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Enrico Baj – Il giardino delle delizie… Omaggio a Max Ernst
Vigoleno, uno dei Borghi più belli d’Italia, accoglie “Il Giardino delle delizie” di Enrico Baj (1924-2003), fondatore del Movimento Nucleare e grande maestro della Patafisica, quarta mostra in omaggio a Max Ernst.
Comunicato stampa
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Vigoleno, uno dei Borghi più belli d'Italia, accoglie - dal 3 al 18 ottobre 2009 - Il Giardino delle delizie di Enrico Baj (1924-2003), fondatore del Movimento Nucleare e grande maestro della Patafisica, quarta mostra - realizzata e promossa dalla Fondazione D'Ars Oscar Signorini onlus di Milano - in omaggio a Max Ernst, celebre artista surrealista che è stato ospite nell’estate del 1933 proprio al Castello di Vigoleno, su invito della Principessa Ruspoli, dove dipinse la sua Foresta Imbalsamata. Dopo la rassegna Arte nel Borgo del 2007, nella quale trenta artisti del territorio piacentino hanno realizzato un’originale opera dedicata a Max Ernst, nel 2008 il maestro Lucio Del Pezzo ha presentato, in Après moi - Le sommeil, una serie di opere ispirate ad alcuni celebri quadri di Ernst. Il 2009 è stato invece inaugurato da Natura/Arte, in cui undici artisti si sono confrontati con la Foresta imbalsamata e con il tema della natura.
Ora tra le pareti dell’Oratorio della Madonna delle Grazie di Vigoleno, Il Giardino delle delizie, esposto per la prima volta allo Studio Marconi nel 1990, fa eco alla Foresta Imbalsamata di Max Ernst (oggi alla Menil Collection di Houston), artista che Enrico Baj ebbe il privilegio di conoscere bene in quanto condivise, insieme a Lucio Del Pezzo, il suo atelier di Parigi dal 1964 al 1979. Il Giardino delle delizie nasce dalla riflessione di Baj sul kitsch e sul desiderio di evasione di una popolazione in continuo aumento, dominata dalla corruzione e dalla volgarità. Personaggi e animali dai lineamenti mostruosi agiscono su scenari fantastici: occhi spalancati, bocche carnose, gestualità marcate compongono figure che si inseguono, si cercano, si sfiorano, in grandi tele riempite da una moltitudine di teste che cercano di farsi spazio ad ogni costo, spinte da curiosità e animate dal pettegolezzo. Da Adamo ed Eva a Ghiriz e Neddu, da Adinolfa a Sirdah, le tele si trasformano in paradisi terrestri contemporanei, dai colori accesi, realizzati con una tecnica che unisce acrilico e collage. (Valentina Tovaglia, settembre 2009)
Sopra: Ghiriz e Neddu, 1990, acrilici e collage su tela - Sotto: Adinolfa,1990, acrilici e collage su tela.
L'opera di Enrico Baj si snoda nel tempo, utilizzando varie tecniche, ma con la presenza continua dell’ironia dissacratoria ed il piacere di fare pittura con ogni sorta di materiale, analizzando il mondo dell'arte, tenendo sempre d'occhio le mutazioni politiche e sociali. Attivo rappresentante delle avanguardie degli anni Cinquanta, Enrico Baj fonda il Movimento Nucleare. All'inizio degli anni Sessanta incontra la Patafisica di Alfred Jarry, che dà nuovo vigore alla sua vena ironica e giocosa legandolo ai grandi esponenti del Dadaismo e del Surrealismo. Enrico Baj esprime il suo impegno civile contro ogni tipo di aggressività e, attraverso generali e parate militari, mette alla berlina personaggi, cinici e arroganti, resi maggiormente anacronistici e ridicoli dalle decorazioni che ostentano. Negli anni Settanta lavora, tra l'altro, a tre grandi opere, I funerali dell’anarchico Pinelli (1972), Nixon Parade (1974) e L’Apocalisse (1979). Negli anni Ottanta, Baj si accosta più direttamente al teatro e negli anni Novanta sviluppa una figurazione dell’immaginario e del fantastico che porterà alla sua massima espressione nelle opere kitsch degli anni successivi. Nel 1993 inizia il ciclo delle Maschere tribali, immagini di un moderno primitivismo. Baj ha sempre affiancato la scrittura alla pittura, collaborando a quotidiani e riviste e pubblicando numerosi libri.
