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Evocativo
Un altro progetto internazionale per Artgallery37. Con la mostra Evocativo porta a Torino 15 artisti di varie nazionalità membri del The Artists’ Pool di Londra, che come gli artisti dell’Associazione Collettivo37 credono nel potere dell’arte di unire al di là delle barriere sociali e culturali.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Evocativo
A cura dell’Associazione Culturale Collettivo37
Progetto artistico di The Artists’ Pool
Testo introduttivo di Roberto Borra
Presentazione di Alessandro Merlo
Comunicato stampa di Valeria Macci
La Galleria d’arte moderna e contemporanea Artgallery37 ospita in anteprima assoluta a Torino, 15 artisti membri del The Artists’ Pool di Londra. Il gruppo artistico londinese e l’Associazione Culturale Collettivo37 di Torino mossi da una serie di affinità artistiche nonché da una stretta comunanza filosofica, hanno recentemente instaurato un rapporto di interscambio artistico e progettuale, sancito nell’occasione di questa importante esposizione di arte contemporanea. Il progetto del gruppo ”The Artists’ Pool” si misura con la volontà degli artisti di creare una relazione con un pubblico universale, traendo per la creazione delle loro opere, linfa dall’energia vitale delle relazioni interpersonali, dalle profondità dell’inconscio e dalla natura. La scelta degli artisti londinesi di presentare il loro progetto nel contesto della galleria torinese e di essere in gran parte fisicamente presenti durante l’inaugurazione, è un segnale significativo dell’importanza dell’arte quale “elemento aggregante”, capace di restituire al confronto umano aperto e alla comunicazione sociale e culturale diretta, un ruolo primario al di là del semplice approccio virtuale. Gli elementi di stimolazione visiva e di ricerca dell’innovazione sono presenti nelle più svariate forme artistiche rappresentate in questo particolarissimo progetto d’arte collettiva dove pittura, scultura, fotografia e incisione si intrecciano come componenti emozionali differenziati di un’unica entità fisica. Lo scopo è dunque quello di “evocare”, più che semplicemente di “raccontare”, per cui al pari dell’approccio con il quale gli artisti hanno realizzato le loro opere, l’atteggiamento dell’osservatore ha un peso importante nel successo del progetto. Concedersi il giusto tempo di osservazione per entrare in sintonia con i flussi gestuali e con le stimolazioni percettive indotte dalle opere, è un esercizio indispensabile per poter godere appieno della bellezza dell’arte e al contempo per regalare a noi stessi, meritate emozioni. A prescindere dalla forma della quale essa sia rivestita, l’opera d’arte è materia pura dell’inconscio e/o del pensiero e la stimolante poliedricità nella quale si manifesta in “Evocativo”, offre una tangibile occasione al pubblico torinese e ai visitatori tutti, di confrontarsi con un universo di evocazioni spiazzanti e perciò “rigeneranti”. Opere che possono sfiorare o abitare i nostri spazi interiori.
“L’arte non rappresenta il visibile ma l’invisibile che si annida nell’essere e nell’esistere”. Le parole di Paul Klee vibrano nel cuore pulsante del progetto “Evocativo” e ci interrogano sul valore della nostra identità e sulle relazioni che essa intrattiene con l’invisibilità dell’inconscio dei quali segreti, talvolta solo l’arte è in grado di svelarne i fuggevoli aspetti..
Roberto Borra
La galleria d’arte moderna e contemporanea Artgallery37 ospita per la prima volta a Torino 15 artisti membri del circolo The Artists’ Pool di Londra, un progetto possibile grazie alla filosofia affine del The Artists’ Pool con l’Associazione Culturale Collettivo37 di Torino. Evocativo riflette sul comune intento degli artisti di suscitare un’emozione e instaurare un canale comunicativo con lo spettatore, a prescindere dal mezzo usato. Che sia su tela, video o con la scultura, un artista può voler smuovere, scioccare, confortare o impressionare, il fattore unificante dietro ogni opera d’arte è il desiderio di entrare in contatto con lo spettatore ed evocare una miscela complessa di sentimenti, pensieri e ricordi.
The Artists’ Pool ha sede ai Make Space Studios di Londra ed è stato fondato 3 anni fa con lo scopo di abbracciare il potere dell’arte per unire le persone e supportare la loro creatività. Il gruppo crede nel potere dell’arte di guarire e comunicare attraverso confini sociali e culturali. Attraverso mostre e workshop promuovono la creatività e il benessere nelle comunità, incoraggiando altre organizzazioni e associazioni benefiche ad inserire l’arte nelle loro attività.
Precedenti collaborazioni includono workshop sulla corsa in collaborazione con Woman’s Trust e Crisis Skylight London, per nutrire la creatività e aumentare la consapevolezza nei membri vulnerabili della società, oltre a un’asta di beneficenza che ha raccolto oltre 1000 sterline per CALM (Campaign Against Living Miserably), un’organizzazione benefica che offre aiuto a chi soffre di depressione con tendenze suicide.
Fino ad ora The Artists’ Pool ha lavorato con oltre 150 artisti per aiutarli a sviluppare i propri obiettivi creativi in vari modi, dal supporto e dalla promozione di giovani artisti attraverso “Unbound Exhibition”, mostra annuale per talenti emergenti, all’aiuto per sviluppare creativi professionisti con presentazioni accessibili a tutti e opportunità internazionali.
Un altro progetto internazionale per la galleria Artgallery37 che con Evocativo porta a Torino artisti di varie nazionalità, che come gli artisti del Collettivo37 credono nel potere dell’arte di unire al di là delle barriere sociali e culturali.
Lo statuto del The Artists’ Pool afferma infatti che “ogni membro arricchisce il gruppo con una personalità e un talento unico – una miscela di culture ed esperienze con un obiettivo armonico – incoraggiare e promuovere la positività, la connettività e il potere curativo dell’arte.”
Valeria Macci
BIOGRAFIE
Rilexie
Rilexie è nata e cresciuta in America. Dotata di sinestesia, mischiando i sensi riesce a tradurre i suoni in colori.
I suoi dipinti si concentrano sul potere emotivo dei colori, in grado di influenzare il nostro stato d’animo. Le sue tele grandi e multicolori presentano allo spettatore una rivolta di colori, in cui diverse tonalità fluiscono dentro, attraverso e attorno l’un l’altra, creando effetti che vanno dal rassicurante allo psichedelico.
Nel tempo gli interessi di Rilexie si sono espansi verso installazioni multi mediali e multi sensoriali. Il suo lavoro si arricchito tramite ricerche scientifiche sulla mente umana e sul funzionamento del cervello.
Spiega la sua arte con queste parole: “Dipingere è come coreografare una danza con i colori a dettare il ritmo. La musica e gli altri suoni parlano direttamente alla mia anima, risvegliando il colore dal profondo del mio inconscio e connettendomi all’essenza della vita. I colori hanno sempre avuto un profondo significato nella mia vita. Quando lavoro con i colori è il momento in cui mi sento più viva.”
Rilexie è particolarmente interessata alla pratica del silenzio, della meditazione e al potere dell’arte di promuovere una trasformazione personale.
