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Albrecht Durer 1471 – 1528
Sono esposte infatti oltre 100 opere, tra incisioni e xilografie, in gran parte di soggetto religioso, composte durante i suoi soggiorni veneziani tra il 1494 e il 1507. Tutte opere di grande raffinatezza esecutiva.
Comunicato stampa
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Promossa dagli Assessorati alla Cultura del Comune e della Provincia di Ancona, dal Fondo Mole Vanvitelliana e in collaborazione con Arthemisia, la splendida sede espositiva anconetana della Mole Vanvitelliana, ospita la mostra “Albrecht Durer 1471-1528”, dal 9 aprile al 6 giugno 2004.
Albrecht Durer è forse l’esempio più alto dell’arte rinascimentale in Europa, ponte ideale tra la scuola italiana e la sua rilettura nordica. Pur considerato grande sia come pittore che come disegnatore, deve però all’opera incisa la sua fama sia in vita che postuma e proprio grazie alle sue innovazioni sia formali che tecniche si vide consegnato alla storia dell’arte di tutti i tempi.
La mostra a cura di Vincenzo Sanfo è l’occasione per ammirare nello specifico la produzione grafica di Durer. Sono esposte infatti oltre 100 opere, tra incisioni e xilografie, in gran parte di soggetto religioso, composte durante i suoi soggiorni veneziani tra il 1494 e il 1507. Tutte opere di grande raffinatezza esecutiva, provenienti da collezioni private, che consentono di comprendere la rilettura del mondo classico e rinascimentale italiano da parte dell’artista, approfondito in occasione dei suoi viaggi in Italia, laddove la conoscenza dell’opera di Bellini, del Mantenga e di Leonardo lo portarono ad approfondire e sviluppare la sua abilità incisoria.
Proprio di quel periodo sono le serie dedicate alla Vita della Vergine (1502-1505) quelle della Piccola Passione Xilografica (1509-1511) e della Grande Passione Xilografica (1496-1499).
Con questi cicli Durer volle diffondere il messaggio evangelico e religioso con una visione più consona ai suoi tempi e con una impronta più umana e popolare che in qualche maniera differiva da quella tardo gotica allora in uso. La sua innovazione, mediata dal modello italiano, destò grande stupore e meraviglia in tutto il nord Europa dove rapidamente si diffusero le immagini dureriane.
Questo stupore e questa meraviglia continuano tuttora immutate e nei suoi fogli incisi si rinnova la magia del suo messaggio in grado di arrivare sino ai giorni nostri.
L’opera incisa di Durer insieme a quella di Rembrandt e Goya rappresentano l’espressione più alta di questa forma artistica e sono considerati tra le massime espressioni mai realizzate dall’uomo e ancora oggi insuperate.
La mostra di Ancona presenta tutte le opere più celebri e conosciute come ad esempio la Grande Passione Xilografica il cui titolo originario è Passio Domini nostri Jesus realizzata tra il 1496 e il 1499 e pubblicata nel 1511. In questa serie è evidente l’influsso degli studi sul corpo umano e l’approfondimento delle tecniche della prospettiva; si può quindi assistere alla evoluzione del suo stile e ad un perfezionamento del disegno e del modellato che suscitano un profondo impatto emotivo.
Il 1511 fu per Durer un anno particolarmente importante poiché egli riuscì a pubblicare tutte le quattro serie xilografiche e accanto alla Grande Passione videro la luce anche la Piccola Passione Xilografica, quella della Vita Della Vergine e inoltre la serie dedicata all’Apocalisse.
Tra i lavori più importanti realizzati da Durer un posto d’onore è riservato al Grande Carro Trionfale di Massimiliano I. Commissionatogli dall’imperatore austriaco fu realizzato con l’aiuto dell’umanista Willibald Pirckheimer e consiste in otto fogli che riuniti compongono il carro trionfale trainato da sei coppie di cavalli. Massimiliano I non vide l’opera completata in quanto alla sua morte avvenuta nel 1519 l’opera non era ancora terminata (non vide la luce sino al 1526), ma l’edizione definitiva tenne conto delle modifiche volute da Massimiliano e l’umanista Pirckheimer elaborò una complessa simbologia che esaltò l’essenza del “vero principe”.
Tra le opere più celebri presenti in mostra, particolare rilievo è posto al foglio detto “La Melancolia” una delle opere che hanno ispirato da sempre schiere di artisti e che al pari della Gioconda di Leonardo è da considerarsi un’icona dell’arte di tutti i tempi. Considerata fondamentale ad esempio per la nascita della pittura metafisica, è stata da sempre al centro di studi ricerche e pubblicazioni che ne hanno indagato i significati tecnici, matematici, filosofici, esoterici.
Ugualmente l’opera il “Cavaliere e la Morte” rappresenta appieno lo spirito della caducità della vita umana e con le sue simbologie religiose e laiche ha ispirato artisti di tutti i tempi e persino Ingmar Bergman in alcuni dei suoi film più celebrati.
L’opera di Durer non cessa dunque di essere fonte di ispirazione e l’insieme di queste opere rappresenta una straordinaria parte della storia dell’arte, per l’iconografia religiosa dell’epoca, ormai a noi sconosciuta, così come per quella del costume della vita del tempo, ma soprattutto per il significato di una visione artistica unica, ancora oggi insuperata.
