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27
ottobre 2008
fino al 9.XI.2008 Santorossi Pergine Valsugana (tn), Castel Pergine
trento bolzano
Un magnifico castello turrito che domina la valle. È questo lo scenario per il 16esimo appuntamento con la scultura di una delle più caratteristiche residenze nobiliari trentine. Protagonista il colore, declinato tra leggerezza e ansie psicanalitiche...
Si vede in auto già dalla grande strada che taglia la valle, l’intervento di Santorossi nell’antico castello di Pergine. Da distante sembrano macchie di colore le grandi affissioni sulla torre e sulle mura. Poi, avvicinandosi, s’intuisce la fisionomia umana e si scopre che il rosso e il nero sono quelli di visi maschili e femminili, di persone in figura, semplificate e proposte con tratti grafici.
Sono immagini prese dalla pubblicità, nelle quali si è messo in rilievo il potenziale seduttivo e pop insito nell’icona, ma proposto in chiave elegante, ricorrendo a tratti aggraziati che ricordano per certi aspetti i fumetti degli anni ’60 e ’70. Ricorrono così in vari punti del maniero – sia all’esterno che all’interno – immagini di media e grande dimensione, che propongono similmente anche personaggi dello star system, come Sharon Stone, ma anche molti anonimi protagonisti delle riviste patinate.
Di tutt’altra natura gli interventi nei giardini e negli spazi verdi del castello, dove sono collocati elementi metallici di diversi colori, la cui funzione oscilla tra la vivace decorazione paesaggistica e più meditata (auto)analisi psicanalitica.
Ricorrono infatti con una certa frequenza gruppi di sedie e panchine variopinte disposte circolarmente, dalle quali si evince una forte attenzione al linguaggio psicanalitico e una pratica assidua della terapia di gruppo o di coppia, la cui motivazione va ricercata nell’attività professionale di Santorossi (è terapista ed è idealmente sua la sedia che, in ogni gruppo, ha un colore differente rispetto alle altre).
Ma se, da un lato, non sembra assolutamente casuale l’insistenza sul tema, dall’altro queste installazioni sembrano spostare eccessivamente l’attenzione sulla psicanalisi, in maniera didascalica, finendo quasi per rubare la scena agli aspetti più creativi o ludici. Come accade anche in Rinascita, tomba con tanto di epigrafe della propria carriera di artista.
I momenti più felici e godibili della mostra sono invece quelli in cui l’ansia della comprensione cede il posto alla fantasia e alla leggerezza, e dalla terra spuntano favolosi fiori in metallo (è il caso di Filodendri) o una piccola selva di forme antropomorfe (Boschetti) o, ancora, i boccioli di Tre fiori. Installazioni in cui la raffinatezza grafica e il contrappunto coloristico con l’ambiente possono cambiare il corso della giornata.
Sono immagini prese dalla pubblicità, nelle quali si è messo in rilievo il potenziale seduttivo e pop insito nell’icona, ma proposto in chiave elegante, ricorrendo a tratti aggraziati che ricordano per certi aspetti i fumetti degli anni ’60 e ’70. Ricorrono così in vari punti del maniero – sia all’esterno che all’interno – immagini di media e grande dimensione, che propongono similmente anche personaggi dello star system, come Sharon Stone, ma anche molti anonimi protagonisti delle riviste patinate.
Di tutt’altra natura gli interventi nei giardini e negli spazi verdi del castello, dove sono collocati elementi metallici di diversi colori, la cui funzione oscilla tra la vivace decorazione paesaggistica e più meditata (auto)analisi psicanalitica.
Ricorrono infatti con una certa frequenza gruppi di sedie e panchine variopinte disposte circolarmente, dalle quali si evince una forte attenzione al linguaggio psicanalitico e una pratica assidua della terapia di gruppo o di coppia, la cui motivazione va ricercata nell’attività professionale di Santorossi (è terapista ed è idealmente sua la sedia che, in ogni gruppo, ha un colore differente rispetto alle altre).
Ma se, da un lato, non sembra assolutamente casuale l’insistenza sul tema, dall’altro queste installazioni sembrano spostare eccessivamente l’attenzione sulla psicanalisi, in maniera didascalica, finendo quasi per rubare la scena agli aspetti più creativi o ludici. Come accade anche in Rinascita, tomba con tanto di epigrafe della propria carriera di artista.
I momenti più felici e godibili della mostra sono invece quelli in cui l’ansia della comprensione cede il posto alla fantasia e alla leggerezza, e dalla terra spuntano favolosi fiori in metallo (è il caso di Filodendri) o una piccola selva di forme antropomorfe (Boschetti) o, ancora, i boccioli di Tre fiori. Installazioni in cui la raffinatezza grafica e il contrappunto coloristico con l’ambiente possono cambiare il corso della giornata.
daniele capra
mostra visitata il 18 luglio 2008
dal 19 aprile al 9 novembre 2008
Santorossi – EgoLogo
a cura di Franco Batacchi, Verena Neff e Theo Schneider
Castel Pergine
Via al Castello, 10 – 38057 Pergine Valsugana (TN)
Orario: da martedì a domenica ore 10-22; lunedì 17-22
Ingresso libero
Catalogo Publistampa
Info: tel. +39 0461531158; fax +39 0461531329; verena@castelpergine.it; www.castelpergine.it
[exibart]