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Joaquim Falcò
Dopo una breve apparizione nel febbraio dell’anno scorso a Palazzo Isolani, il pittore catalano Joaquim Falcò espone, per la prima volta a Bologna, in una personale alla galleria ST’ART
Comunicato stampa
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Dopo una breve apparizione nel febbraio dell’anno scorso a Palazzo Isolani, il pittore catalano Joaquim Falcò espone, per la prima volta a Bologna, in una personale alla galleria ST’ART.
La mostra, attraverso una ventina di tele che rappresentano principalmente oggetti di uso comune -alcune delle quali pubblicate sul catalogo generale- costituisce un percorso ideale per poter apprezzare la gestualità informale dell’opera di Falcò. Nella sua pittura, gli oggetti, immersi in un mare di colore, galleggiano e fluttuano sulla tela inondandola fino ai margini.
Ripuliti da superflui dettagli e rappresentati in una sintesi schematica di forme, gli oggetti di Falcò ci vengono mostrati con un’immagine fresca, una esplosione di colori controllata dall’artista con grande estro. Il suo messaggio non è negli elementi che riproduce, ma nel loro colore, nella sensazione di movimento e di velocità che ci trasmettono e che esprimono il tentativo di catturare il breve momento della vita.
“Falcò è un artista che agisce attraverso tutte le complesse modalità della pittura. Estrapola un oggetto dal panorama del vissuto adottando una sorta di neutralità che impedisce scelte affettive e lo pone nella condizione di assumere nella propria attenzione oggetti d’uso isolati dal proprio contesto.”
“Se la pop-art lasciava prevalere la dura oggettività delle cose, nell’opera di Falcò avviene un fenomeno di coesistenza ed osmosi: quotidiano ed esistenzialità si coniugano in un incessante rapporto di scambio. L’estrapolazione dell’oggetto non porta alla scomparsa del soggetto ma ne sottolinea la persistenza mediante la cancellazione del suo panorama abitudinario e la formulazione di un nuovo contesto. Il nuovo contesto è quello della pittura restituito dall’artista con la citazione dell’informale, dunque con una memoria culturale che raffredda l’apparente clima vitalistico di quello stile gestuale che sfiora il dripping in quanto riportato e riformulato con colori acrilici ed industriali come una sorta di linguaggio dell’espressività soggettiva. Alla citazione di un codice alto si accompagna quello di uno basso, l’oggetto appartenente alla produzione corrente. Qui scatta il corto circuito dell’immagine capace di tenere insieme entrambi i versanti in un felice equilibrio che ci restituisce ciò che Pessoa chiama <>, dove il precario denota una connotazione positiva, corrispondente ad una visione del mondo e dell’arte aperta a valorizzare il particolare ed il dettaglio, il relativo ed il quotidiano.”
“In definitiva l’opera di Falcò è assertiva di una posizione artistica che cerca un rapporto di contemporaneità tra arte e nostro presente. Egli è l’esecutore pittorico di una volontà affermativa dell’arte di non prescindere dalla storia, fatta di eventi esemplari ma anche di utensili muti che accompagnano la vita. Gli oggetti dipinti accompagnano quelli vissuti. Li rafforzano nella loro perentoria presenza proprio mediante la possibilità di essere simulacri, che non significa doppi. ”
Joaquim Falcò inizia la sua carriera artistica nell’80 e per i primi anni espone principalmente in Spagna. Successivamente partecipa a numerose mostre personali e collettive anche a livello internazionale, tra cui: Angel Orensanz Foundation -New York, Bianca Pilat Contemporary Art -Chicago, VII Biennale -Osaka, galleria Bianca Pilat -Milano, Galleria Giulia -Roma.
Alcune delle sue opere sono nelle collezioni: Coca-Cola Company, Atlanta; Absolut Vodka, Parigi; Ferrari F.lli Lunelli, Trento; Museo Maranello Rosso, San Marino; Fundaciò Caixa de Manresa, Manresa; Fundaciò Diari Avui, Barcellona; Biblioteca National, Madrid.
