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Inaugurazione
Con l’inaugurazione del nuovo museo, partono le celebrazioni per il V centenario della scomparsa dell’artista. Parole, profumi e oggetti preziosi, ricostruzioni architettoniche e d’ambiente raccontano il Maestro, la sua epoca e il suo territorio, nella Casa che ospita uno dei suoi capolavori.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
A Castelfranco Veneto (Treviso) apre il Museo Casa Giorgione
Con l’inaugurazione del nuovo museo, il 9 maggio, partono le celebrazioni per il V centenario della scomparsa dell’artista. Parole, profumi e oggetti preziosi, ricostruzioni architettoniche e d’ambiente raccontano il Maestro, la sua epoca e il suo territorio, nella Casa che ospita uno dei suoi capolavori.
Il buio accoglie i visitatori e li avvolge nei misteri di Giorgione, il bianco rincorre il suo inafferrabile fantasma: benvenuti a Casa Giorgione. La nuova sede museale dedicata a Zorzi da Castelfranco si inaugura il 9 maggio ed apre le celebrazioni per il V centenario della morte dell’artista (1510 – 2010). E’ il primo appuntamento di un anno di eventi dedicato al Maestro, che si concluderà con una eccezionale mostra in programma tra dicembre 2009 e maggio 2010, curata da alcuni tra i massimi studiosi del maestro - Antonio Paolucci, Lionello Puppi e Enrico Dal Bozzolo.
Voluto dalla Città di Castelfranco Veneto, il Museo celebra lo straordinario valore dell’artista e il contesto, unico al mondo, in cui è proposto. Casa Marta-Pellizzari, detta di Giorgione, è luogo inimitabile, intriso del mistero e della meraviglia che avvolgono il grande Maestro, spazio che ha ospitato il suo pensiero e il suo lavoro, nel cuore della città natale e dell’ambiente storico e culturale in cui si è formato.
Uno spazio intimo, carico di suggestioni regalate da secoli di storia e da un allestimento di nuova concezione, costruito attorno alle due opere di Giorgione conservate in città: la Pala di Castelfranco – nel Duomo cittadino - e il Fregio orientale delle arti liberali, all’interno di Casa Giorgione. Un luogo in cui strumenti multimediali incrociano opere del Rinascimento, in parte provenienti dalla Collezione Civica ma anche acquisite sul mercato antiquario internazionale. Il patrimonio comprende oltre cento oggetti che, accanto alle ricostruzioni architettoniche e d’ambiente, materializzano tra gli spazi espositivi le atmosfere del tardo Quattrocento e spingono, contemporaneamente, ad indagare la potenza enigmatica di Zorzi da Castelfranco, l’influenza del territorio in cui è vissuto, i messaggi della sua pittura rivoluzionaria.
L’allestimento, guidato dai progettisti dello studio museologico e museografico, rispettivamente Danila Dal Pos e Giorgio Pia, è il frutto di un lavoro intenso, durato oltre quattro anni, che invita a vivere lo spazio museale in modo attivo, come un’esperienza preziosa. Qui il visitatore vive e respira l’atmosfera del tempo, diventando protagonista di un percorso di scoperta che stimola i sensi e solletica la mente.
“Celebrare Giorgione è un privilegio e una responsabilità – dichiara il Sindaco Maria Gomierato -
che guarda con attenzione ad una prospettiva di qualificazione culturale e di sviluppo del turismo legato all’incomparabile patrimonio lasciato dal figlio più illustre di questa città”
Figlio di quel Veneto che fra Trecento e Cinquecento è capitale dell’arte italiana e internazionale con artisti come Giotto e Mantegna, Bellini e Tiziano, Giorgione scompare a poco più di trent’anni, nel 1510, dopo aver lasciato capolavori come La Tempesta, la Venere di Dresda, i Tre Filosofi, il giovanile La Nascita di Mosè. Pochissime le opere attribuitegli oggi dalla critica, due delle quali si custodite a Castelfranco Veneto. Esiguo anche il numero dei documenti che provano la sua esistenza, solo cinque: l’iscrizione che compare sul retro della Laura (Kunsthistorisches Museum di Vienna) il 1 giugno 1506 e lo definisce “cholega” del pittore Vincenzo Catena, il pagamento da parte del Senato veneziano nel 1507/1508, l’azione legale che certifica che nell’ottobre 1508 ha già eseguito gli affreschi del Fondaco dei Tedeschi, la notizia dietro il ritratto Terris (1508/1510) e infine la lettera di Isabella d’Este a Taddeo Albano che ricorda due dipinti di Giorgione e permette di certificare che nell’ottobre 1510 è già avvenuta la scomparsa del pittore.
