Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Giotto e le arti a Bologna al tempo di Bertrando del Poggetto
Mostra di pittura, scultura, miniatura, avori e arte orafa dei grandi artisti del 1300
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Giotto e le Arti a Bologna al tempo di Bertrando Del Poggetto è la mostra che vivrà all’interno di Palazzo Ghisilardi , sede del Museo Civico Medievale, dal 3 dicembre 2005 fino al 28 marzo 2006. Un viaggio nella storia dimenticata del capoluogo emiliano che visse, in parte consapevolmente e in parte no, il destino di diventare sede papale: Bologna invece di Avignone.
Un viaggio attraverso un sogno, il sogno di Bertrando del Poggetto, cardinale, grande stratega e uomo di visione, legato papale e nipote di Papa Giovanni XXII, mandato in Italia dallo zio per risolvere i problemi temporali dello stato pontificio e trovare una soluzione all’esilio francese.
I bolognesi del Trecento hanno cercato di cancellare questo momento della loro storia, ma gli storici non hanno potuto dimenticare e in questa occasione si cercherà di rievocare la presenza di Bertrando del Poggetto a Bologna e i fasti di quei sette anni, dal 1327 al 1334, che avrebbero potuto sconvolgere la storia.
È questo periodo storico che la mostra intende raccontare, attraverso i segni e i frammenti di quel passato, perché la storia è un crogiuolo di fatti ed eventi, uomini e cose.
.
Bologna vive sette anni da metropoli.
Gli artisti più ricercati e quotati dell’epoca vi lavorano: si tratta di Giotto, di Giovanni di Balduccio, i più grandi, e con loro una schiera di artisti meno noti ma sempre di altissimo livello. Artisti toscani e artisti bolognesi lavorano insieme.
La significativa presenza dei francesi alla corte di Bertrando, latori di influssi gotici d’oltralpe, aggiunge alla costruzione della avventura papale bolognese ulteriori impulsi e fascino, creando un unicum dagli effetti artistici esplosivi.
I cantieri aperti in città sono tanti, il fermento è ovunque.
Bologna e il mondo assistono alla prova generale di quello che sarà, pochi anni dopo, Avignone.
L’imperativo è sfarzo, lusso e magnificenza ovunque.
L’impresa di Bertrando, perciò, richiede danaro, tanto danaro, ed ecco le più floride famiglie di banchieri dalla toscana aprono in città filiali sempre più grandi e importanti.
Il danaro chiama danaro ed ecco giungere in città artigiani la cui maestria li rende unici e mercanti con merci capaci di soddisfare i palati più raffinati.
Il castello, pensato per essere il futuro palazzo papale, viene edificato a Porta Galliera, la porta che guarda a Nord, un chiaro segnale per l’Impero.
La città, già importante sede della più antica università al mondo, sotto l’impulso di Bertrando del Poggetto cresce e si modifica per prepararsi a un destino fulgido.
Ma Bertrando non ha tenuto conto dei bolognesi, abituati a decidere da sé il proprio destino, refrattari a chi viene a giocare in casa propria: Bertrando ha aumentato le tasse, messo i suoi uomini nei posti chiave del governo cittadino e cercato di riscrivere le normative comunali: questo è troppo.
L’assedio del Castello durò 11 giorni, la lotta fu senza speranza per i “francesi”, il castello fu poi in seguito anche raso al suolo per non lasciarne traccia.
Le preziose opere d’arte e le sfarzose suppellettili furono spartite fra le chiese del circondario e le case dei notabili e nobili bolognesi. I “francesi” furono ridicolizzati e defraudati di ogni cosa, tutti tranne Bertrando del Poggetto, cui fu concesso di allontanarsi con tutti i suoi beni.
L’assedio del castello iniziò il 17 marzo 1334 per concludersi con la fuga di Bertrando il 28 marzo (coincidendo con la chiusura la nostra mostra)
La mostra e le opere
Per far conoscere questa storia ai più, Massimo Medica (curatore della mostra e Direttore dei Musei Civici d’Arte Antica di Bologna) e Giancarlo Benevolo (co-curatore) stanno lavorando a un percorso di una cinquantina di opere provenienti da tutto il mondo, per dare riscontro di quello che fu quel momento storico. Il loro impegno è teso a recuperare quante più opere possibili appartenute a quel periodo bolognese e, dove non sarà possibile, a recuperare opere coeve capaci di testimoniarne lo sfarzo. Parte del percorso espositivo, inoltre, si completerà nelle sale permanenti del Museo Civico Medievale.
