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Linda Randazzo – Nessuno di veramente importante
Zelle ospita la prima mostra personale di Linda Randazzo, tra le figure più interessanti della scena emergente siciliana. L’artista porta avanti da qualche anno una ricerca legata alla pittura e in particolare alla ritrattistica dal vero, tema centrale del progetto “Nessuno di veramente importante”
Comunicato stampa
Segnala l'evento
(+ PIAZZA INDIPENDEZA LIVE. Tothi e Pino del Laboratorio Saccardi)
Zelle Arte Contemporanea ospita la prima mostra personale di Linda Randazzo, tra le figure più interessanti della scena emergente siciliana. L’artista porta avanti da qualche anno una ricerca legata alla pittura e in particolare alla ritrattistica dal vero, tema centrale del progetto “Nessuno di veramente importante”: una galleria di ritratti, primi piani stretti rubati a persone care nel breve tempo di una posa, frammenti emotivi del proprio passato o presente.
La sfida sta nell’affrontare la relazione con l’altro - un altro che è individuo conosciuto in ogni sfumatura del carattere, accostato dunque con una specifica carica emotiva - riuscendo a orientare la pittura verso una distanza, un “distacco”, un’ideale astrazione che ne faccia discorso universale, proteso verso il fulcro dell’anima e dell’esistenza. Un tramite per raggiungere quell’alterità che si definisce in quanto esperienza assoluta. E’ in questa distanza, o assenza (che è poi l’assenza del volto immortalato), che può essere paradossalmente realizzata la possibilità di un contatto veramente intimo con la presenza altrui.
Una piccola sezione sceglie di non soffermarsi sui rapporti affettivi con i soggetti dipinti, ma di concentrarsi sui volti di bambini sconosciuti, ragazzini del quartiere popolare in cui abita l’artista, ogni giorno incrociati per strada e coinvolti per questo lavoro. Si tratta in questo caso del ritratto di un luogo, di un quartiere, restituito attraverso i visi intensi di alcuni dei suoi piccoli abitanti. E si tratta, al contempo, di una riflessione intorno all’esistenza dell’altro in quanto sconosciuto, presenza aliena che improvvisamente, attraverso la pratica artistica, viene coinvolta in un’esperienza di contatto, di comunione.
Un’installazione a parete si compone di una grande quantità di disegni, realizzati negli ultimi anni come esercizio quotidiano di ossrevazione e presa diretta del reale. Sono soprattutto volti, ma anche autoritratti indiretti (che passano attraverso oggetti intimi), memorie personali in forma di cose, luoghi, persone.
Scrive il curatore, Helga Marsala, nel testo in catalogo:
“Pittrice e disegnatrice del reale, collezionista infaticabile di frammenti del quotidiano, di pose, di espressioni, di paesaggi, di facce, di nature morte, l’artista ha radunato una folla di volti, tutti familiari, tutti conosciuti e qualche volta amati, empaticamente vissuti in quanto piccoli universi da percorrere, esplorare, decostruire e ricomporre.
Nessuno di veramente importante. Tutti, in qualche modo, essenziali. Decine e decine di ritratti - oli su tela o disegni a penna e grafite su carta -, decine di facce da srotolare davanti agli occhi, da apparecchiare dinanzi a sé per poi mettersi a scrutare, accostandosi, allungandosi, spingendosi in là con le dita e le pupille, prolungandosi verso fuori e in avanti, arrischiando un tuffo che conduca fin dentro la carne. Affidare questi volti alla pittura è allora un modo per aggirarne l’individualità, girarci intorno per neutralizzarne i connotati e coglierne, finalmente, umori, essenza, struttura. Giungere all’osso, in definitiva. Non sulla via dell’indagine psicologica o della riconoscibilità, ma su quella dell’inabissamento, della condivisione e, perfino, della compassione”.
Durante l’inaugurazione si esibiranno in concerto i Piazza Indipendenza (Tothi e Pino del Laboratorio Saccardi) con un repertorio di brani inediti, musica leggera cantautoriale con una vena ludica, romantica, sperimentale.
Linda Randazzo è nata a Palermo 1979, dove vive e lavora. Tra i progetti espositivi recenti a cui ha partecipato: Sweet Sheets III, Zelle Arte Contemporanea, Palermo, 2009; “Pre-visioni”, ideato da Bruno Corà, a cura di Daniela Bigi e Ambra Stazzone, fondazione Puglisi Cosentino, Catania, 2009; Beautiful Freak (La belleza de la diferencia), Forja Arte Contemporáneo, Valencia, Spagna, 2009; Fuori Rotta / Off Course, Galleria dell'Arco, Shangai, Cina, a cura di Helga Marsala, con un contributo critico di Enrico Crispolti, 2008. Tra i workshop: Enrique Vargas e la compagnia Teatro de los Sentidos, Museo Riso Palermo; Il tempo della notte, a cura di Emilio Fantin, Istituzione Parco della Laguna, Venezia; John Bock, a cura di Emilia Valenza e Ida Parlavecchio, 6° edizione del Genio di Palermo, Chiesa di santa Maria allo Spasimo, Palermo; Alberto Garutti, a cura di Daniela Bigi, Le officine dell'arte. Cantieri culturali alla Zisa. Palermo.
