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Omaggio a Pietro Cascella
Ad essere esposti nella scenografica ambientazione del Giardino delle Vergini saranno alcuni emblemi della scultura “ambientale” del maestro scomparso realizzate in marmo di Carrara: “Porta” del 1966, “Colonna” del 1991 e la recente “Ara Pacis” del 2006, finora inedito.
Comunicato stampa
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Ad un anno dalla scomparsa, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, attraverso la PARC Direzione generale per la qualità e la tutela del paesaggio, l'architettura e l'arte contemporanee, rende "Omaggio" a Pietro Cascella.
La mostra è inserita nella 53. Esposizione Internazionale d'Arte, La Biennale di Venezia, assise che già ospitò Cascella nel 1948, nella prima edizione post bellica, e ancora nel 1956, nel 1966 (sala personale), nel 1972 e nel 1986.
L'Omaggio a Cascella è curato da Luca Beatrice, Beatrice Buscaroli, Enrico Crispolti, con la collaborazione di Cordelia von den Steinen, Archivio Pietro Cascella, Corinna Carbone, assistenza curatoriale, e di Manuela Crescentini, Archivio Crispolti, per gli apparati nel catalogo speciale, pubblicato da Silvana Editoriale.
Ad essere esposti nella scenografica ambientazione del Giardino delle Vergini saranno alcuni emblemi della scultura "ambientale" del maestro scomparso realizzate in marmo di Carrara: "Porta" del 1966, "Colonna" del 1991 e la recente "Ara Pacis" del 2006, finora inedito. A far da cornice a queste colossali installazioni, ma costituendo idealmente il contenuto dell'Omaggio, che è a Cascella scultore monumentale ambientale, saranno allestite gigantografie di alcune tra le sue opere più note e naturalmente inamovibili come, fra le altre, il "Monumento di Auschwitz", "l'Arco della pace" di Tel Aviv e il "Monumento a Giuseppe Mazzini" di Milano.
"Cascella, che mi onorò di fraterna amicizia, ricorda il Ministro per i Beni Culturali Sandro Bondi, si è certamente distinto per la monumentalità delle sue realizzazioni, dal Monumento ad Auschwitz all'Arco della Pace di Tel Aviv, dall'Omaggio all'Europa di Strasburgo a quello alla Resistenza Bella Ciao a Massa. Ma ciò che mi ha sempre colpito è la profonda sensibilità civile che sottende queste grandiose realizzazioni. Era, e continua ad essere, questa dimensione a dare vita e significato universale ai suoi marmi".
Secondo quanto scrive Enrico Crispolti nel catalogo speciale, curato dal medesimo, "è certamente raro che un "omaggio", a un anno dalla scomparsa, più che soltanto retrospettivamente un ricordo, risulti di fatto, come nel caso di Pietro Cascella, l'occasione per riflettere sull'attualità perdurante e prospettica della ragione centrale del suo lavoro.
