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Mario Vespasiani – Grand tour: il volto, lo specchio, la maschera
La mostra presenta opere in olio su tela: ritratti dei collezionisti, uno stupendo dialogo a distanza tra l’artista e il committente, e studi sul volto realizzati da Vespasiani in esclusiva per la mostra Grand tour.
Comunicato stampa
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La Galleria Yvonneartecontemporanea inaugura, in Contrà Porti 21 a Vicenza, una mostra dal titolo GRAND TOUR: il volto, lo specchio, la maschera dell’artista Mario Vespasiani. Alle ore 18.30 introduzione del Professore di Antropologia Culturale Massimo Centini dell’Università Popolare di Torino. “La fisiognomica consente di trasformare il ritratto non solo in una cosa buona da vedere, ma soprattutto buona da pensare” (Rif. Levì-Strauss). In uno dei suoi libri, “Fisiognomica”, Massimo Centini scrive: “Il volto è una mappa sulla quale sono tracciati i segni dell’anima. La fisionomica è l’arte che ci insegna a individuarli a ad interpretarli”. Nella sua conferenza ci guiderà verso questo mondo affascinante che ebbe inizio con Aristotele e continua ad impegnare studiosi di tutto il mondo. Sarà molto utile per guardare bene quei volti e vedere oltre.
La mostra presenta opere in olio su tela: ritratti dei collezionisti, uno stupendo dialogo a distanza tra l’artista e il committente, e studi sul volto realizzati da Vespasiani in esclusiva per la mostra GRAND TOUR.
Le opere di Mario Vespasiani raccolte in questa mostra fanno parte dell'imponente progetto intitolato Grand Tour, in riferimento a quel viaggio pluriennale che un tempo veniva compiuto dai giovani uomini, per arricchire la loro conoscenza attraverso l'incontro e lo scambio.
L'autore, confrontandosi apertamente con tutte quelle storie e quelle esperienze umane che nel corso degli ultimi due anni si sono incrociate lungo il suo procedere, ha riportato in queste tele i suoi appunti - dentro le misteriose pieghe del volto - e i suoi simboli fatti di silenzi, luce e attimi.
Con Grand Tour ha affrontato il tema del ritratto per tracciare una sorta di mappatura di uno scenario tanto prevedibile quanto sconosciuto, per verificare chi siamo e capire la direzione verso la quale ci stiamo muovendo, forte di quella pratica sciamanica che è la pittura - tra gesti originari e movimenti rituali - capace di estrarre il volto dalla maschera, l'autentico dall'illusorio.
Mario Vespasiani ha affrontato il Volto - inteso come esperienza di ascolto e di tragitto verso l'esterno - riprendendo gli insegnamenti di Laozi: "scorrendo come l'acqua [...] ci spostiamo rapidamente senza mai contrastare la corrente, né fermarci abbastanza da ristagnare o aggrapparci agli argini o alle rocce - agli averi, alle situazioni o alle persone che attraversano la nostra vita - e nemmeno tentando di restare fedeli alle nostre opinioni o visioni del mondo; semplicemente attaccandoci, con leggerezza e intelligenza, a ciò che ci si presenta mentre passiamo, che lasceremo poi andare, con grazia e senza avidità".
“Il ritratto, intenso in senso squisitamente rinascimentale, ossia come venne concepito nei capolavori irraggiungibili di un Piero della Francesca, un Antonello da Messina, un Tiziano, un Raffaello, o un Van Eyck, non è semplicemente la riproduzione naturalistica della percezione di un volto: conformemente alla etimologia della parola, “ri-trarre” significa, qui, estrapolare, da qualcosa, l’essenza. Nella fattispecie, significa estrapolare l’identità dal corpo: un’essenza immateriale da una visione materiale.
Mario Vespasiani, nei suoi Portraits, ha a che fare precisamente con questo tentativo – un tentativo che quindi potremmo aggettivare “neo-rinascimentale”: trarre l’essenza dalla visione, comprendere lo spirito a partire dalla materia. Non è un caso che questi ritratti siano tecnicamente molto meticolosi, con una attenzione al colore e alla linea fortemente inusuali, nel panorama della ritrattistica, e in generale dell’arte pittorica contemporanea. Nel momento in cui il pensiero abbandona un concetto forte di identità, infatti, l’arte rinuncia a una modalità espressiva che si fondi sulla capacità di esprimere, con mezzi congrui e rigorosi, una “verità”. Ecco che dunque il piano della tecnica passa in secondo piano e diviene del tutto superfluo. “
Cesare Catà
Mario Vespasiani è nato a San Benedetto del Tronto nel 1978, il suo percorso artistico parte dalla tecnica pittorica per arrivare alla ricerca di sé nella parte più intima della sua anima. Ogni suo progetto è supportato da profonde ricerche estetico-filosofiche. Per Vespasiani è giunto il momento di depositare le angosce del contemporaneo per tendere verso uno stato di purezza e di quiete. Le sue opere scavano nell’essenza dell’oggetto o della persona e ci regalano forti sensazioni dovute soprattutto ad un uso coraggioso del colore.
Tra le oltre 80 mostre allestite nei circa 10 anni di carriera, si sono occupati di lui i curatori: Stefano Castelli, Luca Beatrice – responsabile padiglione Italia della corrente Biennale di Venezia, Gianluca Marziani, Valerio Dehò, Maurizio Sciaccaluga.