Molti dei suoi dipinti sono parte di collezioni private, in quanto sono state create specificamente per quelle persone.
www.rilexie.com
Nick Hazzard
Dopo aver conseguito la Laurea in Belle Arti alla John Cass School of Art, Architecture and Design di Londra, Nick è diventato uno dei membri fondatori dell’Espacio Gallery, una galleria cooperativa fondata e gestita da un gruppo di artisti che utilizzano tutti i media contemporanei di arte visiva, che volevano uno spazio apposito per esprimere i propri bisogni. Da allora ha preso parte a molte mostre, sia all’Espacio Gallery che altrove, e in quel periodo il suo lavoro si è distinto nella pittura, nel collage e, più di recente, nel disegno figurativo.
Il lavoro attuale viene da una serie che analizza gli effetti devastanti dell’Alzheimer. I nostri ricordi sono una parte importante di chi siamo. Se scompaiono, scompariamo anche noi.
Nick Hazzard ha esposto i suoi lavori in diverse gallerie a Londra e in Scozia, ha partecipato ad oltre 30 collettive e le sue opere sono presenti in collezioni private.
Sally Grumbridge
Sally si è laureata nel 2002 alla University of Roehampton con il massimo dei voti in Arte per la Comunità, specializzandosi in pittura e incisione. Ha continuato a studiare grafica e incisione sperimentale dal 2003 al 2005 alla University of the Arts di Londra.
Sally espone regolarmente in collettive e personali nel Regno Unito, soprattutto a Londra, e ha esposto anche a Rouen, Siena e Madrid. Fa parte dell’Espacio Gallery, dove espone in collettive, così come del Printmarker’s Council e The Artists’ Pool. Annualmente partecipa ai West London Open Studios. Le sue opere sono collocate in collezioni del Regno Unito, Francia, Spagna, Austria, Canada e Australia.
I titoli dei due dipinti esposti all’Artgallery37 sono ispirati ai versi di una canzone del 1995 della band inglese Mike and the Mechanics. C’è malinconia nel dipinto della ragazza, Jeanne, che evoca le emozioni della fine di una relazione. Le opere mettono in discussione anche il luogo e lo spazio. Le figure non sono centrate ma posizionate ai margini del dipinto, permettendo all’artista di riempire la tela con il colore. L’astratto con il figurativo enfatizza ancora l’emozione ancora di più.
Molte opere di Sally hanno come soggetto il luogo o lo spazio. Come l’ambiente o il paesaggio (nella sua accezione più ampia) può influenzare una persona o un momento. Alcuni suoi lavori riguardano periodi storici, altri ancora la sua storia personale. Incisore e pittrice, Sally ama sperimentare e spesso unisce l’astratto con il rappresentativo; pittura con incisione, immagini con testo. Ciò che è sempre presente comunque è l’uso del colore e della marcatura.
Audrey Kirk
Audrey è un’artista inglese emergente, ha recentemente esposto all’Espacio Gallery e alla Menier Gallery di Londra.
Nei due lavori presentati a Torino, Audrey esplora gli effetti dei social media e l’identità.
Quante volte avete sentito qualcuno dire “se solo avessi più tempo” o “non c’è abbastanza tempo”? Non è stato Einstein ad affermare “Il tempo è un’illusione”? Il tempo non è solo un costrutto umano per misurare i giorni e portare ordine nell’entropia?
In questo mondo di avanzamento tecnologico dove l’informazione è assimilata a velocità folle e i nostri giorni sembrano spesso governati dalla prospettiva temporale di qualcun altro, il lavoro di Audrey vuole suggerirci che noi abbiamo la capacità di impostare e controllare il ritmo delle nostre vite. I pendoli siamo noi.
Nell’opera “Rose Tint” cerca di esprimere come i social media vengano spesso presentati o visti da noi. Siamo la generazione che sarà definita da immagini manipolare con Photoshop e filtri di Snapchat? In quest’era tecnologica, che ci permette di essere tutti costantemente connessi e condividere informazioni a velocità incredibile, siamo in pericolo di essere nutriti solo dalla percezione di una vita “perfetta”. Alla fine tutto questo potrebbe risultare in un’illusione lontana dalla realtà?
Carolan
Carolan è un’artista scozzese, vissuta in Inghilterra per la maggior parte della sua vita. Ha conseguito la laurea con lode in Belle Arti alla University of East London e ha proseguito gli studi al Goldsmiths College. Come professoressa d’arte in scuole medie e college londinesi, ha impiegato il suo talento per insegnare e ispirare i ragazzi. Molti suoi studenti hanno proseguito gli studi in campo artistico nelle maggiori università di Belle Arti di Londra. Attualmente è artista a tempo pieno.
La profonda connessione con la natura e la pratica quotidiana di meditazione, giocano un ruolo vitale in ogni sua opera. Osservare la gente, la natura e congiungersi con l’io interiore sono stati elementi essenziali per il suo sviluppo sia come donna che come artista. La sua concentrazione è sempre volta ad osservare la perfezione della natura, il suo lavoro e la passione per il mondo naturale uniscono sia il mondo interno che esterno.
Ha esposto a Londra in diversi spazi tra cui il Royal College of Art, Whitechapel Gallery, Menier Gallery, Espacio Gallery, Business Design Centre, in Scozia alla Dundas Street Gallery di Edimburgo, Art Rapido di Glasgow.
Sulle opere per Evocativo Carolan racconta che “si ispirano a dei ricordi, quando da bambina correvo nei campi e prati nella campagna inglese dell’Hampshire. Con grande chiarezza, ricordo di aver provato un grandissimo senso di libertà e di eccitazione, i fiori selvatici sembravano giganti colorati, vivi, tattili e vibranti, danzanti nel vento. Prati e fiori di campo sono stupendi da osservare e il loro solo pensiero nutre la mia anima e la passione per il nostro mondo naturale”.
Laurence Cammas
Laurence è una pittrice francese, ispirata da due universi opposti. Due mondi che fonde insieme per ricreare la sua fantasia fantasmagorica, dove la felicità e le paure dell’uomo si confrontano con la nobiltà d’animo, l’orgoglio e le profonde speranze.
Dall’esperienza quasi trentennale maturata vivendo in Asia, in Cina e Giappone, Laurence ha sviluppato una forte attrazione per colori brillanti e vividi, illuminati da un’atmosfera tropicale; l’amarezza stimolante del tè verde, la vita quotidiana dipinta nell’Ukiyo-e (stampa artistica giapponese su carta, impressa con matrici di legno) così come la pienezza dell’immagine del Buddha.
Ma il lavoro di Laurence riflette profondamente anche la sua europeità, specialmente l’eredità latina. Simbolismo tratto dalla pittura religiosa rinascimentale italiana, scene allegoriche, il fascino di un ritratto o la sensibilità di un personaggio. Laurence condivide con lo spettatore la propria visione della vita, guidata dall’esuberanza del mondo barocco felliniano così come l’appariscenza dei colori usati da Christian Lacroix, offre un viaggio attraverso le emozioni...
