Guido Bagini riesce a sintetizzare sulle sue tele spunti e suggestioni tali da costituire una piccola storia della pittura contemporanea. La pittura deve la sua attualità alla capacità di metabolizzare tutto quello che proviene dall’esterno. Le immagini di Bagini mostrano, raggiungendo un non facile equilibrio formale, stereotipi mediali e pop attenuati dall’immanenza di un impatto visivo troppo diretto e privo di mediazioni. Questo è ottenuto tramite un trattamento di manipolazione gestuale della superficie dipinta e l’inserimento di tinte dai toni insoliti e spiazzanti insieme a tracce di pittura istintiva quasi espressionista, dove l’esterno dell’oggetto “mondano” si abbina all’interno della dimensione interiore.


Silvia Fubini ha trascorso circa vent’anni della sua vita a New York, dove si trasferì nel pieno dei vitali e contraddittori anni ’80, quando la Grande Mela era attraversata da intense ed energetiche cariche di creatività, che l’artista ebbe a documentare con fotografie in grado di sintetizzare con efficacia il volto febbrile della metropoli. Questa mostra è giocata sul filo della memoria e documenta varie fasi del trasloco seguito al suo recente rientro in Italia. Silvia Fubini impiega il mezzo fotografico non come strumento di riproduzione della banalità del quotidiano ma in una accezione “calda” e psicologica, riuscendo con le sue inquadrature ad evocare simbolicamente la memoria del recente passato a partire da particolari in apparenza marginali.

Edoardo Di Mauro