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Alighiero Boetti – Quasi tutto
Un centinaio di opere realizzate dall’artista lungo l’intero arco della sua esistenza, dagli inizi poveristi-concettuali fino alle opere dove il tratto, il disegno e il colore diventano materia centrale della sua ricerca.
Comunicato stampa
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Personaggio eclettico, in grado di sviluppare una poetica singolare, attuale grazie ai temi affrontati, Boetti ha saputo cogliere la complessità del mondo in cui viviamo, superando anche quelle barriere di un universo culturale che oggi sembra chiuso da confini insormontabili - l’ Afghanistan, dove Boetti ha vissuto e ha commissionato molti dei suoi lavori.
Il progetto espositivo, curato dal Direttore della GAMeC Giacinto Di Pietrantonio in collaborazione con Corrado Levi, si concentra su un centinaio di opere realizzate dall’artista lungo l’intero arco della sua esistenza, dagli inizi poveristi-concettuali fino alle opere dove il tratto, il disegno e il colore diventano materia centrale della sua ricerca.
La mostra e il catalogo sono stati concepiti secondo un duplice approccio che considera la complessità delle opere di Boetti sia sul piano della ricchezza della sua produzione sia su quello tematico e concettuale. L’obiettivo di questo progetto è mostrare al pubblico come l’artista, nel corso della propria esistenza, abbia non solo teorizzato il concetto stesso di complessità ma, soprattutto, l’abbia attuato sul piano formale.
L’esposizione, a prima vista, si propone al visitatore come un percorso strutturato in base alle tecniche e ai materiali che hanno dato vita alle opere dell’artista (disegno, biro, ricamo, arazzo, tecnica mista su carta, lettera,...); al contempo questo diviene anche cammino temporale lungo gli anni e le fasi della sua produzione alla luce delle tematiche sviluppate (la comprensione del mondo e la sua immagine, l’ordine e il disordine, il frammento e la complessità, le funzioni delle immagini nella cultura, la progressione del tempo e l’estensione dello spazio).
Allo stesso modo, il catalogo è strutturato, tra l’altro, come un dizionario: in cui ciascuna lettera dà vita a due voci per un totale di 52: la prima legata alla produzione artistica (es. A per Arazzo, B per Biro…) e redatte da un critico d’arte es: Giorgio Verzotti per Biro, Angela Vettese per Elenco, Francesco Bonami per Viso,… e un'altra legata al pensiero e all’arte di Boetti redatte da filosofi, storici, romanzieri, cosmologi, epistemologi (es. A per Afghanistan di Giorgio Galli, C per complessità di Mauro Ceruti, I per idea di Michel Maffesoli, U per unità di Marc Augé, V per vedere di Nanni Balestrini). Completano il catalogo, un testo storico-critico-filologico di Laura Cherubini, una selzione di scritti e interviste dell’artista a cura di Emanuela De Cecco e una bio/bibliografia.
L’approccio artistico di Boetti e il periodo storico da lui vissuto si intrecciano nella lettura del catalogo nello stesso modo in cui ha realizzato questo legame durante la sua esistenza. Il catalogo, come la mostra, diventa, così, una vera e propria “mappatura” sistematica attraverso parole e immagini, del suo lavoro richiamando esplicitamente l’importanza degli strumenti elenco e sistema nell’arte di Boetti.
Proseguendo nella collaborazione tra le due istituzioni la mostra sarà ospitata dalla Fondazione PROA di Buenos Aires da settembre a dicembre 2004.
ALIGHIERO BOETTI (Torino 1940 – Roma 1994)
Alighiero Boetti, uno degli artisti più influenti del secondo dopoguerra, è oggi considerato di estrema attualità. I temi toccati, infatti, - i confini e il loro superamento, il caos, la complessità, la mescolanza di linguaggi e culture - sono riflessioni attuali sulle quali la società moderna si dibatte. Boetti affronta questi temi senza mai riferirsi ad un movimenti specifico
Dal punto di vista artistico Boetti esordisce nella seconda metà degli anni Sessanta con una personale alla Galleria Christian Stein di Torino nel 1967 dove presenta opere scultoree costruite per accostamenti elementari di materiali industriali.