Laurence Cammas ha conseguito un MBA alla ESSEC Business School di Parigi. Ha studiato gemmologia all’Institut Français de Gemmologie di Parigi, così come incisione dell’oro al BJO rue du Louvre. Ha iniziato a dipingere nel 2005.
Ha esposto a Singapore, Tokyo, Londra ed Edimburgo.
www.laurencecammas.com
Marianne Frank
L’interesse cruciale di Marianne è la gente. Il comportamento umano e le emozioni che si svelano in risposta alla società, la morale e le interazioni sociali.
L’obiettivo di Marianne è animare le persone e provocare domande e riflessioni sullo status quo. È un’arte narrativa ed è stata sempre attratta dai racconti magici narrati dai personaggi. L’artista tenta di raccontare storie che vadano oltre la superficie per comprendere le storie personali. Cercando oltre le apparenze, alla fine troveremo l’unicità di ognuno di noi. La consistenza nell’opera così come nella vita porta alla profondità e alla generazione di un prospettiva.
Marianne apprezza la bellezza ma non in senso classico, la bellezza cruda e genuina degli esseri umani. Quando le nostre barriere crollano, la nostra bellezza e la nostra vera natura trovano lo spazio per espandersi. Le trivialità della vita sono interessanti, l’ordinario ci fa capire che siamo essenzialmente uguali. E con questa consapevolezza si abbatte il pregiudizio. Marianne osserva e racconta storie rilevanti per le nostre vite e mira a un’arte sincera e schietta.
www.mariannefrank.com
Miranda Pissarides
Miranda Pissarides è un’artista indipendente, attualmente vive e lavora a Londra. Esprime la propria arte prevalentemente con la pittura e la scultura, ma anche la tassidermia, il mosaico e il disegno. Nel 2007 ha vinto l’Art Achievement Award al Queen’s College di Londra. Nel 2008 si è diplomata con merito in Belle Arti al St Martin’s College, nel 2012 ha conseguito la laurea in Belle Arti e Teoria presso la Slade School of Fine Art di Londra. Nel 2015 le è stato conferito l’ArtSlant Showcase Winner Award.
Ha esposto in diverse mostre a Londra, New York, in Brasile, Italia, Cipro e Giappone. Attualmente si sta preparando per due personali a Roma e a Londra.
Miranda è intrigata dallo spazio tra la pittura e la scultura: le forme delle sue sculture evolvono dai suoi dipinti. È interessata anche a sfidare le tradizionali convenzioni legate alla pittura e alla scultura.
Manipola materiali e colori per convogliare sentimenti di desiderio e repulsione. È attratta da temi di tentazione e resistenza, in parte dovuti al profondo interesse per gli scritti di Jean Paul Sartre sugli elementi sgradevoli ma allo stesso tempo attraenti della ‘melma’ descritta in “L’Essere e il Nulla” (1943).
Maneggiare materiali grezzi le dà un senso di controllo e tangibilità. Usa pigmenti grezzi per ottenere una paletta di colori specifica. Riesce così a rendere la sensazione viscerale che riflette l’interesse per l’ambiguità interiore del corpo e della mente umana. Materialmente, è attirata dall’idea che qualcosa di malleabile possa essere bloccato, qualcosa di fuso possa pietrificarsi, rompersi o marcire. Essenzialmente, lo stato tra il solido e il liquido.
Il lavoro di Miranda punta a creare un’esperienza onnicomprensiva per lo spettatore, piuttosto che una semplice visuale soggettiva. Mira ad unire frammenti di persone, vita, emozioni e materia, risultando in una specie di esplosione.
Szilvia Ponyiczki
Domande sull’inconscio e la rappresentazione dei sogni sono il nucleo del lavoro di Szilvia.
Le tele esposte per Evocativo sono un’illusione ottica, dove le figure dei cavalli si intrecciano con gli alberi attorno. Ciò crea un fenomeno interessante; non è sempre chiaro se un cavallo si trova di fronte o dietro a un altro. Questo posizionamento fisico impossibile riflette sulla rete della vita, su quelle situazioni che sembrano impossibile in cui non riusciamo a trovare una via d’uscita.
Szilvia crede che il nostro inconscio abbia messaggi importanti per noi, nella forma dei sogni e a cui vale la pena dare ascolto. La nostra mente può lavorare più liberamente durante il sonno, quando non ci sono interferenze dal mondo esterno. I sogni permettono al nostro inconscio di prendere il comando, liberando la nostra mente dalle costrizioni della logica. I sogni sono correlati a qualunque cosa occupi la nostra mente durante il giorno; i sogni possono fornirci soluzioni ai problemi attuali.
Il lavoro della Ponyiczki esamina la rappresentazione dei sogni notturni, focalizzandosi principalmente su quelli che appaiono nella fase del sonno ipnagogico. Alcuni suoi sogni sono stati trasferiti su tela senza nessuna traduzione, mentre altri sono stati corretti dalla ragione del risveglio.
La ricerca sui sogni l’ha portata alla convinzione che dipingendo i suoi sogni possa aiutare altri a trovare il proprio io. I sentimenti provocati dalle sue opere può portare il pubblico ad esaminare le proprie difficoltà, aiutandoli a guardarsi dentro, realizzare la propria identità, trovare un senso alla vita.
www.ponyiczki.co.uk
Helen Campbell
Nata e cresciuta nel Bedfordshire, si è trasferita a Londra nel 1987 dove ha iniziato a lavorare in banca. Dal 2005 si è dedicata esclusivamente allo studio e sviluppo del talento artistico. Da allora si divide tra viaggi nelle campagne inglesi (con una predilezione per la Cornovaglia) e il suo studio al centro di Londra, dove al momento lavora su ritratti e paesaggi anche su commissione.
L’attrazione per l’energia e il moto della natura costituisce la base del lavoro di Helen. Osserva costantemente come la luce gioca sui mari in tempesta, come il sole può riscaldare un panorama desolato e la pioggia può spogliarlo nella sua veste più tetra.
Dipinge solo con colori ad olio, apponendo strati di colori traslucidi nell’arco di settimane (a volte mesi) per catturare la luce, aggiungendo o graffiando via strati, incidendo e graffiando con una spatola per dare consistenza e vitalità.
Le opere per la mostra Evocativo, sono ispirate a momenti e ricordi di lunghe, solitarie passeggiate sulle scogliere della Cornovaglia. Intravedendo un’altra figura solitaria in lontananza che, come me, è sola negli elementi, forse sta guardando il mare in tempesta o è trascinata via dalla marea. Condividiamo il bisogno di restare soli con la Natura nel suo stato più crudo, sfrenato, congiungendoci direttamente con il mondo naturale senza interruzioni, protezioni o barriere.
www.helencampbellartist.co.uk
Esperanza Gómez-Carrera
Esperanza è un’artista spagnola visiva che vive a Londra da anni. Con una laurea in Psicologia e un’altra in Belle Arti, lavora con ogni genere di materiale per sviluppare le proprie idee. Idee che sviluppa come installazioni ma anche come azioni. Ha lavorato con la Tate Modern di Londra e al Palais de Tokyo di Parigi con Tino Sehgal. È membro fondatore di Degrees of Freedom (DOF – Art Productions) e del World’s End Theatre Group (WETG).
