Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Il Segno – Premiazione
La Galleria Zamenhof presenta la cerimonia d’assegnazione dei premi del concorso d’arte contemporanea “Il Segno” durante il finissage della mostra dei finalisti in un grande evento al quale parteciperanno, assieme agli altri membri della giuria, il prof. Paolo Levi e la critica Rossana Bossaglia.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 19 settembre presso la Galleria Zamenhof di Milano, la giuria del premio “Il Segno” formata da Paolo Levi, Rossana Bossaglia, Virgilio Patarini, Valentina Carrera, Davide Corsetti, Michele Govoni e Sabrina Falzone, durante la cerimonia di assegnazione renderà pubblici i nomi dei vincitori dei cinque premi previsti dal concorso: il premio “Emilio Vedova” per la migliore opera astratta, il premio “Marc Chagall” per la migliore opera figurativa, il premio “Man Ray” per la migliore opera fotografica o digitale, il premio “Jean Michel Basquiat” dedicato agli artisti “under 30” ed il premio “Lucio Fontana” per l’opera più originale.
Il premio ha rappresentato una grande opportunità, sia per artisti che per gli amanti dell’arte, dal momento che per i vincitori dei premi sono previste mostre personali durante l’anno e che molti finalisti sono già stati presi in considerazione per rientrare nelle proposte degli spazi espositivi che collaborano con gli enti organizzatori e che verranno presentati in versione più ampia nei prossimi mesi.
Davide Corsetti
Estratto del verbale della giuria
[…] Gli artisti candidati al concorso e prescelti come finalisti dai membri della commissione esaminatrice hanno dimostrato un’acutezza di indagine estetica e concettuale che evidenzia non soltanto un rinnovamento tecnico-esecutivo nell’impiego degli strumenti che oggi l’arte mette a disposizione, ma anche una solida consapevolezza del patrimonio storico-artistico ereditato dalle Avanguardie storiche, spesso citato, ripensato, rielaborato, contaminato. Impossibile evidenziare una sola tendenza dominante: la Giuria, non muovendo da alcun pregiudizio preliminare, e valutando esclusivamente la forza e l’efficacia delle opere proposte e selezionate, si e’ trovata, alla fine, ad attribuire il primo premio nelle varie categorie previste ad opere di tendenze molto differenti: dall’astratto geometrico dei due vincitori a pari merito del Premio “Vedova”, al figurativo stilizzato del vincitore del Premio “Chagall”, dall’informale materico del vincitore del Premio “Basquiat”, al figurativo metafisico dei due fotografi vincitori del Premio “Man Ray”, fino all’opera cinetica e interattiva del vincitore del Premio “Fontana”.
Il verdetto della giuria è stato il seguente.
Il premio “Emilo Vedova” per la migliore opera astratta (aniconica) è stato assegnato ex-aequo e all’unanimita’ a Patrizia Murazzano, autrice della scultura in vetro “Disio” e al pittore Lauro Lessio per il dipinto intitolato “Decostruzione”.
Le loro opere sono state votate con le rispettive seguenti motivazioni:
“l’opera di Patrizia Murazzano si è distinta per una efficace e dinamica struttura geometrica e per una raffinatezza esecutiva che mira ad una sorta di apologia della luce, creando suggestivi riflessi e giochi di relazione tra piani”, mentre “L’opera di Lauro Lessio, dietro l’articolazione degli espliciti rimandi storici al Costruttivismo e al di la’ della sottile ricerca intellettuale capace di contaminare citazioni architettoniche e fotografiche con un disegno pseudo-progettuale e una elegantissima astrazione geometrica in punta di pennello, palpita in realta’ di un raffinato afflato poetico”.
Segnalati Moreno Panozzo e Vincenzo Marletta.
Il premio “Marc Chagall” per l’opera figurativa più rappresentativa è stato attribuito allo scultore Gioachino Chiesa per l’opera “L’involuzione” poiché “attraverso una sintesi essenziale delle forme e una costruzione semplice ed efficace basata sulla specularita’, ha saputo innescare nello scenario contemporaneo nuovi quesiti esistenziali, frutto palese di una profonda riflessione sull’umanità e sul regresso sociale”.
Per questa categoria è stata fatta una segnalazione di merito a Franca Griva, Ewa Chacianowska e Aleph Tonetto.
Un ulteriore ex-aequo nel segno di un approccio “metafisico” è avvenuto per il premio “Man Ray” dedicato alla migliore opera fotografica e ripartito tra Giacomo Chiesa, per l’opera “Beleno - L’esperienza del tempo puro 7”, e Marco Morello, per “Risaie”. I due fotografi sono stati definiti dal Prof. Paolo Levi rispettivamente “pittore metafisico del tempo sospeso” (Chiesa) e “naturalista metafisico del silenzio” (Morello). Segnalati Santina Bonfanti e Simona Ragazzi.
Fra i giovani Luca Gobbetti si è aggiudicato il premio “Jean Michel Basquiat” con l’opera “Cristo, dove sei?”, in quanto “è riuscito a esprimere un gioco di astrazioni materiche unitamente ad una vaga allusione figurativa mediante un espediente ottico e un inganno prospettico determinati dalla proiezione della luce sullo sfondo”. Per gli “under 30” una menzione speciale alla scultrice Noemi Caserta.