Autodidatta, dopo aver abbandonato gli studi di Economia, si interessa alla cultura orientale e a diverse discipline, quali la filosofia e l’alchimia.
Attraverso il lavoro sui concetti di serialità e ripetitività pone in discussione il ruolo tradizionale dell’artista sviluppando il problema del doppio; con il lavoro Gemelli dal 1968, l’artista presenta un fotomontaggio che ritrae se stesso che tiene per mano un altro se stesso. Queste riflessioni lo spingeranno, tra la fine del 1972 e il 1973, a firmarsi Alighiero e Boetti.
Dal 1971 al 1980 è ossessionato dalla serialità e dall’ordine delle cose, vuole codificare tutto: fiumi, bandiere, segni.
Nel 1971 iniziano i suoi viaggi periodici in Afghanistan che inaugurano il ciclo dei ricami coloratissimi realizzati da donne afgane. Il lavoro sul tema del doppio corrisponde alla realizzazione di opere che coinvolgono la collettività e riguardano il linguaggio e la comunicabilità: tra il 1972 e il 1973 realizza il ciclo lavori a biro. Agli anni Settanta appartengono anche i ricalchi delle copertine dei periodici di informazione.
Negli anni Novanta realizza un arazzo di grandi dimensioni denominato Tutto dove appaiono in silhouette un grande numero di immagini che ne ricoprono interamente la superficie.
Nel 1993 dà vita a un’opera collettiva che coinvolge le Accademie d’Arte francesi, Alternando da uno a cento e viceversa, poi tessuto da mani afgane.
Allo stesso anno appartiene l’opera considerata di commiato, una statua in bronzo dell’artista nell’atto di innaffiarsi il capo.
Il progetto espositivo, curato dal Direttore della GAMeC Giacinto Di Pietrantonio in collaborazione con Corrado Levi, si concentra su un centinaio di opere realizzate dall’artista lungo l’intero arco della sua esistenza, dagli inizi poveristi-concettuali fino alle opere dove il tratto, il disegno e il colore diventano materia centrale della sua ricerca.
La mostra e il catalogo sono stati concepiti secondo un duplice approccio che considera la complessità delle opere di Boetti sia sul piano della ricchezza della sua produzione sia su quello tematico e concettuale. L’obiettivo di questo progetto è mostrare al pubblico come l’artista, nel corso della propria esistenza, abbia non solo teorizzato il concetto stesso di complessità ma, soprattutto, l’abbia attuato sul piano formale.
L’esposizione, a prima vista, si propone al visitatore come un percorso strutturato in base alle tecniche e ai materiali che hanno dato vita alle opere dell’artista (disegno, biro, ricamo, arazzo, tecnica mista su carta, lettera,...); al contempo questo diviene anche cammino temporale lungo gli anni e le fasi della sua produzione alla luce delle tematiche sviluppate (la comprensione del mondo e la sua immagine, l’ordine e il disordine, il frammento e la complessità, le funzioni delle immagini nella cultura, la progressione del tempo e l’estensione dello spazio).
Allo stesso modo, il catalogo è strutturato, tra l’altro, come un dizionario: in cui ciascuna lettera dà vita a due voci per un totale di 52: la prima legata alla produzione artistica (es. A per Arazzo, B per Biro…) e redatte da un critico d’arte es: Giorgio Verzotti per Biro, Angela Vettese per Elenco, Francesco Bonami per Viso,… e un'altra legata al pensiero e all’arte di Boetti redatte da filosofi, storici, romanzieri, cosmologi, epistemologi (es. A per Afghanistan di Giorgio Galli, C per complessità di Mauro Ceruti, I per idea di Michel Maffesoli, U per unità di Marc Augé, V per vedere di Nanni Balestrini). Completano il catalogo, un testo storico-critico-filologico di Laura Cherubini, una selzione di scritti e interviste dell’artista a cura di Emanuela De Cecco e una bio/bibliografia.