Che, dagli anni sessanta del Novecento al primo decennio del Duemila, è stato quello di uno scultore non soltanto di possente dimensione monumentale e di riscontro ambientale ma di autentica e consapevole dimensione "pubblica". Esattamente nel senso sia di una deliberata capacità evocativa di rappresentazione civile (di condivisi valori civili), sia di una indotta discorsività plastica ravvicinata, dialogicamente affettuosa, in echi di remoto fondamento antropologico arcaico. Che dalla sua immaginazione erano insinuati monitoriamente, in contrapposta intenzione emotiva evocativa, entro un orizzonte di aridità di consumismo metropolitano, costituendovi luoghi di memoria e di dialoghi antichi; oppure, in sintonia antica con spazi urbani minori, di spessore storico, erano collocati entro una naturalezza di gesti e ritualità quotidiani. Oggi quando, da una decina d'anni a questa parte, la frequentazione di spazi "pubblici", il confronto ambientale, appare pratica frequentata ormai persino oltre ogni effettiva motivazione, quasi come un dato di moda sopraggiunta nella quale chiunque pensa di potersi avventurare, anche senza consapevolezza e mezzi specifici, ecco che la lezione di Cascella si pone ancora risolutamente come un punto di riferimento forte, una lezione di motivazioni, immaginazione e rigore operativo, per istituire nello spazio di frequentazione urbana quotidiana occasioni ambientali nuove, frequentabili, percorribili, fruibili, d'intenzione emotiva e immaginativa memoriale, in dialogo sia con un patrimonio antropologico appunto di remoto fondamento, che con una natura primaria continuamente evocata nella realtà della pietra (e in particolare il travertino), trattata preferibilmente con accentuata sensibilità materica. Dal Monumento al martirio del popolo polacco e degli altri popoli, ad Auschwitz, ultimato nel 1967, all'Arco della Pace a Tel Aviv, del 1971; da Nascita di un mondo nuovo, del 1971, a Sasso Marconi, al Monumento a Giuseppe Mazzini, a Milano, ultimato nel 1974; da Fontana degli sposi nel castello Severi, a Carpi, nel 1975-76, e dal Monumento a tutti i giorni (per Ignazio Silone), a Pescina, nel 1979-83, a Bella ciao, alla Resistenza, a Carrara, del 1975-82, all'articolato Cento anni di lavoro, a Pedrignano, presso Parma, del 1980-82, a Sole e Luna all'ingresso e alla piazza di Milano 3, del 1982-83 e del 1985; dal progetto d'insieme e ai suoi due interventi in Campo del Sole, a Tuoro sul Trasimeno, 1984-85, alla Nave, messa in opera nel 1987 sul lungomare di Pescara, ad Agorà nell'Università di Chieti, del 1991, alla cappella funeraria ad Arcore, sovrastata da Volta celeste, del 1993, da Porta del Terzo Millennio, del 1996, ad Ara Pacis, finora inedita, del 2006".
La mostra è inserita nella 53. Esposizione Internazionale d'Arte, La Biennale di Venezia, assise che già ospitò Cascella nel 1948, nella prima edizione post bellica, e ancora nel 1956, nel 1966 (sala personale), nel 1972 e nel 1986.
L'Omaggio a Cascella è curato da Luca Beatrice, Beatrice Buscaroli, Enrico Crispolti, con la collaborazione di Cordelia von den Steinen, Archivio Pietro Cascella, Corinna Carbone, assistenza curatoriale, e di Manuela Crescentini, Archivio Crispolti, per gli apparati nel catalogo speciale, pubblicato da Silvana Editoriale.
Ad essere esposti nella scenografica ambientazione del Giardino delle Vergini saranno alcuni emblemi della scultura "ambientale" del maestro scomparso realizzate in marmo di Carrara: "Porta" del 1966, "Colonna" del 1991 e la recente "Ara Pacis" del 2006, finora inedito. A far da cornice a queste colossali installazioni, ma costituendo idealmente il contenuto dell'Omaggio, che è a Cascella scultore monumentale ambientale, saranno allestite gigantografie di alcune tra le sue opere più note e naturalmente inamovibili come, fra le altre, il "Monumento di Auschwitz", "l'Arco della pace" di Tel Aviv e il "Monumento a Giuseppe Mazzini" di Milano.
"Cascella, che mi onorò di fraterna amicizia, ricorda il Ministro per i Beni Culturali Sandro Bondi, si è certamente distinto per la monumentalità delle sue realizzazioni, dal Monumento ad Auschwitz all'Arco della Pace di Tel Aviv, dall'Omaggio all'Europa di Strasburgo a quello alla Resistenza Bella Ciao a Massa. Ma ciò che mi ha sempre colpito è la profonda sensibilità civile che sottende queste grandiose realizzazioni. Era, e continua ad essere, questa dimensione a dare vita e significato universale ai suoi marmi".
