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Water project
Attraverso elementi in comune come la forte interazione con lo spazio di Orfeo Hotel contemporary art project, Water project ingloba l’elemento naturale dell’acqua nella ricreazione del luogo in uno spazio fluido
Comunicato stampa
Segnala l'evento
The Water Project
In linea con i concepts di Orfeo Hotel contemporary art project, Water
project non e’ una mostra a tema né una collettiva ma esiste come opera
di
gruppo nell’ambito del progetto “ Identity Exchange” di Elisa Laraia. La
struttura del gruppo formata dalle identità artistiche di Elisa Laraia,
Emanuela Bartolotti, Dacia Manto, Alessandra Montanari, Magische
Zaubereien Project e Giulia Ravazzolo, serve ad eliminare l’identità
meramente privata a favore di un’interazione tra le varie identità, in
una
logica di arricchimento, di scambio, di crescita.
Attraverso elementi in comune come la forte interazione con lo spazio di
Orfeo Hotel contemporary art project, Water project ingloba l’elemento
naturale dell’acqua nella ricreazione del luogo in uno spazio fluido,
dove
naturale e innaturale, visivo e sonoro si contaminano, secondo una logica
di esperienza spaziale infinita.
Avvallandosi del tema dell’acqua ed acquisendone gli aspetti
prevalentemente simbolici, la poetica del Water project racchiude ed
indaga tematiche sociali relative alle problematiche dell’uomo
globalizzato come la ricerca della propria identità, l’innaturalezza del
perdere la propria individualità nell’inseguimento di modelli costrittivi
definiti dal sistema, la manipolazione genetica, il valore
imprescindibile
dell’ “essere vivente”.
Nel Water project l’acqua diviene fonte di tutte le vite, primordiale
metafora dell’esistenza, contenitore di memoria, identità del diverso,
fattore femminile, rinascita spirituale.
Elisa Laraia, con il progetto Water project, riporta al centro
dell’attenzione l’individuo con tutto il suo vissuto, nella ricerca della
propria identità. Opera altamente autobiografica, sviluppa in fotografie,
bozzetti, nella realizzazione di un abito e in frame 3D, la fase
progettuale di quella che verrà ad essere una spettacolare installazione:
Tre acquari semoventi abitati da creature femminili, posti su un percorso
a binari. L’istallazione è la riproduzione simbolica del personale
percorso umano dell’artista come ciclo vitale prestabilito: i binari
simboleggiano l’ingranaggio del destino, il viaggio della vita, dove gli
snodi sono le pause, possibilità solo apparenti di scelta. Le presenze
femminili immerse nell’acqua, a seconda del punto di vista costrette
all’interno di ambienti statici o racchiuse nell’intimità di habitat
fertili, rappresentano l’artista nel tentativo di indagare tra passato,
presente e futuro, sé stessa, le proprie possibilità di scelta, la sua
identità.
Da un punto di vista più oggettivo, Water project rappresenta, inoltre,
attraverso l’accezione purificatrice dell’acqua, il tentativo di
liberarsi
dal senso di oppressione per sentirsi liberi e forti, e ci induce a
riflettere riguardo la nostra identità, se abbastanza solidamente
costruita dentro di noi da poter sostenere l’impalcatura esterna.
La simbologia legata all’acqua ha dato vita ad un ricco e variegato mondo
immaginifico popolato di miti, leggende e figure misteriose che incarnano
di volta in volta gli aspetti particolari di questo elemento. Emanuela
Bartolotti con The Little Mermaid, propone, in micro proiezioni di
“illustrazioni fotografiche”, l’essere mitologico acquatico per
eccellenza, la sirena. Attraverso una pratica artistica intimamente
legata
al gioco, che utilizza il mezzo fotografico per creare mondi alternativi,
l’artista inscena, utilizzando i giocattoli della sua infanzia, un
racconto per sequenze, nel quale gli oggetti fotografati diventano
induttori di associazioni di idee, forme simboliche, dalle quali emerge
un
“imprinting culturale” determinato dall’immaginario popolare, l’inconscio
collettivo, la memoria fantastica.
Dacia Manto si relaziona con il Water project, presentando In-naturale,
installazione composta da una teche popolate da organismi artificiosi che
uniscono nel loro aspetto organico e naturale una natura quotidiana ed
artificiale. Ciglia finte, retine e gel per capelli, lattice, sapone,
piumini per cipria, nylon, perle artificiali, paraffina, raccolti e
presentati come reperti della società contemporanea, restituiscono
attraverso un approccio da alchimista le suggestioni dell’universo
vegetale e del ciclo vitale alimentato dall’acqua.
