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Gianni Cestari – Lettere da Stellata
Esposizione di pittura e disegni
Comunicato stampa
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Le stelle sono entità complicate. Semplici da osservare in un primo momento: per rappresentarle disegniamo una semplice figura con le punte. Ma in una notte limpida e senza luna, quando guardandole il loro numero sembra essere infinito, (magari vicino al mare, dove ci sono poche persone e scarsi sono i segni della loro presenza), molte delle più luminose sono pianeti o, raramente, comete. Alcune si sono estinte ma la loro luce, con un ritardo di millenni, arriva a noi ora. Luce emessa dalla propria origine come un inimmaginabile lungo dardo, improvviso ma limitato; luce così antica e tuttavia così presente.
Anche il Po è antico ma molto più lento. Molto, molto tempo fa i suoi sedimenti formarono quella parte in alto a destra del continente che in seguito sarebbe diventato l’Africa. Il Po ora serpeggia con le sue acque in Emilia Romagna come una imprevedibile cometa che infine si tuffa nell’Adriatico. Noi sappiamo ciò che gli antichi non sapevano. In tutta la loro luminosità le comete sono insiemi di ghiaccio e sabbia in disintegrazione. La scienza ci ha privato delle illusioni poetiche ma ci ha rivelato la loro alchimia. Gianni Cestari mi ha detto che il Po, come una cometa, ha poche pietre in questo punto. Le sue acque scorrono su sabbia fine e terra. Ma dall’alto, all’altitudine di un aereo o alla distanza di un satellite, le sponde sabbiose del Po luccicano, in modo intermittente, nelle insenature dove l’acqua non preme.
La Rocca di Stellata veglia sulle acque scintillanti del Po da tempi recenti, se rapportati al fiume o agli anni-luce. Mentre la Valle Padana costituiva un’antica frontiera geologica, così la Rocca costituiva il punto più ad ovest di Ferrara. Acquattata e caparbia, ha fatto da sentinella. Il Rinaldo dell’Ariosto nota Stellata nel suo viaggio lungo il Po per raggiungere Ferrara: già stelle nei suoi occhi.
I lavori di Gianni Cestari che occuperanno per un breve periodo la Rocca di Stellata iniziano pacati e calmi, nelle parti più profonde, con brevi testi poetici di Graziano Campanini, relativi a riflessioni e sentimenti notturni e alle acque che scorrono vicine. Schermi video, punteggianti pannelli che sorreggono i libri, (visibili attraverso aperture verticali simili a feritoie per arcieri), mostrano dei piccioni: ignari ma inconsapevoli corrieri di questi messaggi. Cestari ha indicato una colonna, una struttura ripresa ad ogni livello dell’edificio, che si innalza centrale in tutta la sua solidità come un camino. In cima ci sono i piccioni fra frammenti scintillanti: luce e tempo incastonati che irradiano emivite di colore. Questo livello comunica con quello sotterraneo attraverso il piano centrale, dove sono presenti i quadri di Cestari su quadranti con richiami primordiali: evocazioni di uno spazio fluido e cromatico, sia acqueo che stellare.
Paul Bright
Assistant Director, Hanes Art Gallery, Wake Forest University, North Carolina, USA
agosto 2008
traduzione dall’inglese di Lucia Rossi
Anche il Po è antico ma molto più lento. Molto, molto tempo fa i suoi sedimenti formarono quella parte in alto a destra del continente che in seguito sarebbe diventato l’Africa. Il Po ora serpeggia con le sue acque in Emilia Romagna come una imprevedibile cometa che infine si tuffa nell’Adriatico. Noi sappiamo ciò che gli antichi non sapevano. In tutta la loro luminosità le comete sono insiemi di ghiaccio e sabbia in disintegrazione. La scienza ci ha privato delle illusioni poetiche ma ci ha rivelato la loro alchimia. Gianni Cestari mi ha detto che il Po, come una cometa, ha poche pietre in questo punto. Le sue acque scorrono su sabbia fine e terra. Ma dall’alto, all’altitudine di un aereo o alla distanza di un satellite, le sponde sabbiose del Po luccicano, in modo intermittente, nelle insenature dove l’acqua non preme.
La Rocca di Stellata veglia sulle acque scintillanti del Po da tempi recenti, se rapportati al fiume o agli anni-luce. Mentre la Valle Padana costituiva un’antica frontiera geologica, così la Rocca costituiva il punto più ad ovest di Ferrara. Acquattata e caparbia, ha fatto da sentinella. Il Rinaldo dell’Ariosto nota Stellata nel suo viaggio lungo il Po per raggiungere Ferrara: già stelle nei suoi occhi.
I lavori di Gianni Cestari che occuperanno per un breve periodo la Rocca di Stellata iniziano pacati e calmi, nelle parti più profonde, con brevi testi poetici di Graziano Campanini, relativi a riflessioni e sentimenti notturni e alle acque che scorrono vicine. Schermi video, punteggianti pannelli che sorreggono i libri, (visibili attraverso aperture verticali simili a feritoie per arcieri), mostrano dei piccioni: ignari ma inconsapevoli corrieri di questi messaggi. Cestari ha indicato una colonna, una struttura ripresa ad ogni livello dell’edificio, che si innalza centrale in tutta la sua solidità come un camino. In cima ci sono i piccioni fra frammenti scintillanti: luce e tempo incastonati che irradiano emivite di colore. Questo livello comunica con quello sotterraneo attraverso il piano centrale, dove sono presenti i quadri di Cestari su quadranti con richiami primordiali: evocazioni di uno spazio fluido e cromatico, sia acqueo che stellare.
Paul Bright
Assistant Director, Hanes Art Gallery, Wake Forest University, North Carolina, USA
agosto 2008
traduzione dall’inglese di Lucia Rossi
05
settembre 2008
Gianni Cestari – Lettere da Stellata
Dal 05 settembre al 12 ottobre 2008
arte contemporanea
Location
ROCCA POSSENTE
Bondeno, Via Comunale Per Stellata, (Ferrara)
Bondeno, Via Comunale Per Stellata, (Ferrara)
Vernissage
5 Settembre 2008, ore 21.30
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