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Jeremiah Day – Le cose si stanno muovendo tutt’intorno a noi |Things are moving all around us
La prima personale in Italia dell’artista americano Jeremiah Day si sofferma sul tema della perdita di comprensione e lo fa attraverso narrazioni destrutturate e sperimentali che connettono fatti marginali ma assolutamente rilevanti nell’ambito della storia internazionale contemporanea.
Comunicato stampa
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La sensazione che stiano accadendo cose che giorno dopo giorno intessono una rete di potere fatta di meccanismi opachi si insinua nella nostra vita di tutti i giorni. La perdita di comprensione, legata al polverizzarsi confuso delle relazioni e dei nessi tra gli eventi, crea un profondo senso di disorientamento e di sconforto, soprattutto a fronte dei molteplici tentativi di singoli individui di fare invano chiarezza, terminati tragicamente. La storia italiana e quella internazionale sono costellate di fatti che lasciano emergere tutta la tensione di questo conflitto muto, ma onnipresente.
“Le cose si stanno muovendo tutt'intorno a noi” | “Things are moving all around us” è il titolo di un capitolo del libro Dark Alliance che raccoglie gli articoli del giornalista americano Gary Webb pubblicati fino al 1995 nel San Jose Mercury News sul traffico di cocaina e sui contatti della CIA con i Contras. La frase cita direttamente la risposta di un giornalista nicaraguense a una domanda di Webb sul derivante senso di insicurezza per chi lavora in questo campo. Webb investigò per anni su questo tema e le sue indagini aprirono una grande controversia che portò al suo allontanamento definitivo dal Mercury News e alla fine della sua carriera: nel 2004 Gary Webb venne trovato morto con due spari alla testa. Il coroner dichiarò che la sua morte era avvenuta per suicidio.
Il progetto realizzato da Jeremiah Day per Nuova Icona, in occasione di questa sua prima personale in Italia, intende soffermarsi proprio sulla perdita di comprensione e sul peso di ciò che in un certo senso ereditiamo senza volerlo dalla nostra storia. La sua è una riflessione articolata ed attenta che guarda tanto alla storia largamente intesa e alla memoria collettiva, quanto ai piccoli eventi, alle storie personali, ai conflitti e agli sforzi quotidiani che ognuno vive nel cercare di fare chiarezza in ciò che ci circonda. Il suo lavoro denuncia l'esistenza di ampi vuoti nella conoscenza dei fatti: se un tempo esistevano i segreti, oggi la copertura e la trasformazione della realtà è una consuetudine. Tra i testi e le immagini di Jeremiah Day affiorano figure che hanno segnato in modo profondo ma spesso misconosciuto la storia americana ed internazionale: quella di Fred Hampton, attivista del Black Panthers Party ucciso dalla polizia nel suo appartamento nel 1969; e quella del senatore Frank Church, impegnato a svelare le connessioni tra il potere governativo e l'attività dei servizi segreti americani, assiduo difensore della realtà dei fatti e di un modo di essere che non giustifica i mezzi alla luce dei fini, ma che tenta di preservare, quanto più possibile, uno stato quasi selvaggio, incontaminato che ci permetta di guardare diversamente ciò che ci circonda.
La ricerca di Jeremiah Day si delinea come una storiografia inconsueta, aperta e costruisce archivi sperimentali di sapere raccogliendo fatti e punti di vista che spesso rimangono ai margini. Muovendosi tra scrittura, performance, interventi parlati, fotografia, diapositive, che utilizza quasi si trattasse di materiali didattici, l'artista lascia emergere una conoscenza introspettiva, fugace ed appena intuita sollevando questioni irrisolte del nostro recente passato che gettano una nuova inquietante luce sul nostro presente.
Jeremiah Day (US - 1974) vive e lavora tra Amsterdam e Berlino. È stato resident artist presso la Rijksakademie Van Beeldende Kunsten e ha partecipato a mostre collettive presso Van Abbemuseum (Eindhoven), Stedelijk Museum Bureau (Amsterdam), Platform Garanti (Istanbul) e nell'ambito di Manifesta 7 (Trentino Alto Adige). Il suo lavoro è stato recentemente presentato in mostre personali presso Project Arts Center (Dublino), Ellen De Bruijne Projects (Amsterdam), Arcade Fine Arts (Londra).
