Martedì 25 maggio 2010 Alberto Dambruoso e Micol Di Veroli presentano il quattordicesimo incontro con l’opera e con l’artista all’interno della nuova serie di appuntamenti artistici dove la visione critica diventa una parte fondante insieme a quella dell’artista nella definizione dell’opera esposta.

I martedì critici sono degli eventi unici che si sviluppano nel corso di una serata e prendono vita nello spazio-studio di un critico d’arte. Un contenitore alternativo rispetto alle gallerie, dove non si intende fare mercato bensì apportare una lettura, stimolare delle riflessioni, aprire un dibattito attraverso la presenza attiva degli attori che danno vita all’arte creando così di volta in volta una piattaforma liberamente aperta al pubblico. L’intento è quello di spiegare, documentare, rendere note le poetiche e le direzioni di ricerca degli artisti invitati.

I martedì critici si pongono come l'inizio di una nuova stagione di confronto, di sperimentazione e di creatività, il tutto riunito sotto l'egida di un punto d'osservazione squisitamente soggettivo. La serie di incontri ha una cadenza settimanale ed ogni mese verrà aggiornato il calendario espositivo.


Il quattordicesimo appuntamento prevede l'incontro con Alessandro Bulgini che partendo da una personale quanto inconsueta ricerca sull' autoritratto compie un'attenta analisi sia sulla rappresentazione figurativa che sull'esperienza umana e personale. Le opere di Alessandro Bulgini gettano le loro radici nel passato artistico ma come in un subitaneo slittamento emotivo e sensoriale se ne discostano, gettandosi in destabilizzanti evoluzioni visive o provocazioni socio-tecnologiche. Emerge quindi un aspetto volutamente frammento e fragile dell'animo umano, spesso legato all'evanescenza di una presenza fisica che diviene evanescenza dell'identità, concetti questi che si riallacciano alle difficoltà del vivere odierno.
Processo all'intenzione, questo il titolo dell'evento, presenta tre differenti indagini, tre momenti in cui l'ardua azione del "vedere" coincide con l'effimera sostanza dell'"essere".