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Paolo Maggi / Antenore Rovesti
doppia personale
Comunicato stampa
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Paolo Maggi (Altamura 1964, vive a Bologna) ha allestito personali presso le gallerie Depot & Hip Hop Gallery, Campo delle Fragole, Sesto Senso, Fiorile Arte di Bologna e la Scaletta di Matera. Tra le collettive recenti si citano “Enter” a Serra San Quirico (An) ed alla galleria Spazia di Bologna, “La valigia dei sogni” a Palazzo della Duchessa Miglianico (Ch), il Premio Celeste a San Gimignano, “La contemporaneità evocata” alla Fusion Art Gallery di Torino, “Punto e a capo” al Castello di Rivara, “Arcani Maggiori” alla Loggia della Fornace Rastignano (Bo), “Cuprarte contemporanea 2007” a Cupramontana (An).
Hanno scritto di lui Edoardo Di Mauro, Chiara Guidi, Matteo Chini, Adriano Baccilieri, Gabriele Di Labio, Giovanna Coppa, Cristina Petrelli, Gianluca Marziani.
Antenore Rovesti (Parma, 1958) ha allestito, tra le altre, personali presso le gallerie VSV di Torino, Il Campo delle Fragole e Fiorile Arte a Bologna, Mazzocchi di Parma, Oprandi di Bergamo e Modern Art Agency di Casier (Tv). Tra le molte collettive “Arte a Parma dal ‘45 ad oggi” alla galleria Mazzocchi di Parma, “Differences make freedom” al Castello dei Pio Carpi(Mo), il “38° Premio Suzzara”, “Finchè c’è morte c’è speranza” al Trevi Flash Art Museum, “La vertigine dell’eros” al Museo Nuova Era di Bari, le fiere di Strasburgo, Barcellona, Beirut, Rotterdam, Hong Kong, Dubai e Gent con la galleria Oprandi ed Artissima con la galleria VSV, “Una Babele postmoderna” al Museo di Palazzo Pigorini a Parma, “Corpi dispersi” al Castello di Barolo (Cn), “Corpi liberi” al Palazzo della Pretura di Castel d’Arquato (Pc), “La contemporaneità evocata” alla Fusion Art Gallery, “Punto e a capo” al Castello di Rivara, “Calice Ligure Città Aperta” al Museo di Calice Ligure (Sv).
Paolo Maggi è un autore ancora giovane ed in grado di inserirsi con autorevolezza tra i talenti emergenti della nuova pittura italiana, sulla scia della linea “mediale” della seconda metà degli anni ’80 e di quella più marcatamente simbolica e narrativa del decennio successivo. L’artista estrapola frammenti di quotidianità ed immagini di normale routine tratte da fotogrammi cinematografici e televisivi, dalla pubblicità, in generale dall’immenso repertorio iconografico della contemporaneità, anche in un’accezione di citazione “old fashioned”, dove l’apparente piattezza e banalità dei temi prescelti viene riscattata dall’emanazione tenue, da parte di questi ultimi, di un significato “altro”, assai più sottile ed inquietante rispetto all’apparente normalità dell’iconografia. Questo senso di divertito mistero è accresciuto dalla costante apparizione di personaggi appartenenti ad una variopinta fauna fantastica, umana, zoomorfa ed ibrida, un popolo di strani mutanti, militari, vecchiette, animali, che paiono approdati a noi da una dimensione parallela, da un mondo immaginato in una condizione di psichedelica eccitazione. Maggi appare quindi come un eversore dell’ordine costituito dei linguaggi della comunicazione, falsi e monotoni nella loro lucente artificialità, e ci induce ad indagare i significati riposti, posti a margine delle cose, in una zona d’ombra di solito poco frequentata. I lavori recenti, oggetto di questa mostra personale, segnano un ulteriore progresso nel cammino dell’artista, accrescono il tono di tenue sospensione metafisica, sempre attraversato da una punta di ironia, che è tipico suo, si dotano di ulteriore originalità e riconoscibilità, candidandolo per quello che sarà, penso, un promettente futuro prossimo.
Edoardo Di Mauro.
Antenore Rovesti è ormai da anni uno dei talenti più interessanti della nuova figurazione italiana. La sua capacità, corroborata dalla qualità pittorica, è quella di rivolgere uno sguardo disincantato sull’incessante sequela di simulacri che caratterizza la società post moderna. Rovesti estrapola icone della pubblicità “minore”, immagini e fotogrammi vengono isolati dal loro contesto e spesso mescolati ad altre figure, e così facendo l’autore riscatta l’arte dal credito storicamente intrattenuto con l’universo dell’oggetto di consumo. Le tele in tal modo elaborate assumono una dimensione aliena ed intrigante, estranea alla serialità del quotidiano. Nell’allestimento studiato per la sua personale alla Fusion Art Gallery l’artista va oltre la sua dimensione creativa abituale per creare una installazione dal forte ed atipico contenuto spettacolare. Verrà esposta un’unica tela che si espanderà lungo le pareti della galleria, alta 130 cm. e lunga dieci metri. L’iconografia non sarà questa volta pittorica ma fotografica : l’autore, con il filtraggio del computer, proporrà immagini appartenenti alla sua storia, al vissuto personale, alla famiglia ed a viaggi, mostre, inaugurazioni. La tela potrà poi, per eventuali acquirenti, essere tagliata a metri e venduta a cifre contenute e questo è un evidente omaggio all’irriverente “pittura industriale” propugnata negli anni ’50 dal geniale Pinot Gallizio, non a caso artista da sempre molto stimato a Parma, città d’origine di Rovesti. Oltre ad una citazione opportunamente aggiornata e ricontestualizzata al presente con questa performance l’artista parmigiano, in coerenza con la sua vocazione di eversore dell’immagine, pone in essere una demitizzazione della sacralità di un mezzo oggi molto in auge come la fotografia.
