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fino al 10.I.2004 Sislej Xhafa – Twice upon a time Roma, Magazzino d’Arte Moderna
roma
Giuseppe (Garibaldi) appiedato. Del cavallo? Resta una traccia inequivocabile. E molto… terrena. Prima personale d Sislej Xhafa a Roma. Provocazione? Ironia? Citazione? Di sicuro c’è solo l’odore. Persistente…
Sislej Xhafa (Peja, Kosovo, 1970) aveva sperato che piovesse, tanto da poter accompagnare personalmente nelle stanze bianche e nauseabonde gli ospiti del vernissage. E invece l’inaugurazione della sua prima personale romana si è svolta a distanza di sicurezza dagli episodi olfattivamente più invadenti di questa storia narrata in quadri.
Sparpagliamo i pezzi -pur rischiando di stemperare la tensione ideale e sensibile della mostra- e dopo aver rammentato gli inviti e i comunicati stampa sottoposti a una precoce usura, nonché l’attesa divertita per un allestimento su cui pochissimo era trapelato, procediamo finalmente negli ambienti della galleria. (della sorpresa faceva parte anche il testo critico di Teresa Macrì, curatrice dell’evento e madrina di un altro intervento site specific di Xhafa ancora visibile a Catania).
Incorniciata dalla porta d’ingresso, trapiantata con i suoi colori d’argilla nel vuoto che la circonda, ci accoglie l’effigie statuaria e sinceramente stupita di Garibaldi, eroe nazionale in divisa da Mille, più piccolo e vicino del solito. Sulle mani in posa retorica sono adagiate zollette di zucchero e una busta della spesa, e l’insieme ricorda gli scherzi giocati da studenti goliardi agli uomini di bronzo che vigilano sulle università di tutta Italia.
Così Giuseppe resta appiedato, come un bambino di sale, mentre l’artista, nei panni di quei folli elisabettiani che capivano la storia dei re, addita allo spettatore i resti del cavallo in fuga. Nella fattispecie, la traccia della fissione degli elementi di questo emblema nazionale sono montagnole di sterco depositate al centro delle altre stanze, linde al pari della prima, ma pervase dall’odore inconfondibile di questa materia d’arte ormai… consueta (e di fronte alla quale ci sembrano davvero inutili le rimostranze, come di chi assecondi bonariamente un’innocua mascherata).
L’autore appone la firma a questa manomissione estemporanea della leggenda garibaldina, nella forma di un pesante Autoritratto, questo è il titolo di un cocomero appoggiato a un piedistallo appena decentrato rispetto alla scena.
Che il blitz sia lecito, ce lo confermano gli imballaggi dell’opera, marchiati dal nome di una cerchia carbonara di cui, come recita il testo di Macrì, la collettività è fiancheggiatrice. E con soddisfazione.
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Sislej Xhafa. Twice upon a time, a cura di Teresa Macrì
Magazzino d’Arte Moderna, via dei Prefetti 17 (Campo Marzio) 06/6875951, mar_ven 11-15 /16-20, sab 11-13 /16-20, www.magazzinoartemoderna.com, info@magazzinoartemoderna.com
[exibart]
cattelan fa hitler, xafa opta per qualcosa di piu` nazionale visto che non ha sfondato a livello inter-nazionale.
ma alla fine e` la stessa minestra riscaldata.
Ce la meritiamo
Ce lo meritiamo.