All’Artgallery37 di Torino presenta due opere “I’m not myself you see” e “Mi sono innamorato mentre ti guardo”, legate alla sua intensa ricerca sull’inconscio e a quella realtà che si associa alle aree che solo l’immaginazione può scoprire.
Esperenza indaga l’area della mente che non è soggetta al pregiudizio che la realtà impone ed è immaginazione surrealista, la sfida della logica o dello scherzo folle, gli elementi che porta in questa mostra.
Oggetti disparati che trasforma a suo piacimento.
www.esperanzagomezcarrera.com
Nicola Weir
Nicola Weir è un’artista scozzese. Sul suo lavoro hanno avuto grande influenza i corsi dell’Edinburgh Art College e il coinvolgimento con l’Edinburgh Printmakers. L’incisione in qualsiasi forma è sempre incorporata nelle sue opere, un collage – giocando con la tangibilità e diversi materiali, che siano carta, tessuto o altro.
Il disegno è una parte essenziale nell’opera di Nicola, in parte è uno strumento per esplorare temi e sviluppare idee. Inoltre colleziona biglietti usati e souvenir, che trovano spazio nelle opere sia letteralmente che metaforicamente.
Le risorse visive di Nicola possono essere tangibili – dalla natura, un gettone o un souvenir, una gioia visiva o un’associazione con un ricordo. Spesso l’intangibile ha un’influenza, che parte con un’idea o un sentimento, o qualcosa al livello del subconscio di cui Nicola diventa consapevole, anche dopo che l’opera è conclusa. In qualche modo le parole possono esserne parte integrante ma non sempre visibile; questa parte sconosciuta siamo noi, che emerge in superficie e affascina l’artista.
Al di là dei soggetti preferiti, l’arte di Nicola Weir è evoluta per esplorare altri temi: ricorrono metafore visive sulla trasformazione e sulla crescita, e una crescente forza nella fragilità. Questa ricerca continua a sorprenderla, in cui l’apprendimento e il creare vanno di pari passo con la vita.
Ha ottenuto diversi premi, tra cui l’Andrew Grant Award che l’ha portata a lavorare a Londra, nel resto del Regno Unito e all’estero. Anche se adora viaggiare e ha vissuto in Indonesia per un certo periodo, Nicola ora vive ad Edimburgo dove frequenta la scena artistica e teatrale dell’International Festival, ma trova anche ispirazione in angoli più appartati e verdi della città.
Recentemente i suoi lavori delicati sono stati esposti alla Royal Scottish Academy, alla Edinburgh Printmakers, International Print Symposium, oltre alla Menier Gallery di Londra nel 2016 con la collettiva “Frida Kahlo; Lust for Life” e la collettiva “Threads” prima all’Espacio Gallery e poi alla Dundas Street Gallery di Edimburgo.
Patsy Hickman
Patsy Hickman è nata a Philadelphia da una modella newyorkese e un ufficiale britannico. Trasferitasi in Inghilterra, viene prima iscritta in due collegi e poi in una scuola internazionale in Svizzera per tre anni. Qui un insegnante di arte l’ha iniziata a due ossessioni: l’arte e la letteratura. Temendo potesse incontrare “persone sbagliate”, la famiglia le proibì la scuola d’arte e Hickman ne restò lontana fin quando fu possibile. Ha conseguito un Master sul Racconto alla Middlesex University, un dottorato sul Memoir al Goldsmiths College di Londra, ed è infine tornata alla pittura, fino a trovare la massima realizzazione nella scultura. Alcune sue opere hanno trovato collocazione in collezioni americane, scozzesi, irlandesi e inglesi. Vive a Londra nel quartiere di Bloomsbury, a pochi passi dai suoi amati musei.
Patsy è una scultrice che lavora l’argilla e il bronzo. Afferma che “la scultura è la forma d’arte più eccitante”. Tiene delle lezioni sulla propria esperienza, con l’intento di appassionare altre persone alla scultura.
Laura Bello
Cresciuta in una cittadina del Sud America tra la parte settentrionale delle Ande e il Rio Magdalena, si è trasferita in Inghilterra intorno ai 25 anni.
Ha studiato Belle Arti alla John Cass School of Art, Architecture and Design di Londra.
Come pittrice e scultrice astratta, il lavoro di Laura Bello è influenzato dal desiderio convenzionale dell’artista di relazionarsi con i materiali e l’oggettiva osservazione del modo in cui questi materiali esistono nell’universo. Questo processo che la affascina risuona nel suo inconscio, dando inizio a un’avventura fisica che culmina con l’emergere di una forma.
Partecipa regolarmente alle mostre presso le gallerie londinesi Espacio Gallery e Menier Gallery e alla Dunda's Street Gallery di Edimburgo.
Andrea Coltman
“Non so come fare ad amare un posto...” Andrea Coltman
Andrea si è sempre sentita fuori luogo. Non appartiene a nessun posto, è un’osservatrice nomade che non può fare a meno di catturare istantanee di posti transitori attraverso la pittura.
Assorbita dalla nozione di posti e spazi di transizione, Coltman ha considerato l’ambiente visibile e come questo si relaziona al Modernismo, alla Geometria, alla Ritrattistica, all’Architettura, al Minimalismo e all’Espressionismo Astratto. I suoi lavori mettono in discussione luoghi in continua trasformazione, disegnando I propri spostamenti e viaggi che si intersecano con i vicoli. Ci sono connessioni e allo stesso tempo lo stacco rivela uno stato di mutazione continua, l’attraversamento di confini fisici e metaforici, la scoperta di posti trasformanti mentre ci si muove tra stati emotivi, fisici e materiali.
Vengono applicati dei pigmenti, situazioni e oggetti re-immaginati vengono interrotti e decontestualizzati dall’aggiunta di colori vivaci minimali combinando figurativo e astratto. Usando mezzi diversi, Andrea risponde al passante, l’ambiente, forme lineari, titoli dei quotidiani, didascalie re-immaginate così come immagini dai giornali scandalistici. Modifica, rimodifica, duplica, interpreta e re-interpreta il contesto letterale.
Il tema della ripetizione allude alla natura ciclica della vita quotidiana. Implica precisione, sorgono imperfezioni e narrative inaspettate si dipanano con toni distopici.
Nei quadri presentati all’Artgallery37, le brillanti linee arancioni rimandano all’alta visibilità; queste possono interrompere la percezione visiva dello spettatore. Alludono alla visibilità di soggetto, artista e spettatore. Sono tutte molto evidenti, disegnate per caso ma allo stesso tempo ignare dei tanti aspetti che le connettono.
Andrea riflette psicologicamente sull’istante o l’oggetto quotidiano trascurato. È attratta dall’effimero, la frazione di secondo, un passaggio in un luogo o ambiente. Andrea Coltman è una curiosa senza radici, una Flâneuse del ventunesimo secolo.