Zelle Arte Contemporanea ospita la prima mostra personale di Linda Randazzo, tra le figure più interessanti della scena emergente siciliana. L’artista porta avanti da qualche anno una ricerca legata alla pittura e in particolare alla ritrattistica dal vero, tema centrale del progetto “Nessuno di veramente importante”: una galleria di ritratti, primi piani stretti rubati a persone care nel breve tempo di una posa, frammenti emotivi del proprio passato o presente.
La sfida sta nell’affrontare la relazione con l’altro - un altro che è individuo conosciuto in ogni sfumatura del carattere, accostato dunque con una specifica carica emotiva - riuscendo a orientare la pittura verso una distanza, un “distacco”, un’ideale astrazione che ne faccia discorso universale, proteso verso il fulcro dell’anima e dell’esistenza. Un tramite per raggiungere quell’alterità che si definisce in quanto esperienza assoluta. E’ in questa distanza, o assenza (che è poi l’assenza del volto immortalato), che può essere paradossalmente realizzata la possibilità di un contatto veramente intimo con la presenza altrui.
Una piccola sezione sceglie di non soffermarsi sui rapporti affettivi con i soggetti dipinti, ma di concentrarsi sui volti di bambini sconosciuti, ragazzini del quartiere popolare in cui abita l’artista, ogni giorno incrociati per strada e coinvolti per questo lavoro. Si tratta in questo caso del ritratto di un luogo, di un quartiere, restituito attraverso i visi intensi di alcuni dei suoi piccoli abitanti. E si tratta, al contempo, di una riflessione intorno all’esistenza dell’altro in quanto sconosciuto, presenza aliena che improvvisamente, attraverso la pratica artistica, viene coinvolta in un’esperienza di contatto, di comunione.
Un’installazione a parete si compone di una grande quantità di disegni, realizzati negli ultimi anni come esercizio quotidiano di ossrevazione e presa diretta del reale. Sono soprattutto volti, ma anche autoritratti indiretti (che passano attraverso oggetti intimi), memorie personali in forma di cose, luoghi, persone.
Scrive il curatore, Helga Marsala, nel testo in catalogo:
“Pittrice e disegnatrice del reale, collezionista infaticabile di frammenti del quotidiano, di pose, di espressioni, di paesaggi, di facce, di nature morte, l’artista ha radunato una folla di volti, tutti familiari, tutti conosciuti e qualche volta amati, empaticamente vissuti in quanto piccoli universi da percorrere, esplorare, decostruire e ricomporre.
Nessuno di veramente importante. Tutti, in qualche modo, essenziali. Decine e decine di ritratti - oli su tela o disegni a penna e grafite su carta -, decine di facce da srotolare davanti agli occhi, da apparecchiare dinanzi a sé per poi mettersi a scrutare, accostandosi, allungandosi, spingendosi in là con le dita e le pupille, prolungandosi verso fuori e in avanti, arrischiando un tuffo che conduca fin dentro la carne. Affidare questi volti alla pittura è allora un modo per aggirarne l’individualità, girarci intorno per neutralizzarne i connotati e coglierne, finalmente, umori, essenza, struttura. Giungere all’osso, in definitiva. Non sulla via dell’indagine psicologica o della riconoscibilità, ma su quella dell’inabissamento, della condivisione e, perfino, della compassione”.
Durante l’inaugurazione si esibiranno in concerto i Piazza Indipendenza (Tothi e Pino del Laboratorio Saccardi) con un repertorio di brani inediti, musica leggera cantautoriale con una vena ludica, romantica, sperimentale.
Linda Randazzo è nata a Palermo 1979, dove vive e lavora. Tra i progetti espositivi recenti a cui ha partecipato: Sweet Sheets III, Zelle Arte Contemporanea, Palermo, 2009; “Pre-visioni”, ideato da Bruno Corà, a cura di Daniela Bigi e Ambra Stazzone, fondazione Puglisi Cosentino, Catania, 2009; Beautiful Freak (La belleza de la diferencia), Forja Arte Contemporáneo, Valencia, Spagna, 2009; Fuori Rotta / Off Course, Galleria dell'Arco, Shangai, Cina, a cura di Helga Marsala, con un contributo critico di Enrico Crispolti, 2008. Tra i workshop: Enrique Vargas e la compagnia Teatro de los Sentidos, Museo Riso Palermo; Il tempo della notte, a cura di Emilio Fantin, Istituzione Parco della Laguna, Venezia; John Bock, a cura di Emilia Valenza e Ida Parlavecchio, 6° edizione del Genio di Palermo, Chiesa di santa Maria allo Spasimo, Palermo; Alberto Garutti, a cura di Daniela Bigi, Le officine dell'arte. Cantieri culturali alla Zisa. Palermo.
16
aprile 2010
Linda Randazzo – Nessuno di veramente importante
Dal 16 aprile al 16 maggio 2010
arte contemporanea
Location
ZELLE ARTE CONTEMPORANEA
Palermo, Via Matteo Bonello, 19, (Palermo)
Palermo, Via Matteo Bonello, 19, (Palermo)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 17-20
Vernissage
16 Aprile 2010, ore 19.00
Autore
Curatore