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Moataz Nasr – Entrapment
In questo nuovo nucleo di opere, l’artista egiziano conferma la sensibilità e la maturità di riflessione sul delicato rapporto individuo-società
Comunicato stampa
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‘Entrapment’ è il titolo della mostra personale che Moataz Nasr realizza per gli spazi di Galleria Continua. In questo nuovo nucleo di opere, l’artista egiziano conferma la sensibilità e la maturità di riflessione sul delicato rapporto individuo-società. Cogliendo dal suo vissuto quotidiano elementi di universalità, affronta in modo compiuto e intenso gli aspetti del potere manipolativo dei mass media, delle tradizioni, della riconoscibilità deformata dell’individuo di fronte al potere delle immagini. L’artista egiziano lega l’utilizzo dei materiali, dai più semplici ai più sofisticati, alla sua capacità di creare dialoghi e rimandi da un’opera all’altra, attraverso un percorso concettuale presente all’interno della trama narrativa della mostra.
Al centro della sala dell’Arco dei Becci, ‘The Illusion’, una video installazione progettata appositamente per questo spazio. Tredici gatti, come a rappresentare le diverse culture del mondo, disposti sul pavimento guardano immobilizzati e attoniti l’ombra enorme, proiettata sul muro, di una minuscola lisca di pesce. La struttura compositiva del lavoro richiama alla mente ‘Tabla’, l’opera esposta dall’artista alla Biennale di Venezia del 2003. Ma se in quel caso la relaziona tra musica e tamburi si poteva come metafora della rapporto tra governo e governati, in ‘The Illusion’ Moataz Nasr guarda a un’altra situazione di potere. Il potere che i media esercitano sull’individuo, la pressione sociale a cui sottopongono il singolo, la loro capacità di manipolazione e di condizionamento mentale che trasporta dallo stato di indifferenza a una impotenza e passività che partecipa al sistema proposto.
Inedite sono inoltre ‘Insecure’, 5 grandi stampe fotografiche realizzate con una particolarissima tecnica di impressione a sole, ‘sto usando un modo molto antico di produrre immagini che non è più usato da nessuno, si chiama ‘Van Dick’ o ‘Sun Print’. Il negativo viene trasportato su carta da disegno, trattato con un emulsionate ed esposto al sole fin quando l’immagine non inizia a svilupparsi, solo successivamente la foto viene lavorata anche con elementi chimici industriali. Questo metodo permette a Moataz Nasr di eseguire personalmente ogni fase garantendo anche l’assoluta unicità e diversità di ogni foto. Soggetti di queste fotografie sono dei volti medio orientali riflessi sull’acqua, ritratti di persone ma anche ritratti di una società. ‘Insecure’ sviluppa un tema centrale nella poetica dell’artista: il rapporto con l’insicurezza umana, con l’instabilità del nostro essere e con l’impossibilità di riconoscersi ed essere noi stessi. In ‘The Water’ (2002), una video installazione concettualmente ed esteticamente affine ad ‘Insecure’, riusciamo a riconoscere la nostra identità solo per un breve istante come quando qualcuno calpesta il nostro volto riflesso sulla flebile superficie di una pozzanghera d’acqua il cui costante movimento della superficie rende l’immagine instabile e irriconoscibile.
Completa la mostra ‘Man Made’, una nuova installazione di sculture a muro e di dittici fotografici. Uomini e cavalli soggiogati ed equivalenti, con ruoli intercambiabili, maschere che precludono la possibilità di vedere e parlare. Qui l’indagine dell’artista si sposta sul piano politico sottolineando l’incapacità dell’uomo a rapportarsi in modo concreto e attivo al sistema politico e statale.
Moataz Nasr nasce ad Alessandria D’Egitto nel 1961, vive e lavora al Cairo.
L’esigenza di appartenere ad un preciso contesto geopolitico e culturale mantenendo forte il legame con il proprio luogo d’origine è un elemento portante dell’opera e della vita di Moataz Nasr. Il linguaggio con cui si esprime è soprattutto quello dell’installazione o della video installazione offrendoci una lettura della complessa realtà egiziana. Opere come ‘The Sky’ (2000), ‘An Ear of Mud Another of Dough’ (2001), ‘Tabla’ (2003) nascono da antichi proverbi, si nutrono del sole e della terra islamica per costituirsi poi come ponti verso le altre culture. Lirico ma anche lucido e obbiettivo il lavoro di Nasr analizza le debolezze umane, i rapporti di potere, la relazione tra cultura alta e cultura popolare.
Numerose le sue partecipazioni ad eventi di rilievo internazionale tra questi ricordiamo la Biennale di Venezia (2003), la Biennale di Seul (2004), la Biennale di Sao Paulo (2004), la Triennale di Yokohama (2005) e le rassegne collettive Arte all’Arte (San Gimignano 2004), Le Opere e i Giorni (Certosa di Padula, 2004), Africa Remix (Dusseldorf, Kunst Palast, 2004; Hayward Gallery, London, 2005; Centre Pompidou, Paris, 2005; Mori Art Museum, Tokyo, 2006), Ghosts of Self and State, Monash University Museum of Art di Melbourne (2006).