E se D’Annunzio ne Il fuoco (1928) rivela come "Egli appare piuttosto come un mito che come un uomo. Nessun destino di poeta è comparabile al suo, in terra. Tutto, o quasi di lui s’ignora, e taluno giunge a negare la sua esistenza. Il suo nome non è scritto in alcuna opera; e taluno non gli riconosce alcuna opera certa...", per scavare attorno al suo mito, celebrato anche da Castiglione nel suo Cortegiano - accanto a Leonardo, Raffaello e Michelangelo - può valere la pena di partire da qui: Casa Giorgione.
Il Percorso di visita: dalla Pala al Fregio
Tre sono i grandi protagonisti del progetto museale: la celebre Madonna in trono con Bambino e i santi Francesco e Nicasio, Il Fregio orientale di Casa Marta - Pellizzari detto delle arti liberali, nato proprio per l’edificio di Castelfranco, così come la Pala per la Cappella Costanzo nel Duomo cittadino, e, infine, lo stesso Museo. Dentro Casa Marta-Pellizzari, edificio di epoca gotica ristrutturato nel XV secolo seguendo la tipologia della casa veneta, il percorso espositivo parte immerso in una misteriosa oscurità per approfondire il dipinto su tavola e arrivare alla visione intima e personale del Fregio. Dalla storia e dai segreti di questi due capolavori, il progetto museale trae la forza per raccontare un territorio e un’epoca più che mai congeniali alla formazione del Giorgione e del suo linguaggio innovativo.
Questo crescendo esperienziale comincia dall’unica pala d’altare dipinta da Giorgione, conosciuta al mondo per la straordinaria invenzione poetica e compositiva. Datata tra il 1503 e il 1504, la Madonna in trono con Bambino e i santi Francesco e Nicasio per la prima volta immerge lo sguardo in una luce effusa da un profondo paesaggio di campagne e colline. In questo spazio dove è protagonista il nuovo equilibrio tra uomo e natura, si ritrovano gli elementi più significativi di quella straordinaria cultura che porta in sé molto Medioevo e anticipa il Rinascimento.
Restituita alla sua città nel 2005, dopo un delicatissimo restauro e il lavoro di adeguamento della Cappella Costanzo nel Duomo, dove oggi è custodita, la Pala “appare” tra gli spazi del Museo attraverso un sistema di visualizzazione virtuale. Il percorso museale astrae i segreti della tavola e li materializza per esploderne i messaggi e i temi. E così il Museo mostra l’opera del Giorgione da dentro, con un apparato multimediale la scompone, ne evidenzia la costruzione e la rivoluzione attirando il visitatore in un’esperienza che si realizza anche al di fuori del dipinto, grazie all’atmosfera suggerita da un filo d’Arianna che lega tra loro gli oggetti dell’esposizione e accompagna alle intuizioni del Maestro e al contesto che racconta.
Nelle sale della Casa, le armature del Quattrocento riportano al committente dell’opera, il condottiero Tuzio Costanzo, a sua volta al servizio della Serenissima e del Regno di Cipro.
La ricostruzione in vetro del Barco da caccia fatto erigere da Caterina Cornaro, Regina di Cipro in esilio ad Asolo, rivela gli antichi giochi d’acqua e le essenze particolarissime che lo abitavano ed oggi si “respirano” in Museo. Oggetti e tessuti preziosi del XV e XVI secolo raccontano l’amore per il bello e per le arti di quest’epoca.
