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Inaugurazione
Nasce a Venezia, nel nome di Emilio Vedova, un nuovo luogo dell’arte. La Fondazione Emilio e Annabianca Vedova ha realizzato l’innovativo progetto di Renzo Piano per lo spazio espositivo che, studiato con Germano Celant, Curatore Artistico e Scientifico della Fondazione, sarà inaugurato negli antichi Magazzini del Sale alle Zattere
Comunicato stampa
Segnala l'evento
SARÀ INAUGURATO IL 3 GIUGNO A VENEZIA
IL NUOVO SPAZIO ESPOSITIVO PROGETTATO DA RENZO PIANO
PER LA FONDAZIONE EMILIO E ANNABIANCA VEDOVA
Nasce a Venezia, nel nome di Emilio Vedova, un nuovo luogo dell’arte. La
Fondazione Emilio e Annabianca Vedova ha realizzato l’innovativo
progetto di Renzo Piano per lo spazio espositivo che, studiato con
Germano Celant, Curatore Artistico e Scientifico della Fondazione, sarà
inaugurato mercoledì 3 giugno 2009 negli antichi Magazzini del Sale alle
Zattere.
Lo ha annunciato oggi il Presidente della Fondazione, Alfredo Bianchini, nel
corso di una conferenza stampa che si è tenuta nello storico Studio del
Maestro. “La leggerezza è una virtù.” Con questa citazione da Calvino è
iniziato il suo intervento in cui ha ricordato come anche per Renzo Piano il
tema della leggerezza sia fondamentale nel fare architettura. “Nell’immaginare
lo spazio di Vedova nel Magazzino del Sale – ha proseguito - Renzo Piano ha
applicato in modo paradigmatico questo principio che governa la sua
architettura: non ha toccato le volte, non ha toccato i solidi muri del gigantesco
‘salone’, eppure lo spazio risulta immaterialmente riempito da una sottile,
modernissima, machina leonardesca che strappa le opere di Vedova alla fissità
dei muri in un rimbalzo infinito di chiaroscuri.”
All’incontro hanno preso parte anche il Curatore Artistico e Scientifico della
Fondazione, Germano Celant, il Direttore, Fabrizio Gazzarri e il Sindaco di
Venezia, Massimo Cacciari.
Pittura, spazio, movimento, energia: ai Magazzini del Sale il pubblico verrà in
contatto con un’idea, un’azione espositiva del tutto nuova, nata durante gli
incontri tra Vedova e Renzo Piano, frequenti sin dagli anni ’80. “In tutte queste
chiacchierate, c'era sempre l'idea – ricorda Renzo Piano - che quel luogo, un
po’ magico, quella caverna, quell’imponente Magazzino poteva diventare un
giorno la casa per le sue opere. L'ha sempre immaginato anche se non ne
abbiamo parlato molto ed era ovvio che non si trattava di mettere le opere
come si fa normalmente… L’idea era nell'aria e non dimentichiamo che i
Magazzini sono stretti e lunghi per cui era sensato immaginare che laggiù sul
fondo e un po’ nascosto nella penombra ci fosse il magazzino e da questo,
come per magia, venissero le opere che dovevano apparire secondo una certa
sequenza. Da lì l'idea della mobilità, per cui non è lo spettatore che va all'opera
ma è l'opera che va allo spettatore”.
Infatti, grazie ad un sofisticato ed innovativo dispositivo robotizzato unico
nella sua concezione e realizzato da Metalsistem, le opere vengono prelevate
dal loro “deposito” in fondo al Magazzino e lentamente presentate, una per
una. Sospese ad una navetta dotata di bracci mobili e orientabili scendono
lungo le antiche capriate e raggiungono la loro postazione, dominando lo
spazio, a differenti altezze, all’interno di un campo di luce. Il visitatore
avvicina i quadri percorrendo un lungo piano inclinato in legno che evoca il
ponte di una nave. Le opere ritornano poi nel loro deposito per lasciare il passo
ad un’altra serie. Le tele verranno alternate secondo cicli che nel tempo
consentiranno al pubblico di conoscere, seguendo percorsi diversi, l’intero
lavoro di Vedova, con la possibilità anche del confronto con altri autori ed con
altri progetti espositivi.
“Se ben ricordo – racconta Germano Celant – tutte le volte che visitavo lo
studio ed Emilio voleva mostrarmi nuovi quadri, mi faceva sedere, andava in
una stanza vicina e lentamente tirava fuori i dipinti che disponeva sulla parete
per essere visti. A volta i dipinti si accumulavano uno sull’altro, con un effetto
di sovrapposizione spettacolare. Di fatto il progetto ricostruisce questo rituale,
quasi personale ed intimo, portandolo alla scala del pubblico, soltanto che ora i
quadri sono mostrati uno di seguito all’altro, senza interferenze tra loro, come
in studio. Vivono un movimento, che è parimenti spettacolare, quasi che le
nuove mani di Emilio, senza alcuno sforzo, li portassero in scena.”