Ha partecipato alle maggiori fiere italiane di arte contemporanea, le sue opere sono entrate a far parte di importanti collezioni private. E’ vincitore nel 1999 del Premio Internazionale Lorenzo Lotto, nel 2000 del premio Internazionale San Benedetto con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri, nel 2005 del Premio Pagine Bianche con il Patrocinio del Ministero dei Beni Culturali. Nel 2007 la mostra Holy Wood, iconografia dei santi, ha ricevuto il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali.
La mostra presenta opere in olio su tela: ritratti dei collezionisti, uno stupendo dialogo a distanza tra l’artista e il committente, e studi sul volto realizzati da Vespasiani in esclusiva per la mostra GRAND TOUR.
Le opere di Mario Vespasiani raccolte in questa mostra fanno parte dell'imponente progetto intitolato Grand Tour, in riferimento a quel viaggio pluriennale che un tempo veniva compiuto dai giovani uomini, per arricchire la loro conoscenza attraverso l'incontro e lo scambio.
L'autore, confrontandosi apertamente con tutte quelle storie e quelle esperienze umane che nel corso degli ultimi due anni si sono incrociate lungo il suo procedere, ha riportato in queste tele i suoi appunti - dentro le misteriose pieghe del volto - e i suoi simboli fatti di silenzi, luce e attimi.
Con Grand Tour ha affrontato il tema del ritratto per tracciare una sorta di mappatura di uno scenario tanto prevedibile quanto sconosciuto, per verificare chi siamo e capire la direzione verso la quale ci stiamo muovendo, forte di quella pratica sciamanica che è la pittura - tra gesti originari e movimenti rituali - capace di estrarre il volto dalla maschera, l'autentico dall'illusorio.
Mario Vespasiani ha affrontato il Volto - inteso come esperienza di ascolto e di tragitto verso l'esterno - riprendendo gli insegnamenti di Laozi: "scorrendo come l'acqua [...] ci spostiamo rapidamente senza mai contrastare la corrente, né fermarci abbastanza da ristagnare o aggrapparci agli argini o alle rocce - agli averi, alle situazioni o alle persone che attraversano la nostra vita - e nemmeno tentando di restare fedeli alle nostre opinioni o visioni del mondo; semplicemente attaccandoci, con leggerezza e intelligenza, a ciò che ci si presenta mentre passiamo, che lasceremo poi andare, con grazia e senza avidità".
“Il ritratto, intenso in senso squisitamente rinascimentale, ossia come venne concepito nei capolavori irraggiungibili di un Piero della Francesca, un Antonello da Messina, un Tiziano, un Raffaello, o un Van Eyck, non è semplicemente la riproduzione naturalistica della percezione di un volto: conformemente alla etimologia della parola, “ri-trarre” significa, qui, estrapolare, da qualcosa, l’essenza. Nella fattispecie, significa estrapolare l’identità dal corpo: un’essenza immateriale da una visione materiale.
Mario Vespasiani, nei suoi Portraits, ha a che fare precisamente con questo tentativo – un tentativo che quindi potremmo aggettivare “neo-rinascimentale”: trarre l’essenza dalla visione, comprendere lo spirito a partire dalla materia. Non è un caso che questi ritratti siano tecnicamente molto meticolosi, con una attenzione al colore e alla linea fortemente inusuali, nel panorama della ritrattistica, e in generale dell’arte pittorica contemporanea. Nel momento in cui il pensiero abbandona un concetto forte di identità, infatti, l’arte rinuncia a una modalità espressiva che si fondi sulla capacità di esprimere, con mezzi congrui e rigorosi, una “verità”. Ecco che dunque il piano della tecnica passa in secondo piano e diviene del tutto superfluo. “
Cesare Catà
Mario Vespasiani è nato a San Benedetto del Tronto nel 1978, il suo percorso artistico parte dalla tecnica pittorica per arrivare alla ricerca di sé nella parte più intima della sua anima. Ogni suo progetto è supportato da profonde ricerche estetico-filosofiche. Per Vespasiani è giunto il momento di depositare le angosce del contemporaneo per tendere verso uno stato di purezza e di quiete. Le sue opere scavano nell’essenza dell’oggetto o della persona e ci regalano forti sensazioni dovute soprattutto ad un uso coraggioso del colore.
Tra le oltre 80 mostre allestite nei circa 10 anni di carriera, si sono occupati di lui i curatori: Stefano Castelli, Luca Beatrice – responsabile padiglione Italia della corrente Biennale di Venezia, Gianluca Marziani, Valerio Dehò, Maurizio Sciaccaluga.
Ha partecipato alle maggiori fiere italiane di arte contemporanea, le sue opere sono entrate a far parte di importanti collezioni private. E’ vincitore nel 1999 del Premio Internazionale Lorenzo Lotto, nel 2000 del premio Internazionale San Benedetto con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri, nel 2005 del Premio Pagine Bianche con il Patrocinio del Ministero dei Beni Culturali. Nel 2007 la mostra Holy Wood, iconografia dei santi, ha ricevuto il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali.
18
giugno 2009
Mario Vespasiani – Grand tour: il volto, lo specchio, la maschera
Dal 18 giugno al 25 luglio 2009
arte contemporanea
Location
YVONNE ARTECONTEMPORANEA SELECTION
Vicenza, Contrà Porti, 21, (Vicenza)
Vicenza, Contrà Porti, 21, (Vicenza)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 16.30 - 19.30
Vernissage
18 Giugno 2009, ore 18.30
Autore