07 aprile 2023

Other Identity #56. Altre forme di identità culturali e pubbliche: Isabella Accenti

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Other Identity è la rubrica dedicata al racconto delle nuove identità visive e culturali e della loro rappresentazione nel terzo millennio: la parola a Isabella Accenti

Isabella Accenti, RITRATTO

Tratta dall’omonima rassegna ideata dall’artista e curatore indipendente Francesco Arena, la rubrica “OTHER IDENTITY – Altre forme di identità culturali e pubbliche” vuole essere una cartina al tornasole capace di misurare lo stato di una nuova e più attuale grammatica visiva, presentando il lavoro di autori e artisti che operano con i linguaggi della fotografia, del video e della performance, per indagare i temi dell’identità e dell’autorappresentazione. Questa settimana l’ospite intervistato è Isabella Accenti.

 

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Other Identity: Isabella Accenti

Il nostro privato è pubblico e la rappresentazione di noi stessi si modifica e si spettacolarizza continuamente in ogni nostro agire. Qual è la tua rappresentazione di arte?

«La mia arte è rivolta a tutti perché vuole rimescolare emozioni passate e presenti che appartengono a ognuno di noi. Attraverso i miei “quadri fotografici” cerco infatti di rifar emergere, esperienze, momenti vissuti e sensazioni appartenenti alle persone ritratte, che hanno determinato il loro percorso di vita, riposizionandole però in un nuovo tempo, un “tempo sospeso” che si colloca tra passato e presente e dove queste emozioni riprendono vita e non vengono dimenticate».

The Trapeze artist– 40 x 30 cm – 100% carta cotone Arches – 300 gr – opera Unica, Anno 2021 (Collezione privata Milano)

Creiamo delle vere e proprie identità di genere che ognuno di noi sceglie in corrispondenza delle caratteristiche che vuole evidenziare, così forniamo tracce. Qual è la tua “identità” nell’arte contemporanea?

«La mia “identità” se intesa come riconoscibilità artistica è quella di volermi collocare in una nuova avanguardia artistica, che chiamo “Avanguardia contemporanea”. Il mio lavoro mi piace NON definirlo…non è fotografia, non è pittura ma è un’opera che si colloca a metà strada tra diverse espressioni artistiche. Tutti i miei lavori attingono ispirazione dai movimenti artistici del primo ‘900: cubismo, futurismo, surrealismo, dadaismo e mi piacerebbe poter dar vita a un nuovo movimento artistico contemporaneo dove gli artisti si possano ritrovare, interescambaindo esperienze e condividendo un’espressività artistica e di pensiero comune».

Lady Bee – 40 x 30 cm – 100% carta cotone Arches – 300 gr – Opera Unica, Anno 2021
Collezione privata Milano)

Quanto conta per te l’importanza dell’apparenza sociale e pubblica?

«Personalmente l’apparire non mi è mai piaciuto, ma l’esserci sì. Ho sempre cercato di “scavare” e di non conformarmi a un apparire di fronte agli altri, cercando di far coincidere il mio essere pubblico con quello che sono in realtà senza finzioni. La nostra epoca è fortemente influenzata dall’apparire e da quello che viene mostrato superficialmente e soprattutto i giovani ne hanno subito “il fascino”, penso sia importantissimo cercare un equilibrio tra quello che si vuole mostrare e quello che deve restare invece nascosto. I social sono strumenti importanti nella comunicazione, e possono essere strumenti utilissimi nella divulgazione di messaggi ma spesso vengono considerati come obiettivi di realizzazione personale e non come mezzi».

Twin – 65 x 65 cm – 100% carta cotone Arches– 300 gr – Opera unica, Anno 2022

Il richiamo, il plagio, la riedizione, il ready made dell’iconografia di un’identità legata al passato, al presente e al contemporaneo sono messi costantemente in discussione in una ricerca affannosa di una nuova identificazione del sé, di un nuovo valore di rappresentazione. Qual è il tuo valore di rappresentazione oggi?

