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ANGELO GUTTADAURO – VISUAL HERITAGE
bar.lina presenta Visual Heritage, progetto espositivo di Angelo Guttadauro che combina media, quali fotografia e installazione video, soltanto in apparenza simili tra loro.
Comunicato stampa
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bar.lina presenta Visual Heritage, progetto espositivo di Angelo Guttadauro che combina media, quali fotografia e installazione video, soltanto in apparenza simili tra loro. Nasce dalla necessità di interrogarsi sull’eredità visiva che l’individuo dell’era digitale consegnerà alle generazioni a venire, a causa dei risvolti sociali, tendenti al distopico, che vive la collettività globale in merito all’onnipresenza dei social media in ogni ambito della propria esistenza, sul piano pubblico e privato.
Pratiche di modificazione del corpo, pur sempre esistite, appagano il divario visivo tra l’ effettiva natura materiale dell’essere umano, la propria aspirazione nell’aderire al canone estetico predominante, che attraversa le epoche e la propria rappresentazione - dunque la propria eredità visuale.
L’avvento dei social media ha accentuato la tendenza a voler manipolare la propria immagine, inasprendo il desiderio di imporre soltanto la parte di noi che tende al concetto di perfezione e facilitando la possibilità di alterare i connotati dell’essere umano in favore di modelli sempre più lontani dalla verità della nostra natura. Ne deriva un corollario di non accettazione di sé, sofferenza, discriminazione e alienazione, che richiede urgenti riflessioni sulla genesi di un archivio di immagini e rappresentazioni della nostra specie totalmente distaccate dal reale.
Il progetto si compone di fotografie su pellicola di corpi umani nudi, ritratti di schiena, su un piedistallo e contro un fondo neutro, come nelle prime tavole fotografiche che ci pervengono, ove i nessi espositivi erano soltanto la magnificenza e la contemplazione del corpo umano ereditati dalla pittura e dal disegno, unici mezzi di rappresentazione del reale precedenti alla fotografia. Ma a discapito dell’appartenenza ad un canone, questi cameo vogliono focalizzarsi sulla magnificenza e sulla monumentalità dell’essere umano, nella propria verità e nella propria diversità tra simili; nella propria lontananza dai modelli imperanti, offrono lateralmente valutazioni sulla discriminazione del diverso in senso più esteso, poiché spesso le differenze di etnia, genere e orientamento si sovrappongono, si combinano e peggiorano la condizione dell’individuo anche sul piano della non conformità estetica. In aggiunta a questo studio sui corpi, il video rappresenta dei volti differenti per etnia, genere ed età, generati grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale a rappresentazione della facilità con cui sia possibile eludere la memoria digitale, costruendo ad hoc scampoli di una realtà che, paradossalmente, non è mai esistita.
Angelo Guttadauro nasce nel 1992 a Licata, in Sicilia. Dopo il diploma si trasferisce a Roma per intraprendere studi artistici, laureandosi nel 2014 presso l’Accademia di Belle Arti.
Dopo la laurea lavora come fotografo freelance e contemporaneamente espone progetti personali in diverse gallerie e spazi espositivi tra Roma e la Sicilia.
Tra 2016 e 2017 torna temporaneamente in Sicilia ove partecipa attivamente, tramite attività associative, alla riqualificazione e al rifacimento di spazi urbani. Nel 2018 si trasferisce a Firenze, abbandonando la carriera artistica fino a marzo 2020.
Dopo il primo lockdown in occasione della pandemia, produce la serie fotografica Connect with materiæ sotto lo pseudonimo di Guttæ, che verrà re-postata da magazine cartacei e digitali in tutto il mondo.
Inizia così a collaborare con testate giornalistiche internazionali, etichette discografiche, musicisti, brand e privati.
Sperimentazione, studio del sociale, capovolgimento in chiave critica delle tradizioni e distaccamento dalla figura umana sono gli elementi che più rappresentano gli ultimi lavori personali dell’artista.
Pratiche di modificazione del corpo, pur sempre esistite, appagano il divario visivo tra l’ effettiva natura materiale dell’essere umano, la propria aspirazione nell’aderire al canone estetico predominante, che attraversa le epoche e la propria rappresentazione - dunque la propria eredità visuale.
L’avvento dei social media ha accentuato la tendenza a voler manipolare la propria immagine, inasprendo il desiderio di imporre soltanto la parte di noi che tende al concetto di perfezione e facilitando la possibilità di alterare i connotati dell’essere umano in favore di modelli sempre più lontani dalla verità della nostra natura. Ne deriva un corollario di non accettazione di sé, sofferenza, discriminazione e alienazione, che richiede urgenti riflessioni sulla genesi di un archivio di immagini e rappresentazioni della nostra specie totalmente distaccate dal reale.
Il progetto si compone di fotografie su pellicola di corpi umani nudi, ritratti di schiena, su un piedistallo e contro un fondo neutro, come nelle prime tavole fotografiche che ci pervengono, ove i nessi espositivi erano soltanto la magnificenza e la contemplazione del corpo umano ereditati dalla pittura e dal disegno, unici mezzi di rappresentazione del reale precedenti alla fotografia. Ma a discapito dell’appartenenza ad un canone, questi cameo vogliono focalizzarsi sulla magnificenza e sulla monumentalità dell’essere umano, nella propria verità e nella propria diversità tra simili; nella propria lontananza dai modelli imperanti, offrono lateralmente valutazioni sulla discriminazione del diverso in senso più esteso, poiché spesso le differenze di etnia, genere e orientamento si sovrappongono, si combinano e peggiorano la condizione dell’individuo anche sul piano della non conformità estetica. In aggiunta a questo studio sui corpi, il video rappresenta dei volti differenti per etnia, genere ed età, generati grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale a rappresentazione della facilità con cui sia possibile eludere la memoria digitale, costruendo ad hoc scampoli di una realtà che, paradossalmente, non è mai esistita.
Angelo Guttadauro nasce nel 1992 a Licata, in Sicilia. Dopo il diploma si trasferisce a Roma per intraprendere studi artistici, laureandosi nel 2014 presso l’Accademia di Belle Arti.
Dopo la laurea lavora come fotografo freelance e contemporaneamente espone progetti personali in diverse gallerie e spazi espositivi tra Roma e la Sicilia.
Tra 2016 e 2017 torna temporaneamente in Sicilia ove partecipa attivamente, tramite attività associative, alla riqualificazione e al rifacimento di spazi urbani. Nel 2018 si trasferisce a Firenze, abbandonando la carriera artistica fino a marzo 2020.
Dopo il primo lockdown in occasione della pandemia, produce la serie fotografica Connect with materiæ sotto lo pseudonimo di Guttæ, che verrà re-postata da magazine cartacei e digitali in tutto il mondo.
Inizia così a collaborare con testate giornalistiche internazionali, etichette discografiche, musicisti, brand e privati.
Sperimentazione, studio del sociale, capovolgimento in chiave critica delle tradizioni e distaccamento dalla figura umana sono gli elementi che più rappresentano gli ultimi lavori personali dell’artista.
15
aprile 2023
ANGELO GUTTADAURO – VISUAL HERITAGE
Dal 15 aprile al 17 maggio 2023
arte contemporanea
Location
bar.lina
Roma, Viale dello Scalo S. Lorenzo, 49, (RM)
Roma, Viale dello Scalo S. Lorenzo, 49, (RM)
Orario di apertura
mar-gio 14-19; ven-sab 14-20
Vernissage
15 Aprile 2023, 18:00 - 23:00
Sito web
Autore
Curatore