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Joaquín Bérchez – Proposiciones arquitectonicas
quarantacinque fotografie a colori e in bianco/nero, stampate in lambda ad altissima qualità, del fotografo e storico dell’architettura spagnolo Joaquín Bérchez
Comunicato stampa
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Dal 24 febbraio al 25 marzo 2007 la Galleria Civica d’Arte Moderna di Spoleto ospita nelle sale espositive del settecentesco Palazzo Collicola, la mostra fotografica “Proposicions Arquitectòniques”, ovvero Proposte Architettoniche, di Joaquín Bérchez.
La mostra presenterà quarantacinque fotografie a colori e in bianco/nero, stampate in lambda ad altissima qualità, del fotografo e storico dell’architettura spagnolo Joaquín Bérchez.
Le sue affascinanti Proposte architettoniche sono state concepite come un percorso attraverso alcune fra le architetture più famose di tutti i tempi, spagnole, francesi ed italiane, sulle quali l’autore proietta una particolare esperienza visiva nata da e per la fotografia.
Il progetto espositivo, concepito dalla Conselleria de Cultura, Educació i Esport della Generalitat Valenciana, è realizzato a Spoleto con la collaborazione con la Fondazione Mellone di Milano. La mostra verrà introdotta da Martina Corgnati.
Reduce da una prima tappa espositiva al Centre del Carme di València (aprile-giugno 2006) e dopo essere stata presentata recentemente a Vicenza, la mostra approda quindi nella città umbra nella prestigiosa sede della Galleria Civica d’Arte Moderna, ultimo centro espositivo che ospiterà l’evento in Italia.
Bérchez è un fotografo per il quale un rivestimento, l’incidenza della luce su una modanatura, un dettaglio, non si esauriscono in un fatto formale ma offrono dell’architettura rappresentata una lettura in quattro dimensioni, spaziali e temporale, come forse solo uno storico della disciplina può dare. Affascinato dalle potenzialità dello strumento fotografico – trasferimento di significati, compressione bidimensionale degli spazi, protagonismo delle ombre o enfasi del particolare –, egli propone un dialogo complesso con la storia dell’architettura, rivelando uno sguardo inedito su ciò che è noto.
Come ha scritto Jaime Siles a proposito della sua fotografia “quel nuovo modo di guardare ci faceva vedere anche altre cose, obbligandoci a scoprire non ciò che, per inerzia del nostro occhio, ci sembrava, bensì ciò che, grazie alla capacità visiva del suo, ora eravamo in grado di cogliere e che si traduceva all’improvviso in qualcos’altro: in quella cosa che, per effetto dell’arte si trasforma in realtà, ovvero, in sé stessa”.
Nelle fotografie di Bérchez appaiono opere d’architettura celeberrime, come la Rotonda alla Vilette di Parigi di Ledoux, il Panthéon parigino di Soufflot, piazza San Pietro a Roma di Bernini, le facciate barocche delle cattedrali di Granada o Valencia o Murcia, la Lonja di Valencia, la Plaza Mayor di Salamanca, la chiesa del Carmen di Valencia, la Salute di Venezia, la Basilica palladiana di Vicenza, il Teatro Marcello di Roma, il tempio di Segesta in Sicilia, Santa Maria sopra Minerva a Roma, la scala della Biblioteca Laurenziana di Michelangelo, il collegio di Propaganda Fidae o la chiesa di San Filippo Neri di Borromini, l’ospizio di San Fernando di Pedro de Ribera, la cappella di San Isidro a Madrid, la casa Mercader di Barcellona, la Collegiata di Xàtiva di Joan Aparisi, il convento delle Capuchinas a La Antigua in Gautemala o il palazzo Vázquez de Molina a Úbeda di Vandelvira, tra gli altri.
