Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
-
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
-
Rododentro – Fricc Out!
Difficile non essercisi imbattuti prima. Sulla rete rododentro è una specie di gotha, apparso dal nulla circa due anni fa e da allora puntuale sommnistratore di una satira caustica che affonda radici nell’underground e denti su chiunque.
Vignette, soprattutto, ma anche sperimentazioni poliglotte di mezzi e formati, seguendo il filo di uno stile che spazia dal pennarellone al fotoritocco per raccontare la realtà con sguardo perfido e sagace, che si tratti di politichese (ce n’è per tutti) oppure di razzi (verissimi quadretti di cortocircuiti personali).
Comunicato stampa
Segnala l'evento
FRICC OUT!
La satira di Rododentro dentro e fuori la vignetta
Difficile non essercisi imbattuti prima. Sulla rete rododentro è una specie di gotha, apparso dal nulla circa due anni fa e da allora puntuale sommnistratore di una satira caustica che affonda radici nell’underground e denti su chiunque.
Vignette, soprattutto, ma anche sperimentazioni poliglotte di mezzi e formati, seguendo il filo di uno stile che spazia dal pennarellone al fotoritocco per raccontare la realtà con sguardo perfido e sagace, che si tratti di politichese (ce n’è per tutti) oppure di razzi (verissimi quadretti di cortocircuiti personali).
Per la prima volta offline in una mostra personale rododentro, ovvero Fricca, al fisco Filippo Ricca, ribattezzato “satanasso” da Vincino, porta a Fusolab un po’ di quella cosa lì che, come dice lui, “se è satira si spalma sulla faccia in un bel ghigno, che poi sarebbe ridere e mostrare i denti assieme”.
Sarà una risata che ci risorgerà.
Giselda Pispoli
Filippo “Fricca” Ricca
(Vinci, 15 aprile 1452 – Amboise, 2 maggio 1519) e in seguito (Malaga, 25 ottobre 1881 – Mougins, 8 aprile 1973, dove si fa ancora un gran parlare di lui come del vandalo che tentò di riattaccare le braccia alla Venere di Milo) è l’artista più controverso dei nostri tempi.
Così controverso che Oliviero Toscani lo ha definito un provocatore, Il Vasari ne parla come dello “Spirito che il Benignissimo Rettor del Cielo dispose di mandare in Terra per cavarci di tanti errori, e che universalmente in ciascheduna arte et in ogni professione fusse abile” e Vittorio Sgarbi non trova parolacce per descriverlo.
Il Fricca usa il pennarello con la maestria e la solennità con cui Sarah Palin maneggia il fucile a pallettoni e, come la Palin, è capace di farci ridere, piangere e gelare il sangue allo stesso tempo.
Artista che all’arte povera preferisce l’arte diversamente Ricca, si è ispirato ai paesaggi di Tintoretto, ai ritratti di Antonello da Messina, ai lifting di Berlusconi e alle foto ritoccate di Panorama per descrivere con ferocia le brutture della società e, già che c’era, anche le sue.
Fin dagli esordi, sulla porta del bagno delle donne del Liceo Scientifico Primo Levi di Roma, il Fricca ha dimostrato una padronanza del tratto e un acume polemico che lasciava di stucco le stesse bidelle, le quali, piuttosto che cancellare l’opera dell’artista, preferirono scardinare la porta e portarsela a casa.
La satira del Fricca imperversa ogni lunedì su Emme, l’inserto satirico de l’Unità e su Mucchio Selvaggio, (che non è, come il nome farebbe pensare, l’organo di stampa dei Gesuiti), oltre che sui verbali di contravvenzione che i vigili urbani gli infilano ostinatamente sul parabrezza della Vespa e su rotoli di carta igienica che meriterebbero d’essere esposti accanto all’orinatoio di Marcel Duchamp e alla Merda d’Artista di Piero Manzoni.
Tra i capolavori del Fricca, spicca uno dei primi ritratti di Mara Carfagna. Di fronte alla mirabile opera, la ministra ha sgranato gli occhi per la prima volta, e non è più riuscita a farli rientrare nelle orbite.
