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Gianfranco Asveri – Gioia Naturale
Personale pittura
Comunicato stampa
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Mercoledì 24 maggio Grafique ArtGallery presenterà, negli spazi di Ina Assitalia Direzione Generale, una mostra personale di Gianfranco Asveri dal titolo Gioia Naturale.
Le immagini delle sue opere sono utilizzate da Enpa ( ente nazionale protezione animali ) e da Anpo
( Associazione nazionale prevenzione oncologica ) tanto è forte il messaggio di amore verso gli animali e di gioia verso la vita.
Nato a Fiorenzuola d’Arda nel 1948, Asveri vive e lavora sulle montagne piacentine, isolato, circondato dai "suoi" cani e dai "suoi" campi.
Non ha fatto Accademie né studi di alcun tipo, ma, dopo un’infanzia e un’adolescenza difficili, nel 1969 ha cominciato a dipingere, trovando nella pittura una ragione di vita.
Subito ha dimostrato grande attenzione alle intense possibilità espressive del disegno infantile, interpretato con uno stile rapido, potente e "agito". Asveri viene spesso citato come rappresentante di uno stile pittorico puramente istintuale e primitivo, ed è sicuramente vero, ma in lui questa componente convive con la memoria di diversi tesori della storia "alta" delle immagini. Possiede una sorta di "meticciato culturale" che lo avvicina ai cani randagi e spesso bastardi che ama, comprende e raccoglie, che mette in evidenza la vitalità profonda della sua pittura. La mostra segue alla importante e recente personale realizzata a Castellarquato nell’antico Castello e l’altra importante personale a Palazzo delle Stelline a Milano, due personali che, oltre a documentare il percorso artistico di Asveri, arrivano come prestigiose mostre di riconoscimento del lavoro di un importante artista del panorama contemporaneo.
Tutte le opere hanno per protagonisti gli animali, non solo i cani che il pittore ha trovato e raccolto negli anni e con i quali divide la sua vita, ma anche gatti, galline e papere che si possono trovare in campagna, sull’aia o nei boschi. Sono soprattutto animali partoriti dalla fantasia dell’artista: poetici, ingenui e colorati come disegni di bambini.
Scrive Beatrice Buscaroli:
“Gianfranco Asveri ha un tragitto pittorico lineare, un percorso che viene da lontano, frutto di una evoluzione lenta e meditata che ha fissato i suoi elementi distintivi e li ha espressi in modo inequivocabile e immediatamente riconoscibile.
Gli inizi nel 1969 con l’identificazione precoce delle cose da rappresentare e del mondo da descrivere. Il sèguito della dimestichezza con la materia pittorica, raggiunta nel periodo, ancora paesaggistico, dei primi anni Ottanta; la ricerca dell’equilibrio formale tra soggetto, colore e tratto che matura invece alla fine di quel decennio (1985-1989).
Asveri dichiara l’intimità della sua pittura e l’importanza che riveste per la sua esistenza (“Per me la pittura è anche un mezzo per conoscermi”), per il suo equilibrio. Si tratta di una ricerca di ragioni……….
……..E’ questa la grande conquista pittorica di Asveri: avere parentele importanti nel magma dell’Art Brut, dialogare con i muri di Dubuffet senza scontarne la sordità dell’impatto materico, celebrare la grandezza di Bacon senza sprofondare nell’allucinazione, ricordare la vigorìa padana di Moreni senza allusioni devianti, senza violenza, senza ossessioni. Il gesto è rapido ma non travagliato, la traccia è profonda ma non lacerata, la materia è stesa senza affronto. La stessa affinità con Klee acquisita la sua lezione sul dettaglio, sul minuto, si risolve nella positività del messaggio pedagogico, dichiarato dal ciclo Il bambino birichino, presentato agli scolari di una terza elementare. Anche le risoluzioni cromatiche sono vicine alle combinazioni festose del Gruppo Cobra più che alle angosce sublimi degli espressionisti.
E’ una rilettura del Novecento rovesciato come un guanto, depurato dalla morte, dalla prevaricazione, dall’ideologia negativa e assassina.
Un poeta. Un Giovanni Pascoli della pittura, un autore che mai dimentica il suo Fanciullino nascosto, le sue pulsioni ricche di ingenuità autentica, che rivendica a sé la possibilità della gioia legata alle cose primarie della vita, alla compagnia, alla serenità dinanzi ad un tramonto collinare o ad una nevicata. Un autore che non disdegna la semplicità come maestra di vita, che non si nasconde dietro alle complessità fasulle o prefabbricate di una cultura che è diventata oramai semplice nozionismo, noiosa citazione. Un artista che ribadisce ad ogni tratto il suo intimo desiderio di libertà.”
Le immagini delle sue opere sono utilizzate da Enpa ( ente nazionale protezione animali ) e da Anpo
( Associazione nazionale prevenzione oncologica ) tanto è forte il messaggio di amore verso gli animali e di gioia verso la vita.