Al centro della sala dell’Arco dei Becci, ‘The Illusion’, una video installazione progettata appositamente per questo spazio. Tredici gatti, come a rappresentare le diverse culture del mondo, disposti sul pavimento guardano immobilizzati e attoniti l’ombra enorme, proiettata sul muro, di una minuscola lisca di pesce. La struttura compositiva del lavoro richiama alla mente ‘Tabla’, l’opera esposta dall’artista alla Biennale di Venezia del 2003. Ma se in quel caso la relaziona tra musica e tamburi si poteva come metafora della rapporto tra governo e governati, in ‘The Illusion’ Moataz Nasr guarda a un’altra situazione di potere. Il potere che i media esercitano sull’individuo, la pressione sociale a cui sottopongono il singolo, la loro capacità di manipolazione e di condizionamento mentale che trasporta dallo stato di indifferenza a una impotenza e passività che partecipa al sistema proposto.
Inedite sono inoltre ‘Insecure’, 5 grandi stampe fotografiche realizzate con una particolarissima tecnica di impressione a sole, ‘sto usando un modo molto antico di produrre immagini che non è più usato da nessuno, si chiama ‘Van Dick’ o ‘Sun Print’. Il negativo viene trasportato su carta da disegno, trattato con un emulsionate ed esposto al sole fin quando l’immagine non inizia a svilupparsi, solo successivamente la foto viene lavorata anche con elementi chimici industriali. Questo metodo permette a Moataz Nasr di eseguire personalmente ogni fase garantendo anche l’assoluta unicità e diversità di ogni foto. Soggetti di queste fotografie sono dei volti medio orientali riflessi sull’acqua, ritratti di persone ma anche ritratti di una società. ‘Insecure’ sviluppa un tema centrale nella poetica dell’artista: il rapporto con l’insicurezza umana, con l’instabilità del nostro essere e con l’impossibilità di riconoscersi ed essere noi stessi. In ‘The Water’ (2002), una video installazione concettualmente ed esteticamente affine ad ‘Insecure’, riusciamo a riconoscere la nostra identità solo per un breve istante come quando qualcuno calpesta il nostro volto riflesso sulla flebile superficie di una pozzanghera d’acqua il cui costante movimento della superficie rende l’immagine instabile e irriconoscibile.
Completa la mostra ‘Man Made’, una nuova installazione di sculture a muro e di dittici fotografici. Uomini e cavalli soggiogati ed equivalenti, con ruoli intercambiabili, maschere che precludono la possibilità di vedere e parlare. Qui l’indagine dell’artista si sposta sul piano politico sottolineando l’incapacità dell’uomo a rapportarsi in modo concreto e attivo al sistema politico e statale.
Moataz Nasr nasce ad Alessandria D’Egitto nel 1961, vive e lavora al Cairo.
L’esigenza di appartenere ad un preciso contesto geopolitico e culturale mantenendo forte il legame con il proprio luogo d’origine è un elemento portante dell’opera e della vita di Moataz Nasr. Il linguaggio con cui si esprime è soprattutto quello dell’installazione o della video installazione offrendoci una lettura della complessa realtà egiziana. Opere come ‘The Sky’ (2000), ‘An Ear of Mud Another of Dough’ (2001), ‘Tabla’ (2003) nascono da antichi proverbi, si nutrono del sole e della terra islamica per costituirsi poi come ponti verso le altre culture. Lirico ma anche lucido e obbiettivo il lavoro di Nasr analizza le debolezze umane, i rapporti di potere, la relazione tra cultura alta e cultura popolare.
Numerose le sue partecipazioni ad eventi di rilievo internazionale tra questi ricordiamo la Biennale di Venezia (2003), la Biennale di Seul (2004), la Biennale di Sao Paulo (2004), la Triennale di Yokohama (2005) e le rassegne collettive Arte all’Arte (San Gimignano 2004), Le Opere e i Giorni (Certosa di Padula, 2004), Africa Remix (Dusseldorf, Kunst Palast, 2004; Hayward Gallery, London, 2005; Centre Pompidou, Paris, 2005; Mori Art Museum, Tokyo, 2006), Ghosts of Self and State, Monash University Museum of Art di Melbourne (2006).
20
maggio 2006
Moataz Nasr – Entrapment
Dal 20 maggio al 02 settembre 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA CONTINUA
San Gimignano, Via Del Castello, 11, (Siena)
San Gimignano, Via Del Castello, 11, (Siena)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 14-19
Vernissage
20 Maggio 2006, ore 18-24
Ufficio stampa
SILVIA PICHINI
Autore