Infine, il premio “Lucio Fontana” per l’originalità è stato assegnato ancora una volta ad uno scultore, Fabrizio Pedrali, qualificatosi al primo posto con l’opera intitolata “Spazio”, “opera interattiva di grande rigore formale e piacevolezza estetica che si colloca coerentemente nell’alveo di una ricerca orientata alla sperimentazione del movimento e di un rapporto aperto, dinamico e inquieto tra le forme e lo spazio”. Per l’originalità è stata avanzata una segnalazione anche per Tina Antonelli.
La giuria
Il premio ha rappresentato una grande opportunità, sia per artisti che per gli amanti dell’arte, dal momento che per i vincitori dei premi sono previste mostre personali durante l’anno e che molti finalisti sono già stati presi in considerazione per rientrare nelle proposte degli spazi espositivi che collaborano con gli enti organizzatori e che verranno presentati in versione più ampia nei prossimi mesi.
Davide Corsetti
Estratto del verbale della giuria
[…] Gli artisti candidati al concorso e prescelti come finalisti dai membri della commissione esaminatrice hanno dimostrato un’acutezza di indagine estetica e concettuale che evidenzia non soltanto un rinnovamento tecnico-esecutivo nell’impiego degli strumenti che oggi l’arte mette a disposizione, ma anche una solida consapevolezza del patrimonio storico-artistico ereditato dalle Avanguardie storiche, spesso citato, ripensato, rielaborato, contaminato. Impossibile evidenziare una sola tendenza dominante: la Giuria, non muovendo da alcun pregiudizio preliminare, e valutando esclusivamente la forza e l’efficacia delle opere proposte e selezionate, si e’ trovata, alla fine, ad attribuire il primo premio nelle varie categorie previste ad opere di tendenze molto differenti: dall’astratto geometrico dei due vincitori a pari merito del Premio “Vedova”, al figurativo stilizzato del vincitore del Premio “Chagall”, dall’informale materico del vincitore del Premio “Basquiat”, al figurativo metafisico dei due fotografi vincitori del Premio “Man Ray”, fino all’opera cinetica e interattiva del vincitore del Premio “Fontana”.
Il verdetto della giuria è stato il seguente.
Il premio “Emilo Vedova” per la migliore opera astratta (aniconica) è stato assegnato ex-aequo e all’unanimita’ a Patrizia Murazzano, autrice della scultura in vetro “Disio” e al pittore Lauro Lessio per il dipinto intitolato “Decostruzione”.
Le loro opere sono state votate con le rispettive seguenti motivazioni:
“l’opera di Patrizia Murazzano si è distinta per una efficace e dinamica struttura geometrica e per una raffinatezza esecutiva che mira ad una sorta di apologia della luce, creando suggestivi riflessi e giochi di relazione tra piani”, mentre “L’opera di Lauro Lessio, dietro l’articolazione degli espliciti rimandi storici al Costruttivismo e al di la’ della sottile ricerca intellettuale capace di contaminare citazioni architettoniche e fotografiche con un disegno pseudo-progettuale e una elegantissima astrazione geometrica in punta di pennello, palpita in realta’ di un raffinato afflato poetico”.
Segnalati Moreno Panozzo e Vincenzo Marletta.
Il premio “Marc Chagall” per l’opera figurativa più rappresentativa è stato attribuito allo scultore Gioachino Chiesa per l’opera “L’involuzione” poiché “attraverso una sintesi essenziale delle forme e una costruzione semplice ed efficace basata sulla specularita’, ha saputo innescare nello scenario contemporaneo nuovi quesiti esistenziali, frutto palese di una profonda riflessione sull’umanità e sul regresso sociale”.
Per questa categoria è stata fatta una segnalazione di merito a Franca Griva, Ewa Chacianowska e Aleph Tonetto.
Un ulteriore ex-aequo nel segno di un approccio “metafisico” è avvenuto per il premio “Man Ray” dedicato alla migliore opera fotografica e ripartito tra Giacomo Chiesa, per l’opera “Beleno - L’esperienza del tempo puro 7”, e Marco Morello, per “Risaie”. I due fotografi sono stati definiti dal Prof. Paolo Levi rispettivamente “pittore metafisico del tempo sospeso” (Chiesa) e “naturalista metafisico del silenzio” (Morello). Segnalati Santina Bonfanti e Simona Ragazzi.
Fra i giovani Luca Gobbetti si è aggiudicato il premio “Jean Michel Basquiat” con l’opera “Cristo, dove sei?”, in quanto “è riuscito a esprimere un gioco di astrazioni materiche unitamente ad una vaga allusione figurativa mediante un espediente ottico e un inganno prospettico determinati dalla proiezione della luce sullo sfondo”. Per gli “under 30” una menzione speciale alla scultrice Noemi Caserta.
Infine, il premio “Lucio Fontana” per l’originalità è stato assegnato ancora una volta ad uno scultore, Fabrizio Pedrali, qualificatosi al primo posto con l’opera intitolata “Spazio”, “opera interattiva di grande rigore formale e piacevolezza estetica che si colloca coerentemente nell’alveo di una ricerca orientata alla sperimentazione del movimento e di un rapporto aperto, dinamico e inquieto tra le forme e lo spazio”. Per l’originalità è stata avanzata una segnalazione anche per Tina Antonelli.
La giuria
19
settembre 2009
Il Segno – Premiazione
19 settembre 2009
arte contemporanea
serata - evento
serata - evento
Location
ZAMENHOF
Milano, Via Ludovico Lazzaro Zamenhof, 11, (Milano)
Milano, Via Ludovico Lazzaro Zamenhof, 11, (Milano)
Vernissage
19 Settembre 2009, ore 18.00
Autore
Curatore