’autore.
Quindi, l’ennesima citazione colta: la pila di scatolette su un tavolino all’angolo evoca manzoniane reliquie, ostentate nel salotto del collezionista. Residui d’artista, si; ma non di merda si tratta, e nulla c’entra Piero Manzoni. E’ lo sperma di Geers qui, a trasformarsi in organico feticcio, mimetizzato nell’interno domestico puritano e chic.
E se dai palchi si affacciano discinte donne disegnate a china, stereotipi sexy in pose più che esplicite, al centro della platea campeggia una grande videoproiezione, un lavoro di sampling visivo che cuce segmenti disarticolati. Immagini esplosive -come nella sequenza di parole su uno schermo disturbato (real, eros, terror, surrealism…). Oppure lentissime, come nell’onda corporea che scorre in silenzio, orgia muta di pelle avviluppata in un unico blocco liquido, asessuato, armonico. Il commento? I dieci comandamenti scritti a lettere cubitali. Didascalie severe su una celebrazione del piacere erotico in senso lato.
Un’ultima traccia in giardino, chiosa funerea e rigorosissima. E’ la riproduzione fedele della tomba di Andreas Baader e Ulrike Meinhof, leader della RAF (gruppo terroristico nato in Germania nel ’71). I due morirono suicidi in carcere, in circostanze poco chiare. Una fine violenta, dopo un’esistenza fuori da ogni regola, sempre sul bordo della morte.
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Kendell Geers al MACRO di Roma
helga marsala
mostra visitata il 25 giugno 2005
Kendell Geers – satyr:ikon
San Gimignano (SI) – Galleria Continua – Via del Castello 11 – orari: dal martedì al sabato 14.00/19.00 – info: tel. 390577943134; fax 390577940484
continu@tin.it – www.galleriacontinua.com
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