«Nella mia formazione artistica sono stata fortemente influenzata dal passato. Personalmente ho trovato ispirazione e basi solide proprio nello studio dell’arte del 900. È stato tramite maestri provenienti sia dalla pittura che dalla fotografia come Picasso, Man Ray, Lee Miller, Gino Severini, e tanti altri che ho capito dove dovevo andare e cosa dovevo fare. E’ fondamentale capire la direzione per poi identificarsi in uno stile riconoscibile. Ognuno ha il proprio percorso artistico di formazione, l’importante penso sia trovare il proprio senza però confondersi ed identificarsi con altri».

Woman with Orchid – 30, 5 x 29 cm – 100 % carta cotone Arches – opera unica, Anno 2022
Collezione privata Milano)

ll nostro “agire” pubblico, anche con un’opera d’arte, travolge il nostro quotidiano, la nostra vita intima, i nostri sentimenti o, meglio, la riproduzione di tutto ciò che siamo e proviamo ad apparire nei confronti del mondo. Tu ti definisci un’artista agli occhi del mondo?

«No, non mi piace molto la parola artista perché sembra riferirsi a qualcuno, qualcosa di impalpabile che non ha contatto con la realtà.  Per quanto mi riguarda ho invece un fortissimo contatto con la realtà e la praticità della vita solo che la interpreto attraverso una parte emotiva più marcata.  L’arte diventa uno strumento terapeutico per esprimere le emozioni più profonde ed intime. Quando mi chiedono cosa faccio mi viene più facile definirmi come “una persona che crea opere”».

Walking in London – 65 x 65 cm – 100% carta cotone Arches– 300 gr – Opera unica, Anno 2022
( Collezione privata Milano)

Quale “identità culturale e pubblica” avresti voluto essere oltre a quella che ti appartiene?

«Ho fatto tante cose in questi primi 48 anni di vita e sono state tutte esperienze professionali formative ed utilissime. Facendo un bilancio di vita ad oggi, direi che adesso non vorrei essere in altro posto di dove sono ora».

 

Sisters– 65 x 65 cm – 100% carta cotone Arches– 300 gr – Opera unica, Anno 2022

Biografia

Nasce a Milano nel 1974, dove vive e lavora. Si appassiona fin da piccolissima alla pittura grazie al padre collezionista che si ritagliava del tempo per dipingere dalla sua attività imprenditoriale. La nonna materna le trasmette invece la passione per la fotografia. Dopo essersi alternata per anni tra pittura e fotografia, finalmente trova e perfeziona una tecnica manuale che le permette di creare i suoi “quadri fotografici”.

La sua formazione artistica prende spunto dalle avanguardie dei primi 900, attraversando cubismo, futurismo, dadaismo e surrealismo l ‘impressione finale delle sue opere è quella di trovarsi di fronte ad un quadro con molteplici velature di colore, un collage di linee e sovrapposizioni ma che invece è il risultato di una composizione digitale fotografica, che successivamente grazie a un procedimento manuale  di fissaggio, lavaggio e sfumatura operato dalle mani dell’artista da vita ad un opera unica che oltrepassa i confini  della fotografia tradizionale.

La riscoperta dell’archivio fotografico di famiglia fa intraprendere all’artista un cammino di ricerca personale che la porta a definire una linea conduttrice che accomuna tutte le sue opere: “TIMELESSART”.  “Arte senza tempo”, diventa dunque la definizione della sua espressività artistica e dove il concetto di tempo viene rielaborato, composto e ricomposto in un nuovo spazio – tempo e dove le sue opere prendono vita.

Dopo aver realizzato le prime mostre in Spagna dove ha vissuto per tanti anni, rientra in Italia e a partire dal 2019 comincia a farsi notare dal grande pubblico: vince ex aequo il 1 Premio Rossana Orlandi al MIA Image Art Fair e successivamente è nominata al Premio Eberhard a Fotofever, Paris Photo a Parigi. Nel 2021 tra 800 partecipanti è semifinalista al Premio Arte e contemporaneamente ai suoi lavori intraprende progetti artistici con importanti nomi della fotografia e del design.

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