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Massimo Sottili – Cherchez la femme
Attraverso opere di elegante sapore neoclassico, Sottili ci accompagna in una sorta di personale “Odissea Pop” alla ricerca della pura ed ideale estetica della femminilità, indagando quel mondo sensuale e misterioso morbidamente impresso sulle labbra, sulla pelle e nello sguardo di ogni donna.
Comunicato stampa
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La mostra presenta una quindicina di opere di grandi dimensioni di elegante sapore neoclassico che ricorda in qualche modo il David de “la morte di Marat” e del ritratto di “Madame Récamier”. Attraverso i suoi lavori, Sottili ci invita a seguirlo in una sorta di personale "Odissea Pop" alla ricerca della pura ed ideale estetica della femminilità, indagando quel mondo sensuale e misterioso morbidamente impresso sulle labbra, sulla pelle e nello sguardo di ogni donna.
È questo infatti il soggetto: “cherchez la femme” ovvero “cerca la donna”. “Cercare” e non “trovare”, poiché quella di Sottili è la ricerca della “donna ideale”. Questa idealizzazione tuttavia non è solamente un’elegia della bellezza fisica, ma un tentativo di cogliere la pura estetica della femminilità. Questo è suggerito anche nel metodo di lavoro di Sottili. Egli infatti, scegliendo i soggetti delle sue opere tra le foto pubblicitarie delle riviste - solitamente modelle sconosciute, utilizzate come “mezzi” per vendere un prodotto - e ponendole in un nuovo, indefinito e dedicato spazio, simile ad una sorta di “iperuranio pittorico” entro il quale nulla disturba, contamina o mette in secondo piano la loro natura di donne, compie un atto di recupero e rivalutazione, eleggendo ognuna di esse al ruolo di protagonista in quanto “emanazione reale” della “donna ideale”. Operazione vagamente “pop”, che ricorda artisti come Warhol e LaChapelle, dai quali Sottili è stato indubbiamente influenzato. Lo sguardo di Massimo Sottili quindi è proteso, come dicevo, alla rivalutazione dell’elemento donna, il cui ruolo seduttivo, profondamente legato all’eros ed al mistero della vita, forse oggi è stato eccessivamente asservito al ruolo di “strumento” utile ad altri scopi. Ma oltre alla rivalutazione c’è la ricerca. L’inseguimento dell’archetipo platonico di femminilità frammentato nella creazione, presente e purtuttavia nascosto in ogni donna reale. Ed è appunto questo, a mio parere, che rende l’anelito alla ricerca di quello sfuggente ideale di femminilità dovuto, seppur in qualche modo vano. Poiché è tensione ad esplorare quel mistero che ci affascina e ci seduce, che ci coinvolge e ci uccide, che ci rende genitori e figli. Che siamo uomini o donne non è importante poiché questo mistero della vita che porta con sé rende la donna un mistero anche per sé stessa. E così, è inevitabile che il nostro cercare, trovando i frammenti dell’ideale nella realtà e di realtà nell’ideale, non possa essere che una ricerca al contempo finita ed infinita, sfuggente e fruttuosa, illusoria ed allo stesso modo, profondamente reale.
Davide Corsetti
È questo infatti il soggetto: “cherchez la femme” ovvero “cerca la donna”. “Cercare” e non “trovare”, poiché quella di Sottili è la ricerca della “donna ideale”. Questa idealizzazione tuttavia non è solamente un’elegia della bellezza fisica, ma un tentativo di cogliere la pura estetica della femminilità. Questo è suggerito anche nel metodo di lavoro di Sottili. Egli infatti, scegliendo i soggetti delle sue opere tra le foto pubblicitarie delle riviste - solitamente modelle sconosciute, utilizzate come “mezzi” per vendere un prodotto - e ponendole in un nuovo, indefinito e dedicato spazio, simile ad una sorta di “iperuranio pittorico” entro il quale nulla disturba, contamina o mette in secondo piano la loro natura di donne, compie un atto di recupero e rivalutazione, eleggendo ognuna di esse al ruolo di protagonista in quanto “emanazione reale” della “donna ideale”. Operazione vagamente “pop”, che ricorda artisti come Warhol e LaChapelle, dai quali Sottili è stato indubbiamente influenzato. Lo sguardo di Massimo Sottili quindi è proteso, come dicevo, alla rivalutazione dell’elemento donna, il cui ruolo seduttivo, profondamente legato all’eros ed al mistero della vita, forse oggi è stato eccessivamente asservito al ruolo di “strumento” utile ad altri scopi. Ma oltre alla rivalutazione c’è la ricerca. L’inseguimento dell’archetipo platonico di femminilità frammentato nella creazione, presente e purtuttavia nascosto in ogni donna reale. Ed è appunto questo, a mio parere, che rende l’anelito alla ricerca di quello sfuggente ideale di femminilità dovuto, seppur in qualche modo vano. Poiché è tensione ad esplorare quel mistero che ci affascina e ci seduce, che ci coinvolge e ci uccide, che ci rende genitori e figli. Che siamo uomini o donne non è importante poiché questo mistero della vita che porta con sé rende la donna un mistero anche per sé stessa. E così, è inevitabile che il nostro cercare, trovando i frammenti dell’ideale nella realtà e di realtà nell’ideale, non possa essere che una ricerca al contempo finita ed infinita, sfuggente e fruttuosa, illusoria ed allo stesso modo, profondamente reale.
Davide Corsetti
26
novembre 2008
Massimo Sottili – Cherchez la femme
Dal 26 novembre al 14 dicembre 2008
arte contemporanea
Location
ZAMENHOF
Milano, Via Ludovico Lazzaro Zamenhof, 11, (Milano)
Milano, Via Ludovico Lazzaro Zamenhof, 11, (Milano)
Orario di apertura
da mercoledì a domenica ore 15-19
Vernissage
26 Novembre 2008, ore 18:30
Autore
Curatore