Considerati straordinarie testimonianze del fecondo respiro culturale che avvolge la Marca Trevigiana tra il ‘400 e il ‘500, la Pala del Duomo così come il Fregio trovano corrispondenza in preziose opere contemporanee: ecco l’Hypnerotomachia Poliphili, o Sogno di Polifilo, del domenicano Francesco Colonna, pubblicata a Venezia per i tipi di Aldo Manuzio. In esposizione a Castelfranco, la raffinata costruzione allegorica corredata da preziose incisioni, è ambientata proprio a Treviso nel 1467. E’ dello stesso anno la presenza, nel trevigiano, del medico campano Giovan Battista Abioso, tra i maggiori astrologi e astronomi del tempo, protagonista in Museo di un dialogo con la seconda grande opera del Giorgione. Anche all’Abioso si ispira infatti il giovane Maestro per indagare gli eventi umani, un vero e proprio pronostico della vita fissato nel Fregio delle arti liberali.
Il buio che ha accompagnato fino ad ora il visitatore tra le sale, lentamente si dissolve per entrare nella storia dell’unico affresco attribuito a Giorgione conservato nella sua interezza, da ammirare nella sala principale del Museo. Attraverso una continua esposizione dei contenuti del Fregio, il percorso porta il visitatore a conoscere l’opera da vicino, proposta nella ricostruzione di uno studiolo del tempo, e lo accompagna ad ammirare l’affresco senza orpelli, con un bagaglio di conoscenza costruito lungo le sale espositive che permette di apprezzarlo appieno.
Libri chiusi e aperti, alcuni posizionati con il disordine tipico di chi sta studiando, una clessidra che introduce il tema del trascorrere veloce del tempo, come ricorda la prima incisione “Il Nostro tempo è il passaggio di un’ombra”, una grande sfera celeste, un sestante e una sfera armillare in cui sono riprodotti i segni zodiacali, secondo la consuetudine quattrocentesca di unire astrologia e astronomia. E ancora la grande congiunzione di Saturno, Giove e Marte in Cancro, verificatasi tra l’ottobre 1503 e il giugno 1504. Gli strumenti musicali giacciono muti o senza corde, nello studio del pittore sembrano abbandonati disegni e abbozzi di quadri. “Se vuoi essere saggio volgi lo sguardo al futuro” recita il motto del penultimo cartiglio (l’ultimo è illeggibile): un monito che indica nella saggezza e nella ragione il solo mezzo per restituire un futuro positivo all’uomo e alle arti.
A dicembre Castelfranco Veneto dedica una grande mostra a Giorgione
A 500 anni dalla morte di Giorgione, l’apertura del Museo è il perno attorno a cui ruota la valorizzazione del più significativo patrimonio culturale di Castelfranco Veneto. La città si prepara ad accogliere la ricorrenza con un progetto celebrativo, messo in cantiere insieme alla Provincia di Treviso e grazie allo straordinario impegno della Regione del Veneto, con la collaborazione della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le Province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso. Il progetto parte dall’inaugurazione del Museo Casa Giorgione, accompagnato da interventi di riqualificazione urbana, collegati al sistema delle mura medievali, per una valorizzazione complessiva delle risorse storiche e artistiche di tutto il territorio provinciale.
Un anno di proposte in campo teatrale e musicale a suggerire l’idea, confermata dalla “lettura” dei suoi dipinti, di un Giorgione perfettamente inserito nel clima culturale del tempo: un intellettuale a tutto tondo, musico, letterato, da scoprire in un’attesa esposizione di studio e fascinazione che, ospitata proprio nelle sale del nuovo museo, indagherà gli esordi dell'artista, riunendo per la prima volta nella sua città natale alcuni dei rari capolavori giovanili di Giorgione, assieme ad opere degli artisti del tempo che influirono sulla sua arte. In programma tra dicembre 2009 e maggio 2010, la mostra darà un nuovo e importante contributo nella definizione di questa straordinaria figura d’artista, attorno alla quale tuttora aleggiano irrisolti interrogativi.
