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Emilio Isgrò – La Costituzione cancellata
Emilio Isgrò cancella la Costituzione Italiana, non come sterile provocazione, ma come rappresentazione di un crimine annunciato. Dopo l’inno di Mameli, annerito nell’opera Fratelli d’Italia, ancor più oscura arriva la notizia “logoclasta” di un paese che non si ritrova
Comunicato stampa
Segnala l'evento
“Questa mostra è il grido di dolore
di un artista per l’Italia che si sfascia”.
Emilio Isgrò
Emilio Isgrò cancella la Costituzione Italiana come rappresentazione di un crimine annunciato.
"La mostra porta un sottotitolo –spiega l’artista- rappresentazione di un crimine, ed è l'annuncio di un'Italia che rischia di sfaldarsi, mentre tutti gli altri Paesi del mondo serrano le fila per meglio resistere alle pressioni di una globalizzazione che, oltre ai suoi pregi, mostra sempre più i suoi limiti”.
Dopo l’inno di Mameli, quindi, annerito nell’opera Fratelli d’Italia, ancor più oscura arriva la notizia logoclasta di un paese che non si ritrova.
Per fugare ogni dubbio di una facile provocazione, tuttavia, l’artista 73enne precisa: “Io rappresento la situazione attuale, senza prendere necessariamente una posizione. Poi saranno le coscienze a decidere”. E aggiunge ancora: “Non è stato facile per me accingermi all'impresa. Temevo, infatti, che essa venisse scambiata per una inutile provocazione. Mentre io, leggendo la nostra Costituzione, sono stato toccato soprattutto da due cose. Primo, dalla lingua, un italiano fluido e disadorno che non ha niente a che vedere con il burocratese al quale ormai siamo abituati. Secondo, dall'altezza dei princìpi ai quali i padri costituenti improntarono il loro testo”.
Dalle pagine della carta costituzionale emergono qua e là poche parole, che danno un nuovo senso al tutto. “L’arte ha diritto di sciopero”, si legge assemblando le sillabe risparmiate dalla mano cancellatrice.
L’ambiguità tra oblivione e rinascita è tutta serrata nel motto poeta, drammaturgo e artista visivo: “Cancellare non è negare, ma arare il campo della scrittura dove far nascere nuovi sogni e nuovi pensieri”. Nuovi pensieri e nuovi sogni da cullare in un’Italia non più dormiente -come nella grande scultura che accompagna libri e tele- ma oramai desta per incontrare un destino migliore.
“Ne è venuta fuori un'opera di poesia –chiosa Isgrò-, frutto di uno struggimento civile e di una grande pietà per questo povero Paese che forse non merita il destino che gli è stato assegnato".
di un artista per l’Italia che si sfascia”.
Emilio Isgrò
Emilio Isgrò cancella la Costituzione Italiana come rappresentazione di un crimine annunciato.
"La mostra porta un sottotitolo –spiega l’artista- rappresentazione di un crimine, ed è l'annuncio di un'Italia che rischia di sfaldarsi, mentre tutti gli altri Paesi del mondo serrano le fila per meglio resistere alle pressioni di una globalizzazione che, oltre ai suoi pregi, mostra sempre più i suoi limiti”.
Dopo l’inno di Mameli, quindi, annerito nell’opera Fratelli d’Italia, ancor più oscura arriva la notizia logoclasta di un paese che non si ritrova.
Per fugare ogni dubbio di una facile provocazione, tuttavia, l’artista 73enne precisa: “Io rappresento la situazione attuale, senza prendere necessariamente una posizione. Poi saranno le coscienze a decidere”. E aggiunge ancora: “Non è stato facile per me accingermi all'impresa. Temevo, infatti, che essa venisse scambiata per una inutile provocazione. Mentre io, leggendo la nostra Costituzione, sono stato toccato soprattutto da due cose. Primo, dalla lingua, un italiano fluido e disadorno che non ha niente a che vedere con il burocratese al quale ormai siamo abituati. Secondo, dall'altezza dei princìpi ai quali i padri costituenti improntarono il loro testo”.
Dalle pagine della carta costituzionale emergono qua e là poche parole, che danno un nuovo senso al tutto. “L’arte ha diritto di sciopero”, si legge assemblando le sillabe risparmiate dalla mano cancellatrice.
L’ambiguità tra oblivione e rinascita è tutta serrata nel motto poeta, drammaturgo e artista visivo: “Cancellare non è negare, ma arare il campo della scrittura dove far nascere nuovi sogni e nuovi pensieri”. Nuovi pensieri e nuovi sogni da cullare in un’Italia non più dormiente -come nella grande scultura che accompagna libri e tele- ma oramai desta per incontrare un destino migliore.
“Ne è venuta fuori un'opera di poesia –chiosa Isgrò-, frutto di uno struggimento civile e di una grande pietà per questo povero Paese che forse non merita il destino che gli è stato assegnato".
27
novembre 2010
Emilio Isgrò – La Costituzione cancellata
Dal 27 novembre 2010 al 29 gennaio 2011
arte contemporanea
Location
BOXART GALLERY
Verona, Via Dei Mutilati, 7a, (Verona)
Verona, Via Dei Mutilati, 7a, (Verona)
Orario di apertura
da martedì a sabato 10-12.30 e 15.30-19.30
Vernissage
27 Novembre 2010, ore 18.30
Autore
Curatore