Vive tra Londra e il Kent e ha recentemente conseguito un Master all’Università di Belle Arti di Londra.
www.movingonbydesign.co.uk
A cura dell’Associazione Culturale Collettivo37
Progetto artistico di The Artists’ Pool
Testo introduttivo di Roberto Borra
Presentazione di Alessandro Merlo
Comunicato stampa di Valeria Macci
La Galleria d’arte moderna e contemporanea Artgallery37 ospita in anteprima assoluta a Torino, 15 artisti membri del The Artists’ Pool di Londra. Il gruppo artistico londinese e l’Associazione Culturale Collettivo37 di Torino mossi da una serie di affinità artistiche nonché da una stretta comunanza filosofica, hanno recentemente instaurato un rapporto di interscambio artistico e progettuale, sancito nell’occasione di questa importante esposizione di arte contemporanea. Il progetto del gruppo ”The Artists’ Pool” si misura con la volontà degli artisti di creare una relazione con un pubblico universale, traendo per la creazione delle loro opere, linfa dall’energia vitale delle relazioni interpersonali, dalle profondità dell’inconscio e dalla natura. La scelta degli artisti londinesi di presentare il loro progetto nel contesto della galleria torinese e di essere in gran parte fisicamente presenti durante l’inaugurazione, è un segnale significativo dell’importanza dell’arte quale “elemento aggregante”, capace di restituire al confronto umano aperto e alla comunicazione sociale e culturale diretta, un ruolo primario al di là del semplice approccio virtuale. Gli elementi di stimolazione visiva e di ricerca dell’innovazione sono presenti nelle più svariate forme artistiche rappresentate in questo particolarissimo progetto d’arte collettiva dove pittura, scultura, fotografia e incisione si intrecciano come componenti emozionali differenziati di un’unica entità fisica. Lo scopo è dunque quello di “evocare”, più che semplicemente di “raccontare”, per cui al pari dell’approccio con il quale gli artisti hanno realizzato le loro opere, l’atteggiamento dell’osservatore ha un peso importante nel successo del progetto. Concedersi il giusto tempo di osservazione per entrare in sintonia con i flussi gestuali e con le stimolazioni percettive indotte dalle opere, è un esercizio indispensabile per poter godere appieno della bellezza dell’arte e al contempo per regalare a noi stessi, meritate emozioni. A prescindere dalla forma della quale essa sia rivestita, l’opera d’arte è materia pura dell’inconscio e/o del pensiero e la stimolante poliedricità nella quale si manifesta in “Evocativo”, offre una tangibile occasione al pubblico torinese e ai visitatori tutti, di confrontarsi con un universo di evocazioni spiazzanti e perciò “rigeneranti”. Opere che possono sfiorare o abitare i nostri spazi interiori.
“L’arte non rappresenta il visibile ma l’invisibile che si annida nell’essere e nell’esistere”. Le parole di Paul Klee vibrano nel cuore pulsante del progetto “Evocativo” e ci interrogano sul valore della nostra identità e sulle relazioni che essa intrattiene con l’invisibilità dell’inconscio dei quali segreti, talvolta solo l’arte è in grado di svelarne i fuggevoli aspetti..
Roberto Borra
La galleria d’arte moderna e contemporanea Artgallery37 ospita per la prima volta a Torino 15 artisti membri del circolo The Artists’ Pool di Londra, un progetto possibile grazie alla filosofia affine del The Artists’ Pool con l’Associazione Culturale Collettivo37 di Torino. Evocativo riflette sul comune intento degli artisti di suscitare un’emozione e instaurare un canale comunicativo con lo spettatore, a prescindere dal mezzo usato. Che sia su tela, video o con la scultura, un artista può voler smuovere, scioccare, confortare o impressionare, il fattore unificante dietro ogni opera d’arte è il desiderio di entrare in contatto con lo spettatore ed evocare una miscela complessa di sentimenti, pensieri e ricordi.
The Artists’ Pool ha sede ai Make Space Studios di Londra ed è stato fondato 3 anni fa con lo scopo di abbracciare il potere dell’arte per unire le persone e supportare la loro creatività. Il gruppo crede nel potere dell’arte di guarire e comunicare attraverso confini sociali e culturali. Attraverso mostre e workshop promuovono la creatività e il benessere nelle comunità, incoraggiando altre organizzazioni e associazioni benefiche ad inserire l’arte nelle loro attività.
Precedenti collaborazioni includono workshop sulla corsa in collaborazione con Woman’s Trust e Crisis Skylight London, per nutrire la creatività e aumentare la consapevolezza nei membri vulnerabili della società, oltre a un’asta di beneficenza che ha raccolto oltre 1000 sterline per CALM (Campaign Against Living Miserably), un’organizzazione benefica che offre aiuto a chi soffre di depressione con tendenze suicide.
Fino ad ora The Artists’ Pool ha lavorato con oltre 150 artisti per aiutarli a sviluppare i propri obiettivi creativi in vari modi, dal supporto e dalla promozione di giovani artisti attraverso “Unbound Exhibition”, mostra annuale per talenti emergenti, all’aiuto per sviluppare creativi professionisti con presentazioni accessibili a tutti e opportunità internazionali.
Un altro progetto internazionale per la galleria Artgallery37 che con Evocativo porta a Torino artisti di varie nazionalità, che come gli artisti del Collettivo37 credono nel potere dell’arte di unire al di là delle barriere sociali e culturali.
Lo statuto del The Artists’ Pool afferma infatti che “ogni membro arricchisce il gruppo con una personalità e un talento unico – una miscela di culture ed esperienze con un obiettivo armonico – incoraggiare e promuovere la positività, la connettività e il potere curativo dell’arte.”
Valeria Macci
BIOGRAFIE
Rilexie
Rilexie è nata e cresciuta in America. Dotata di sinestesia, mischiando i sensi riesce a tradurre i suoni in colori.
I suoi dipinti si concentrano sul potere emotivo dei colori, in grado di influenzare il nostro stato d’animo. Le sue tele grandi e multicolori presentano allo spettatore una rivolta di colori, in cui diverse tonalità fluiscono dentro, attraverso e attorno l’un l’altra, creando effetti che vanno dal rassicurante allo psichedelico.
Nel tempo gli interessi di Rilexie si sono espansi verso installazioni multi mediali e multi sensoriali. Il suo lavoro si arricchito tramite ricerche scientifiche sulla mente umana e sul funzionamento del cervello.
Spiega la sua arte con queste parole: “Dipingere è come coreografare una danza con i colori a dettare il ritmo. La musica e gli altri suoni parlano direttamente alla mia anima, risvegliando il colore dal profondo del mio inconscio e connettendomi all’essenza della vita. I colori hanno sempre avuto un profondo significato nella mia vita. Quando lavoro con i colori è il momento in cui mi sento più viva.”
Rilexie è particolarmente interessata alla pratica del silenzio, della meditazione e al potere dell’arte di promuovere una trasformazione personale.