Il Magazzino è il luogo dove l’architetto ed il pittore si incontrano. Secondo le
parole di Massimo Cacciari “lo spazio di Piano ‘ascolta’ l’idea del Continuum
di Vedova. Nessun oggetto da ‘contemplare’ separatamente. Ogni opera è
elemento imprescindibile dell’insieme e deve essere compresa percorrendo
con la mente e col corpo lo spazio che l’architettura crea.”
Il progetto rispetta l’originario carattere del Magazzino - messo a disposizione
della Fondazione dal Comune di Venezia - lungo più di sessanta metri e largo
nove, con le pareti in mattoni interrotte da poderosi contrafforti e lo scheletro
ligneo della copertura, mentre lo spazio viene “invaso” dalla presenza
dinamica dei quadri: “… le mie non sono creazioni – diceva Vedova – ma
terremoti, i miei non sono quadri, ma respiri…”.
Si tratta di un progetto che porta a conclusione la storia di un legame che viene
da lontano. Infatti ricorda il Presidente Bianchini, Vedova “alle Zattere volle
abitare e vi ha abitato per cinquant’anni con Annabianca. Ora vi ritorna con la
sua opera nel grande Magazzino del Sale, per continuare da qui il suo rapporto
dialettico col mondo.” I Magazzini o Saloni del Sale, come anche lui li
chiamava, sono presenti nella vita del Maestro sin dalle sue prime esperienze
espressive. Tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 vi tenne per
qualche tempo il suo studio; li difese appassionatamente dalla volontà di
trasformarli in una piscina; nel 1984 uno dei Magazzini fu una delle sedi della
grande mostra antologica che Venezia gli dedicò.
Alla realizzazione del progetto hanno contribuito Maurizio Milan come
coordinatore della parte ingegneristica e Alessandro Traldi come coprogettista.
Giunge così a compimento la prima fase dell’attività della Fondazione Emilio e
Annabianca Vedova che, costituita per volontà del Maestro stesso ha in questi
anni svolto un lavoro di studio e valorizzazione della sua opera, coordinato dal
Direttore Fabrizio Gazzarri, anche attraverso importanti mostre a Roma,
Venezia e Berlino.
IL NUOVO SPAZIO ESPOSITIVO PROGETTATO DA RENZO PIANO
PER LA FONDAZIONE EMILIO E ANNABIANCA VEDOVA
Nasce a Venezia, nel nome di Emilio Vedova, un nuovo luogo dell’arte. La
Fondazione Emilio e Annabianca Vedova ha realizzato l’innovativo
progetto di Renzo Piano per lo spazio espositivo che, studiato con
Germano Celant, Curatore Artistico e Scientifico della Fondazione, sarà
inaugurato mercoledì 3 giugno 2009 negli antichi Magazzini del Sale alle
Zattere.
Lo ha annunciato oggi il Presidente della Fondazione, Alfredo Bianchini, nel
corso di una conferenza stampa che si è tenuta nello storico Studio del
Maestro. “La leggerezza è una virtù.” Con questa citazione da Calvino è
iniziato il suo intervento in cui ha ricordato come anche per Renzo Piano il
tema della leggerezza sia fondamentale nel fare architettura. “Nell’immaginare
lo spazio di Vedova nel Magazzino del Sale – ha proseguito - Renzo Piano ha
applicato in modo paradigmatico questo principio che governa la sua
architettura: non ha toccato le volte, non ha toccato i solidi muri del gigantesco
‘salone’, eppure lo spazio risulta immaterialmente riempito da una sottile,
modernissima, machina leonardesca che strappa le opere di Vedova alla fissità
dei muri in un rimbalzo infinito di chiaroscuri.”
All’incontro hanno preso parte anche il Curatore Artistico e Scientifico della
Fondazione, Germano Celant, il Direttore, Fabrizio Gazzarri e il Sindaco di
Venezia, Massimo Cacciari.
Pittura, spazio, movimento, energia: ai Magazzini del Sale il pubblico verrà in
contatto con un’idea, un’azione espositiva del tutto nuova, nata durante gli
incontri tra Vedova e Renzo Piano, frequenti sin dagli anni ’80. “In tutte queste
chiacchierate, c'era sempre l'idea – ricorda Renzo Piano - che quel luogo, un
po’ magico, quella caverna, quell’imponente Magazzino poteva diventare un
giorno la casa per le sue opere. L'ha sempre immaginato anche se non ne
abbiamo parlato molto ed era ovvio che non si trattava di mettere le opere
come si fa normalmente… L’idea era nell'aria e non dimentichiamo che i
Magazzini sono stretti e lunghi per cui era sensato immaginare che laggiù sul
fondo e un po’ nascosto nella penombra ci fosse il magazzino e da questo,
come per magia, venissero le opere che dovevano apparire secondo una certa
sequenza. Da lì l'idea della mobilità, per cui non è lo spettatore che va all'opera
ma è l'opera che va allo spettatore”.
