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53. Biennale – Padiglione georgiano
Il padiglione georgiano espone l’installazione audiovisiva “Change in Drawing Orchestra”, dell’artista Koka Ramishvili, installazione costituita da due opere indipendenti dislocate in due sale, (Audio – Koka Ramishvili&Nika Machaidze) 2009.
Comunicato stampa
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La Georgia partecipa alla 53. Esposizione Internazionale d’Arte – “Making Worlds” come paese indipendente con un suo padiglione per la seconda volta (la prima è stata nel 2007 in occasione della 52. edizione). Presenta il Ministero della Cultura, della Tutela del Patrimonio Artistico e dello Sport georgiano nel quadro del programma “La stagione georgiana”.
Inaugurazione: 5 giugno 2009; ore 17.00; Spiazzi, Castello 3865, Arsenale, 30122 Venezia
Artista: Koka Ramishvili
Curatore: Khatuna Khabuliani
Organizzatore: Manana Muskhelishvili
Co-organizzatore: Arte Communications (www.artecommunications.com)
Commissario: Georgi Alexi-Meskhishvili
Commissari aggiunti: Paolo De Grandis, Paivi Tirkkonen
Il programma georgiano consta di due parti:
1. Esposizione al padiglione georgiano
2. Workshop (proiezioni video e conferenze)
1. Esposizione al padiglione georgiano
Artista: Koka Ramishvili
L’arte di Koka Ramishvili verte sul dualismo del mondo e i suoi continui cambiamenti dispiegandosi dal mezzo documento al mezzo immagine.
Il padiglione georgiano espone la sua installazione audiovisiva “Change in Drawing Orchestra”, installazione costituita da due opere indipendenti dislocate in due sale, (Audio – Koka Ramishvili&Nika Machaidze) 2009.
La prima si intitola “Change 2 Version” ed è ispirata a un fatto storico realmente accaduto, ossia il cambiamento della classe al potere in Georgia attraverso la rivoluzione. L’opera descrive il processo di trasformazione in termini di astrazione, trasformando un elemento concreto nell’illustrazione di un sistema di relazioni globali.
La seconda è invece “Drawing Orchestra” e interpreta i processi globali attraverso due dinamiche:
a. l’estetica artistica post-totalitaristica, che pare essere quella ancora sottoposta alla rigida disciplina del disegno classico, e
b. l’esperienza artistica contemporanea in rapporto alle nuove tecnologie rappresentate dal formato video e dalla libera modellazione del suono: nell’opera si comprime e si decomprime il suono del tocco della matita sulla carta. Ciò che ne risulta è un ibrido assolutamente innovativo costruito come frutto della diffusione di due diverse esperienze.
Sede:
Spiazzi, Castello 3865
Arsenale, 30122 Venezia
Apertura al pubblico:
7 giugno - 22 novembre 2009; orario 10.00 – 18.00 (chiuso il martedì – escluso martedì 9 giugno)
2. Workshop (proiezioni video e conferenze)
Artisti:
Wato Tsereteli
Levan Koguashvili
Il progetto georgiano propone inoltre un workshop costituito da proiezioni video e conferenze in un apposito auditorio. Sono previste due proiezioni, il 4 e 6 giugno, di due opere; “Descriptions: Tbilisi” (saggio video, 26 min., 2009) di Wato Tsereteli e “The Women from Georgia” (documentario video, 54 min., 2008) di Levan Koguashvili.
Il saggio video “Descriptions: Tbilisi” di Wato Tsereteli analizza i valori negletti o dimenticati della città, che si sviluppa con estrema rapidità e i cui cambiamenti permanenti sono difficilmente prevedibili. La scomparsa della memoria storica e i diversi livelli semantici e trascendenti costruiscono lo schema di una sorta di viaggio nel corso del quale l’artista cerca di definire l’identità di Tbilisi. La locandina del video è una cartina con ipotetici confini e dati sulle distanze tra Tbilisi e altri luoghi del mondo a suggerire metaforicamente un banale paradosso, ossia che i territori confinanti possono restare ignoti, mentre può sussistere l’illusione di sentirsi vicini ad altri paesi situati altrove nel mondo.
Il documentario video “The Women from Georgia” di Levan Koguashvili racconta invece una storia ordinaria di immigranti illegali georgiane, donne che vivono e lavorano a New York. La drammaticità nasce dalla realtà della crisi: per sfuggirvi è necessario emigrare scegliendo di vivere in condizioni che ricordano la schiavitù per salvare la propria famiglia. La loro vita è quasi surreale perché lo stato di immigrante illegale non permette di rientrare in patria: se dovessero farlo, non potrebbero più tornare a New York. Molte di queste donne praticamente allevano i figli al telefono aiutandoli a fare i compiti, insegnando loro a pregare, cantando loro la ninnananna la sera. Una vita al telefono!
Il documentario affronta l’argomento iscrivendolo nell’ulteriore dramma della materialità del mondo, in cui quasi nessuno di noi ha tempo da dedicare ai genitori anziani perché siamo completamente assorbiti dalla carriera professionale.