Molti dei suoi dipinti sono parte di collezioni private, in quanto sono state create specificamente per quelle persone.
www.rilexie.com
Nick Hazzard
Dopo aver conseguito la Laurea in Belle Arti alla John Cass School of Art, Architecture and Design di Londra, Nick è diventato uno dei membri fondatori dell’Espacio Gallery, una galleria cooperativa fondata e gestita da un gruppo di artisti che utilizzano tutti i media contemporanei di arte visiva, che volevano uno spazio apposito per esprimere i propri bisogni. Da allora ha preso parte a molte mostre, sia all’Espacio Gallery che altrove, e in quel periodo il suo lavoro si è distinto nella pittura, nel collage e, più di recente, nel disegno figurativo.
Il lavoro attuale viene da una serie che analizza gli effetti devastanti dell’Alzheimer. I nostri ricordi sono una parte importante di chi siamo. Se scompaiono, scompariamo anche noi.
Nick Hazzard ha esposto i suoi lavori in diverse gallerie a Londra e in Scozia, ha partecipato ad oltre 30 collettive e le sue opere sono presenti in collezioni private.
Sally Grumbridge
Sally si è laureata nel 2002 alla University of Roehampton con il massimo dei voti in Arte per la Comunità, specializzandosi in pittura e incisione. Ha continuato a studiare grafica e incisione sperimentale dal 2003 al 2005 alla University of the Arts di Londra.
Sally espone regolarmente in collettive e personali nel Regno Unito, soprattutto a Londra, e ha esposto anche a Rouen, Siena e Madrid. Fa parte dell’Espacio Gallery, dove espone in collettive, così come del Printmarker’s Council e The Artists’ Pool. Annualmente partecipa ai West London Open Studios. Le sue opere sono collocate in collezioni del Regno Unito, Francia, Spagna, Austria, Canada e Australia.
I titoli dei due dipinti esposti all’Artgallery37 sono ispirati ai versi di una canzone del 1995 della band inglese Mike and the Mechanics. C’è malinconia nel dipinto della ragazza, Jeanne, che evoca le emozioni della fine di una relazione. Le opere mettono in discussione anche il luogo e lo spazio. Le figure non sono centrate ma posizionate ai margini del dipinto, permettendo all’artista di riempire la tela con il colore. L’astratto con il figurativo enfatizza ancora l’emozione ancora di più.
Molte opere di Sally hanno come soggetto il luogo o lo spazio. Come l’ambiente o il paesaggio (nella sua accezione più ampia) può influenzare una persona o un momento. Alcuni suoi lavori riguardano periodi storici, altri ancora la sua storia personale. Incisore e pittrice, Sally ama sperimentare e spesso unisce l’astratto con il rappresentativo; pittura con incisione, immagini con testo. Ciò che è sempre presente comunque è l’uso del colore e della marcatura.
Audrey Kirk
Audrey è un’artista inglese emergente, ha recentemente esposto all’Espacio Gallery e alla Menier Gallery di Londra.
Nei due lavori presentati a Torino, Audrey esplora gli effetti dei social media e l’identità.
Quante volte avete sentito qualcuno dire “se solo avessi più tempo” o “non c’è abbastanza tempo”? Non è stato Einstein ad affermare “Il tempo è un’illusione”? Il tempo non è solo un costrutto umano per misurare i giorni e portare ordine nell’entropia?
In questo mondo di avanzamento tecnologico dove l’informazione è assimilata a velocità folle e i nostri giorni sembrano spesso governati dalla prospettiva temporale di qualcun altro, il lavoro di Audrey vuole suggerirci che noi abbiamo la capacità di impostare e controllare il ritmo delle nostre vite. I pendoli siamo noi.
Nell’opera “Rose Tint” cerca di esprimere come i social media vengano spesso presentati o visti da noi. Siamo la generazione che sarà definita da immagini manipolare con Photoshop e filtri di Snapchat? In quest’era tecnologica, che ci permette di essere tutti costantemente connessi e condividere informazioni a velocità incredibile, siamo in pericolo di essere nutriti solo dalla percezione di una vita “perfetta”. Alla fine tutto questo potrebbe risultare in un’illusione lontana dalla realtà?
Carolan
Carolan è un’artista scozzese, vissuta in Inghilterra per la maggior parte della sua vita. Ha conseguito la laurea con lode in Belle Arti alla University of East London e ha proseguito gli studi al Goldsmiths College. Come professoressa d’arte in scuole medie e college londinesi, ha impiegato il suo talento per insegnare e ispirare i ragazzi. Molti suoi studenti hanno proseguito gli studi in campo artistico nelle maggiori università di Belle Arti di Londra. Attualmente è artista a tempo pieno.
La profonda connessione con la natura e la pratica quotidiana di meditazione, giocano un ruolo vitale in ogni sua opera. Osservare la gente, la natura e congiungersi con l’io interiore sono stati elementi essenziali per il suo sviluppo sia come donna che come artista. La sua concentrazione è sempre volta ad osservare la perfezione della natura, il suo lavoro e la passione per il mondo naturale uniscono sia il mondo interno che esterno.
Ha esposto a Londra in diversi spazi tra cui il Royal College of Art, Whitechapel Gallery, Menier Gallery, Espacio Gallery, Business Design Centre, in Scozia alla Dundas Street Gallery di Edimburgo, Art Rapido di Glasgow.
Sulle opere per Evocativo Carolan racconta che “si ispirano a dei ricordi, quando da bambina correvo nei campi e prati nella campagna inglese dell’Hampshire. Con grande chiarezza, ricordo di aver provato un grandissimo senso di libertà e di eccitazione, i fiori selvatici sembravano giganti colorati, vivi, tattili e vibranti, danzanti nel vento. Prati e fiori di campo sono stupendi da osservare e il loro solo pensiero nutre la mia anima e la passione per il nostro mondo naturale”.
Laurence Cammas
Laurence è una pittrice francese, ispirata da due universi opposti. Due mondi che fonde insieme per ricreare la sua fantasia fantasmagorica, dove la felicità e le paure dell’uomo si confrontano con la nobiltà d’animo, l’orgoglio e le profonde speranze.
Dall’esperienza quasi trentennale maturata vivendo in Asia, in Cina e Giappone, Laurence ha sviluppato una forte attrazione per colori brillanti e vividi, illuminati da un’atmosfera tropicale; l’amarezza stimolante del tè verde, la vita quotidiana dipinta nell’Ukiyo-e (stampa artistica giapponese su carta, impressa con matrici di legno) così come la pienezza dell’immagine del Buddha.
Ma il lavoro di Laurence riflette profondamente anche la sua europeità, specialmente l’eredità latina. Simbolismo tratto dalla pittura religiosa rinascimentale italiana, scene allegoriche, il fascino di un ritratto o la sensibilità di un personaggio. Laurence condivide con lo spettatore la propria visione della vita, guidata dall’esuberanza del mondo barocco felliniano così come l’appariscenza dei colori usati da Christian Lacroix, offre un viaggio attraverso le emozioni...
Laurence Cammas ha conseguito un MBA alla ESSEC Business School di Parigi. Ha studiato gemmologia all’Institut Français de Gemmologie di Parigi, così come incisione dell’oro al BJO rue du Louvre. Ha iniziato a dipingere nel 2005.
Ha esposto a Singapore, Tokyo, Londra ed Edimburgo.
www.laurencecammas.com
Marianne Frank
L’interesse cruciale di Marianne è la gente. Il comportamento umano e le emozioni che si svelano in risposta alla società, la morale e le interazioni sociali.
