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Università degli Studi di Milano, i primi 100 anni tra patrimonio e Google
Progetti e iniziative
Il 4 aprile, in celebrazione del Centenario dell’Università degli Studi di Milano nel 2024, l’Ateneo milanese ha presentato il programma e le iniziative di lancio nella cornice dell’Aula Magna di via Festa del Perdono 7, Ca’ Granda. Massimiliano Finazzer Flory, direttore artistico del Centenario dell’Università Statale, insieme a Elio Franzini, rettore dell’Università, hanno raccontato in questa occasione un anno e mezzo di celebrazioni e iniziative. A partire dal lancio del VUMM, il Virtual UniMI Museum, primo evento del Centenario con cui l’Ateneo milanese restituisce, in formato digitale e in una veste innovativa, il proprio patrimonio storico, artistico e culturale, svelando, a un pubblico sempre più ampio e vario, i propri tesori, tra edifici storici e contemporanei, musei e collezioni di particolare pregio.
Milano e la sua recente storia universitaria, data la sua tarda apertura di università pubbliche, diventano simbolo di una iniziativa importante che rivolge uno sguardo al passato restando nel presente e appellandosi al futuro; in questa occasione il sindaco Giuseppe Sala ha ribadito infatti la necessità di lavorare a stretto contatto con le scuole per pensare al futuro della città, diventate polo di riferimento universitario dell’intero Paese. Il respiro delle province lombarde, che hanno contribuito all’anima meneghino-internazionale che la città ha assunto negli ultimi anni, è un punto focale del discorso, mettendo l’operosità e ricerca lombarda al centro.
Il VUMM, rappresentante il primo evento ufficiale delle celebrazioni dell’ateneo, come ha spiegato Marina Carini, prorettrice delegata alla terza missione, territorio e attività culturali, celebra la consapevolezza dei beni dell’Università, trova la sua origine nel desiderio di valorizzare e rendere le opere disponibili a un pubblico internazionale, iniziando un lavoro di catalogazione mai avvenuto in precedenza. Attraverso un percorso a didascalie con QR code sarà infatti possibile giungere a conoscenza di opere presenti negli edifici e spazi e l’archivio avrà uno spazio anche sulla rinomata piattaforma Google Arts & Culture.
Per gli studenti e per la città attraverso la conoscenza, cuore di una strategia che guarda al futuro partendo da un passato ricco, attuale e in pieno fermento.