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Paolo Albani – Ritirarsi in silenzio. Ma anche no
Figura di artista e scrittore atipica e poliedrica, Albani attraversa l’arte e la scompone con l’ironia e il gioco. Le sue opere si declinano nel solco del linguaggio, ne scavano, scovandolo, il senso non comune, inaspettato, ne portano alla luce risorse impensate.
Comunicato stampa
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Domenica 6 dicembre a partire dalle ore 17.30, presso Lo Spazio di via dell'ospizio, libreria - galleria d'arte - sala da tè, verrà inaugurata una mostra personale di Paolo Albani, dal titolo Ritirarsi in silenzio, ma anche no. Nella mostra saranno presentate una serie di opere rappresentative del lavoro dell'artista chiaramente riconducibile al filone della poesia visiva.
Figura di artista e scrittore atipica e poliedrica, dai numerosi interessi e pubblicazioni, Paolo Albani attraversa l'arte e la scompone con l'ironia e il gioco. Come ha giustamente sottolineato Eugenio Miccini, uno dei fondatori ed esponenti del Gruppo '70, "Paolo Albani gioca, cioè agisce in quella dimensione mentale e linguistica nella quale anch'io sono immerso. È un mio compagno di giochi. Paolo gioca con arguzia e sceglie per oggetto della sua ilare ironia se stesso e i segni del linguaggio verbale, iconico, oggettuale. Solo ai saggi è concesso di revocare in dubbio i pensieri e le scritture, le immagini e le cose. [...] In fondo, l'ironia è una sorta di distacco da sé e dalle cose della vita, è un doloroso distacco dal dolore. Nell'ironia, nel gioco il dramma è sospeso, non appare. È come un passeggero clandestino a bordo della nostra coscienza. E dalle sue dimore rimosse... parla, suggerisce, rinvia ai tempi lunghi della riflessione il quid, il perché della sua stessa esistenza. Paolo Albani ha un'acuta vigilanza. Le sue tavole sorprendono anche chi, come me, di «giocolieri» prestigiosi ne ha visti tanti". Le sue opere si declinano nel solco del linguaggio, ne scavano, scovandolo, il senso non comune, inaspettato, ne portano alla luce risorse impensate. L'altro padre della poesia visiva italiana, Lamberto Pignotti, così ha scritto "con le sue opere può mettere le parole in difficoltà, cucire il filo del discorso con l'ago, dar vita per gioco vuoi a un libro o vuoi a una rivista, elargire a metri (per sarti) i suoi versi... Nessuno lo prende alla lettera: Albani, le bizzarrie letterarie, le scienze anomale e le lingue immaginarie le pratica con la serietà, la sicurezza, la bravura di un chirurgo: solo che lui incide, taglia, segmenta e ricompone organismi verbo-visivi, addizionando ciò che a scuola a noi poverini ci vietavano di sommare: capre e cavoli, macchine da cucire, ombrelli e tavoli anatomici, sgabelli e ruote di bicicletta, Lautréamont, Duchamp e Queneau... Giovandosi dello slittamento, del travaso, di parole, immagini e oggetti, Albani concretizza e mette in piedi metafore, paradossi, allusioni, litoti, reticenze e quante altre mai camaleontiche figure retoriche. Sembra facile, ma a quanti riesce trasformare espressioni quotidiane e apparentemente innocue in opere verbo-visive inusuali e aggressive?".
Paolo Albani (1946) dirige Tèchne, rivista di bizzarrie letterarie e non. Membro dell'Oplepo (Opifico di Letteratura Potenziale) è autore di una curiosa trilogia di enciclopedie pubblicate da Zanichelli: Aga magéra difúra. Dizionario delle lingue immaginarie (1994; Les Belles Lettres 2000); Forse Queneau. Enciclopedia delle Scienze Anomale (1999) e Mirabiblia. Catalogo ragionato di libri introvabili (2003), e del Dizionario degli Istituti Anomali nel mondo (Quodlibet 2009), e dei libri di racconti Il corteggiatore e altri racconti (Campanotto 2000), Il sosia laterale e altre recensioni (Edizioni Sylvestre Bonnard 2003) e La governante di Jevons. Storie di precursori dimenticati (Campanotto 2007). Ha esposto in collettive di poesia visiva e libri d’artista, fra l’altro, a Palazzo della Ragione di Mantova, Santa Maria della Scala di Siena, Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, Civica Galleria d'Arte Moderna di Gallarate, Casermetta del Forte Belvedere di Firenze e Papiermuseum di Düren. L’ultima mostra personale: Linguaggi, Galleria Il Gabbiano, La Spezia, 28 febbraio-2 aprile 2009.