Fanno parte del Comitato Scientifico: Daniele Benati (Professore straordinario Università G. D’Annunzio, Chieti), Giancarlo Benevolo ( Referente Archivio Storico dei Musei Civici d’Arte Antica di Bologna), Enrico Castelnuovo ( già Professore ordinario Scuola Normale , Pisa), Elisabetta Cioni ( Professore associato Università degli Studi di Siena), Franco Faranda( Soprintendente per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini), Massimo Medica ( Direttore dei Musei dei Musei Civici d’Arte Antica di Bologna), Carl Brandon Strelke (Curator of the Jhon G. Johnson Collection and Philadelphia Museum of Art)
Altre iniziative
Verranno evidenziati, attraverso itinerari cittadini percorribili dai visitatori, i luoghi che segnarono quel periodo, fra cui un allestimento presso l’Autostazione, collocata esattamente dove sorgeva il castello. Sono quindi in preparazione eventi collaterali: una giornata di studi, un ciclo di conferenze con studiosi capaci di evocare con le loro parole e i loro racconti, il sentimento di quell’epoca. Momenti di spettacolo, il cui culmine sarà nel giorno della chiusura della mostra in coincidenza con l’anniversario della cacciata di Bertrando del Poggetto (per i più attenti e i più curiosi, ci piace ricordare essere l’alto prelato colto nel suo passaggio al castello/abbazia ne Il Nome della rosa di Umberto Eco).
Sono in definizione, in collaborazione con Bologna dei Musei, anche percorsi e attività di laboratorio per il pubblico più giovane (calendario dettagliato delle proposte collaterali sarà disponibile a breve)
Chi ha voluto e sostenuto il progetto
Il progetto di mostra è voluto dal Museo Civico Medievale, sezione dei tripartiti Musei Civici di Arte Antica, dal Comune di Bologna – Assessorato alla Cultura e Rapporti con l’Università insieme alla Fondazione della Cassa di Risparmio in Bologna e con la proficua collaborazione della Pinacoteca di Bologna e Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Fra i primi ad appoggiare e sponsorizzare la mostra Giotto e le Arti a Bologna al tempo di Bertrando Del Poggetto va ricordata l’Autostazione di Bologna spa.
Numerose poi le aziende che hanno aderito alla iniziativa Adotta un’opera fra le prime: API – Associazione per la piccola e la media industria, CUP2000, IMA. Fra i sostenitori del progetto anche Progress Fine Art.
In virtù del legame storico particolare che lega Imola alla presenza di Bertrando sul territorio regionale, la Fondazione della Cassa di Risparmio di Imola attiverà alcune iniziative parallele alla mostra bolognese.
Un viaggio attraverso un sogno, il sogno di Bertrando del Poggetto, cardinale, grande stratega e uomo di visione, legato papale e nipote di Papa Giovanni XXII, mandato in Italia dallo zio per risolvere i problemi temporali dello stato pontificio e trovare una soluzione all’esilio francese.
I bolognesi del Trecento hanno cercato di cancellare questo momento della loro storia, ma gli storici non hanno potuto dimenticare e in questa occasione si cercherà di rievocare la presenza di Bertrando del Poggetto a Bologna e i fasti di quei sette anni, dal 1327 al 1334, che avrebbero potuto sconvolgere la storia.
È questo periodo storico che la mostra intende raccontare, attraverso i segni e i frammenti di quel passato, perché la storia è un crogiuolo di fatti ed eventi, uomini e cose.
.
Bologna vive sette anni da metropoli.
Gli artisti più ricercati e quotati dell’epoca vi lavorano: si tratta di Giotto, di Giovanni di Balduccio, i più grandi, e con loro una schiera di artisti meno noti ma sempre di altissimo livello. Artisti toscani e artisti bolognesi lavorano insieme.
La significativa presenza dei francesi alla corte di Bertrando, latori di influssi gotici d’oltralpe, aggiunge alla costruzione della avventura papale bolognese ulteriori impulsi e fascino, creando un unicum dagli effetti artistici esplosivi.
I cantieri aperti in città sono tanti, il fermento è ovunque.
Bologna e il mondo assistono alla prova generale di quello che sarà, pochi anni dopo, Avignone.
L’imperativo è sfarzo, lusso e magnificenza ovunque.
L’impresa di Bertrando, perciò, richiede danaro, tanto danaro, ed ecco le più floride famiglie di banchieri dalla toscana aprono in città filiali sempre più grandi e importanti.
Il danaro chiama danaro ed ecco giungere in città artigiani la cui maestria li rende unici e mercanti con merci capaci di soddisfare i palati più raffinati.
Il castello, pensato per essere il futuro palazzo papale, viene edificato a Porta Galliera, la porta che guarda a Nord, un chiaro segnale per l’Impero.
La città, già importante sede della più antica università al mondo, sotto l’impulso di Bertrando del Poggetto cresce e si modifica per prepararsi a un destino fulgido.
Ma Bertrando non ha tenuto conto dei bolognesi, abituati a decidere da sé il proprio destino, refrattari a chi viene a giocare in casa propria: Bertrando ha aumentato le tasse, messo i suoi uomini nei posti chiave del governo cittadino e cercato di riscrivere le normative comunali: questo è troppo.