Nato a Fiorenzuola d’Arda nel 1948, Asveri vive e lavora sulle montagne piacentine, isolato, circondato dai "suoi" cani e dai "suoi" campi.
Non ha fatto Accademie né studi di alcun tipo, ma, dopo un’infanzia e un’adolescenza difficili, nel 1969 ha cominciato a dipingere, trovando nella pittura una ragione di vita.
Subito ha dimostrato grande attenzione alle intense possibilità espressive del disegno infantile, interpretato con uno stile rapido, potente e "agito". Asveri viene spesso citato come rappresentante di uno stile pittorico puramente istintuale e primitivo, ed è sicuramente vero, ma in lui questa componente convive con la memoria di diversi tesori della storia "alta" delle immagini. Possiede una sorta di "meticciato culturale" che lo avvicina ai cani randagi e spesso bastardi che ama, comprende e raccoglie, che mette in evidenza la vitalità profonda della sua pittura. La mostra segue alla importante e recente personale realizzata a Castellarquato nell’antico Castello e l’altra importante personale a Palazzo delle Stelline a Milano, due personali che, oltre a documentare il percorso artistico di Asveri, arrivano come prestigiose mostre di riconoscimento del lavoro di un importante artista del panorama contemporaneo.
Tutte le opere hanno per protagonisti gli animali, non solo i cani che il pittore ha trovato e raccolto negli anni e con i quali divide la sua vita, ma anche gatti, galline e papere che si possono trovare in campagna, sull’aia o nei boschi. Sono soprattutto animali partoriti dalla fantasia dell’artista: poetici, ingenui e colorati come disegni di bambini.
Scrive Beatrice Buscaroli:
“Gianfranco Asveri ha un tragitto pittorico lineare, un percorso che viene da lontano, frutto di una evoluzione lenta e meditata che ha fissato i suoi elementi distintivi e li ha espressi in modo inequivocabile e immediatamente riconoscibile.
Gli inizi nel 1969 con l’identificazione precoce delle cose da rappresentare e del mondo da descrivere. Il sèguito della dimestichezza con la materia pittorica, raggiunta nel periodo, ancora paesaggistico, dei primi anni Ottanta; la ricerca dell’equilibrio formale tra soggetto, colore e tratto che matura invece alla fine di quel decennio (1985-1989).
Asveri dichiara l’intimità della sua pittura e l’importanza che riveste per la sua esistenza (“Per me la pittura è anche un mezzo per conoscermi”), per il suo equilibrio. Si tratta di una ricerca di ragioni……….
……..E’ questa la grande conquista pittorica di Asveri: avere parentele importanti nel magma dell’Art Brut, dialogare con i muri di Dubuffet senza scontarne la sordità dell’impatto materico, celebrare la grandezza di Bacon senza sprofondare nell’allucinazione, ricordare la vigorìa padana di Moreni senza allusioni devianti, senza violenza, senza ossessioni. Il gesto è rapido ma non travagliato, la traccia è profonda ma non lacerata, la materia è stesa senza affronto. La stessa affinità con Klee acquisita la sua lezione sul dettaglio, sul minuto, si risolve nella positività del messaggio pedagogico, dichiarato dal ciclo Il bambino birichino, presentato agli scolari di una terza elementare. Anche le risoluzioni cromatiche sono vicine alle combinazioni festose del Gruppo Cobra più che alle angosce sublimi degli espressionisti.
E’ una rilettura del Novecento rovesciato come un guanto, depurato dalla morte, dalla prevaricazione, dall’ideologia negativa e assassina.
Un poeta. Un Giovanni Pascoli della pittura, un autore che mai dimentica il suo Fanciullino nascosto, le sue pulsioni ricche di ingenuità autentica, che rivendica a sé la possibilità della gioia legata alle cose primarie della vita, alla compagnia, alla serenità dinanzi ad un tramonto collinare o ad una nevicata. Un autore che non disdegna la semplicità come maestra di vita, che non si nasconde dietro alle complessità fasulle o prefabbricate di una cultura che è diventata oramai semplice nozionismo, noiosa citazione. Un artista che ribadisce ad ogni tratto il suo intimo desiderio di libertà.”
24
maggio 2006
Gianfranco Asveri – Gioia Naturale
Dal 24 maggio al 04 settembre 2006
arte contemporanea
Location
ANGELA MEMOLA GRAFIQUE ART GALLERY
Bologna, Via Ferrarese, 57, (Bologna)
Bologna, Via Ferrarese, 57, (Bologna)
Orario di apertura
da lunedì a giovedì 9.00 - 17.00
Venerdì 9,00 – 12,30
Vernissage
24 Maggio 2006, ore 17 presso Ina Assitalia Direzione Generale - Galleria Notai (Piazza Maggiore)
Autore