L’obiettivo di Marianne è animare le persone e provocare domande e riflessioni sullo status quo. È un’arte narrativa ed è stata sempre attratta dai racconti magici narrati dai personaggi. L’artista tenta di raccontare storie che vadano oltre la superficie per comprendere le storie personali. Cercando oltre le apparenze, alla fine troveremo l’unicità di ognuno di noi. La consistenza nell’opera così come nella vita porta alla profondità e alla generazione di un prospettiva.
Marianne apprezza la bellezza ma non in senso classico, la bellezza cruda e genuina degli esseri umani. Quando le nostre barriere crollano, la nostra bellezza e la nostra vera natura trovano lo spazio per espandersi. Le trivialità della vita sono interessanti, l’ordinario ci fa capire che siamo essenzialmente uguali. E con questa consapevolezza si abbatte il pregiudizio. Marianne osserva e racconta storie rilevanti per le nostre vite e mira a un’arte sincera e schietta.
www.mariannefrank.com
Miranda Pissarides
Miranda Pissarides è un’artista indipendente, attualmente vive e lavora a Londra. Esprime la propria arte prevalentemente con la pittura e la scultura, ma anche la tassidermia, il mosaico e il disegno. Nel 2007 ha vinto l’Art Achievement Award al Queen’s College di Londra. Nel 2008 si è diplomata con merito in Belle Arti al St Martin’s College, nel 2012 ha conseguito la laurea in Belle Arti e Teoria presso la Slade School of Fine Art di Londra. Nel 2015 le è stato conferito l’ArtSlant Showcase Winner Award.
Ha esposto in diverse mostre a Londra, New York, in Brasile, Italia, Cipro e Giappone. Attualmente si sta preparando per due personali a Roma e a Londra.
Miranda è intrigata dallo spazio tra la pittura e la scultura: le forme delle sue sculture evolvono dai suoi dipinti. È interessata anche a sfidare le tradizionali convenzioni legate alla pittura e alla scultura.
Manipola materiali e colori per convogliare sentimenti di desiderio e repulsione. È attratta da temi di tentazione e resistenza, in parte dovuti al profondo interesse per gli scritti di Jean Paul Sartre sugli elementi sgradevoli ma allo stesso tempo attraenti della ‘melma’ descritta in “L’Essere e il Nulla” (1943).
Maneggiare materiali grezzi le dà un senso di controllo e tangibilità. Usa pigmenti grezzi per ottenere una paletta di colori specifica. Riesce così a rendere la sensazione viscerale che riflette l’interesse per l’ambiguità interiore del corpo e della mente umana. Materialmente, è attirata dall’idea che qualcosa di malleabile possa essere bloccato, qualcosa di fuso possa pietrificarsi, rompersi o marcire. Essenzialmente, lo stato tra il solido e il liquido.
Il lavoro di Miranda punta a creare un’esperienza onnicomprensiva per lo spettatore, piuttosto che una semplice visuale soggettiva. Mira ad unire frammenti di persone, vita, emozioni e materia, risultando in una specie di esplosione.
Szilvia Ponyiczki
Domande sull’inconscio e la rappresentazione dei sogni sono il nucleo del lavoro di Szilvia.
Le tele esposte per Evocativo sono un’illusione ottica, dove le figure dei cavalli si intrecciano con gli alberi attorno. Ciò crea un fenomeno interessante; non è sempre chiaro se un cavallo si trova di fronte o dietro a un altro. Questo posizionamento fisico impossibile riflette sulla rete della vita, su quelle situazioni che sembrano impossibile in cui non riusciamo a trovare una via d’uscita.
Szilvia crede che il nostro inconscio abbia messaggi importanti per noi, nella forma dei sogni e a cui vale la pena dare ascolto. La nostra mente può lavorare più liberamente durante il sonno, quando non ci sono interferenze dal mondo esterno. I sogni permettono al nostro inconscio di prendere il comando, liberando la nostra mente dalle costrizioni della logica. I sogni sono correlati a qualunque cosa occupi la nostra mente durante il giorno; i sogni possono fornirci soluzioni ai problemi attuali.
Il lavoro della Ponyiczki esamina la rappresentazione dei sogni notturni, focalizzandosi principalmente su quelli che appaiono nella fase del sonno ipnagogico. Alcuni suoi sogni sono stati trasferiti su tela senza nessuna traduzione, mentre altri sono stati corretti dalla ragione del risveglio.
La ricerca sui sogni l’ha portata alla convinzione che dipingendo i suoi sogni possa aiutare altri a trovare il proprio io. I sentimenti provocati dalle sue opere può portare il pubblico ad esaminare le proprie difficoltà, aiutandoli a guardarsi dentro, realizzare la propria identità, trovare un senso alla vita.
www.ponyiczki.co.uk
Helen Campbell
Nata e cresciuta nel Bedfordshire, si è trasferita a Londra nel 1987 dove ha iniziato a lavorare in banca. Dal 2005 si è dedicata esclusivamente allo studio e sviluppo del talento artistico. Da allora si divide tra viaggi nelle campagne inglesi (con una predilezione per la Cornovaglia) e il suo studio al centro di Londra, dove al momento lavora su ritratti e paesaggi anche su commissione.
L’attrazione per l’energia e il moto della natura costituisce la base del lavoro di Helen. Osserva costantemente come la luce gioca sui mari in tempesta, come il sole può riscaldare un panorama desolato e la pioggia può spogliarlo nella sua veste più tetra.
Dipinge solo con colori ad olio, apponendo strati di colori traslucidi nell’arco di settimane (a volte mesi) per catturare la luce, aggiungendo o graffiando via strati, incidendo e graffiando con una spatola per dare consistenza e vitalità.
Le opere per la mostra Evocativo, sono ispirate a momenti e ricordi di lunghe, solitarie passeggiate sulle scogliere della Cornovaglia. Intravedendo un’altra figura solitaria in lontananza che, come me, è sola negli elementi, forse sta guardando il mare in tempesta o è trascinata via dalla marea. Condividiamo il bisogno di restare soli con la Natura nel suo stato più crudo, sfrenato, congiungendoci direttamente con il mondo naturale senza interruzioni, protezioni o barriere.
www.helencampbellartist.co.uk
Esperanza Gómez-Carrera
Esperanza è un’artista spagnola visiva che vive a Londra da anni. Con una laurea in Psicologia e un’altra in Belle Arti, lavora con ogni genere di materiale per sviluppare le proprie idee. Idee che sviluppa come installazioni ma anche come azioni. Ha lavorato con la Tate Modern di Londra e al Palais de Tokyo di Parigi con Tino Sehgal. È membro fondatore di Degrees of Freedom (DOF – Art Productions) e del World’s End Theatre Group (WETG).
All’Artgallery37 di Torino presenta due opere “I’m not myself you see” e “Mi sono innamorato mentre ti guardo”, legate alla sua intensa ricerca sull’inconscio e a quella realtà che si associa alle aree che solo l’immaginazione può scoprire.