Secondo quanto scrive Enrico Crispolti nel catalogo speciale, curato dal medesimo, "è certamente raro che un "omaggio", a un anno dalla scomparsa, più che soltanto retrospettivamente un ricordo, risulti di fatto, come nel caso di Pietro Cascella, l'occasione per riflettere sull'attualità perdurante e prospettica della ragione centrale del suo lavoro.
Che, dagli anni sessanta del Novecento al primo decennio del Duemila, è stato quello di uno scultore non soltanto di possente dimensione monumentale e di riscontro ambientale ma di autentica e consapevole dimensione "pubblica". Esattamente nel senso sia di una deliberata capacità evocativa di rappresentazione civile (di condivisi valori civili), sia di una indotta discorsività plastica ravvicinata, dialogicamente affettuosa, in echi di remoto fondamento antropologico arcaico. Che dalla sua immaginazione erano insinuati monitoriamente, in contrapposta intenzione emotiva evocativa, entro un orizzonte di aridità di consumismo metropolitano, costituendovi luoghi di memoria e di dialoghi antichi; oppure, in sintonia antica con spazi urbani minori, di spessore storico, erano collocati entro una naturalezza di gesti e ritualità quotidiani. Oggi quando, da una decina d'anni a questa parte, la frequentazione di spazi "pubblici", il confronto ambientale, appare pratica frequentata ormai persino oltre ogni effettiva motivazione, quasi come un dato di moda sopraggiunta nella quale chiunque pensa di potersi avventurare, anche senza consapevolezza e mezzi specifici, ecco che la lezione di Cascella si pone ancora risolutamente come un punto di riferimento forte, una lezione di motivazioni, immaginazione e rigore operativo, per istituire nello spazio di frequentazione urbana quotidiana occasioni ambientali nuove, frequentabili, percorribili, fruibili, d'intenzione emotiva e immaginativa memoriale, in dialogo sia con un patrimonio antropologico appunto di remoto fondamento, che con una natura primaria continuamente evocata nella realtà della pietra (e in particolare il travertino), trattata preferibilmente con accentuata sensibilità materica. Dal Monumento al martirio del popolo polacco e degli altri popoli, ad Auschwitz, ultimato nel 1967, all'Arco della Pace a Tel Aviv, del 1971; da Nascita di un mondo nuovo, del 1971, a Sasso Marconi, al Monumento a Giuseppe Mazzini, a Milano, ultimato nel 1974; da Fontana degli sposi nel castello Severi, a Carpi, nel 1975-76, e dal Monumento a tutti i giorni (per Ignazio Silone), a Pescina, nel 1979-83, a Bella ciao, alla Resistenza, a Carrara, del 1975-82, all'articolato Cento anni di lavoro, a Pedrignano, presso Parma, del 1980-82, a Sole e Luna all'ingresso e alla piazza di Milano 3, del 1982-83 e del 1985; dal progetto d'insieme e ai suoi due interventi in Campo del Sole, a Tuoro sul Trasimeno, 1984-85, alla Nave, messa in opera nel 1987 sul lungomare di Pescara, ad Agorà nell'Università di Chieti, del 1991, alla cappella funeraria ad Arcore, sovrastata da Volta celeste, del 1993, da Porta del Terzo Millennio, del 1996, ad Ara Pacis, finora inedita, del 2006".
05
giugno 2009
Omaggio a Pietro Cascella
Dal 05 giugno al 22 novembre 2009
arte contemporanea
Location
ARSENALE
Venezia, Campo Della Tana (Castello), (Venezia)
Venezia, Campo Della Tana (Castello), (Venezia)
Orario di apertura
dalle 10 alle 18. Chiuso il martedì.
Vernissage
5 Giugno 2009, ore 17.00
Sito web
www.parc.beniculturali.it
Editore
SILVANA EDITORIALE
Ufficio stampa
STUDIO ESSECI
Autore
Curatore