Infatti, grazie ad un sofisticato ed innovativo dispositivo robotizzato unico
nella sua concezione e realizzato da Metalsistem, le opere vengono prelevate
dal loro “deposito” in fondo al Magazzino e lentamente presentate, una per
una. Sospese ad una navetta dotata di bracci mobili e orientabili scendono
lungo le antiche capriate e raggiungono la loro postazione, dominando lo
spazio, a differenti altezze, all’interno di un campo di luce. Il visitatore
avvicina i quadri percorrendo un lungo piano inclinato in legno che evoca il
ponte di una nave. Le opere ritornano poi nel loro deposito per lasciare il passo
ad un’altra serie. Le tele verranno alternate secondo cicli che nel tempo
consentiranno al pubblico di conoscere, seguendo percorsi diversi, l’intero
lavoro di Vedova, con la possibilità anche del confronto con altri autori ed con
altri progetti espositivi.
“Se ben ricordo – racconta Germano Celant – tutte le volte che visitavo lo
studio ed Emilio voleva mostrarmi nuovi quadri, mi faceva sedere, andava in
una stanza vicina e lentamente tirava fuori i dipinti che disponeva sulla parete
per essere visti. A volta i dipinti si accumulavano uno sull’altro, con un effetto
di sovrapposizione spettacolare. Di fatto il progetto ricostruisce questo rituale,
quasi personale ed intimo, portandolo alla scala del pubblico, soltanto che ora i
quadri sono mostrati uno di seguito all’altro, senza interferenze tra loro, come
in studio. Vivono un movimento, che è parimenti spettacolare, quasi che le
nuove mani di Emilio, senza alcuno sforzo, li portassero in scena.”
Il Magazzino è il luogo dove l’architetto ed il pittore si incontrano. Secondo le
parole di Massimo Cacciari “lo spazio di Piano ‘ascolta’ l’idea del Continuum
di Vedova. Nessun oggetto da ‘contemplare’ separatamente. Ogni opera è
elemento imprescindibile dell’insieme e deve essere compresa percorrendo
con la mente e col corpo lo spazio che l’architettura crea.”
Il progetto rispetta l’originario carattere del Magazzino - messo a disposizione
della Fondazione dal Comune di Venezia - lungo più di sessanta metri e largo
nove, con le pareti in mattoni interrotte da poderosi contrafforti e lo scheletro
ligneo della copertura, mentre lo spazio viene “invaso” dalla presenza
dinamica dei quadri: “… le mie non sono creazioni – diceva Vedova – ma
terremoti, i miei non sono quadri, ma respiri…”.
Si tratta di un progetto che porta a conclusione la storia di un legame che viene
da lontano. Infatti ricorda il Presidente Bianchini, Vedova “alle Zattere volle
abitare e vi ha abitato per cinquant’anni con Annabianca. Ora vi ritorna con la
sua opera nel grande Magazzino del Sale, per continuare da qui il suo rapporto
dialettico col mondo.” I Magazzini o Saloni del Sale, come anche lui li
chiamava, sono presenti nella vita del Maestro sin dalle sue prime esperienze
espressive. Tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 vi tenne per
qualche tempo il suo studio; li difese appassionatamente dalla volontà di
trasformarli in una piscina; nel 1984 uno dei Magazzini fu una delle sedi della
grande mostra antologica che Venezia gli dedicò.
Alla realizzazione del progetto hanno contribuito Maurizio Milan come
coordinatore della parte ingegneristica e Alessandro Traldi come coprogettista.
Giunge così a compimento la prima fase dell’attività della Fondazione Emilio e
Annabianca Vedova che, costituita per volontà del Maestro stesso ha in questi
anni svolto un lavoro di studio e valorizzazione della sua opera, coordinato dal
Direttore Fabrizio Gazzarri, anche attraverso importanti mostre a Roma,
Venezia e Berlino.
03
giugno 2009
Inaugurazione
03 giugno 2009
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE EMILIO E ANNABIANCA VEDOVA – MAGAZZINI DEL SALE
Venezia, Dorsoduro, 266, (Venezia)
Venezia, Dorsoduro, 266, (Venezia)
Vernissage
3 Giugno 2009, ore 11.30 su invito
Autore
Curatore