Con l’inaugurazione del nuovo museo, il 9 maggio, partono le celebrazioni per il V centenario della scomparsa dell’artista. Parole, profumi e oggetti preziosi, ricostruzioni architettoniche e d’ambiente raccontano il Maestro, la sua epoca e il suo territorio, nella Casa che ospita uno dei suoi capolavori.
Il buio accoglie i visitatori e li avvolge nei misteri di Giorgione, il bianco rincorre il suo inafferrabile fantasma: benvenuti a Casa Giorgione. La nuova sede museale dedicata a Zorzi da Castelfranco si inaugura il 9 maggio ed apre le celebrazioni per il V centenario della morte dell’artista (1510 – 2010). E’ il primo appuntamento di un anno di eventi dedicato al Maestro, che si concluderà con una eccezionale mostra in programma tra dicembre 2009 e maggio 2010, curata da alcuni tra i massimi studiosi del maestro - Antonio Paolucci, Lionello Puppi e Enrico Dal Bozzolo.
Voluto dalla Città di Castelfranco Veneto, il Museo celebra lo straordinario valore dell’artista e il contesto, unico al mondo, in cui è proposto. Casa Marta-Pellizzari, detta di Giorgione, è luogo inimitabile, intriso del mistero e della meraviglia che avvolgono il grande Maestro, spazio che ha ospitato il suo pensiero e il suo lavoro, nel cuore della città natale e dell’ambiente storico e culturale in cui si è formato.
Uno spazio intimo, carico di suggestioni regalate da secoli di storia e da un allestimento di nuova concezione, costruito attorno alle due opere di Giorgione conservate in città: la Pala di Castelfranco – nel Duomo cittadino - e il Fregio orientale delle arti liberali, all’interno di Casa Giorgione. Un luogo in cui strumenti multimediali incrociano opere del Rinascimento, in parte provenienti dalla Collezione Civica ma anche acquisite sul mercato antiquario internazionale. Il patrimonio comprende oltre cento oggetti che, accanto alle ricostruzioni architettoniche e d’ambiente, materializzano tra gli spazi espositivi le atmosfere del tardo Quattrocento e spingono, contemporaneamente, ad indagare la potenza enigmatica di Zorzi da Castelfranco, l’influenza del territorio in cui è vissuto, i messaggi della sua pittura rivoluzionaria.
L’allestimento, guidato dai progettisti dello studio museologico e museografico, rispettivamente Danila Dal Pos e Giorgio Pia, è il frutto di un lavoro intenso, durato oltre quattro anni, che invita a vivere lo spazio museale in modo attivo, come un’esperienza preziosa. Qui il visitatore vive e respira l’atmosfera del tempo, diventando protagonista di un percorso di scoperta che stimola i sensi e solletica la mente.
“Celebrare Giorgione è un privilegio e una responsabilità – dichiara il Sindaco Maria Gomierato -
che guarda con attenzione ad una prospettiva di qualificazione culturale e di sviluppo del turismo legato all’incomparabile patrimonio lasciato dal figlio più illustre di questa città”
Figlio di quel Veneto che fra Trecento e Cinquecento è capitale dell’arte italiana e internazionale con artisti come Giotto e Mantegna, Bellini e Tiziano, Giorgione scompare a poco più di trent’anni, nel 1510, dopo aver lasciato capolavori come La Tempesta, la Venere di Dresda, i Tre Filosofi, il giovanile La Nascita di Mosè. Pochissime le opere attribuitegli oggi dalla critica, due delle quali si custodite a Castelfranco Veneto. Esiguo anche il numero dei documenti che provano la sua esistenza, solo cinque: l’iscrizione che compare sul retro della Laura (Kunsthistorisches Museum di Vienna) il 1 giugno 1506 e lo definisce “cholega” del pittore Vincenzo Catena, il pagamento da parte del Senato veneziano nel 1507/1508, l’azione legale che certifica che nell’ottobre 1508 ha già eseguito gli affreschi del Fondaco dei Tedeschi, la notizia dietro il ritratto Terris (1508/1510) e infine la lettera di Isabella d’Este a Taddeo Albano che ricorda due dipinti di Giorgione e permette di certificare che nell’ottobre 1510 è già avvenuta la scomparsa del pittore.