Edoardo Di Mauro.
Hanno scritto di lui Edoardo Di Mauro, Chiara Guidi, Matteo Chini, Adriano Baccilieri, Gabriele Di Labio, Giovanna Coppa, Cristina Petrelli, Gianluca Marziani.
Antenore Rovesti (Parma, 1958) ha allestito, tra le altre, personali presso le gallerie VSV di Torino, Il Campo delle Fragole e Fiorile Arte a Bologna, Mazzocchi di Parma, Oprandi di Bergamo e Modern Art Agency di Casier (Tv). Tra le molte collettive “Arte a Parma dal ‘45 ad oggi” alla galleria Mazzocchi di Parma, “Differences make freedom” al Castello dei Pio Carpi(Mo), il “38° Premio Suzzara”, “Finchè c’è morte c’è speranza” al Trevi Flash Art Museum, “La vertigine dell’eros” al Museo Nuova Era di Bari, le fiere di Strasburgo, Barcellona, Beirut, Rotterdam, Hong Kong, Dubai e Gent con la galleria Oprandi ed Artissima con la galleria VSV, “Una Babele postmoderna” al Museo di Palazzo Pigorini a Parma, “Corpi dispersi” al Castello di Barolo (Cn), “Corpi liberi” al Palazzo della Pretura di Castel d’Arquato (Pc), “La contemporaneità evocata” alla Fusion Art Gallery, “Punto e a capo” al Castello di Rivara, “Calice Ligure Città Aperta” al Museo di Calice Ligure (Sv).
Paolo Maggi è un autore ancora giovane ed in grado di inserirsi con autorevolezza tra i talenti emergenti della nuova pittura italiana, sulla scia della linea “mediale” della seconda metà degli anni ’80 e di quella più marcatamente simbolica e narrativa del decennio successivo. L’artista estrapola frammenti di quotidianità ed immagini di normale routine tratte da fotogrammi cinematografici e televisivi, dalla pubblicità, in generale dall’immenso repertorio iconografico della contemporaneità, anche in un’accezione di citazione “old fashioned”, dove l’apparente piattezza e banalità dei temi prescelti viene riscattata dall’emanazione tenue, da parte di questi ultimi, di un significato “altro”, assai più sottile ed inquietante rispetto all’apparente normalità dell’iconografia. Questo senso di divertito mistero è accresciuto dalla costante apparizione di personaggi appartenenti ad una variopinta fauna fantastica, umana, zoomorfa ed ibrida, un popolo di strani mutanti, militari, vecchiette, animali, che paiono approdati a noi da una dimensione parallela, da un mondo immaginato in una condizione di psichedelica eccitazione. Maggi appare quindi come un eversore dell’ordine costituito dei linguaggi della comunicazione, falsi e monotoni nella loro lucente artificialità, e ci induce ad indagare i significati riposti, posti a margine delle cose, in una zona d’ombra di solito poco frequentata. I lavori recenti, oggetto di questa mostra personale, segnano un ulteriore progresso nel cammino dell’artista, accrescono il tono di tenue sospensione metafisica, sempre attraversato da una punta di ironia, che è tipico suo, si dotano di ulteriore originalità e riconoscibilità, candidandolo per quello che sarà, penso, un promettente futuro prossimo.
Edoardo Di Mauro.
Antenore Rovesti è ormai da anni uno dei talenti più interessanti della nuova figurazione italiana. La sua capacità, corroborata dalla qualità pittorica, è quella di rivolgere uno sguardo disincantato sull’incessante sequela di simulacri che caratterizza la società post moderna. Rovesti estrapola icone della pubblicità “minore”, immagini e fotogrammi vengono isolati dal loro contesto e spesso mescolati ad altre figure, e così facendo l’autore riscatta l’arte dal credito storicamente intrattenuto con l’universo dell’oggetto di consumo. Le tele in tal modo elaborate assumono una dimensione aliena ed intrigante, estranea alla serialità del quotidiano. Nell’allestimento studiato per la sua personale alla Fusion Art Gallery l’artista va oltre la sua dimensione creativa abituale per creare una installazione dal forte ed atipico contenuto spettacolare. Verrà esposta un’unica tela che si espanderà lungo le pareti della galleria, alta 130 cm. e lunga dieci metri. L’iconografia non sarà questa volta pittorica ma fotografica : l’autore, con il filtraggio del computer, proporrà immagini appartenenti alla sua storia, al vissuto personale, alla famiglia ed a viaggi, mostre, inaugurazioni. La tela potrà poi, per eventuali acquirenti, essere tagliata a metri e venduta a cifre contenute e questo è un evidente omaggio all’irriverente “pittura industriale” propugnata negli anni ’50 dal geniale Pinot Gallizio, non a caso artista da sempre molto stimato a Parma, città d’origine di Rovesti. Oltre ad una citazione opportunamente aggiornata e ricontestualizzata al presente con questa performance l’artista parmigiano, in coerenza con la sua vocazione di eversore dell’immagine, pone in essere una demitizzazione della sacralità di un mezzo oggi molto in auge come la fotografia.
Edoardo Di Mauro.
22
giugno 2007
Paolo Maggi / Antenore Rovesti
Dal 22 giugno al 04 settembre 2007
arte contemporanea
Location
FUSION ART GALLERY
Torino, Piazza Amedeo Peyron, 9G, (Torino)
Torino, Piazza Amedeo Peyron, 9G, (Torino)
Orario di apertura
martedì, giovedì e venerdì 16.30 - 19.30, agosto solo su appuntamento
Vernissage
22 Giugno 2007, ore 19-23
Autore
Curatore