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Gruppo E – Le storie di ieri
Il primo di cinque incontri del Gruppo E, dedicati alla musica contemporanea e ai suoi influssi sull’Arte.
Comunicato stampa
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Per la quarta stagione della sua vita il Gruppo E, formato da fotografi e artisti contemporanei, raccoglie le proprie opere presso lo Spazio E di Milano.
Ogni stagione è stata legata a temi forti che hanno stimolato intellettualmente non solo chi doveva presentare il proprio contributo, ma anche l’eterogeneo pubblico del Naviglio milanese che ha saputo cogliere il forte impatto emotivo di una collettiva quando questa si fa forte di una valida idea portante.
Se la prima stagione era stata dedicata alle caratteristiche della personalità umana, la seconda alle tematiche legate alla figura di Leonardo da Vinci e la terza ai cinque elementi soprattutto nella loro accezione più spirituale, ora la stagione del Gruppo E del 2017 azzarda l’apertura ad un’altra arte: quella della musica.
Per cinque appuntamenti mensili lo spunto sarà dato da una famoso brano di musica contemporanea: Fabrizio De André, Nick Cave, Bob Dylan, Roberto Vecchioni, David Bowie.
Con gennaio e la coincidenza della mostra con il Giorno della Memoria il primo brano scelto è stato quello scritto da De Gregori e reso celebre dalla voce di De André: Le storie di ieri.
La storia della canzone è ben conosciuta e arricchita da un notevole contributo critico che negli anni l’ha presentata come poesia antifascista e manifestazione di una certa irrequietezza di fronte al movimento neofascista che portò alla fondazione, con la nascita della Repubblica Italiana, dell’MSI di Almirante. Fondamentalmente il testo è un dialogo generazionale di reciproca diffidenza e critica tra un’Italia illusa dal fascismo e un’altra Italia che invece vuole e ottiene una trasformazione, il tutto visto con uno sguardo disilluso che fatica a tracciare i confini tra il Bene e il Male.
Il nucleo tematico intorno al quale si è chiesto agli artisti di riflettere è quello rappresentato dalla chiusura della canzone, quando “Il bambino si è stancato di seguire gli aquiloni […] Guarda il muro e si guarda le mani”: dopo gli entusiasmi per la ricerca della libertà e la lotta e il sangue e le lacrime e le cicatrici in un percorso che è quasi un gioco per diventare grandi, adulti, si è obbligati a sedersi e a tirare le somme, spesso notando che il passato e il presente sono più simili di quanto si crede, che per arrivare al Bene si è dovuto fare del Male, che nulla è rimasto di quello per cui si era alzata la testa. Per la propria sopravvivenza è bene trovare una risposta che ci consoli, magari concentrando l’attenzione su valori più alti, su ideali che vadano aldilà delle singole vite, che facciano apparire la distruzione come secondaria. A volte questo processo è ipocrita e tende solo a ripulire in apparenza una coscienza macchiata, quando però si è retti dal principio assoluto e innegabile del Bene si è davvero trovata la risposta.
Alessandro Baito
Ogni stagione è stata legata a temi forti che hanno stimolato intellettualmente non solo chi doveva presentare il proprio contributo, ma anche l’eterogeneo pubblico del Naviglio milanese che ha saputo cogliere il forte impatto emotivo di una collettiva quando questa si fa forte di una valida idea portante.
Se la prima stagione era stata dedicata alle caratteristiche della personalità umana, la seconda alle tematiche legate alla figura di Leonardo da Vinci e la terza ai cinque elementi soprattutto nella loro accezione più spirituale, ora la stagione del Gruppo E del 2017 azzarda l’apertura ad un’altra arte: quella della musica.
Per cinque appuntamenti mensili lo spunto sarà dato da una famoso brano di musica contemporanea: Fabrizio De André, Nick Cave, Bob Dylan, Roberto Vecchioni, David Bowie.
Con gennaio e la coincidenza della mostra con il Giorno della Memoria il primo brano scelto è stato quello scritto da De Gregori e reso celebre dalla voce di De André: Le storie di ieri.
La storia della canzone è ben conosciuta e arricchita da un notevole contributo critico che negli anni l’ha presentata come poesia antifascista e manifestazione di una certa irrequietezza di fronte al movimento neofascista che portò alla fondazione, con la nascita della Repubblica Italiana, dell’MSI di Almirante. Fondamentalmente il testo è un dialogo generazionale di reciproca diffidenza e critica tra un’Italia illusa dal fascismo e un’altra Italia che invece vuole e ottiene una trasformazione, il tutto visto con uno sguardo disilluso che fatica a tracciare i confini tra il Bene e il Male.
Il nucleo tematico intorno al quale si è chiesto agli artisti di riflettere è quello rappresentato dalla chiusura della canzone, quando “Il bambino si è stancato di seguire gli aquiloni […] Guarda il muro e si guarda le mani”: dopo gli entusiasmi per la ricerca della libertà e la lotta e il sangue e le lacrime e le cicatrici in un percorso che è quasi un gioco per diventare grandi, adulti, si è obbligati a sedersi e a tirare le somme, spesso notando che il passato e il presente sono più simili di quanto si crede, che per arrivare al Bene si è dovuto fare del Male, che nulla è rimasto di quello per cui si era alzata la testa. Per la propria sopravvivenza è bene trovare una risposta che ci consoli, magari concentrando l’attenzione su valori più alti, su ideali che vadano aldilà delle singole vite, che facciano apparire la distruzione come secondaria. A volte questo processo è ipocrita e tende solo a ripulire in apparenza una coscienza macchiata, quando però si è retti dal principio assoluto e innegabile del Bene si è davvero trovata la risposta.
Alessandro Baito
25
gennaio 2017
Gruppo E – Le storie di ieri
Dal 25 gennaio al primo febbraio 2017
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
VI.P. GALLERY MILANO
Milano, Alzaia Naviglio Grande, 4, (Milano)
Milano, Alzaia Naviglio Grande, 4, (Milano)
Orario di apertura
da mercoledì a venerdì ore 15-19
sabato e domenica ore 11-19
Vernissage
25 Gennaio 2017, ore 18.00
Autore
Curatore