Albrecht Durer è forse l’esempio più alto dell’arte rinascimentale in Europa, ponte ideale tra la scuola italiana e la sua rilettura nordica. Pur considerato grande sia come pittore che come disegnatore, deve però all’opera incisa la sua fama sia in vita che postuma e proprio grazie alle sue innovazioni sia formali che tecniche si vide consegnato alla storia dell’arte di tutti i tempi.
La mostra a cura di Vincenzo Sanfo è l’occasione per ammirare nello specifico la produzione grafica di Durer. Sono esposte infatti oltre 100 opere, tra incisioni e xilografie, in gran parte di soggetto religioso, composte durante i suoi soggiorni veneziani tra il 1494 e il 1507. Tutte opere di grande raffinatezza esecutiva, provenienti da collezioni private, che consentono di comprendere la rilettura del mondo classico e rinascimentale italiano da parte dell’artista, approfondito in occasione dei suoi viaggi in Italia, laddove la conoscenza dell’opera di Bellini, del Mantenga e di Leonardo lo portarono ad approfondire e sviluppare la sua abilità incisoria.
Proprio di quel periodo sono le serie dedicate alla Vita della Vergine (1502-1505) quelle della Piccola Passione Xilografica (1509-1511) e della Grande Passione Xilografica (1496-1499).
Con questi cicli Durer volle diffondere il messaggio evangelico e religioso con una visione più consona ai suoi tempi e con una impronta più umana e popolare che in qualche maniera differiva da quella tardo gotica allora in uso. La sua innovazione, mediata dal modello italiano, destò grande stupore e meraviglia in tutto il nord Europa dove rapidamente si diffusero le immagini dureriane.
Questo stupore e questa meraviglia continuano tuttora immutate e nei suoi fogli incisi si rinnova la magia del suo messaggio in grado di arrivare sino ai giorni nostri.
L’opera incisa di Durer insieme a quella di Rembrandt e Goya rappresentano l’espressione più alta di questa forma artistica e sono considerati tra le massime espressioni mai realizzate dall’uomo e ancora oggi insuperate.
La mostra di Ancona presenta tutte le opere più celebri e conosciute come ad esempio la Grande Passione Xilografica il cui titolo originario è Passio Domini nostri Jesus realizzata tra il 1496 e il 1499 e pubblicata nel 1511. In questa serie è evidente l’influsso degli studi sul corpo umano e l’approfondimento delle tecniche della prospettiva; si può quindi assistere alla evoluzione del suo stile e ad un perfezionamento del disegno e del modellato che suscitano un profondo impatto emotivo.
Il 1511 fu per Durer un anno particolarmente importante poiché egli riuscì a pubblicare tutte le quattro serie xilografiche e accanto alla Grande Passione videro la luce anche la Piccola Passione Xilografica, quella della Vita Della Vergine e inoltre la serie dedicata all’Apocalisse.
Tra i lavori più importanti realizzati da Durer un posto d’onore è riservato al Grande Carro Trionfale di Massimiliano I. Commissionatogli dall’imperatore austriaco fu realizzato con l’aiuto dell’umanista Willibald Pirckheimer e consiste in otto fogli che riuniti compongono il carro trionfale trainato da sei coppie di cavalli. Massimiliano I non vide l’opera completata in quanto alla sua morte avvenuta nel 1519 l’opera non era ancora terminata (non vide la luce sino al 1526), ma l’edizione definitiva tenne conto delle modifiche volute da Massimiliano e l’umanista Pirckheimer elaborò una complessa simbologia che esaltò l’essenza del “vero principe”.
Tra le opere più celebri presenti in mostra, particolare rilievo è posto al foglio detto “La Melancolia” una delle opere che hanno ispirato da sempre schiere di artisti e che al pari della Gioconda di Leonardo è da considerarsi un’icona dell’arte di tutti i tempi. Considerata fondamentale ad esempio per la nascita della pittura metafisica, è stata da sempre al centro di studi ricerche e pubblicazioni che ne hanno indagato i significati tecnici, matematici, filosofici, esoterici.
Ugualmente l’opera il “Cavaliere e la Morte” rappresenta appieno lo spirito della caducità della vita umana e con le sue simbologie religiose e laiche ha ispirato artisti di tutti i tempi e persino Ingmar Bergman in alcuni dei suoi film più celebrati.
L’opera di Durer non cessa dunque di essere fonte di ispirazione e l’insieme di queste opere rappresenta una straordinaria parte della storia dell’arte, per l’iconografia religiosa dell’epoca, ormai a noi sconosciuta, così come per quella del costume della vita del tempo, ma soprattutto per il significato di una visione artistica unica, ancora oggi insuperata.
08
aprile 2004
Albrecht Durer 1471 – 1528
Dall'otto aprile al 06 giugno 2004
arte antica
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
MOLE VANVITELLIANA
Ancona, Banchina Giovanni Da Chio, 28, (Ancona)
Ancona, Banchina Giovanni Da Chio, 28, (Ancona)
Biglietti
Intero € 6,00
Ridotto (da 6 a 18 anni) € 4,50
Gratuito per i bambini sotto i 6 anni
Orario di apertura
Tutti i giorni 16- 20. Lunedì chiuso
Vernissage
8 Aprile 2004, ore 18.30
Ufficio stampa
ARTHEMISIA
Autore