Sede:
Presidio Militare Caserma “Cornoldi”
Riva degli Schiavoni, Castello 4140
30122 Venezia
Apertura al pubblico:
4 e 6 giugno 2009; orario 15.00 – 18.00
Inaugurazione: 5 giugno 2009; ore 17.00; Spiazzi, Castello 3865, Arsenale, 30122 Venezia
Artista: Koka Ramishvili
Curatore: Khatuna Khabuliani
Organizzatore: Manana Muskhelishvili
Co-organizzatore: Arte Communications (www.artecommunications.com)
Commissario: Georgi Alexi-Meskhishvili
Commissari aggiunti: Paolo De Grandis, Paivi Tirkkonen
Il programma georgiano consta di due parti:
1. Esposizione al padiglione georgiano
2. Workshop (proiezioni video e conferenze)
1. Esposizione al padiglione georgiano
Artista: Koka Ramishvili
L’arte di Koka Ramishvili verte sul dualismo del mondo e i suoi continui cambiamenti dispiegandosi dal mezzo documento al mezzo immagine.
Il padiglione georgiano espone la sua installazione audiovisiva “Change in Drawing Orchestra”, installazione costituita da due opere indipendenti dislocate in due sale, (Audio – Koka Ramishvili&Nika Machaidze) 2009.
La prima si intitola “Change 2 Version” ed è ispirata a un fatto storico realmente accaduto, ossia il cambiamento della classe al potere in Georgia attraverso la rivoluzione. L’opera descrive il processo di trasformazione in termini di astrazione, trasformando un elemento concreto nell’illustrazione di un sistema di relazioni globali.
La seconda è invece “Drawing Orchestra” e interpreta i processi globali attraverso due dinamiche:
a. l’estetica artistica post-totalitaristica, che pare essere quella ancora sottoposta alla rigida disciplina del disegno classico, e
b. l’esperienza artistica contemporanea in rapporto alle nuove tecnologie rappresentate dal formato video e dalla libera modellazione del suono: nell’opera si comprime e si decomprime il suono del tocco della matita sulla carta. Ciò che ne risulta è un ibrido assolutamente innovativo costruito come frutto della diffusione di due diverse esperienze.
Sede:
Spiazzi, Castello 3865
Arsenale, 30122 Venezia
Apertura al pubblico:
7 giugno - 22 novembre 2009; orario 10.00 – 18.00 (chiuso il martedì – escluso martedì 9 giugno)
2. Workshop (proiezioni video e conferenze)
Artisti:
Wato Tsereteli
Levan Koguashvili
Il progetto georgiano propone inoltre un workshop costituito da proiezioni video e conferenze in un apposito auditorio. Sono previste due proiezioni, il 4 e 6 giugno, di due opere; “Descriptions: Tbilisi” (saggio video, 26 min., 2009) di Wato Tsereteli e “The Women from Georgia” (documentario video, 54 min., 2008) di Levan Koguashvili.
Il saggio video “Descriptions: Tbilisi” di Wato Tsereteli analizza i valori negletti o dimenticati della città, che si sviluppa con estrema rapidità e i cui cambiamenti permanenti sono difficilmente prevedibili. La scomparsa della memoria storica e i diversi livelli semantici e trascendenti costruiscono lo schema di una sorta di viaggio nel corso del quale l’artista cerca di definire l’identità di Tbilisi. La locandina del video è una cartina con ipotetici confini e dati sulle distanze tra Tbilisi e altri luoghi del mondo a suggerire metaforicamente un banale paradosso, ossia che i territori confinanti possono restare ignoti, mentre può sussistere l’illusione di sentirsi vicini ad altri paesi situati altrove nel mondo.
Il documentario video “The Women from Georgia” di Levan Koguashvili racconta invece una storia ordinaria di immigranti illegali georgiane, donne che vivono e lavorano a New York. La drammaticità nasce dalla realtà della crisi: per sfuggirvi è necessario emigrare scegliendo di vivere in condizioni che ricordano la schiavitù per salvare la propria famiglia. La loro vita è quasi surreale perché lo stato di immigrante illegale non permette di rientrare in patria: se dovessero farlo, non potrebbero più tornare a New York. Molte di queste donne praticamente allevano i figli al telefono aiutandoli a fare i compiti, insegnando loro a pregare, cantando loro la ninnananna la sera. Una vita al telefono!
Il documentario affronta l’argomento iscrivendolo nell’ulteriore dramma della materialità del mondo, in cui quasi nessuno di noi ha tempo da dedicare ai genitori anziani perché siamo completamente assorbiti dalla carriera professionale.
Sede:
Presidio Militare Caserma “Cornoldi”
Riva degli Schiavoni, Castello 4140
30122 Venezia
Apertura al pubblico:
4 e 6 giugno 2009; orario 15.00 – 18.00
05
giugno 2009
53. Biennale – Padiglione georgiano
Dal 05 giugno al 22 novembre 2009
arte contemporanea
Location
ASSOCIAZIONE CULTURALE SPIAZZI – ISOLAB
Venezia, Castello, 3865, (Venezia)
Venezia, Castello, 3865, (Venezia)
Orario di apertura
ore 10.00 – 18.00 (chiuso il martedì – escluso martedì 9 giugno)
Vernissage
5 Giugno 2009, ore 17
Sito web
www.mcs.gov.ge
Ufficio stampa
ARTE COMMUNICATIONS
Autore
Curatore