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Luigi Carboni – L’occhio si nasconde
Grandi tele annegate nel colore e una serie di sculture inedite in vetro, legno e resina definiscono un racconto espositivo dominato dall’ambiguità e giocato sulla relazione tra casualità e opera d’arte, metafora implicita sulla contiguità tra vedente, veggente e visionario.
Comunicato stampa
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L’occhio si nasconde
Luigi Carboni
A cura di Ludovico Pratesi
Grandi tele annegate nel colore e una serie di sculture inedite in vetro, legno e resina definiscono un racconto espositivo dominato dall’ambiguità e giocato sulla relazione tra casualità e opera d’arte,
metafora implicita sulla contiguità tra vedente, veggente e visionario.
Nei dipinti una trama intricatissima di segni e decori si addensano sulla superficie, l’opera accoglie e racconta una porzione di mondo attraverso una grafia instabile e indelebile, costruendo un tessuto complesso di immagini in cui la riconoscibilità figurativa si disperde nell’indefinizione dei piani prospettici e nella totale assenza di una spazialità tradizionale.
L’attenzione dell’artista è rivolta a mettere in discussione il confine tra astrazione lirica e figurazione del quotidiano, tra stile decorativo e risultato intimista portando l’oggetto pittorico all’essenza profonda del suo essere: tutto è li sotto i nostri occhi, perfettamente dispiegato in quella superficie satura di immagini, di segni fino al limite dell’impenetrabilità.
Nelle sculture l’attenzione si concentra sulla contrapposizione tra l’oggetto scelto e la sua trasformazione, tra formalismo scultoreo ed estetica del design, richiamandosi alla logica della differenza e segnalando l’approdo della ricerca al linguaggio.
“Classicità e sperimentazione sono il paradosso di una dialettica reciproca e simultanea, la bellezza contemporanea è percepita e concepita come una composizione di parti in contesa tra loro, dove il piacere visivo può trasformarsi in qualsiasi momento in abuso e dove l’oggetto più silenzioso può diventare molesto senza che ne capiamo i perché” spiega Carboni.
La natura frammentaria e unitaria dell’opera, ritrae perfettamente quella della nostra epoca, un’unione di opposti che convivono nella loro diversità con tutte le incertezze e le contraddizioni.
Luigi Carboni
A cura di Ludovico Pratesi
Grandi tele annegate nel colore e una serie di sculture inedite in vetro, legno e resina definiscono un racconto espositivo dominato dall’ambiguità e giocato sulla relazione tra casualità e opera d’arte,
metafora implicita sulla contiguità tra vedente, veggente e visionario.
Nei dipinti una trama intricatissima di segni e decori si addensano sulla superficie, l’opera accoglie e racconta una porzione di mondo attraverso una grafia instabile e indelebile, costruendo un tessuto complesso di immagini in cui la riconoscibilità figurativa si disperde nell’indefinizione dei piani prospettici e nella totale assenza di una spazialità tradizionale.
L’attenzione dell’artista è rivolta a mettere in discussione il confine tra astrazione lirica e figurazione del quotidiano, tra stile decorativo e risultato intimista portando l’oggetto pittorico all’essenza profonda del suo essere: tutto è li sotto i nostri occhi, perfettamente dispiegato in quella superficie satura di immagini, di segni fino al limite dell’impenetrabilità.
Nelle sculture l’attenzione si concentra sulla contrapposizione tra l’oggetto scelto e la sua trasformazione, tra formalismo scultoreo ed estetica del design, richiamandosi alla logica della differenza e segnalando l’approdo della ricerca al linguaggio.
“Classicità e sperimentazione sono il paradosso di una dialettica reciproca e simultanea, la bellezza contemporanea è percepita e concepita come una composizione di parti in contesa tra loro, dove il piacere visivo può trasformarsi in qualsiasi momento in abuso e dove l’oggetto più silenzioso può diventare molesto senza che ne capiamo i perché” spiega Carboni.
La natura frammentaria e unitaria dell’opera, ritrae perfettamente quella della nostra epoca, un’unione di opposti che convivono nella loro diversità con tutte le incertezze e le contraddizioni.
27
novembre 2010
Luigi Carboni – L’occhio si nasconde
Dal 27 novembre 2010 al 12 febbraio 2011
arte contemporanea
Location
STUDIO LA CITTA’
Verona, Lungadige Galtarossa, 21, (Verona)
Verona, Lungadige Galtarossa, 21, (Verona)
Orario di apertura
da martedì a sabato 9-13 e 15.30-19.30
Vernissage
27 Novembre 2010, ore 11.30
Autore
Curatore