Figura di artista e scrittore atipica e poliedrica, dai numerosi interessi e pubblicazioni, Paolo Albani attraversa l'arte e la scompone con l'ironia e il gioco. Come ha giustamente sottolineato Eugenio Miccini, uno dei fondatori ed esponenti del Gruppo '70, "Paolo Albani gioca, cioè agisce in quella dimensione mentale e linguistica nella quale anch'io sono immerso. È un mio compagno di giochi. Paolo gioca con arguzia e sceglie per oggetto della sua ilare ironia se stesso e i segni del linguaggio verbale, iconico, oggettuale. Solo ai saggi è concesso di revocare in dubbio i pensieri e le scritture, le immagini e le cose. [...] In fondo, l'ironia è una sorta di distacco da sé e dalle cose della vita, è un doloroso distacco dal dolore. Nell'ironia, nel gioco il dramma è sospeso, non appare. È come un passeggero clandestino a bordo della nostra coscienza. E dalle sue dimore rimosse... parla, suggerisce, rinvia ai tempi lunghi della riflessione il quid, il perché della sua stessa esistenza. Paolo Albani ha un'acuta vigilanza. Le sue tavole sorprendono anche chi, come me, di «giocolieri» prestigiosi ne ha visti tanti". Le sue opere si declinano nel solco del linguaggio, ne scavano, scovandolo, il senso non comune, inaspettato, ne portano alla luce risorse impensate. L'altro padre della poesia visiva italiana, Lamberto Pignotti, così ha scritto "con le sue opere può mettere le parole in difficoltà, cucire il filo del discorso con l'ago, dar vita per gioco vuoi a un libro o vuoi a una rivista, elargire a metri (per sarti) i suoi versi... Nessuno lo prende alla lettera: Albani, le bizzarrie letterarie, le scienze anomale e le lingue immaginarie le pratica con la serietà, la sicurezza, la bravura di un chirurgo: solo che lui incide, taglia, segmenta e ricompone organismi verbo-visivi, addizionando ciò che a scuola a noi poverini ci vietavano di sommare: capre e cavoli, macchine da cucire, ombrelli e tavoli anatomici, sgabelli e ruote di bicicletta, Lautréamont, Duchamp e Queneau... Giovandosi dello slittamento, del travaso, di parole, immagini e oggetti, Albani concretizza e mette in piedi metafore, paradossi, allusioni, litoti, reticenze e quante altre mai camaleontiche figure retoriche. Sembra facile, ma a quanti riesce trasformare espressioni quotidiane e apparentemente innocue in opere verbo-visive inusuali e aggressive?".
Paolo Albani (1946) dirige Tèchne, rivista di bizzarrie letterarie e non. Membro dell'Oplepo (Opifico di Letteratura Potenziale) è autore di una curiosa trilogia di enciclopedie pubblicate da Zanichelli: Aga magéra difúra. Dizionario delle lingue immaginarie (1994; Les Belles Lettres 2000); Forse Queneau. Enciclopedia delle Scienze Anomale (1999) e Mirabiblia. Catalogo ragionato di libri introvabili (2003), e del Dizionario degli Istituti Anomali nel mondo (Quodlibet 2009), e dei libri di racconti Il corteggiatore e altri racconti (Campanotto 2000), Il sosia laterale e altre recensioni (Edizioni Sylvestre Bonnard 2003) e La governante di Jevons. Storie di precursori dimenticati (Campanotto 2007). Ha esposto in collettive di poesia visiva e libri d’artista, fra l’altro, a Palazzo della Ragione di Mantova, Santa Maria della Scala di Siena, Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, Civica Galleria d'Arte Moderna di Gallarate, Casermetta del Forte Belvedere di Firenze e Papiermuseum di Düren. L’ultima mostra personale: Linguaggi, Galleria Il Gabbiano, La Spezia, 28 febbraio-2 aprile 2009.
06
dicembre 2009
Paolo Albani – Ritirarsi in silenzio. Ma anche no
Dal 06 dicembre 2009 al 09 gennaio 2010
arte contemporanea
Location
LO SPAZIO DI VIA DELL’OSPIZIO
Pistoia, Via Dell'ospizio, 26, (Pistoia)
Pistoia, Via Dell'ospizio, 26, (Pistoia)
Orario di apertura
da lunedì a domenica ore 9.30-13 e 16-20
chiuso lunedì e domenica mattina
Vernissage
6 Dicembre 2009, ore 17.30
Autore