“Le cose si stanno muovendo tutt'intorno a noi” | “Things are moving all around us” è il titolo di un capitolo del libro Dark Alliance che raccoglie gli articoli del giornalista americano Gary Webb pubblicati fino al 1995 nel San Jose Mercury News sul traffico di cocaina e sui contatti della CIA con i Contras. La frase cita direttamente la risposta di un giornalista nicaraguense a una domanda di Webb sul derivante senso di insicurezza per chi lavora in questo campo. Webb investigò per anni su questo tema e le sue indagini aprirono una grande controversia che portò al suo allontanamento definitivo dal Mercury News e alla fine della sua carriera: nel 2004 Gary Webb venne trovato morto con due spari alla testa. Il coroner dichiarò che la sua morte era avvenuta per suicidio.
Il progetto realizzato da Jeremiah Day per Nuova Icona, in occasione di questa sua prima personale in Italia, intende soffermarsi proprio sulla perdita di comprensione e sul peso di ciò che in un certo senso ereditiamo senza volerlo dalla nostra storia. La sua è una riflessione articolata ed attenta che guarda tanto alla storia largamente intesa e alla memoria collettiva, quanto ai piccoli eventi, alle storie personali, ai conflitti e agli sforzi quotidiani che ognuno vive nel cercare di fare chiarezza in ciò che ci circonda. Il suo lavoro denuncia l'esistenza di ampi vuoti nella conoscenza dei fatti: se un tempo esistevano i segreti, oggi la copertura e la trasformazione della realtà è una consuetudine. Tra i testi e le immagini di Jeremiah Day affiorano figure che hanno segnato in modo profondo ma spesso misconosciuto la storia americana ed internazionale: quella di Fred Hampton, attivista del Black Panthers Party ucciso dalla polizia nel suo appartamento nel 1969; e quella del senatore Frank Church, impegnato a svelare le connessioni tra il potere governativo e l'attività dei servizi segreti americani, assiduo difensore della realtà dei fatti e di un modo di essere che non giustifica i mezzi alla luce dei fini, ma che tenta di preservare, quanto più possibile, uno stato quasi selvaggio, incontaminato che ci permetta di guardare diversamente ciò che ci circonda.
La ricerca di Jeremiah Day si delinea come una storiografia inconsueta, aperta e costruisce archivi sperimentali di sapere raccogliendo fatti e punti di vista che spesso rimangono ai margini. Muovendosi tra scrittura, performance, interventi parlati, fotografia, diapositive, che utilizza quasi si trattasse di materiali didattici, l'artista lascia emergere una conoscenza introspettiva, fugace ed appena intuita sollevando questioni irrisolte del nostro recente passato che gettano una nuova inquietante luce sul nostro presente.
Jeremiah Day (US - 1974) vive e lavora tra Amsterdam e Berlino. È stato resident artist presso la Rijksakademie Van Beeldende Kunsten e ha partecipato a mostre collettive presso Van Abbemuseum (Eindhoven), Stedelijk Museum Bureau (Amsterdam), Platform Garanti (Istanbul) e nell'ambito di Manifesta 7 (Trentino Alto Adige). Il suo lavoro è stato recentemente presentato in mostre personali presso Project Arts Center (Dublino), Ellen De Bruijne Projects (Amsterdam), Arcade Fine Arts (Londra).
03
giugno 2009
Jeremiah Day – Le cose si stanno muovendo tutt’intorno a noi |Things are moving all around us
Dal 03 giugno al 05 luglio 2009
arte contemporanea
Location
NUOVA ICONA
Venezia, Giudecca, 454, (Venezia)
Venezia, Giudecca, 454, (Venezia)
Orario di apertura
dal 4 al 7 giugno dalle 10.00 alle 20.00 dall'8 giugno al 5 luglio dalle 10.00 alle 18.00
chiuso il lunedì (eccetto l'8 giugno)
Vernissage
3 Giugno 2009, ore 18.30
Autore
Curatore