Esperenza indaga l’area della mente che non è soggetta al pregiudizio che la realtà impone ed è immaginazione surrealista, la sfida della logica o dello scherzo folle, gli elementi che porta in questa mostra.
Oggetti disparati che trasforma a suo piacimento.
www.esperanzagomezcarrera.com
Nicola Weir
Nicola Weir è un’artista scozzese. Sul suo lavoro hanno avuto grande influenza i corsi dell’Edinburgh Art College e il coinvolgimento con l’Edinburgh Printmakers. L’incisione in qualsiasi forma è sempre incorporata nelle sue opere, un collage – giocando con la tangibilità e diversi materiali, che siano carta, tessuto o altro.
Il disegno è una parte essenziale nell’opera di Nicola, in parte è uno strumento per esplorare temi e sviluppare idee. Inoltre colleziona biglietti usati e souvenir, che trovano spazio nelle opere sia letteralmente che metaforicamente.
Le risorse visive di Nicola possono essere tangibili – dalla natura, un gettone o un souvenir, una gioia visiva o un’associazione con un ricordo. Spesso l’intangibile ha un’influenza, che parte con un’idea o un sentimento, o qualcosa al livello del subconscio di cui Nicola diventa consapevole, anche dopo che l’opera è conclusa. In qualche modo le parole possono esserne parte integrante ma non sempre visibile; questa parte sconosciuta siamo noi, che emerge in superficie e affascina l’artista.
Al di là dei soggetti preferiti, l’arte di Nicola Weir è evoluta per esplorare altri temi: ricorrono metafore visive sulla trasformazione e sulla crescita, e una crescente forza nella fragilità. Questa ricerca continua a sorprenderla, in cui l’apprendimento e il creare vanno di pari passo con la vita.
Ha ottenuto diversi premi, tra cui l’Andrew Grant Award che l’ha portata a lavorare a Londra, nel resto del Regno Unito e all’estero. Anche se adora viaggiare e ha vissuto in Indonesia per un certo periodo, Nicola ora vive ad Edimburgo dove frequenta la scena artistica e teatrale dell’International Festival, ma trova anche ispirazione in angoli più appartati e verdi della città.
Recentemente i suoi lavori delicati sono stati esposti alla Royal Scottish Academy, alla Edinburgh Printmakers, International Print Symposium, oltre alla Menier Gallery di Londra nel 2016 con la collettiva “Frida Kahlo; Lust for Life” e la collettiva “Threads” prima all’Espacio Gallery e poi alla Dundas Street Gallery di Edimburgo.
Patsy Hickman
Patsy Hickman è nata a Philadelphia da una modella newyorkese e un ufficiale britannico. Trasferitasi in Inghilterra, viene prima iscritta in due collegi e poi in una scuola internazionale in Svizzera per tre anni. Qui un insegnante di arte l’ha iniziata a due ossessioni: l’arte e la letteratura. Temendo potesse incontrare “persone sbagliate”, la famiglia le proibì la scuola d’arte e Hickman ne restò lontana fin quando fu possibile. Ha conseguito un Master sul Racconto alla Middlesex University, un dottorato sul Memoir al Goldsmiths College di Londra, ed è infine tornata alla pittura, fino a trovare la massima realizzazione nella scultura. Alcune sue opere hanno trovato collocazione in collezioni americane, scozzesi, irlandesi e inglesi. Vive a Londra nel quartiere di Bloomsbury, a pochi passi dai suoi amati musei.
Patsy è una scultrice che lavora l’argilla e il bronzo. Afferma che “la scultura è la forma d’arte più eccitante”. Tiene delle lezioni sulla propria esperienza, con l’intento di appassionare altre persone alla scultura.
Laura Bello
Cresciuta in una cittadina del Sud America tra la parte settentrionale delle Ande e il Rio Magdalena, si è trasferita in Inghilterra intorno ai 25 anni.
Ha studiato Belle Arti alla John Cass School of Art, Architecture and Design di Londra.
Come pittrice e scultrice astratta, il lavoro di Laura Bello è influenzato dal desiderio convenzionale dell’artista di relazionarsi con i materiali e l’oggettiva osservazione del modo in cui questi materiali esistono nell’universo. Questo processo che la affascina risuona nel suo inconscio, dando inizio a un’avventura fisica che culmina con l’emergere di una forma.
Partecipa regolarmente alle mostre presso le gallerie londinesi Espacio Gallery e Menier Gallery e alla Dunda's Street Gallery di Edimburgo.
Andrea Coltman
“Non so come fare ad amare un posto...” Andrea Coltman
Andrea si è sempre sentita fuori luogo. Non appartiene a nessun posto, è un’osservatrice nomade che non può fare a meno di catturare istantanee di posti transitori attraverso la pittura.
Assorbita dalla nozione di posti e spazi di transizione, Coltman ha considerato l’ambiente visibile e come questo si relaziona al Modernismo, alla Geometria, alla Ritrattistica, all’Architettura, al Minimalismo e all’Espressionismo Astratto. I suoi lavori mettono in discussione luoghi in continua trasformazione, disegnando I propri spostamenti e viaggi che si intersecano con i vicoli. Ci sono connessioni e allo stesso tempo lo stacco rivela uno stato di mutazione continua, l’attraversamento di confini fisici e metaforici, la scoperta di posti trasformanti mentre ci si muove tra stati emotivi, fisici e materiali.
Vengono applicati dei pigmenti, situazioni e oggetti re-immaginati vengono interrotti e decontestualizzati dall’aggiunta di colori vivaci minimali combinando figurativo e astratto. Usando mezzi diversi, Andrea risponde al passante, l’ambiente, forme lineari, titoli dei quotidiani, didascalie re-immaginate così come immagini dai giornali scandalistici. Modifica, rimodifica, duplica, interpreta e re-interpreta il contesto letterale.
Il tema della ripetizione allude alla natura ciclica della vita quotidiana. Implica precisione, sorgono imperfezioni e narrative inaspettate si dipanano con toni distopici.
Nei quadri presentati all’Artgallery37, le brillanti linee arancioni rimandano all’alta visibilità; queste possono interrompere la percezione visiva dello spettatore. Alludono alla visibilità di soggetto, artista e spettatore. Sono tutte molto evidenti, disegnate per caso ma allo stesso tempo ignare dei tanti aspetti che le connettono.
Andrea riflette psicologicamente sull’istante o l’oggetto quotidiano trascurato. È attratta dall’effimero, la frazione di secondo, un passaggio in un luogo o ambiente. Andrea Coltman è una curiosa senza radici, una Flâneuse del ventunesimo secolo.
Vive tra Londra e il Kent e ha recentemente conseguito un Master all’Università di Belle Arti di Londra.
www.movingonbydesign.co.uk
04
novembre 2017
Evocativo
Dal 04 al 25 novembre 2017
arte contemporanea
serata - evento
serata - evento
Location
ART GALLERY 37
Torino, Via Michele Buniva, 9/ter/f, (Torino)
Torino, Via Michele Buniva, 9/ter/f, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 16-19.30
Vernissage
4 Novembre 2017, h 18.30
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