La mostra, attraverso una ventina di tele che rappresentano principalmente oggetti di uso comune -alcune delle quali pubblicate sul catalogo generale- costituisce un percorso ideale per poter apprezzare la gestualità informale dell’opera di Falcò. Nella sua pittura, gli oggetti, immersi in un mare di colore, galleggiano e fluttuano sulla tela inondandola fino ai margini.
Ripuliti da superflui dettagli e rappresentati in una sintesi schematica di forme, gli oggetti di Falcò ci vengono mostrati con un’immagine fresca, una esplosione di colori controllata dall’artista con grande estro. Il suo messaggio non è negli elementi che riproduce, ma nel loro colore, nella sensazione di movimento e di velocità che ci trasmettono e che esprimono il tentativo di catturare il breve momento della vita.
“Falcò è un artista che agisce attraverso tutte le complesse modalità della pittura. Estrapola un oggetto dal panorama del vissuto adottando una sorta di neutralità che impedisce scelte affettive e lo pone nella condizione di assumere nella propria attenzione oggetti d’uso isolati dal proprio contesto.”
“Se la pop-art lasciava prevalere la dura oggettività delle cose, nell’opera di Falcò avviene un fenomeno di coesistenza ed osmosi: quotidiano ed esistenzialità si coniugano in un incessante rapporto di scambio. L’estrapolazione dell’oggetto non porta alla scomparsa del soggetto ma ne sottolinea la persistenza mediante la cancellazione del suo panorama abitudinario e la formulazione di un nuovo contesto. Il nuovo contesto è quello della pittura restituito dall’artista con la citazione dell’informale, dunque con una memoria culturale che raffredda l’apparente clima vitalistico di quello stile gestuale che sfiora il dripping in quanto riportato e riformulato con colori acrilici ed industriali come una sorta di linguaggio dell’espressività soggettiva. Alla citazione di un codice alto si accompagna quello di uno basso, l’oggetto appartenente alla produzione corrente. Qui scatta il corto circuito dell’immagine capace di tenere insieme entrambi i versanti in un felice equilibrio che ci restituisce ciò che Pessoa chiama <
“In definitiva l’opera di Falcò è assertiva di una posizione artistica che cerca un rapporto di contemporaneità tra arte e nostro presente. Egli è l’esecutore pittorico di una volontà affermativa dell’arte di non prescindere dalla storia, fatta di eventi esemplari ma anche di utensili muti che accompagnano la vita. Gli oggetti dipinti accompagnano quelli vissuti. Li rafforzano nella loro perentoria presenza proprio mediante la possibilità di essere simulacri, che non significa doppi. ”
Joaquim Falcò inizia la sua carriera artistica nell’80 e per i primi anni espone principalmente in Spagna. Successivamente partecipa a numerose mostre personali e collettive anche a livello internazionale, tra cui: Angel Orensanz Foundation -New York, Bianca Pilat Contemporary Art -Chicago, VII Biennale -Osaka, galleria Bianca Pilat -Milano, Galleria Giulia -Roma.
Alcune delle sue opere sono nelle collezioni: Coca-Cola Company, Atlanta; Absolut Vodka, Parigi; Ferrari F.lli Lunelli, Trento; Museo Maranello Rosso, San Marino; Fundaciò Caixa de Manresa, Manresa; Fundaciò Diari Avui, Barcellona; Biblioteca National, Madrid.
27
gennaio 2006
Joaquim Falcò
Dal 27 gennaio al 03 marzo 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA ST’ART
Bologna, Via Castiglione, 18, (Bologna)
Bologna, Via Castiglione, 18, (Bologna)
Orario di apertura
da mercoledì a sabato 12-14 e 16-20, domenica 17-20
Vernissage
27 Gennaio 2006, ore 19.30
Autore