E se D’Annunzio ne Il fuoco (1928) rivela come "Egli appare piuttosto come un mito che come un uomo. Nessun destino di poeta è comparabile al suo, in terra. Tutto, o quasi di lui s’ignora, e taluno giunge a negare la sua esistenza. Il suo nome non è scritto in alcuna opera; e taluno non gli riconosce alcuna opera certa...", per scavare attorno al suo mito, celebrato anche da Castiglione nel suo Cortegiano - accanto a Leonardo, Raffaello e Michelangelo - può valere la pena di partire da qui: Casa Giorgione.
Il Percorso di visita: dalla Pala al Fregio
Tre sono i grandi protagonisti del progetto museale: la celebre Madonna in trono con Bambino e i santi Francesco e Nicasio, Il Fregio orientale di Casa Marta - Pellizzari detto delle arti liberali, nato proprio per l’edificio di Castelfranco, così come la Pala per la Cappella Costanzo nel Duomo cittadino, e, infine, lo stesso Museo. Dentro Casa Marta-Pellizzari, edificio di epoca gotica ristrutturato nel XV secolo seguendo la tipologia della casa veneta, il percorso espositivo parte immerso in una misteriosa oscurità per approfondire il dipinto su tavola e arrivare alla visione intima e personale del Fregio. Dalla storia e dai segreti di questi due capolavori, il progetto museale trae la forza per raccontare un territorio e un’epoca più che mai congeniali alla formazione del Giorgione e del suo linguaggio innovativo.
Questo crescendo esperienziale comincia dall’unica pala d’altare dipinta da Giorgione, conosciuta al mondo per la straordinaria invenzione poetica e compositiva. Datata tra il 1503 e il 1504, la Madonna in trono con Bambino e i santi Francesco e Nicasio per la prima volta immerge lo sguardo in una luce effusa da un profondo paesaggio di campagne e colline. In questo spazio dove è protagonista il nuovo equilibrio tra uomo e natura, si ritrovano gli elementi più significativi di quella straordinaria cultura che porta in sé molto Medioevo e anticipa il Rinascimento.
Restituita alla sua città nel 2005, dopo un delicatissimo restauro e il lavoro di adeguamento della Cappella Costanzo nel Duomo, dove oggi è custodita, la Pala “appare” tra gli spazi del Museo attraverso un sistema di visualizzazione virtuale. Il percorso museale astrae i segreti della tavola e li materializza per esploderne i messaggi e i temi. E così il Museo mostra l’opera del Giorgione da dentro, con un apparato multimediale la scompone, ne evidenzia la costruzione e la rivoluzione attirando il visitatore in un’esperienza che si realizza anche al di fuori del dipinto, grazie all’atmosfera suggerita da un filo d’Arianna che lega tra loro gli oggetti dell’esposizione e accompagna alle intuizioni del Maestro e al contesto che racconta.
Nelle sale della Casa, le armature del Quattrocento riportano al committente dell’opera, il condottiero Tuzio Costanzo, a sua volta al servizio della Serenissima e del Regno di Cipro.
La ricostruzione in vetro del Barco da caccia fatto erigere da Caterina Cornaro, Regina di Cipro in esilio ad Asolo, rivela gli antichi giochi d’acqua e le essenze particolarissime che lo abitavano ed oggi si “respirano” in Museo. Oggetti e tessuti preziosi del XV e XVI secolo raccontano l’amore per il bello e per le arti di quest’epoca.
Considerati straordinarie testimonianze del fecondo respiro culturale che avvolge la Marca Trevigiana tra il ‘400 e il ‘500, la Pala del Duomo così come il Fregio trovano corrispondenza in preziose opere contemporanee: ecco l’Hypnerotomachia Poliphili, o Sogno di Polifilo, del domenicano Francesco Colonna, pubblicata a Venezia per i tipi di Aldo Manuzio. In esposizione a Castelfranco, la raffinata costruzione allegorica corredata da preziose incisioni, è ambientata proprio a Treviso nel 1467. E’ dello stesso anno la presenza, nel trevigiano, del medico campano Giovan Battista Abioso, tra i maggiori astrologi e astronomi del tempo, protagonista in Museo di un dialogo con la seconda grande opera del Giorgione. Anche all’Abioso si ispira infatti il giovane Maestro per indagare gli eventi umani, un vero e proprio pronostico della vita fissato nel Fregio delle arti liberali.