Il catalogo della mostra, edito dalla Generalitat Valenciana, accoglie testi di Antonio Bonet Correa e Italo Zannier. Di fronte a tali monumenti – scrive Zannier – Bérchez “è capace di emozionarsi e di far capire, non soltanto la sua emozione, ma il suo giudizio critico”. ha scritto Bonet Correa – “sono veri e propri documenti della materialità e dell’anima degli edifici. Ed è qui e in questo senso quando ci accorgiamo che solo uno storico dell’arte o qualcuno che conosce a fondo la vita e morte di un monumento può fare delle fotografie così”.
Joaquín Bérchez
Nato nel 1950, vive a Valencia. La sua attività fotografica – come possibile strumento di riflessione e allo stesso tempo di creazione visiva attorno all’architettura e al paesaggio – è legata ai suoi interessi storico-artistici, incentrati soprattutto sulla cultura architettonica di area spagnola a sudamericana nell’età moderna. Fotografie di Bérchez appaiono in pubblicazioni sul patrimonio architettonico di Valencia o sul barocco messicano, e sulle copertine di libri e riviste specializzate d’architettura, fra cui la rivista del CISA Andrea Palladio, “Annali di architettura”. Nel 2002 ottiene il primo premio internazionale di fotografia Paradores Nacionales. Recentemente ha realizzato le fotografie per il volume La Plaza Mayor de Salamanca di Alfonso Rodríguez G. de Ceballos (Caja Duero, Salamanca 2005).
Dal 2003 ha allestito diverse mostre personali: “Espacios comprimidos” (Universidad Politécnica de Valencia, 2003), “Casualidades geográficas” (Universitat de València, Facultad de Geografía e Historia, 2004), “Joaquín Bérchez fotografías” (Galería Argenta, Valencia, 2004; Sala Coll Alas, Ayuntamiento de Gandía, 2005; Sala Luis Garay, Universidad de Murcia, 2005), “Otro barroco” (Università degli Studi di Palermo, 2005; Carmen de la Victoria, Granada, 2005), “Desde la Plaza” (Salamanca, Casa del Japón, 2005) e “Historiejas americanas” (Guatemala, Castellón, Galeria d’Art, Universitat Jaume I, 2005). Ha recentemente partecipato all’esposizione collettiva “20 años de Railowsky”, Valencia 2005.
La mostra presenterà quarantacinque fotografie a colori e in bianco/nero, stampate in lambda ad altissima qualità, del fotografo e storico dell’architettura spagnolo Joaquín Bérchez.
Le sue affascinanti Proposte architettoniche sono state concepite come un percorso attraverso alcune fra le architetture più famose di tutti i tempi, spagnole, francesi ed italiane, sulle quali l’autore proietta una particolare esperienza visiva nata da e per la fotografia.
Il progetto espositivo, concepito dalla Conselleria de Cultura, Educació i Esport della Generalitat Valenciana, è realizzato a Spoleto con la collaborazione con la Fondazione Mellone di Milano. La mostra verrà introdotta da Martina Corgnati.
Reduce da una prima tappa espositiva al Centre del Carme di València (aprile-giugno 2006) e dopo essere stata presentata recentemente a Vicenza, la mostra approda quindi nella città umbra nella prestigiosa sede della Galleria Civica d’Arte Moderna, ultimo centro espositivo che ospiterà l’evento in Italia.
Bérchez è un fotografo per il quale un rivestimento, l’incidenza della luce su una modanatura, un dettaglio, non si esauriscono in un fatto formale ma offrono dell’architettura rappresentata una lettura in quattro dimensioni, spaziali e temporale, come forse solo uno storico della disciplina può dare. Affascinato dalle potenzialità dello strumento fotografico – trasferimento di significati, compressione bidimensionale degli spazi, protagonismo delle ombre o enfasi del particolare –, egli propone un dialogo complesso con la storia dell’architettura, rivelando uno sguardo inedito su ciò che è noto.
Come ha scritto Jaime Siles a proposito della sua fotografia “quel nuovo modo di guardare ci faceva vedere anche altre cose, obbligandoci a scoprire non ciò che, per inerzia del nostro occhio, ci sembrava, bensì ciò che, grazie alla capacità visiva del suo, ora eravamo in grado di cogliere e che si traduceva all’improvviso in qualcos’altro: in quella cosa che, per effetto dell’arte si trasforma in realtà, ovvero, in sé stessa”.