L’assedio del Castello durò 11 giorni, la lotta fu senza speranza per i “francesi”, il castello fu poi in seguito anche raso al suolo per non lasciarne traccia.
Le preziose opere d’arte e le sfarzose suppellettili furono spartite fra le chiese del circondario e le case dei notabili e nobili bolognesi. I “francesi” furono ridicolizzati e defraudati di ogni cosa, tutti tranne Bertrando del Poggetto, cui fu concesso di allontanarsi con tutti i suoi beni.
L’assedio del castello iniziò il 17 marzo 1334 per concludersi con la fuga di Bertrando il 28 marzo (coincidendo con la chiusura la nostra mostra)
La mostra e le opere
Per far conoscere questa storia ai più, Massimo Medica (curatore della mostra e Direttore dei Musei Civici d’Arte Antica di Bologna) e Giancarlo Benevolo (co-curatore) stanno lavorando a un percorso di una cinquantina di opere provenienti da tutto il mondo, per dare riscontro di quello che fu quel momento storico. Il loro impegno è teso a recuperare quante più opere possibili appartenute a quel periodo bolognese e, dove non sarà possibile, a recuperare opere coeve capaci di testimoniarne lo sfarzo. Parte del percorso espositivo, inoltre, si completerà nelle sale permanenti del Museo Civico Medievale.
Fanno parte del Comitato Scientifico: Daniele Benati (Professore straordinario Università G. D’Annunzio, Chieti), Giancarlo Benevolo ( Referente Archivio Storico dei Musei Civici d’Arte Antica di Bologna), Enrico Castelnuovo ( già Professore ordinario Scuola Normale , Pisa), Elisabetta Cioni ( Professore associato Università degli Studi di Siena), Franco Faranda( Soprintendente per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini), Massimo Medica ( Direttore dei Musei dei Musei Civici d’Arte Antica di Bologna), Carl Brandon Strelke (Curator of the Jhon G. Johnson Collection and Philadelphia Museum of Art)
Altre iniziative
Verranno evidenziati, attraverso itinerari cittadini percorribili dai visitatori, i luoghi che segnarono quel periodo, fra cui un allestimento presso l’Autostazione, collocata esattamente dove sorgeva il castello. Sono quindi in preparazione eventi collaterali: una giornata di studi, un ciclo di conferenze con studiosi capaci di evocare con le loro parole e i loro racconti, il sentimento di quell’epoca. Momenti di spettacolo, il cui culmine sarà nel giorno della chiusura della mostra in coincidenza con l’anniversario della cacciata di Bertrando del Poggetto (per i più attenti e i più curiosi, ci piace ricordare essere l’alto prelato colto nel suo passaggio al castello/abbazia ne Il Nome della rosa di Umberto Eco).
Sono in definizione, in collaborazione con Bologna dei Musei, anche percorsi e attività di laboratorio per il pubblico più giovane (calendario dettagliato delle proposte collaterali sarà disponibile a breve)
Chi ha voluto e sostenuto il progetto
Il progetto di mostra è voluto dal Museo Civico Medievale, sezione dei tripartiti Musei Civici di Arte Antica, dal Comune di Bologna – Assessorato alla Cultura e Rapporti con l’Università insieme alla Fondazione della Cassa di Risparmio in Bologna e con la proficua collaborazione della Pinacoteca di Bologna e Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Fra i primi ad appoggiare e sponsorizzare la mostra Giotto e le Arti a Bologna al tempo di Bertrando Del Poggetto va ricordata l’Autostazione di Bologna spa.
Numerose poi le aziende che hanno aderito alla iniziativa Adotta un’opera fra le prime: API – Associazione per la piccola e la media industria, CUP2000, IMA. Fra i sostenitori del progetto anche Progress Fine Art.
In virtù del legame storico particolare che lega Imola alla presenza di Bertrando sul territorio regionale, la Fondazione della Cassa di Risparmio di Imola attiverà alcune iniziative parallele alla mostra bolognese.
02
dicembre 2005
Giotto e le arti a Bologna al tempo di Bertrando del Poggetto
Dal 02 dicembre 2005 al 28 marzo 2006
arte antica
arti decorative e industriali
arti decorative e industriali
Location
MUSEI CIVICI D’ARTE ANTICA – MUSEO CIVICO MEDIEVALE – MUSEE DE L’OHM
Bologna, Via Alessandro Manzoni, 4, (Bologna)
Bologna, Via Alessandro Manzoni, 4, (Bologna)
Orario di apertura
da martedì a sabato 9-18.30; domenica e festivi infrasettimanali 10-18.30; chiuso: lunedì (feriali), 25 dicembre, 1 gennaio
Vernissage
2 Dicembre 2005, ore 18 su invito
Sito web
www.giottoeleartiabologna.it
Editore
SILVANA EDITORIALE
Autore
Curatore