Il buio che ha accompagnato fino ad ora il visitatore tra le sale, lentamente si dissolve per entrare nella storia dell’unico affresco attribuito a Giorgione conservato nella sua interezza, da ammirare nella sala principale del Museo. Attraverso una continua esposizione dei contenuti del Fregio, il percorso porta il visitatore a conoscere l’opera da vicino, proposta nella ricostruzione di uno studiolo del tempo, e lo accompagna ad ammirare l’affresco senza orpelli, con un bagaglio di conoscenza costruito lungo le sale espositive che permette di apprezzarlo appieno.
Libri chiusi e aperti, alcuni posizionati con il disordine tipico di chi sta studiando, una clessidra che introduce il tema del trascorrere veloce del tempo, come ricorda la prima incisione “Il Nostro tempo è il passaggio di un’ombra”, una grande sfera celeste, un sestante e una sfera armillare in cui sono riprodotti i segni zodiacali, secondo la consuetudine quattrocentesca di unire astrologia e astronomia. E ancora la grande congiunzione di Saturno, Giove e Marte in Cancro, verificatasi tra l’ottobre 1503 e il giugno 1504. Gli strumenti musicali giacciono muti o senza corde, nello studio del pittore sembrano abbandonati disegni e abbozzi di quadri. “Se vuoi essere saggio volgi lo sguardo al futuro” recita il motto del penultimo cartiglio (l’ultimo è illeggibile): un monito che indica nella saggezza e nella ragione il solo mezzo per restituire un futuro positivo all’uomo e alle arti.
A dicembre Castelfranco Veneto dedica una grande mostra a Giorgione
A 500 anni dalla morte di Giorgione, l’apertura del Museo è il perno attorno a cui ruota la valorizzazione del più significativo patrimonio culturale di Castelfranco Veneto. La città si prepara ad accogliere la ricorrenza con un progetto celebrativo, messo in cantiere insieme alla Provincia di Treviso e grazie allo straordinario impegno della Regione del Veneto, con la collaborazione della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le Province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso. Il progetto parte dall’inaugurazione del Museo Casa Giorgione, accompagnato da interventi di riqualificazione urbana, collegati al sistema delle mura medievali, per una valorizzazione complessiva delle risorse storiche e artistiche di tutto il territorio provinciale.
Un anno di proposte in campo teatrale e musicale a suggerire l’idea, confermata dalla “lettura” dei suoi dipinti, di un Giorgione perfettamente inserito nel clima culturale del tempo: un intellettuale a tutto tondo, musico, letterato, da scoprire in un’attesa esposizione di studio e fascinazione che, ospitata proprio nelle sale del nuovo museo, indagherà gli esordi dell'artista, riunendo per la prima volta nella sua città natale alcuni dei rari capolavori giovanili di Giorgione, assieme ad opere degli artisti del tempo che influirono sulla sua arte. In programma tra dicembre 2009 e maggio 2010, la mostra darà un nuovo e importante contributo nella definizione di questa straordinaria figura d’artista, attorno alla quale tuttora aleggiano irrisolti interrogativi.
09
maggio 2009
Inaugurazione
Dal 09 al 17 maggio 2009
serata - evento
Location
MUSEO CASA GIORGIONE
Castelfranco Veneto, Piazza San Liberale, (Treviso)
Castelfranco Veneto, Piazza San Liberale, (Treviso)
Biglietti
Ingresso gratuito durante l’intera settimana inaugurale
Orario di apertura
tutti i giorni ore 10.00 alle 22.00
Vernissage
9 Maggio 2009, ore 11.00 - Teatro Accademico
Ufficio stampa
FRONTIERE
Autore