La sensibilità di Alessandra Montanari verso il mondo vegetale e il
microcosmo, la sua attenzione nei confronti della problematica della
manipolazione genetica, una sorta di invidia verso la sufficienza e
l’autonomia delle piante, hanno portato l’artista alla creazione di
Breath, dispositivo di sopravvivenza umana.
Oggetto performativo ed installativo, Breath, ossigeno trasportabile, si
presenta come un respiratore indossabile collegato ad una sfera di vetro
contenente acqua e piante acquatiche, all’interno della quale si sviluppa
il processo chimico vitale della fotosintesi clorofilliana. Nella
pre-visione del superamento da parte delle società contemporanee della
soglia del naturale, Alessandra Montanari chiude un circuito e dà inizio
ad uno scambio gassoso: la comunicazione tra chi indossa Breath e le
piante, CO2 ? O2.
L’origine acquatica della vita è stata da sempre riconosciuta da tutte le
culture che hanno popolato la terra, così Calpestabile, progetto delle
Magische Zaubereien Project per il Water project, rappresenta in forma di
evento performativo la fertilità dell’acqua e celebra la persona come
“essere vivente”.
Muovendosi secondo movimenti fluidi, riconducibili al fluire dell’acqua
ed
emettendo il suono del respiro, un gruppo di attori dall’identità e
gender
nascosti sotto tute bianche, andranno ad occupare i gradini della
scalinata interna di Orfeo Hotel ed interagiranno direttamente con il
pubblico che si costituisce parte attiva dell’intervento.
All’interno del “Water project” Giulia Ravazzolo interviene con Legame,
installazione malleabile, morbida, tattile, sospesa nello spazio come una
barriera che lo spettatore potrà decidere se oltrepassare oppure no,
rappresentazione metaforica dell’acqua come contenitore e spazio
penetrabile entro il quale è possibile perdersi, nel senso più ampio ed
originario, per poi rigenerarsi.
Isabella Falbo
In linea con i concepts di Orfeo Hotel contemporary art project, Water
project non e’ una mostra a tema né una collettiva ma esiste come opera
di
gruppo nell’ambito del progetto “ Identity Exchange” di Elisa Laraia. La
struttura del gruppo formata dalle identità artistiche di Elisa Laraia,
Emanuela Bartolotti, Dacia Manto, Alessandra Montanari, Magische
Zaubereien Project e Giulia Ravazzolo, serve ad eliminare l’identità
meramente privata a favore di un’interazione tra le varie identità, in
una
logica di arricchimento, di scambio, di crescita.
Attraverso elementi in comune come la forte interazione con lo spazio di
Orfeo Hotel contemporary art project, Water project ingloba l’elemento
naturale dell’acqua nella ricreazione del luogo in uno spazio fluido,
dove
naturale e innaturale, visivo e sonoro si contaminano, secondo una logica
di esperienza spaziale infinita.
Avvallandosi del tema dell’acqua ed acquisendone gli aspetti
prevalentemente simbolici, la poetica del Water project racchiude ed
indaga tematiche sociali relative alle problematiche dell’uomo
globalizzato come la ricerca della propria identità, l’innaturalezza del
perdere la propria individualità nell’inseguimento di modelli costrittivi
definiti dal sistema, la manipolazione genetica, il valore
imprescindibile
dell’ “essere vivente”.
Nel Water project l’acqua diviene fonte di tutte le vite, primordiale
metafora dell’esistenza, contenitore di memoria, identità del diverso,
fattore femminile, rinascita spirituale.
Elisa Laraia, con il progetto Water project, riporta al centro
dell’attenzione l’individuo con tutto il suo vissuto, nella ricerca della
propria identità. Opera altamente autobiografica, sviluppa in fotografie,
bozzetti, nella realizzazione di un abito e in frame 3D, la fase
progettuale di quella che verrà ad essere una spettacolare installazione:
Tre acquari semoventi abitati da creature femminili, posti su un percorso
a binari. L’istallazione è la riproduzione simbolica del personale
percorso umano dell’artista come ciclo vitale prestabilito: i binari
simboleggiano l’ingranaggio del destino, il viaggio della vita, dove gli
snodi sono le pause, possibilità solo apparenti di scelta. Le presenze
femminili immerse nell’acqua, a seconda del punto di vista costrette
all’interno di ambienti statici o racchiuse nell’intimità di habitat
fertili, rappresentano l’artista nel tentativo di indagare tra passato,
presente e futuro, sé stessa, le proprie possibilità di scelta, la sua
identità.