Alla scuola fricchiana si formano valenti discepoli e collaboratori, che sono anche i suoi più attendibili biografi.
Francesca Fornario
La satira di Rododentro dentro e fuori la vignetta
Difficile non essercisi imbattuti prima. Sulla rete rododentro è una specie di gotha, apparso dal nulla circa due anni fa e da allora puntuale sommnistratore di una satira caustica che affonda radici nell’underground e denti su chiunque.
Vignette, soprattutto, ma anche sperimentazioni poliglotte di mezzi e formati, seguendo il filo di uno stile che spazia dal pennarellone al fotoritocco per raccontare la realtà con sguardo perfido e sagace, che si tratti di politichese (ce n’è per tutti) oppure di razzi (verissimi quadretti di cortocircuiti personali).
Per la prima volta offline in una mostra personale rododentro, ovvero Fricca, al fisco Filippo Ricca, ribattezzato “satanasso” da Vincino, porta a Fusolab un po’ di quella cosa lì che, come dice lui, “se è satira si spalma sulla faccia in un bel ghigno, che poi sarebbe ridere e mostrare i denti assieme”.
Sarà una risata che ci risorgerà.
Giselda Pispoli
Filippo “Fricca” Ricca
(Vinci, 15 aprile 1452 – Amboise, 2 maggio 1519) e in seguito (Malaga, 25 ottobre 1881 – Mougins, 8 aprile 1973, dove si fa ancora un gran parlare di lui come del vandalo che tentò di riattaccare le braccia alla Venere di Milo) è l’artista più controverso dei nostri tempi.
Così controverso che Oliviero Toscani lo ha definito un provocatore, Il Vasari ne parla come dello “Spirito che il Benignissimo Rettor del Cielo dispose di mandare in Terra per cavarci di tanti errori, e che universalmente in ciascheduna arte et in ogni professione fusse abile” e Vittorio Sgarbi non trova parolacce per descriverlo.
Il Fricca usa il pennarello con la maestria e la solennità con cui Sarah Palin maneggia il fucile a pallettoni e, come la Palin, è capace di farci ridere, piangere e gelare il sangue allo stesso tempo.
Artista che all’arte povera preferisce l’arte diversamente Ricca, si è ispirato ai paesaggi di Tintoretto, ai ritratti di Antonello da Messina, ai lifting di Berlusconi e alle foto ritoccate di Panorama per descrivere con ferocia le brutture della società e, già che c’era, anche le sue.
Fin dagli esordi, sulla porta del bagno delle donne del Liceo Scientifico Primo Levi di Roma, il Fricca ha dimostrato una padronanza del tratto e un acume polemico che lasciava di stucco le stesse bidelle, le quali, piuttosto che cancellare l’opera dell’artista, preferirono scardinare la porta e portarsela a casa.
La satira del Fricca imperversa ogni lunedì su Emme, l’inserto satirico de l’Unità e su Mucchio Selvaggio, (che non è, come il nome farebbe pensare, l’organo di stampa dei Gesuiti), oltre che sui verbali di contravvenzione che i vigili urbani gli infilano ostinatamente sul parabrezza della Vespa e su rotoli di carta igienica che meriterebbero d’essere esposti accanto all’orinatoio di Marcel Duchamp e alla Merda d’Artista di Piero Manzoni.
Tra i capolavori del Fricca, spicca uno dei primi ritratti di Mara Carfagna. Di fronte alla mirabile opera, la ministra ha sgranato gli occhi per la prima volta, e non è più riuscita a farli rientrare nelle orbite.
Alla scuola fricchiana si formano valenti discepoli e collaboratori, che sono anche i suoi più attendibili biografi.
Francesca Fornario
13
novembre 2008
Rododentro – Fricc Out!
Dal 13 al 30 novembre 2008
arte contemporanea
arti decorative e industriali
arti decorative e industriali
Location
FUSOLAB
Roma, Via Giorgio Pitacco, 29, (Roma)
Roma, Via Giorgio Pitacco, 29, (Roma)
Orario di apertura
dal giovedì alla domenica dalle 21.00 alle 2.00