L’approccio artistico di Boetti e il periodo storico da lui vissuto si intrecciano nella lettura del catalogo nello stesso modo in cui ha realizzato questo legame durante la sua esistenza. Il catalogo, come la mostra, diventa, così, una vera e propria “mappatura” sistematica attraverso parole e immagini, del suo lavoro richiamando esplicitamente l’importanza degli strumenti elenco e sistema nell’arte di Boetti.
Proseguendo nella collaborazione tra le due istituzioni la mostra sarà ospitata dalla Fondazione PROA di Buenos Aires da settembre a dicembre 2004.
ALIGHIERO BOETTI (Torino 1940 – Roma 1994)
Alighiero Boetti, uno degli artisti più influenti del secondo dopoguerra, è oggi considerato di estrema attualità. I temi toccati, infatti, - i confini e il loro superamento, il caos, la complessità, la mescolanza di linguaggi e culture - sono riflessioni attuali sulle quali la società moderna si dibatte. Boetti affronta questi temi senza mai riferirsi ad un movimenti specifico
Dal punto di vista artistico Boetti esordisce nella seconda metà degli anni Sessanta con una personale alla Galleria Christian Stein di Torino nel 1967 dove presenta opere scultoree costruite per accostamenti elementari di materiali industriali.
Autodidatta, dopo aver abbandonato gli studi di Economia, si interessa alla cultura orientale e a diverse discipline, quali la filosofia e l’alchimia.
Attraverso il lavoro sui concetti di serialità e ripetitività pone in discussione il ruolo tradizionale dell’artista sviluppando il problema del doppio; con il lavoro Gemelli dal 1968, l’artista presenta un fotomontaggio che ritrae se stesso che tiene per mano un altro se stesso. Queste riflessioni lo spingeranno, tra la fine del 1972 e il 1973, a firmarsi Alighiero e Boetti.
Dal 1971 al 1980 è ossessionato dalla serialità e dall’ordine delle cose, vuole codificare tutto: fiumi, bandiere, segni.
Nel 1971 iniziano i suoi viaggi periodici in Afghanistan che inaugurano il ciclo dei ricami coloratissimi realizzati da donne afgane. Il lavoro sul tema del doppio corrisponde alla realizzazione di opere che coinvolgono la collettività e riguardano il linguaggio e la comunicabilità: tra il 1972 e il 1973 realizza il ciclo lavori a biro. Agli anni Settanta appartengono anche i ricalchi delle copertine dei periodici di informazione.
Negli anni Novanta realizza un arazzo di grandi dimensioni denominato Tutto dove appaiono in silhouette un grande numero di immagini che ne ricoprono interamente la superficie.
Nel 1993 dà vita a un’opera collettiva che coinvolge le Accademie d’Arte francesi, Alternando da uno a cento e viceversa, poi tessuto da mani afgane.
Allo stesso anno appartiene l’opera considerata di commiato, una statua in bronzo dell’artista nell’atto di innaffiarsi il capo.
05
aprile 2004
Alighiero Boetti – Quasi tutto
Dal 05 aprile al 18 luglio 2004
arte contemporanea
Location
GAMEC – GALLERIA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
Bergamo, Via San Tomaso, 53, (Bergamo)
Bergamo, Via San Tomaso, 53, (Bergamo)
Biglietti
€ 3 intero; € 1,50 ridotto
Orario di apertura
martedì – domenica 10.00 – 21.00
giovedì 10.00 – 22.00
lunedì chiuso
Vernissage
5 Aprile 2004, ore 18
Editore
SILVANA EDITORIALE
Autore
Curatore