Ora tra le pareti dell’Oratorio della Madonna delle Grazie di Vigoleno, Il Giardino delle delizie, esposto per la prima volta allo Studio Marconi nel 1990, fa eco alla Foresta Imbalsamata di Max Ernst (oggi alla Menil Collection di Houston), artista che Enrico Baj ebbe il privilegio di conoscere bene in quanto condivise, insieme a Lucio Del Pezzo, il suo atelier di Parigi dal 1964 al 1979. Il Giardino delle delizie nasce dalla riflessione di Baj sul kitsch e sul desiderio di evasione di una popolazione in continuo aumento, dominata dalla corruzione e dalla volgarità. Personaggi e animali dai lineamenti mostruosi agiscono su scenari fantastici: occhi spalancati, bocche carnose, gestualità marcate compongono figure che si inseguono, si cercano, si sfiorano, in grandi tele riempite da una moltitudine di teste che cercano di farsi spazio ad ogni costo, spinte da curiosità e animate dal pettegolezzo. Da Adamo ed Eva a Ghiriz e Neddu, da Adinolfa a Sirdah, le tele si trasformano in paradisi terrestri contemporanei, dai colori accesi, realizzati con una tecnica che unisce acrilico e collage. (Valentina Tovaglia, settembre 2009)
Sopra: Ghiriz e Neddu, 1990, acrilici e collage su tela - Sotto: Adinolfa,1990, acrilici e collage su tela.
L'opera di Enrico Baj si snoda nel tempo, utilizzando varie tecniche, ma con la presenza continua dell’ironia dissacratoria ed il piacere di fare pittura con ogni sorta di materiale, analizzando il mondo dell'arte, tenendo sempre d'occhio le mutazioni politiche e sociali. Attivo rappresentante delle avanguardie degli anni Cinquanta, Enrico Baj fonda il Movimento Nucleare. All'inizio degli anni Sessanta incontra la Patafisica di Alfred Jarry, che dà nuovo vigore alla sua vena ironica e giocosa legandolo ai grandi esponenti del Dadaismo e del Surrealismo. Enrico Baj esprime il suo impegno civile contro ogni tipo di aggressività e, attraverso generali e parate militari, mette alla berlina personaggi, cinici e arroganti, resi maggiormente anacronistici e ridicoli dalle decorazioni che ostentano. Negli anni Settanta lavora, tra l'altro, a tre grandi opere, I funerali dell’anarchico Pinelli (1972), Nixon Parade (1974) e L’Apocalisse (1979). Negli anni Ottanta, Baj si accosta più direttamente al teatro e negli anni Novanta sviluppa una figurazione dell’immaginario e del fantastico che porterà alla sua massima espressione nelle opere kitsch degli anni successivi. Nel 1993 inizia il ciclo delle Maschere tribali, immagini di un moderno primitivismo. Baj ha sempre affiancato la scrittura alla pittura, collaborando a quotidiani e riviste e pubblicando numerosi libri.
03
ottobre 2009
Enrico Baj – Il giardino delle delizie… Omaggio a Max Ernst
Dal 03 al 18 ottobre 2009
arte contemporanea
Location
ORATORIO DELLA MADONNA DELLE GRAZIE
Vernasca, Borgo di Vigoleno, (Piacenza)
Vernasca, Borgo di Vigoleno, (Piacenza)
Orario di apertura
sabato e festivi 11-12.30 e 15-18.30
Vernissage
3 Ottobre 2009, ore 11.30
Autore
Curatore