Da un punto di vista più oggettivo, Water project rappresenta, inoltre,
attraverso l’accezione purificatrice dell’acqua, il tentativo di
liberarsi
dal senso di oppressione per sentirsi liberi e forti, e ci induce a
riflettere riguardo la nostra identità, se abbastanza solidamente
costruita dentro di noi da poter sostenere l’impalcatura esterna.
La simbologia legata all’acqua ha dato vita ad un ricco e variegato mondo
immaginifico popolato di miti, leggende e figure misteriose che incarnano
di volta in volta gli aspetti particolari di questo elemento. Emanuela
Bartolotti con The Little Mermaid, propone, in micro proiezioni di
“illustrazioni fotografiche”, l’essere mitologico acquatico per
eccellenza, la sirena. Attraverso una pratica artistica intimamente
legata
al gioco, che utilizza il mezzo fotografico per creare mondi alternativi,
l’artista inscena, utilizzando i giocattoli della sua infanzia, un
racconto per sequenze, nel quale gli oggetti fotografati diventano
induttori di associazioni di idee, forme simboliche, dalle quali emerge
un
“imprinting culturale” determinato dall’immaginario popolare, l’inconscio
collettivo, la memoria fantastica.
Dacia Manto si relaziona con il Water project, presentando In-naturale,
installazione composta da una teche popolate da organismi artificiosi che
uniscono nel loro aspetto organico e naturale una natura quotidiana ed
artificiale. Ciglia finte, retine e gel per capelli, lattice, sapone,
piumini per cipria, nylon, perle artificiali, paraffina, raccolti e
presentati come reperti della società contemporanea, restituiscono
attraverso un approccio da alchimista le suggestioni dell’universo
vegetale e del ciclo vitale alimentato dall’acqua.
La sensibilità di Alessandra Montanari verso il mondo vegetale e il
microcosmo, la sua attenzione nei confronti della problematica della
manipolazione genetica, una sorta di invidia verso la sufficienza e
l’autonomia delle piante, hanno portato l’artista alla creazione di
Breath, dispositivo di sopravvivenza umana.
Oggetto performativo ed installativo, Breath, ossigeno trasportabile, si
presenta come un respiratore indossabile collegato ad una sfera di vetro
contenente acqua e piante acquatiche, all’interno della quale si sviluppa
il processo chimico vitale della fotosintesi clorofilliana. Nella
pre-visione del superamento da parte delle società contemporanee della
soglia del naturale, Alessandra Montanari chiude un circuito e dà inizio
ad uno scambio gassoso: la comunicazione tra chi indossa Breath e le
piante, CO2 ? O2.
L’origine acquatica della vita è stata da sempre riconosciuta da tutte le
culture che hanno popolato la terra, così Calpestabile, progetto delle
Magische Zaubereien Project per il Water project, rappresenta in forma di
evento performativo la fertilità dell’acqua e celebra la persona come
“essere vivente”.
Muovendosi secondo movimenti fluidi, riconducibili al fluire dell’acqua
ed
emettendo il suono del respiro, un gruppo di attori dall’identità e
gender
nascosti sotto tute bianche, andranno ad occupare i gradini della
scalinata interna di Orfeo Hotel ed interagiranno direttamente con il
pubblico che si costituisce parte attiva dell’intervento.
All’interno del “Water project” Giulia Ravazzolo interviene con Legame,
installazione malleabile, morbida, tattile, sospesa nello spazio come una
barriera che lo spettatore potrà decidere se oltrepassare oppure no,
rappresentazione metaforica dell’acqua come contenitore e spazio
penetrabile entro il quale è possibile perdersi, nel senso più ampio ed
originario, per poi rigenerarsi.
Isabella Falbo
27
gennaio 2006
Water project
Dal 27 al 29 gennaio 2006
arte contemporanea
performance - happening
performance - happening
Location
ORFEO HOTEL
Bologna, Via Orfeo, 4A, (Bologna)
Bologna, Via Orfeo, 4A, (Bologna)
Vernissage
27 Gennaio 2006, ore 19
Autore
Curatore