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26
gennaio 2009
fino al 14.III.2009 Jaques Villeglé Brescia, Agnellini Arte Moderna
milano
Il maestro degli affichiste, in contemporanea con il Centre Pompidou, espone a Brescia settanta lavori inediti, appartenenti alla sua collezione. Dai décollage ai segni socio-politici, le stratificazioni diventano un gesto spontaneo e individuale. Di rabbia collettiva...
di Ginevra Bria
Quando Jacques Villeglé (Quimper, 1926; vive a Parigi e Saint-Malo) era studente alla scuola di Belle Arti di Rennes, dopo la Seconda guerra mondiale, cominciò a collezionare rifiuti raccolti sulle spiagge nei pressi di Saint-Malo. Nel 1949, stabilitosi a Parigi, compose i suoi primi dé-collage, letteralmente una sorta di s-collamento, che consisteva di un supporto artistico assemblato con strati di poster squarciati e strappati per le strade.
Le sue sono state, fin dall’inizio, astrazioni improvvisate. Le elaborazioni dei dati raccolti restavano così inalterate, sebbene incomplete. A partire da allora, il suo lavoro è stato descritto come un gesto spontaneo e iconoclasta di un passeggero, un movimento di raccolta che ha impressionato, nei livelli mnemonici della materia atta a comunicare, un intenso repertorio di strappi, slabbrature, impiastri, abrasioni, inscrizioni e re-incollamenti.
A Brescia, per l’inaugurazione della Galleria Agnellini, sono riproposte settanta opere del maestro del Nouveau Réalisme. La mostra si compone di lavori di piccole e medie dimensioni, opere perlopiù inedite e appartenenti alla collezione privata dell’artista che dal 1957, con azioni individuali di protesta collettiva, ha creato una lacerazione nel linguaggio comunicativo. Le mappe disorganiche strappate alla strada e al loro significato diventano manifesto di una città che detesta e non guarda più. Ogni décollage prende infatti il nome dalle vie e dalle strade, luoghi d’origine, d’estrazione e di ritrovamento del supporto cartaceo.
L’allestimento si compone dei primi – anche se non fra i più celebri – décollage fino ad arrivare ai più declamatori e recenti segni-socio-politici. Ma la retrospettiva bresciana si segnala pure per due eventi. Innanzitutto, con un linguaggio quasi astratto, Villeglé ha dedicato alla città un fascicolo liberamente ispirato alle metamorfosi urbanistiche dell’agglomerato lombardo. Il racconto collega la struttura antica dei luoghi al suo sviluppo recente, dimostrando come una storia si crei mediante gli strati successivi che il tempo accumula; tempo che lo stesso Villeglé giudica indispensabile alla costituzione di un’opera e che fu suo alleato nell’imporre la ragione della sua arte.
Inoltre, nel corso del vernissage l’artista bretone ha dato vita a una performance, durante la quale ha realizzato una serigrafia in diverse copie firmate, dedicate anch’esse a Brescia. Una di queste opere è attualmente in mostra, a testimonianza dell’evento.
Nonostante siano esposti soprattutto lavori di piccolo formato, consigliamo di prestare particolare attenzione ai décollage più ampi, come l’enorme Rue de la Victoire (quasi tre metri di lunghezza per circa tre di altezza, realizzato nel 1988) e Boulevard Haussmann.
Le sue sono state, fin dall’inizio, astrazioni improvvisate. Le elaborazioni dei dati raccolti restavano così inalterate, sebbene incomplete. A partire da allora, il suo lavoro è stato descritto come un gesto spontaneo e iconoclasta di un passeggero, un movimento di raccolta che ha impressionato, nei livelli mnemonici della materia atta a comunicare, un intenso repertorio di strappi, slabbrature, impiastri, abrasioni, inscrizioni e re-incollamenti.
A Brescia, per l’inaugurazione della Galleria Agnellini, sono riproposte settanta opere del maestro del Nouveau Réalisme. La mostra si compone di lavori di piccole e medie dimensioni, opere perlopiù inedite e appartenenti alla collezione privata dell’artista che dal 1957, con azioni individuali di protesta collettiva, ha creato una lacerazione nel linguaggio comunicativo. Le mappe disorganiche strappate alla strada e al loro significato diventano manifesto di una città che detesta e non guarda più. Ogni décollage prende infatti il nome dalle vie e dalle strade, luoghi d’origine, d’estrazione e di ritrovamento del supporto cartaceo.
L’allestimento si compone dei primi – anche se non fra i più celebri – décollage fino ad arrivare ai più declamatori e recenti segni-socio-politici. Ma la retrospettiva bresciana si segnala pure per due eventi. Innanzitutto, con un linguaggio quasi astratto, Villeglé ha dedicato alla città un fascicolo liberamente ispirato alle metamorfosi urbanistiche dell’agglomerato lombardo. Il racconto collega la struttura antica dei luoghi al suo sviluppo recente, dimostrando come una storia si crei mediante gli strati successivi che il tempo accumula; tempo che lo stesso Villeglé giudica indispensabile alla costituzione di un’opera e che fu suo alleato nell’imporre la ragione della sua arte.
Inoltre, nel corso del vernissage l’artista bretone ha dato vita a una performance, durante la quale ha realizzato una serigrafia in diverse copie firmate, dedicate anch’esse a Brescia. Una di queste opere è attualmente in mostra, a testimonianza dell’evento.
Nonostante siano esposti soprattutto lavori di piccolo formato, consigliamo di prestare particolare attenzione ai décollage più ampi, come l’enorme Rue de la Victoire (quasi tre metri di lunghezza per circa tre di altezza, realizzato nel 1988) e Boulevard Haussmann.
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dall’otto novembre 2008 al 14 marzo 2009
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a cura di Dominique Stella
Galleria Agnellini Arte Moderna
Via Soldini, 6/a (centro storico) – 25124 Brescia
Orario: da martedì a sabato ore 10-12.30 e 15-19.30
Ingresso libero
Catalogo Shin Factory
Info: tel./fax +39 0302944181; info@agnelliniartemoderna.it; www.agnelliniartemoderna.it
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