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Angelo Gallo – Right is wrong
Creatività artistica e pensiero filosofico che si fondono in un unico tempo; è questa la regola sulla quale comporre lo scacchiere sul quale Angelo Gallo mette in scena ed anima le sue storie
Comunicato stampa
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Un percorso che potremmo definire antropologico che indaga l’uomo e le sue relazioni come il risultato di insiemi congiunti di esperienze, conoscenze e percezioni, che caratterizzano quel codice ereditario che diventa traccia ed identità. Un cammino per immagini che diventa linguaggio multiculturale di una ricerca costruita con attenzione mediante l’eredità di una storia antica che geneticamente convive in noi. Creatività artistica e pensiero filosofico che si fondono in un unico tempo; è questa la regola sulla quale comporre lo scacchiere sul quale Angelo Gallo mette in scena ed anima le sue storie.
Sono opere che nascono con la consapevolezza di fronteggiare una realtà trasmutata, che solo apparentemente ci appartiene, che spesso non lascia appigli di sopravvivenza, e divora futuro. Il “potere” è l’arma più ambita del nostro tempo e attraverso il silenzio dell’arte Angelo somministra una forte denuncia. La parola diventa slang artistico e l’idea prende forma in uno spazio nuovo. Parole, segni, elementi di una quotidianità che vengono riscoperti. L’umanità indagata, messa a nudo diventa un grande ritratto di famiglia che nella sua essenza più concettuale si amalgama con la melodia artistica ridisegnata con estremo equilibrio visivo. Ciò a cui assistiamo fa parte di noi e diventa metafora della ricerca di quella cultura che diventa spesso un “progresso” che gioca contro. “Evoluzione” è la prima parola di questo racconto. “Illusione” il comun denominatore.
Apparenza a discapito della realtà uno dei risultati. Sono lavori quelli di Angelo che nascono e muoiono nello stesso istante; che esplodono di creatività per mezzo di un rigore intellettuale che non condiziona lo spettatore, ma lo lascia libero di accedere, attraverso la propria conoscenza, a quelle verità ibride figlie di una cultura che è il prodotto di una comunità, e delle conseguenze di scelte più o meno libere da condizionamenti.
Sono opere d’arte che parlano il linguaggio di una spiritualità ormai smarrita che grazie all’artista, alla sua poesia, continua ad esistere nella libertà di una tecnica di realizzazione, che denota una consolidata e ben acquisita consapevolezza di quel gesto creativo che diventa “carattere” che trae dal passato la propria forza espressiva.
Il percorso in mostra pone lo sguardo sul dualismo tra l’uomo e la sua esistenza, la sua “essenza” e ciò in cui si trasforma grazie (?) alla società in cui vive. Si compie così quella testimonianza che riemerge tramite l’utilizzo di codici visivi ed artistici che fanno parte di una cultura filosofica e di una civiltà contemporanea che l’artista fonde in uno slang innovativo e di forte impatto concettuale ed emotivo.
La fragilità dell’uomo. L’asperità segnata dal tempo. L’astrazione del pensiero, il mutamento della società contemporanea, sono gli ingredienti di questo grande libro dei ricordi, dove, grazie alla fantasia, si difende quel nuovo senso di morale e quel nuovo significato di cultura che diventa identità, poesia, realtà. È il racconto del passato che
dialoga con il presente, che riaffiora in “segni” che diventano linguaggi artistici che Angelo
Gallo ci propone. È l’estenuante difesa della cultura dell’identità che lotta in trincea contro
una morale omologata e territorialmente geo localizzata.
“Giusto è sbagliato” diventa due piatti di una bilancia governata in base alle conseguenze e
alle azioni di una società sempre più disgregata e costruita su “codici a barre” industriali,
che ad ogni costo tentano di allontanarci da quell'imprinting che per carattere genetico ci appartiene.
Roberto Sottile
Critico d’arte
Sono opere che nascono con la consapevolezza di fronteggiare una realtà trasmutata, che solo apparentemente ci appartiene, che spesso non lascia appigli di sopravvivenza, e divora futuro. Il “potere” è l’arma più ambita del nostro tempo e attraverso il silenzio dell’arte Angelo somministra una forte denuncia. La parola diventa slang artistico e l’idea prende forma in uno spazio nuovo. Parole, segni, elementi di una quotidianità che vengono riscoperti. L’umanità indagata, messa a nudo diventa un grande ritratto di famiglia che nella sua essenza più concettuale si amalgama con la melodia artistica ridisegnata con estremo equilibrio visivo. Ciò a cui assistiamo fa parte di noi e diventa metafora della ricerca di quella cultura che diventa spesso un “progresso” che gioca contro. “Evoluzione” è la prima parola di questo racconto. “Illusione” il comun denominatore.
Apparenza a discapito della realtà uno dei risultati. Sono lavori quelli di Angelo che nascono e muoiono nello stesso istante; che esplodono di creatività per mezzo di un rigore intellettuale che non condiziona lo spettatore, ma lo lascia libero di accedere, attraverso la propria conoscenza, a quelle verità ibride figlie di una cultura che è il prodotto di una comunità, e delle conseguenze di scelte più o meno libere da condizionamenti.
Sono opere d’arte che parlano il linguaggio di una spiritualità ormai smarrita che grazie all’artista, alla sua poesia, continua ad esistere nella libertà di una tecnica di realizzazione, che denota una consolidata e ben acquisita consapevolezza di quel gesto creativo che diventa “carattere” che trae dal passato la propria forza espressiva.
Il percorso in mostra pone lo sguardo sul dualismo tra l’uomo e la sua esistenza, la sua “essenza” e ciò in cui si trasforma grazie (?) alla società in cui vive. Si compie così quella testimonianza che riemerge tramite l’utilizzo di codici visivi ed artistici che fanno parte di una cultura filosofica e di una civiltà contemporanea che l’artista fonde in uno slang innovativo e di forte impatto concettuale ed emotivo.
La fragilità dell’uomo. L’asperità segnata dal tempo. L’astrazione del pensiero, il mutamento della società contemporanea, sono gli ingredienti di questo grande libro dei ricordi, dove, grazie alla fantasia, si difende quel nuovo senso di morale e quel nuovo significato di cultura che diventa identità, poesia, realtà. È il racconto del passato che
dialoga con il presente, che riaffiora in “segni” che diventano linguaggi artistici che Angelo
Gallo ci propone. È l’estenuante difesa della cultura dell’identità che lotta in trincea contro
una morale omologata e territorialmente geo localizzata.
“Giusto è sbagliato” diventa due piatti di una bilancia governata in base alle conseguenze e
alle azioni di una società sempre più disgregata e costruita su “codici a barre” industriali,
che ad ogni costo tentano di allontanarci da quell'imprinting che per carattere genetico ci appartiene.
Roberto Sottile
Critico d’arte
20
maggio 2017
Angelo Gallo – Right is wrong
Dal 20 maggio all'undici giugno 2017
arte moderna e contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
MUSEO DELLA STAMPA – CASA DEGLI STAMPATORI
Soncino, Via Lanfranco, 6/8, (Cremona)
Soncino, Via Lanfranco, 6/8, (Cremona)
Vernissage
20 Maggio 2017, ore 18.30
Autore
Curatore