Nelle fotografie di Bérchez appaiono opere d’architettura celeberrime, come la Rotonda alla Vilette di Parigi di Ledoux, il Panthéon parigino di Soufflot, piazza San Pietro a Roma di Bernini, le facciate barocche delle cattedrali di Granada o Valencia o Murcia, la Lonja di Valencia, la Plaza Mayor di Salamanca, la chiesa del Carmen di Valencia, la Salute di Venezia, la Basilica palladiana di Vicenza, il Teatro Marcello di Roma, il tempio di Segesta in Sicilia, Santa Maria sopra Minerva a Roma, la scala della Biblioteca Laurenziana di Michelangelo, il collegio di Propaganda Fidae o la chiesa di San Filippo Neri di Borromini, l’ospizio di San Fernando di Pedro de Ribera, la cappella di San Isidro a Madrid, la casa Mercader di Barcellona, la Collegiata di Xàtiva di Joan Aparisi, il convento delle Capuchinas a La Antigua in Gautemala o il palazzo Vázquez de Molina a Úbeda di Vandelvira, tra gli altri.
Il catalogo della mostra, edito dalla Generalitat Valenciana, accoglie testi di Antonio Bonet Correa e Italo Zannier. Di fronte a tali monumenti – scrive Zannier – Bérchez “è capace di emozionarsi e di far capire, non soltanto la sua emozione, ma il suo giudizio critico”. ha scritto Bonet Correa – “sono veri e propri documenti della materialità e dell’anima degli edifici. Ed è qui e in questo senso quando ci accorgiamo che solo uno storico dell’arte o qualcuno che conosce a fondo la vita e morte di un monumento può fare delle fotografie così”.
Joaquín Bérchez
Nato nel 1950, vive a Valencia. La sua attività fotografica – come possibile strumento di riflessione e allo stesso tempo di creazione visiva attorno all’architettura e al paesaggio – è legata ai suoi interessi storico-artistici, incentrati soprattutto sulla cultura architettonica di area spagnola a sudamericana nell’età moderna. Fotografie di Bérchez appaiono in pubblicazioni sul patrimonio architettonico di Valencia o sul barocco messicano, e sulle copertine di libri e riviste specializzate d’architettura, fra cui la rivista del CISA Andrea Palladio, “Annali di architettura”. Nel 2002 ottiene il primo premio internazionale di fotografia Paradores Nacionales. Recentemente ha realizzato le fotografie per il volume La Plaza Mayor de Salamanca di Alfonso Rodríguez G. de Ceballos (Caja Duero, Salamanca 2005).
Dal 2003 ha allestito diverse mostre personali: “Espacios comprimidos” (Universidad Politécnica de Valencia, 2003), “Casualidades geográficas” (Universitat de València, Facultad de Geografía e Historia, 2004), “Joaquín Bérchez fotografías” (Galería Argenta, Valencia, 2004; Sala Coll Alas, Ayuntamiento de Gandía, 2005; Sala Luis Garay, Universidad de Murcia, 2005), “Otro barroco” (Università degli Studi di Palermo, 2005; Carmen de la Victoria, Granada, 2005), “Desde la Plaza” (Salamanca, Casa del Japón, 2005) e “Historiejas americanas” (Guatemala, Castellón, Galeria d’Art, Universitat Jaume I, 2005). Ha recentemente partecipato all’esposizione collettiva “20 años de Railowsky”, Valencia 2005.
24
febbraio 2007
Joaquín Bérchez – Proposiciones arquitectonicas
Dal 24 febbraio al 25 marzo 2007
fotografia
Location
PALAZZO COLLICOLA ARTI VISIVE – MUSEO CARANDENTE
Spoleto, Via Loreto Vittori, 11, (Perugia)
Spoleto, Via Loreto Vittori, 11, (Perugia)
Orario di apertura
tutti i giorni, a esclusione del martedì, dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle ore 19.00
Vernissage
24 Febbraio 2007, ore 16.30
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